Immagine fotorealistica di una città cinese moderna vista dall'alto durante un lockdown, con strade quasi vuote e poche persone visibili, trasmettendo un senso di quiete forzata e cambiamento sociale. Wide-angle, 10mm, long exposure, sharp focus, per catturare l'ampiezza della città e l'impatto del lockdown.

Lockdown e Furti: Quando la Città Si Ferma, Cosa Succede ai Ladri? Un’Analisi da ZG City

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ insolito, nel cuore di una metropoli cinese durante uno dei periodi più strani e complessi della nostra storia recente: la pandemia di COVID-19. Ricordate i primi tempi? Strade deserte, un silenzio quasi surreale, e la vita di tutti i giorni stravolta dalle misure di lockdown. Ecco, in quel contesto così particolare, mi sono chiesto: ma cosa succede alla criminalità, e in particolare ai furti, quando una città intera si ferma o quasi?

La domanda non è banale, perché le nostre abitudini, i nostri spostamenti, le nostre interazioni sociali sono cambiate radicalmente. E queste, come ci insegnano fior di criminologi, sono proprio gli ingredienti che possono favorire o scoraggiare chi ha cattive intenzioni. Così, armato di curiosità e di un bel po’ di dati, ho deciso di approfondire l’impatto dei diversi tipi di lockdown sui furti nella tentacolare ZG City, in Cina.

Due Lockdown a Confronto: Totale vs. Raffinato

La Cina, come saprete, ha adottato strategie di contenimento del virus molto decise. Nel mio studio, mi sono concentrato su due momenti specifici e su due approcci differenti:

  • Un lockdown completo, quello duro e puro, implementato tra il 21 gennaio e il 24 febbraio 2020. Immaginate: chiusura di locali, divieto di assembramenti, comunità residenziali sigillate. Una vera e propria città fantasma, o quasi.
  • Un lockdown “raffinato”, più mirato, attuato tra il 21 maggio e il 24 giugno 2021. In questo caso, le restrizioni erano più chirurgiche, concentrate su aree ad alto rischio, cercando di bilanciare il controllo del virus con la vita economica e sociale.

L’obiettivo era capire non solo se questi lockdown avessero avuto un effetto sui furti, ma anche quanto e come, soprattutto a livello di singole comunità all’interno della città. Per farlo, ho utilizzato un metodo statistico piuttosto avanzato, l’Analisi Bayesiana delle Serie Temporali Strutturali (BSTS, per gli amici), che ci permette di stimare cosa sarebbe successo ai tassi di furto senza l’intervento del lockdown, per poi confrontarlo con la realtà.

I Risultati: Numeri che Parlano Chiaro (o Quasi)

Ebbene, i risultati sono stati illuminanti! Il lockdown totale, quello più severo, ha avuto un impatto fortissimo: siamo riusciti a stimare una riduzione dei furti del ben 57%! Un calo drastico, che si spiega facilmente: meno gente in giro significa meno opportunità per i ladri, meno “bersagli appetibili” e, probabilmente, anche una maggiore sorveglianza (formale e informale) nelle comunità chiuse.

Ma la storia non finisce qui. Quando abbiamo analizzato i lockdown “raffinati”, quelli più leggeri e localizzati, la musica è cambiata. Certo, c’è stata comunque una riduzione dei furti, ma molto più modesta: solo del 15%. Questo ci dice che, sebbene anche le misure più mirate abbiano un effetto, la loro capacità di sopprimere questo tipo di crimine è decisamente inferiore rispetto a un blocco generalizzato.

Una strada cittadina deserta durante un lockdown totale, vista dall'alto, con un'atmosfera quasi spettrale e poche auto parcheggiate. Wide-angle, 10mm, long exposure per enfatizzare il vuoto, sharp focus.

La cosa ancora più intrigante? Non tutte le zone della città hanno reagito allo stesso modo. Durante il lockdown completo, la stragrande maggioranza delle comunità ha visto una diminuzione significativa dei furti. Ma durante il lockdown raffinato, la situazione si è fatta più complessa: mentre alcune aree continuavano a registrare cali, in altre… i furti sono addirittura aumentati! Sì, avete capito bene. Questo suggerisce che le misure più “soft” possono spostare il problema, o che alcune comunità diventano paradossalmente più vulnerabili quando le restrizioni si allentano in modo non uniforme.

