Istruzione nel Mondo: Chi Studia di Più e Perché? Scoperte da 22 Paesi
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi appassiona tantissimo e che, diciamocelo, tocca le vite di tutti noi: l’istruzione. Sappiamo bene quanto un buon livello di studi possa aprire porte, migliorare la salute, il benessere e persino la nostra partecipazione alla vita sociale e civile. Ma vi siete mai chiesti come varia l’istruzione nel mondo? Chi raggiunge i traguardi più alti e perché?
Recentemente, ho avuto modo di esplorare i dati di uno studio imponente, il Global Flourishing Study (GFS), che ha coinvolto oltre 200.000 persone in 22 paesi diversi, dal Brasile alla Svezia, dal Kenya al Giappone. L’obiettivo? Capire meglio come se la cava il mondo in termini di istruzione e, soprattutto, quali gruppi sociali tendono ad avere livelli di studio più elevati. È un viaggio affascinante che voglio condividere con voi!
Perché l’istruzione conta (e come la misuriamo?)
Prima di tuffarci nei dati, facciamo un passo indietro. Perché ci interessa così tanto l’istruzione? Beh, come accennavo, non è solo una questione di “pezzo di carta”. Avere un’istruzione superiore è spesso associato a:
- Migliori condizioni di salute
- Maggiore sviluppo economico (sia personale che nazionale)
- Più impegno civico e sociale
Organizzazioni internazionali come l’OCSE e l’UNESCO monitorano da tempo i livelli di istruzione nei vari paesi. Questo nuovo studio, il GFS, si inserisce in questo filone ma cerca di andare oltre. Come?
Innanzitutto, prova a usare un sistema di classificazione comune per confrontare i paesi in modo più omogeneo. Spesso, infatti, definire cosa sia un’istruzione “terziaria” (cioè post-diploma, universitaria o equivalente) può variare. Il GFS ha usato una metrica specifica fornita da Gallup (chi ha raccolto i dati), basata sugli anni di studio: fino a 8 anni, da 9 a 15 anni, e 16 o più anni. Quest’ultima categoria, quella dei “super istruiti” con 16+ anni, è quella su cui ci siamo concentrati di più. Devo ammettere che questa definizione è un po’ più “severa” rispetto a quella standard dell’OCSE (che include anche cicli post-secondari più brevi), quindi i nostri numeri potrebbero sembrare un po’ più bassi rispetto ad altre statistiche. Ma la cosa interessante è che, nonostante questa differenza, i dati ci permettono comunque di capire le tendenze interne ai vari paesi.
Un altro punto di forza? Lo studio GFS include tutta la popolazione adulta (dai 18 anni in su), mentre spesso l’OCSE si concentra sulla fascia 25-64 anni (la forza lavoro). Questo ci dà una visione più ampia, includendo i giovanissimi che magari stanno ancora studiando e gli over 65 che sono in pensione. E non è tutto: il GFS ci regala dati freschi per paesi spesso esclusi da queste analisi globali, come Egitto, Hong Kong, Kenya, Nigeria, Filippine e Tanzania. Una finestra preziosa su realtà diverse!
Uno sguardo globale: chi raggiunge i livelli più alti?
Allora, com’è la mappa dell’istruzione nel mondo secondo il GFS? Beh, i risultati mostrano una varietà notevole. In cima alla classifica, per percentuale di popolazione con almeno 16 anni di istruzione, troviamo Israele (con un impressionante 53%!). Seguono poi molti paesi europei e nordamericani, ma anche Australia e Giappone.
In fondo alla classifica, invece, troviamo paesi come l’India e la Tanzania (con solo l’1%), seguiti da altre nazioni africane (Nigeria, Kenya, Sudafrica) e asiatiche (Indonesia, Filippine). È interessante notare come paesi geograficamente vicini possano avere risultati molto diversi (pensate a Messico e Stati Uniti) e come paesi lontani possano invece essere simili (Sudafrica e Filippine).
Abbiamo anche confrontato i nostri dati (limitati alla fascia 25-64 anni per coerenza) con quelli dell’OCSE sull’istruzione terziaria. La buona notizia? C’è una correlazione piuttosto forte (r = 0.83), il che significa che le stime GFS sono generalmente allineate con quelle esistenti. Certo, ci sono delle eccezioni (Argentina, Germania, India, Israele mostrano discrepanze maggiori), probabilmente dovute alle diverse definizioni o alle metodologie di campionamento e ponderazione. Ma nel complesso, i dati GFS sembrano fornire una stima attendibile, forse un po’ conservativa (una sorta di “limite inferiore”) per il livello di istruzione terziaria, specialmente per quei paesi dove mancavano dati recenti.
