Mangimi Cinesi Sotto Attacco: Un Cocktail Pericoloso di Micotossine che Dobbiamo Conoscere!
Amici, oggi voglio parlarvi di una questione che, anche se sembra lontana, tocca da vicino le nostre tavole e la salute dei nostri animali: la contaminazione da micotossine nei mangimi. E non parliamo di un posto qualsiasi, ma della Cina, un gigante nella produzione agricola e zootecnica. Ho messo le mani su uno studio freschissimo, che copre il periodo dal 2021 al 2024, e i risultati, ve lo dico subito, non sono proprio rassicuranti.
Cosa sono queste Micotossine e Perché Dovremmo Preoccuparci?
Prima di tuffarci nei dati, facciamo un piccolo ripasso. Le micotossine sono delle sostanze tossiche prodotte naturalmente da alcune muffe, funghi microscopici che possono infestare le coltivazioni. Tra le più “famose” e pericolose ci sono l’Aflatossina B1 (AFB1), il Deossinivalenolo (DON) e lo Zearalenone (ZEN).
- L’AFB1 è la più cattiva del gruppo: è prodotta principalmente da funghi del genere Aspergillus ed è nota per essere epatotossica (danneggia il fegato), cancerogena, mutagena (causa mutazioni nel DNA) e teratogena (provoca malformazioni nei feti). Insomma, un vero pericolo.
- Il DON e lo ZEN, invece, sono figli del genere Fusarium. Il DON, un tricotecene di tipo B, può causare problemi come anoressia, vomito, disturbi intestinali e al sistema immunitario, perché va a interferire con la sintesi di DNA, RNA e proteine.
- Lo ZEN è un furbacchione: è una micotossina estrogenica, il che significa che mima l’azione degli estrogeni, competendo con il 17β-estradiolo per legarsi ai recettori degli estrogeni. Questo può portare a disturbi riproduttivi e della fertilità.
Capite bene che se queste sostanze finiscono nei mangimi, non solo mettono a rischio la salute degli animali, ma possono anche arrivare a noi attraverso i prodotti di origine animale (carne, latte, uova). Ecco perché molti Paesi, inclusa la Cina e l’Unione Europea, hanno stabilito dei limiti di sicurezza.
Lo Studio Cinese: Numeri da Far Tremare i Polsi
Lo studio che ho analizzato ha preso in esame la bellezza di 23.003 campioni di mangimi raccolti in diverse province della Cina tra il 2021 e il 2024. Parliamo di 17.489 campioni di materie prime (mais, frumento, farina di glutine di mais, ecc.) e 5.514 campioni di mangimi completi (per suini, pollame, ruminanti).
Ebbene, tenetevi forte: la contaminazione è risultata decisamente alta. L’AFB1 è stata trovata in una percentuale di campioni che va dal 20% al 100%, il DON tra il 33,3% e il 100%, e lo ZEN addirittura tra l’85% e il 100%! Praticamente onnipresenti.
Le concentrazioni medie? Per l’AFB1 si va da 1,2 a 728,7 µg/kg, per il DON da 106 a 8.634,8 µg/kg, e per lo ZEN da 18,1 a 3.341,6 µg/kg. Ma sono i picchi a preoccupare: pensate che per l’AFB1 si è arrivati a 4.490 µg/kg nei DDGS (Dried Distillers Grains with Solubles, un sottoprodotto della distillazione) del 2024, per il DON a ben 84.000 µg/kg nella farina di frumento del 2023 (un valore altissimo!), e per lo ZEN a 30.154 µg/kg nella farina di glutine di mais del 2022.

Superamento dei Limiti di Sicurezza: Un Campanello d’Allarme
Ora, la domanda cruciale: quanti di questi campioni superavano i limiti di sicurezza stabiliti in Cina? Parecchi, purtroppo.
- Per l’AFB1, il 9,7% delle materie prime e il 3,5% dei mangimi completi erano oltre i limiti. Particolarmente colpiti i mangimi per suini del 2024, con un tasso di superamento dell’85,5% in alcuni casi!
