Foto di gruppo realistica scattata con obiettivo prime 35mm, mostra adulti di diverse etnie (Messicano-Americano, Bianco, Afroamericano) in un ambiente clinico luminoso. Stanno discutendo con un medico, con diagrammi sulla salute del fegato visibili sullo sfondo. L'immagine ha una buona profondità di campo, mettendo a fuoco le persone e i materiali informativi.

MAFLD negli USA: Un Viaggio tra Etnia, Età e Stile di Vita – Chi Rischia Davvero?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che sta diventando un problema di salute pubblica sempre più rilevante, specialmente negli Stati Uniti: la MAFLD, acronimo che sta per Metabolic Dysfunction-Associated Fatty Liver Disease, ovvero la malattia del fegato grasso associata a disfunzione metabolica. So che il nome suona complicato, ma in parole povere si tratta di accumulo di grasso nel fegato legato a problemi come sovrappeso, diabete o altri squilibri metabolici.

Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante basato sui dati dell’indagine NHANES (National Health and Nutrition Examination Survey) raccolti tra il 2009 e il 2018 negli USA. Questo studio ha analizzato un campione enorme, quasi 10.000 persone sopra i 20 anni, per capire meglio chi è più colpito da questa condizione. E i risultati, ve lo dico subito, sono piuttosto sorprendenti e fanno riflettere parecchio sulle differenze che esistono tra gruppi diversi della popolazione.

Cos’è Esattamente la MAFLD e Perché se ne Parla Tanto?

Forse alcuni di voi conoscevano la NAFLD (Nonalcoholic Fatty Liver Disease). Bene, nel 2020 un gruppo di esperti internazionali ha deciso che era ora di cambiare nome e criteri, introducendo appunto la MAFLD. Perché? Perché la MAFLD sembra essere più precisa nell’identificare chi ha davvero un rischio maggiore di problemi futuri, come fibrosi epatica avanzata, problemi cardiovascolari e persino mortalità legata al fegato o ad altre cause.

Per ricevere una diagnosi di MAFLD, una persona deve avere steatosi epatica (cioè grasso nel fegato superiore al 5%, qui valutata con un indice chiamato U.S.-FLI) insieme ad almeno una di queste condizioni:

  • Essere in sovrappeso o obesi (Indice di Massa Corporea, IMC ≥ 25 kg/m²)
  • Avere il diabete di tipo 2 (T2DM)
  • Presentare almeno due fattori di rischio metabolico tra i seguenti:
    • Circonferenza vita elevata (≥ 88 cm per le donne, ≥ 102 cm per gli uomini)
    • Pressione alta (≥ 130/85 mmHg o uso di farmaci)
    • Trigliceridi alti nel sangue (≥ 150 mg/dL o uso di farmaci)
    • Basso colesterolo HDL (“buono”) (< 40 mg/dL per gli uomini, < 50 mg/dL per le donne o uso di farmaci)
    • Prediabete
    • Insulino-resistenza (HOMA-IR ≥ 2.5)
    • Livelli elevati di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (> 2 mg/L)

Insomma, non basta avere il fegato un po’ grasso, serve anche un contesto metabolico “sospetto”.

I Numeri della MAFLD negli USA: Un Quadro Preoccupante

Lo studio ha rivelato una prevalenza ponderata di MAFLD del 34.1% tra gli adulti statunitensi analizzati. Stiamo parlando di oltre un terzo della popolazione! Un dato che fa davvero pensare. E questa percentuale non è rimasta stabile nel decennio 2009-2018, ha avuto delle fluttuazioni, toccando un minimo nel 2013-2014 (30.7%) e un picco nel 2017-2018 (36.3%).

Differenze di Età e Sesso: Chi è Più Colpito?

Qui le cose si fanno interessanti. La MAFLD non colpisce tutti allo stesso modo.