Il Tessuto Sociale Conta: Chi Ne Beneficia di Più?

A questo punto, la domanda sorge spontanea: perché queste differenze? Qui entrano in gioco teorie affascinanti come quella della “disorganizzazione sociale” e la “crime pattern theory”. In parole povere, le caratteristiche di una comunità – la sua composizione demografica, il livello economico, la stabilità residenziale – possono influenzare la sua capacità di prevenire il crimine.

Utilizzando modelli di regressione logistica, ho cercato di capire quali fattori sociali fossero associati a una maggiore o minore riduzione dei furti durante i lockdown. E qui è emersa una chicca interessante:

  • Durante il lockdown totale, le comunità con una maggiore percentuale di popolazione migrante hanno sperimentato una riduzione dei furti significativamente più marcata. Una possibile spiegazione? ZG City è una megalopoli con molti lavoratori migranti. Il lockdown totale è coinciso con il periodo del Capodanno Cinese, durante il quale molti tornano ai loro luoghi d’origine. Case vuote, meno “residenti abituali” da derubare, e forse un controllo più stretto su chi restava. Inoltre, le popolazioni migranti sono state spesso oggetto di monitoraggio specifico durante la pandemia.
  • Al contrario, sempre durante il lockdown totale, comunità con una maggiore proporzione di residenti a basso reddito e aree con una maggiore estensione di zone residenziali hanno visto una riduzione dei furti meno accentuata. Questo potrebbe indicare che le pressioni economiche e psicologiche, acuite dall’emergenza, potrebbero aver spinto alcuni a commettere reati in queste aree, o che la vastità delle zone residenziali rendesse più difficile un controllo capillare.

Durante il lockdown “raffinato”, le dinamiche sono apparse diverse, con la percentuale di popolazione migrante che continuava a mostrare un’associazione positiva con la riduzione dei furti, ma con altri fattori che giocavano ruoli differenti, a testimonianza di come il contesto e l’intensità delle misure possano cambiare le carte in tavola.

Cosa Ci Insegna Questa Storia?

Al di là dei numeri e delle statistiche, cosa ci portiamo a casa da questa analisi? Innanzitutto, una conferma: i lockdown, soprattutto quelli totali, hanno un effetto deterrente potente sui furti, semplicemente perché stravolgono le “routine” che rendono possibile il crimine. Meno opportunità, meno vittime potenziali in giro, più occhi vigili (o almeno, così si spera).

Mappa stilizzata di una città con diverse zone colorate: alcune in verde intenso (forte calo furti), altre in verde chiaro (calo lieve), e alcune in rosso (aumento furti), a simboleggiare la distribuzione disomogenea del crimine durante i lockdown raffinati. Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing sulle diverse zone.

In secondo luogo, emerge chiaramente che non si può fare di tutta l’erba un fascio. L’impatto delle misure varia enormemente da comunità a comunità, a seconda del loro tessuto sociale ed economico. Questo è fondamentale per chi deve pianificare strategie di prevenzione del crimine, specialmente in situazioni di emergenza. Non basta una soluzione unica per tutti; bisogna capire le specificità locali.

Infine, questo studio, focalizzato su una città cinese, aggiunge un tassello importante al puzzle globale. La maggior parte delle ricerche simili proviene da contesti occidentali. Capire come queste dinamiche si manifestano in realtà culturali e sociali diverse è cruciale.

Certo, ci sono dei limiti. Non avevamo dati su tutti i fattori che avremmo voluto considerare, come gli spostamenti effettivi della popolazione o la presenza della polizia sul territorio. E analizzare a un livello ancora più micro, magari strada per strada, potrebbe svelare ulteriori dettagli.

Ma il messaggio chiave resta: i lockdown hanno ridisegnato temporaneamente la mappa del crimine. E studiare questi “esperimenti naturali” ci offre spunti preziosissimi per rendere le nostre città più sicure, anche quando tutto sembra andare storto. Un insegnamento da tenere a mente, sperando di non dover più affrontare emergenze simili, ma pronti, nel caso, a capire meglio come proteggere le nostre comunità.

Fonte: Springer

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