Primo piano macro, obiettivo 105mm, di fibre muscolari di pollo coltivate in laboratorio, derivate da cellule satellite, che mostrano una struttura ben definita e multinucleata. Illuminazione controllata da studio per evidenziare i dettagli tissutali, alta definizione, focus preciso sulle striature muscolari.

Liquirizia: L’Ingrediente Segreto per Potenziare la Carne Coltivata di Pollo?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero incuriosito e che potrebbe cambiare il modo in cui pensiamo alla carne: la carne coltivata. Immaginate un futuro dove possiamo gustare una succulenta bistecca o un petto di pollo senza allevamenti intensivi, riducendo l’impatto ambientale e le questioni etiche. Sembra quasi fantascienza, vero? Eppure, la ricerca sta facendo passi da gigante.

La Sfida della Carne Coltivata

Uno dei protagonisti principali in questo campo sono le cellule satellite muscolari (MSC). Sono cellule staminali speciali che si trovano nei nostri muscoli (e in quelli degli animali, ovviamente!) e hanno il compito di riparare e costruire nuovo tessuto muscolare. Nella produzione di carne coltivata, l’idea è di prendere queste cellule, farle moltiplicare (proliferare) e poi specializzare (differenziare) per formare fibre muscolari vere e proprie, proprio come quelle che troviamo nella carne tradizionale.

Il problema? Far crescere queste cellule in laboratorio su larga scala è costoso, soprattutto per via dei “brodi di coltura” (i terreni nutritivi) che servono per farle sviluppare al meglio. Trovare modi per rendere questo processo più efficiente, sicuro per l’alimentazione e meno costoso è la vera sfida per portare la carne coltivata sulle nostre tavole.

L’Aiuto Inaspettato dalla Natura: La Liquirizia

Ed è qui che entra in gioco una vecchia conoscenza: la liquirizia! Sì, proprio la radice di *Glycyrrhiza uralensis*, usata da secoli nella medicina tradizionale asiatica. Ricerche precedenti avevano già suggerito che un estratto acquoso grezzo di questa pianta (chiamato GU-CWE) e alcuni suoi composti specifici, i licochalconi A e B (Lic A e B), potessero avere effetti interessanti sulla crescita muscolare nei topi. In particolare, sembravano capaci di “dialogare” con una proteina chiamata miostatina (MSTN), un noto “freno” naturale alla crescita dei muscoli. L’idea era: se riusciamo a inibire la miostatina, forse possiamo dare una spinta alle nostre cellule muscolari?

L’Esperimento: Pollo vs. Mucca vs. Maiale

Così, ci siamo chiesti: questi effetti valgono anche per gli animali da cui più comunemente ricaviamo la carne, come bovini, suini e polli? Abbiamo preso le cellule satellite muscolari da queste tre specie e abbiamo provato a trattarle con l’estratto di liquirizia (GU-CWE) e con i licochalconi A e B.

E qui arriva la sorpresa! Mentre sulle cellule di mucca e maiale gli effetti erano praticamente nulli, sulle cellule di pollo è successa la magia.

  • L’estratto GU-CWE non ha influenzato molto la moltiplicazione delle cellule di pollo, ma ha dato una spinta significativa alla loro differenziazione (cioè alla loro trasformazione in fibre muscolari). Inoltre, ha ridotto l’espressione della miostatina (il famoso “freno”).
  • I licochalconi A e B sono stati ancora più performanti: non solo hanno aumentato la differenziazione delle cellule di pollo, ma hanno anche promosso la loro proliferazione (la moltiplicazione)! E, come l’estratto grezzo, hanno abbassato i livelli di miostatina.

Questa specificità per il pollo è davvero intrigante e suggerisce che i meccanismi d’azione potrebbero variare da specie a specie.

Macro fotografia, obiettivo 85mm, di cellule satellite muscolari di pollo in una piastra Petri che si differenziano in miotubi allungati e multinucleati. Illuminazione controllata da laboratorio, alta definizione, focus preciso sulla morfologia cellulare e sulle strutture simili a fibre.