Non siamo tutti uguali: le differenze dentro ogni Paese
Ma la parte che mi ha davvero affascinato di più è l’analisi delle differenze all’interno di ciascun paese. Chi sono, concretamente, le persone che raggiungono i 16+ anni di istruzione? Qui le cose si fanno complesse e variegate!
Abbiamo analizzato come l’istruzione varia in base a:
- Età: Non c’è una regola unica! In alcuni paesi (come Australia, Germania, Svezia, UK, USA) sono i giovani adulti (25-39 anni) ad essere più istruiti. Ma in Brasile, ad esempio, sono le fasce d’età più avanzate ad avere mediamente più anni di studio, mentre in Giappone è il contrario!
- Genere: In media, a livello globale, uomini e donne raggiungono livelli simili di alta istruzione, ma con tantissima variabilità tra i paesi. In Giappone, le donne riportano tassi più alti, mentre in Brasile quasi non c’è differenza.
- Stato Civile: Anche qui, dipende! In molti paesi occidentali, chi è sposato o non si è mai sposato tende ad avere livelli più alti rispetto a vedovi o divorziati. Ma attenzione alle eccezioni: in Israele, gli sposati sono nettamente più istruiti dei single, mentre a Hong Kong accade l’opposto!
- Impiego: Chi lavora come dipendente ha in media una probabilità maggiore di avere 16+ anni di istruzione rispetto a chi è disoccupato o casalingo/a. Ma anche qui, le sfumature contano. In Polonia, ad esempio, sono i lavoratori autonomi ad avere la percentuale più alta di super-istruiti, un dato che fa riflettere. Interessante anche notare che in paesi come Australia e USA, una quota non trascurabile di persone con alta istruzione si dichiara “Homemaker” (casalingo/a).
- Status di Immigrazione: In molti paesi analizzati, le persone nate all’estero (immigrati) mostrano in media una proporzione più alta di istruzione terziaria rispetto ai nativi.
- Reddito: Qui la tendenza è abbastanza chiara e, forse, prevedibile. In quasi tutti i paesi, chi dichiara un reddito familiare più alto ha anche una probabilità significativamente maggiore di aver completato 16+ anni di studi. Tuttavia, è importante notare che anche nelle fasce di reddito più alte, c’è sempre una quota di persone con meno anni di istruzione.
Questi dati ci mostrano una realtà sfaccettata. Non basta dire “in questo paese si studia di più”. Bisogna chiedersi: chi studia di più? E perché? Le risposte variano enormemente, riflettendo politiche educative, norme culturali, strutture sociali ed economiche diverse.
Oltre i numeri: cosa significano queste differenze?
Capire queste dinamiche è fondamentale. L’istruzione è un potente motore di benessere e progresso, ma se l’accesso a livelli più alti è distribuito in modo diseguale, si rischiano di perpetuare o addirittura amplificare le disparità sociali. Sapere quali gruppi (per età, genere, status lavorativo, ecc.) restano indietro in termini di istruzione in un determinato paese può aiutare a indirizzare meglio le politiche educative e sociali.
Certo, questo studio ha i suoi limiti. Come ho detto, la definizione di “istruzione terziaria” usata potrebbe non essere perfettamente sovrapponibile ad altre. Inoltre, essendo uno studio “trasversale” (una fotografia scattata in un momento specifico), non possiamo stabilire rapporti di causa-effetto certi tra, ad esempio, stato civile e istruzione. E ovviamente, i dati si limitano ai 22 paesi inclusi.
Nonostante ciò, credo che questo lavoro offra spunti preziosissimi. Ci fornisce una mappa dettagliata e aggiornata dei livelli di istruzione e, soprattutto, dei contesti socio-demografici in cui questi livelli vengono raggiunti. È una base solida per future ricerche che potranno indagare più a fondo le cause di queste differenze e, magari, esplorare il legame tra istruzione e “fioritura umana” (human flourishing) nel tempo, grazie alle prossime ondate di dati del GFS.
Insomma, l’istruzione è un universo complesso e affascinante, e capire come si distribuisce nel mondo è un passo cruciale per costruire società più eque e prospere per tutti. Spero questo viaggio nei dati vi sia piaciuto!
Fonte: Springer