Colangite Sclerosante Primitiva: La Risonanza Magnetica Diventa Standard con le Nuove Linee Guida ESGAR!
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente importante nel mondo della diagnostica per immagini, specialmente per chi si occupa di fegato e vie biliari. Parliamo della Colangite Sclerosante Primitiva (CSP), una malattia non proprio simpatica, cronica e progressiva, che infiamma e cicatrizza i dotti biliari. Immaginate questi canali, fondamentali per trasportare la bile dal fegato all’intestino, che si irrigidiscono e si restringono… non è una bella situazione, vero? Porta a problemi come colestasi (ristagno di bile) e, nei casi più gravi, insufficienza epatica.
La CSP colpisce più spesso gli uomini, con un’età media alla diagnosi intorno ai 41 anni, e anche se non è comunissima, la sua prevalenza sembra aumentare, forse perché siamo diventati più bravi a diagnosticarla grazie alle tecniche di imaging moderne.
La Svolta della Risonanza Magnetica (RM)
Per anni, la diagnosi si basava principalmente sulla Colangiopancreatografia Retrograda Endoscopica (ERCP), una procedura invasiva. Ma oggi, la vera star è la Risonanza Magnetica (RM) con sequenze di Colangiopancreatografia (CPRM). Perché? Semplice: è non invasiva, non usa radiazioni ionizzanti e ci dà una visione dettagliata sia delle vie biliari che del fegato stesso. Permette persino di vedere oltre le stenosi (restringimenti) più severe, cosa che l’ERCP non sempre riesce a fare, evitando anche i rischi legati all’endoscopia.
Le più recenti linee guida, sia americane (AASLD) che europee (EASL), la indicano come l’esame di prima scelta. Ed è qui che entra in gioco il lavoro fondamentale della Società Europea di Radiologia Gastrointestinale e Addominale (ESGAR).
Il Consenso ESGAR: Mettere Ordine nel Caos
Nonostante l’importanza della RM/CPRM, c’era ancora un po’ di confusione su come standardizzare l’acquisizione delle immagini, cosa riportare esattamente nel referto e come definire le stenosi clinicamente significative. Insomma, mancava un linguaggio comune tra radiologi e clinici.
Per questo, l’ESGAR ha riunito un panel di 12 super esperti da tutta Europa (e anche dagli USA!) per fare chiarezza. Attraverso un processo chiamato “Delphi modificato” (un modo strutturato per raggiungere un consenso), hanno discusso e votato ben 55 affermazioni chiave sull’uso della RM nella CSP. L’obiettivo? Creare delle raccomandazioni pratiche e un modello di referto standardizzato per migliorare la qualità delle cure.
E ci sono riusciti! Hanno raggiunto un accordo completo su 23 punti fondamentali (quasi il 42%), un accordo buono su altri 16 (29%) e leggero su 15 (27%). Solo su un punto l’accordo è stato scarso.
Cosa Dice il Consenso ESGAR: I Punti Chiave
Vediamo insieme le raccomandazioni più importanti su cui tutti gli esperti si sono trovati d’accordo al 100%:
- La RM con CPRM è l’esame principe: È la modalità raccomandata per indagare pazienti con CSP sospetta o confermata. Punto.
- Prima l’RM, poi il resto: L’esame va fatto prima di qualsiasi intervento o posizionamento di stent biliari. Logico, no?
- 1.5T o 3T? Vanno bene entrambi: La scelta del tipo di scanner a risonanza magnetica (1.5 Tesla o 3 Tesla) dipende dalla disponibilità locale e dalle preferenze.
- Preparazione del paziente: È raccomandato un digiuno di almeno 4 ore. Niente farmaci spasmolitici. L’uso di succhi scuri (ananas, mirtillo) per “spegnere” il segnale di stomaco e duodeno può aiutare, ma su questo l’accordo era solo “buono”.
- Sequenze Essenziali: Il protocollo minimo deve includere:
- Immagini T2 pesate (assiali e coronali, con e senza soppressione del grasso).
- Immagini T1 pesate in-fase e fuori-fase (o sequenze DIXON).
- Sequenze CPRM 2D/3D.
- Immagini pesate in diffusione (DWI) con almeno 3 valori di ‘b’.