Come Funziona? Uno Sguardo ai Meccanismi

Per capire meglio cosa stesse succedendo, siamo andati a vedere quali geni venivano “accesi” o “spenti” nelle cellule di pollo trattate. Abbiamo scoperto che sia GU-CWE che Lic A/B aumentavano l’espressione di geni fondamentali per la costruzione del muscolo, come MYOD, MYOG (fattori che guidano la differenziazione) e MYH (una proteina strutturale chiave delle fibre muscolari). Allo stesso tempo, come già detto, diminuiva l’espressione della miostatina (MSTN).

In pratica, è come se la liquirizia dicesse alle cellule di pollo: “Ok, smetti di frenare (via la miostatina!) e inizia a costruire muscolo (su MYOD, MYOG, MYH)!”.

Non Solo Muscoli: Altri Vantaggi della Liquirizia

Ma i benefici non finiscono qui. Abbiamo osservato altri effetti interessanti:

  • Effetto Antiossidante: Durante la crescita e la differenziazione, le cellule possono subire stress ossidativo (causato dai famosi radicali liberi o ROS). L’estratto GU-CWE ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli di ROS nelle cellule di pollo, proteggendole. Un po’ come uno scudo anti-stress!
  • Migliore Adesione Cellulare: Abbiamo provato a far crescere le cellule in “sfere” tridimensionali (sferoidi), una tecnica che imita meglio l’ambiente naturale dei tessuti. Con GU-CWE, le cellule aderivano meglio tra loro, formando sfere più compatte e ben definite. Questo è importante perché una buona adesione è cruciale per formare tessuto solido. Inoltre, in queste colture 3D, GU-CWE promuoveva anche la proliferazione cellulare.
  • Potenziale per Colture Senza Siero: Uno degli obiettivi principali nella carne coltivata è eliminare il siero fetale bovino (FBS) dai terreni di coltura, per ragioni etiche, di costo e di standardizzazione. Tuttavia, togliere il siero spesso fa sì che le cellule si “stacchino” e differenzino meno bene. Abbiamo visto che, anche in assenza di siero, GU-CWE aiutava le cellule di pollo a mantenere l’adesione e a differenziarsi, anche se in misura minore rispetto alla presenza di siero. Questo suggerisce che l’estratto di liquirizia potrebbe essere un valido aiuto per sviluppare terreni di coltura più sostenibili.

Still life, obiettivo macro 100mm, che mostra radici essiccate di Glycyrrhiza uralensis accanto a una beuta contenente l'estratto acquoso scuro (GU-CWE). Illuminazione laterale controllata per enfatizzare la texture della radice e la densità del liquido, alta definizione, focus preciso sull'estratto.

Cosa Significa Tutto Questo per il Futuro?

Questi risultati sono davvero promettenti, soprattutto per la produzione di carne coltivata di pollo. L’uso di un estratto naturale come quello di liquirizia, o dei suoi composti purificati come i licochalconi A e B, potrebbe offrire diversi vantaggi:

  • Maggiore Efficienza: Aumentare sia la proliferazione che la differenziazione significa produrre più “carne” in meno tempo e partendo da meno cellule.
  • Riduzione dei Costi: Se questi composti naturali possono migliorare l’efficienza o permettere di ridurre componenti costosi come il siero, il costo finale della carne coltivata potrebbe diminuire.
  • Sicurezza Alimentare: La liquirizia è una pianta edibile usata da millenni, il che la rende un candidato interessante come additivo “food-safe”.

Certo, siamo ancora all’inizio. Bisogna capire meglio perché questi effetti sono così specifici per il pollo e non per bovini e suini, e verificare l’efficacia e la sicurezza su larga scala. Ma è innegabile che questa ricerca apra una strada affascinante: sfruttare il potere della natura per rendere la carne coltivata una realtà più concreta e sostenibile.

Insomma, la prossima volta che gusterete una caramella alla liquirizia, pensate che quella stessa pianta potrebbe nascondere uno degli ingredienti chiave per la carne del futuro!

Fonte: Springer

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