- Per il DON, il 2,7% delle materie prime (con picchi del 69,5% nel caso della farina di germe di mais) e l’1,1% dei mangimi completi erano non conformi.
- Per lo ZEN, la situazione è ancora più critica: il 15,7% delle materie prime e l’8,7% dei mangimi completi hanno sforato i limiti.
Questi dati sono, in molti casi, superiori a quelli riportati in studi precedenti effettuati in Cina. Ad esempio, la concentrazione media di AFB1 (1,2–728,7 µg/kg) è più alta rispetto al range 1,2–27,4 µg/kg trovato tra il 2016-2020. E la percentuale di materie prime che superano i limiti per l’AFB1 è passata dallo 0,9% al 9,7% attuale. Un balzo notevole!
Un altro aspetto interessante è il confronto con i limiti europei. Per esempio, l’UE ha limiti per l’AFB1 tra 5-20 µg/kg, mentre in Cina si va da 10-20 µg/kg. Per il DON, l’UE fissa un massimo di 900 µg/kg in alcuni casi, mentre in Cina si arriva a 1.000-5.000 µg/kg. Queste differenze potrebbero, ovviamente, limitare l’esportazione di questi mangimi cinesi verso mercati più restrittivi.
Il Pericolo Nascosto: la Co-contaminazione
Ma la vera doccia fredda, amici miei, arriva quando si parla di co-contaminazione. Significa che spesso queste micotossine non si presentano da sole, ma in compagnia. E quando più tossine agiscono insieme, i loro effetti possono essere additivi o addirittura sinergici, cioè potenziarsi a vicenda, rendendo il tutto ancora più pericoloso per la salute animale.
Nello studio, più del 70% dei campioni di materie prime analizzati presentava una co-contaminazione (AFB1+DON, AFB1+ZEN, DON+ZEN, o tutte e tre insieme) con tassi che andavano dal 60% al 100%. E per i mangimi completi? Oltre l’87,5% dei prodotti mostrava tassi di co-contaminazione simili, tra il 61,5% e il 100%.
Pensate che materie prime come i DDGS, la farina di glutine di mais, la farina di germe di mais, e i mangimi completi per suini e pollame erano co-contaminati da AFB1, DON e ZEN in oltre il 70% dei casi. Questo è un problema serio, perché le attuali normative sulla sicurezza dei mangimi spesso non considerano appieno la tossicità combinata delle micotossine, rischiando di sottostimare il pericolo reale.

Perché Questa Escalation? E Cosa Possiamo Fare?
Ci si potrebbe chiedere come mai questa situazione. Beh, i cambiamenti climatici globali stanno rendendo colture come mais e frumento più suscettibili alla colonizzazione fungina e quindi alla produzione di micotossine. La Cina, con le sue diverse regioni climatiche, specialmente quelle calde e umide dei bacini dei fiumi Yangtze e Giallo e della regione nord-orientale, con le loro abbondanti piogge, offre condizioni favorevoli alla crescita delle muffe.
I risultati di questo studio sono un chiaro segnale che non possiamo abbassare la guardia. È fondamentale:
- Monitorare costantemente i livelli di micotossine nei mangimi, sia nelle materie prime che nei prodotti finiti.
- Continuare la ricerca sulla prevenzione e mitigazione della co-contaminazione, dato l’elevato numero di campioni che contengono più di una micotossina.
- Sviluppare e applicare strategie mirate ed efficaci per controllare la presenza e la tossicità delle micotossine. Questo include buone pratiche agricole, corrette modalità di stoccaggio e, se necessario, l’uso di additivi specifici nei mangimi capaci di legare o detossificare le micotossine.
Insomma, la situazione della contaminazione da micotossine nei mangimi in Cina, come evidenziato da questo studio, è piuttosto seria e richiede una supervisione rigorosa e interventi decisi. Non è solo una questione di salute animale, ma di sicurezza dell’intera catena alimentare. E come consumatori, essere informati è il primo passo per pretendere standard sempre più elevati.
Speriamo che questi risultati spingano a un’azione ancora più incisiva, perché la salute, che sia quella degli animali o la nostra, non ha prezzo!
Fonte: Springer