Refertare con Chiarezza: Il Modello Strutturato
Il vero cuore del consenso sta nel definire cosa e come riportare. Basta referti vaghi! Ecco cosa bisogna specificare:
- Stenosi Biliari: Presenti o assenti? Singole o multiple? Intraepatiche, extraepatiche o entrambe?
- Gravità delle Stenosi: Classificarle come di “basso grado” (<75% di restringimento) o "alto grado" (≥75%).
- Estensione delle Stenosi: “Localizzate” (segmentali/lobari) o “diffuse” (tutto l’albero biliare)?
- Dilatazioni Biliari: Presenti o assenti? Se presenti, riportare il calibro del dotto interessato.
- Ispessimento della Parete Dottale: Se c’è (>2 mm è anomalo), va riportato e misurato. Bisogna anche descrivere come si comporta nelle sequenze DWI (restringe la diffusione?) e dopo contrasto (si impregna? in modo omogeneo o eterogeneo?).
- Calcoli Intradottali: Segnalare la loro presenza.
- Colecisti: Descrivere eventuali anomalie (ispessimenti, calcoli).
- Fegato: Valutare morfologia (normale/anomala), margini (lisci/irregolari), presenza di steatosi, fibrosi, edema acuto, noduli rigenerativi. Dopo contrasto, descrivere lesioni focali (benigne/maligne?) e anomalie del sistema venoso portale.
- Milza: Riportare dimensioni/volume (indizio di ipertensione portale).
- Pancreas: Segnalare alterazioni del dotto pancreatico principale (calibro) ed escludere segni di pancreatite autoimmune (a volte associata).
Gestire le Complicanze e il Follow-up
La RM/CPRM è fondamentale anche per individuare le complicanze, sia benigne (come la colangite infettiva) sia, purtroppo, maligne. Il rischio più temuto nella CSP è il colangiocarcinoma (CCA), un tumore delle vie biliari che colpisce il 10-15% dei pazienti. Riconoscerlo precocemente è difficile perché le stenosi maligne possono assomigliare a quelle benigne.
Per questo, il panel raccomanda un follow-up annuale con RM/CPRM per monitorare la progressione della malattia e fare sorveglianza oncologica, spesso abbinato al dosaggio del marcatore CA 19.9 ogni 6 mesi. Bisogna tenere d’occhio anche altri possibili tumori, come quello della colecisti (GBC) e l’epatocarcinoma (HCC), sebbene quest’ultimo sia meno comune nella CSP pura.

Uno Sguardo al Futuro (con Cautela)
Il gruppo di esperti ha anche discusso tecniche più avanzate o emergenti:
- Mezzi di Contrasto Epatobiliari (HBA): Utili se si somministra contrasto, perché danno informazioni sia vascolari che sulla funzione epatobiliare. L’accordo sul loro uso era “buono”.
- Imaging Funzionale (es. FLIS): Potenzialmente utile per valutare la funzione epatica, ma servono più studi prima di raccomandarlo di routine.
- T1 Mapping, Elastografia RM (MRE), Radiomica, AI: Tecnologie promettenti per valutare fibrosi o analizzare le immagini in modo automatico, ma ancora non mature per l’uso clinico standard nella CSP secondo il panel. Mancano studi robusti.
- Score Prognostici (es. ANALI): Esistono score basati sulla RM per predire l’evoluzione della malattia, ma soffrono di variabilità tra osservatori diversi. Vanno usati con cautela.
Il Messaggio Finale
Questo documento dell’ESGAR è una pietra miliare. Ci dice chiaramente come e quando usare la Risonanza Magnetica nei pazienti con CSP (del tipo a grandi dotti). E, cosa forse ancora più importante, fornisce un modello di referto strutturato. Pensate a quanto questo possa migliorare la comunicazione tra radiologi e clinici, assicurando che tutte le informazioni cruciali siano riportate in modo standardizzato.
Alla fine, l’obiettivo è uno solo: migliorare la gestione e la qualità della vita dei pazienti affetti da questa complessa malattia. E avere linee guida chiare e condivise è un passo enorme in quella direzione. Un lavoro eccellente da parte del gruppo ESGAR!
Fonte: Springer