  • Sesso: Gli uomini sembrano essere più a rischio, con una prevalenza del 39.0% contro il 29.2% delle donne. Questa differenza è particolarmente marcata nella fascia d’età 36-40 anni, dove il rapporto uomini/donne con MAFLD arriva a 1.7! Tuttavia, sembra che questo divario si stia leggermente riducendo negli anni più recenti.
  • Età: La prevalenza tende ad aumentare con l’età, raggiungendo il picco tra i 61 e i 65 anni (45.8%). Curiosamente, dopo i 75 anni, la prevalenza scende leggermente (35.9%). Questo potrebbe essere dovuto a quello che gli statistici chiamano “effetto sopravvissuto”: le persone più sane tendono a vivere più a lungo e quindi a essere sovra-rappresentate nei campioni di età avanzata.

Il Fattore Etnico: Un Divario Impressionante

Ma la differenza più eclatante emersa dallo studio riguarda l’etnia. Guardate questi numeri:

  • Afroamericani (Blacks): Prevalenza più bassa, 20.5%.
  • Bianchi (Whites): Prevalenza intermedia, 34.4%.
  • Messicano-Americani (Mexican-Americans): Prevalenza altissima, ben il 54.1%!

Queste differenze sono significative e si mantengono consistenti attraverso le varie fasce d’età. Perché questa disparità così marcata, soprattutto per i Messicano-Americani? Una parte della spiegazione potrebbe risiedere nella genetica. Ad esempio, una variante del gene PNPLA3, che favorisce l’accumulo di grasso nel fegato, è particolarmente comune in questa popolazione. Ma la genetica da sola non spiega tutto.

Illustrazione medica comparativa, scattata con obiettivo macro 80mm, che mostra una sezione di fegato sano accanto a una con infiltrazione grassa (steatosi epatica), mettendo in evidenza le differenze strutturali. Luce controllata, alta definizione dei dettagli. Sullo sfondo, grafici medici sfocati suggeriscono diversità etniche nei dati sanitari.

Indici Fisici: IMC, Girovita e Pressione Sanguigna

Come c’era da aspettarsi, le persone con MAFLD hanno in media valori significativamente più alti di Indice di Massa Corporea (IMC), circonferenza vita (WC), pressione sistolica (SBP) e pressione diastolica (DBP) rispetto a chi non ha la MAFLD.

Ma anche qui, l’etnia gioca un ruolo nel *come* questi indici si presentano:

  • Negli Afroamericani con MAFLD, l’aumento di IMC e circonferenza vita rispetto ai non-MAFLD è più marcato. Tendono ad avere i valori assoluti più alti di IMC (media 38.6 kg/m²) e WC (media 120.9 cm) tra i gruppi etnici con MAFLD. Anche la pressione sanguigna (SBP e DBP) è mediamente più alta in questo gruppo.
  • Nei Bianchi con MAFLD, l’aumento della pressione sistolica (SBP) rispetto ai non-MAFLD è il più pronunciato.
  • Nei Messicano-Americani con MAFLD, l’aumento della pressione diastolica (DBP) è il più evidente. È interessante notare che, nonostante l’altissima prevalenza di MAFLD, molti pazienti Messicano-Americani hanno valori di IMC e WC inferiori rispetto ai pazienti Bianchi o Afroamericani con MAFLD. Questo suggerisce che in questa popolazione la MAFLD può svilupparsi anche senza un’obesità marcata, forse per fattori genetici o metabolici specifici. Dobbiamo stare attenti a non sottovalutare il rischio solo perché una persona non sembra “obesa” secondo i canoni classici.

Queste differenze etniche nell’impatto dell’IMC e degli altri indici sulla MAFLD sono un’area che merita sicuramente ulteriori studi.

Stile di Vita: C’entrano Sedentarietà, Sonno e Umore?

Lo studio ha indagato anche alcuni aspetti dello stile di vita.

  • Sedentarietà: C’era una leggera tendenza per i pazienti MAFLD a riportare periodi sedentari un po’ più lunghi, ma la differenza non è risultata statisticamente significativa.
  • Sonno: Anche la durata del sonno non ha mostrato differenze significative tra chi ha MAFLD e chi no, tranne che per i Bianchi, dove chi aveva la MAFLD dormiva leggermente meno (7.2 ore vs 7.3 ore). Gli autori suggeriscono che forse non è tanto la durata del sonno a contare, quanto la sua qualità o regolarità (ritmo sonno-veglia, russamento, insonnia), aspetti non indagati a fondo qui ma che altri studi collegano alla MAFLD.
  • Depressione: Qui emerge un dato importante. La depressione (valutata con il questionario PHQ-9) è risultata più comune tra i pazienti con MAFLD, in particolare le forme da lievi a moderate. La percentuale di persone con MAFLD aumentava progressivamente passando da “nessuna depressione” a “depressione moderata-severa”. Curiosamente, nel gruppo con “depressione severa” la prevalenza di MAFLD era più bassa, un dato un po’ strano che meriterebbe approfondimenti. Ancora una volta, spiccano i Messicano-Americani: ben il 78.3% dei pazienti MAFLD in questo gruppo riportava depressione da moderata a severa. Sappiamo che infiammazione cronica e stress ossidativo giocano un ruolo sia nella MAFLD che nella depressione, quindi un legame è plausibile.

Ritratto fotografico, una donna di mezza età dall'aspetto pensieroso, seduta vicino a una finestra con luce naturale che le illumina il volto. L'immagine suggerisce una riflessione sulla salute o su cambiamenti nello stile di vita. Realizzata con obiettivo da 35mm, in bianco e nero stile film noir, con profondità di campo ridotta per sfocare lo sfondo.

Limiti dello Studio e Cosa Portiamo a Casa

Ogni studio ha i suoi limiti, e questo non fa eccezione. È uno studio trasversale (una “fotografia” in un dato momento), quindi non può stabilire rapporti di causa-effetto certi. Inoltre, la diagnosi di steatosi si basava su un indice (U.S.-FLI) e non sulla biopsia epatica (il gold standard, ma invasivo). Infine, si è concentrato solo su tre gruppi etnici.

Nonostante ciò, i messaggi chiave sono forti e chiari:

  1. La MAFLD è estremamente comune negli Stati Uniti, colpendo oltre un terzo degli adulti.
  2. Esistono disparità significative basate su età, sesso ed etnia. Gli uomini, le persone di mezza età/anziani e, in modo particolare, i Messicano-Americani sono i gruppi a maggior rischio.
  3. La MAFLD è strettamente legata a indici fisici come IMC, circonferenza vita e pressione alta, ma l’impatto e la presentazione di questi fattori possono variare tra i diversi gruppi etnici.
  4. C’è un legame tra MAFLD e depressione (lieve-moderata), mentre la connessione con sedentarietà e durata del sonno necessita di ulteriori indagini, magari focalizzandosi sulla qualità del sonno e sui pattern di attività fisica.

Conclusioni: Un Approccio Personalizzato è Fondamentale

Cosa ci dice tutto questo? Che non possiamo affrontare la MAFLD con un approccio “taglia unica”. È fondamentale considerare le caratteristiche demografiche (età, sesso, etnia), gli indici fisici e anche lo stato psicologico (come la depressione) di ogni paziente. Servono interventi personalizzati e comprensivi.

Lo stile di vita (dieta, esercizio) rimane una pietra miliare del trattamento, ma dobbiamo anche essere consapevoli delle diverse vulnerabilità e presentazioni della malattia nei vari gruppi. E c’è ancora molto da capire sulle interazioni tra MAFLD, stile di vita (in particolare sonno e sedentarietà) e salute mentale.

La ricerca deve continuare, magari con studi prospettici che seguano le persone nel tempo, per comprendere meglio le cause di queste disparità e sviluppare strategie di prevenzione e cura sempre più efficaci e mirate.

Fonte: Springer

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