Una composizione artistica di mattoncini LEGO di varie forme e colori disposti a formare un cervello stilizzato, simboleggiando la creatività e l'applicazione scientifica. Illuminazione da studio drammatica, obiettivo macro 100mm, alta definizione, focus selettivo sulla texture dei mattoncini.

Mattoncini LEGO Sotto la Lente: Un Viaggio Incredibile nella Ricerca Scientifica!

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio sorprendente, uno di quelli che ti fanno dire: “Ma dai, davvero?”. Parleremo di qualcosa che tutti conosciamo e amiamo: i mattoncini LEGO! Ma aspettate, non storcete il naso pensando ai pomeriggi d’infanzia (bellissimi, per carità!). Qui la faccenda si fa seria, o meglio, scientifica. Sì, avete capito bene: i LEGO sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dei ricercatori di tutto il mondo, e quello che hanno scoperto è a dir poco affascinante.

Mi sono imbattuto in uno studio bibliometrico, una di quelle analisi che passano al setaccio migliaia di pubblicazioni scientifiche, e questo in particolare ha esaminato come e quanto il tema LEGO sia presente nella letteratura scientifica dal lontano 1972 fino al 2022. L’obiettivo? Capire l’evoluzione di questo interesse e scoprire gli usi più rilevanti dei nostri amati mattoncini nella ricerca. E credetemi, i risultati sono stati una vera e propria costruzione di sorprese!

Un Po’ di Storia (perché le Basi sono Importanti!)

Prima di tuffarci nei numeri, un piccolo ripasso. Tutto inizia nel 1932 a Billund, Danimarca. Il falegname Ole Kirk Christiansen fonda quella che diventerà The LEGO Group. All’inizio produceva mobili, poi giocattoli di legno, e alla fine degli anni ’40, ecco la magia: i primi mattoncini in plastica. Ma la vera svolta arriva nel 1962/1963 con l’introduzione dell’ABS (acrilonitrile butadiene stirene), quel materiale fantastico, durevole, colorato e preciso che ancora oggi ci permette incastri perfetti. Novant’anni di storia, tra alti e bassi, hanno trasformato LEGO nel più grande produttore di giocattoli al mondo. Il loro motto? “Solo il meglio è abbastanza buono”. E non si tratta solo di marketing: è una filosofia che ha pagato, insieme a strategie geniali come il “raccontare storie” e un modello di business basato su “relazioni bilaterali” e, perché no, un pizzico di “strategia orientata alla nostalgia”. Chi di noi non ha un ricordo legato ai LEGO?

Dai Giochi per Bambini agli Usi Più Sorprendenti

Ma i LEGO non sono solo gioco. Nel tempo, l’uso dei mattoncini si è evoluto in modi che definirei strabilianti. Certo, ci sono i set complessi e multicolori, ma pensate a costruire musica con i LEGO, usarli per lo sviluppo personale o per l’inclusione di bambini ipovedenti. E non finisce qui! I mattoncini danesi sono diventati oggetto di ricerca accademica come beni di investimento (sì, avete letto bene!), strumenti per “migliorare” la statistica, o base per studiare l’impatto ambientale. Vengono usati per esperimenti di fisica, per costruire dispositivi, e persino per esprimere i propri gusti nell’arredamento personalizzato. E ancora: robotica, pattern comportamentali, terapia per l’autismo, educazione in senso lato, architettura, industria energetica… Persino in campo medico! Uno studio ha dimostrato che giocare con i LEGO riduce il dolore post-operatorio nei bambini più dell’ascoltare musica. Incredibile, vero? Metodi non farmacologici, economici e facili da applicare.

Esistono già studi bibliometrici su usi specifici, come i robot costruiti con i LEGO. Tuttavia, mancava un’analisi completa che abbracciasse l’intero universo LEGO nella scienza. Ed è qui che entra in gioco lo studio che vi sto raccontando.

Una scrivania da laboratorio con mattoncini LEGO colorati sparsi accanto a provette e un microscopio, illuminazione da studio controllata, obiettivo macro 90mm, alta definizione, focus preciso sui dettagli dei mattoncini e degli strumenti scientifici.

Ma Cosa Ci Dice Davvero la Scienza? Entriamo nel Vivo dell’Analisi

Lo studio ha analizzato 1398 pubblicazioni (articoli e review) in lingua inglese, scovate nel database Web of Science (WoS), uno dei principali punti di riferimento per la ricerca scientifica. La ricerca è stata fatta usando il termine “lego*” nel campo “topic” (titolo, abstract, parole chiave dell’autore). Questo approccio ampio ha incluso anche pubblicazioni sul “LEGO molecolare”, dove il concetto di auto-organizzazione di macromolecole tramite blocchi costruttivi richiama proprio il modo di costruire con i mattoncini. Un parallelismo affascinante!

L’analisi si è concentrata su vari aspetti: numero di pubblicazioni per anno, per paese, riviste principali, articoli e autori più citati, e categorie Web of Science. È stato calcolato anche il Relative Citation Impact (RCI), un indicatore che ci dice se le citazioni di un paese sono superiori alla media mondiale.

Un’Esplosione di Interesse: I Numeri Parlano Chiaro

Guardando l’andamento delle pubblicazioni dal 1972 al 2022, si notano tre fasi.

  • 1972-1989: Pochissimi articoli, non ogni anno. L’interesse scientifico era decisamente basso.
  • 1991-2009: Una crescita lenta ma costante, con una media di 15 articoli all’anno.
  • Dal 2010 in poi: Boom! Un aumento vertiginoso, passando da 44 articoli nel 2010 a 123 nel 2022.

Questo incremento pazzesco suggerisce che i vari usi dei LEGO (mattoncini e concetto) sono diventati un argomento “caldo” e importante. La linea di tendenza è esponenziale, con un valore di R2 (un indice di correlazione) di 0.936, il che significa che il modello di crescita è molto affidabile. E pensate, solo nel 2023 (fino a luglio, quando è stata fatta la ricerca) c’erano già 71 pubblicazioni! Questo è sicuramente legato alla grande popolarità attuale dei LEGO.

Chi Studia i LEGO nel Mondo? Una Mappa Globale

I primi 20 paesi più produttivi includono 10 nazioni europee, 7 asiatiche, 2 americane e 1 dell’Oceania.

  • Stati Uniti: In testa con 331 articoli (23.7% del totale), e un RCI di 1.29 (quindi citati più della media).
  • Regno Unito (Inghilterra): Secondo posto con 164 articoli (11.7%), RCI 1.09.
  • Germania: Terza con 148 articoli (10.6%), RCI 1.51.

È interessante notare che questi paesi sono anche tra i maggiori investitori in LEGO. C’è una sorta di sinergia tra l’azienda, gli utenti e le opportunità di business che si riflette anche nell’uso scientifico. In totale, ben 77 paesi hanno contribuito a queste ricerche, inclusi paesi che oggi non esistono più, come la Jugoslavia.

Un mappamondo stilizzato costruito con mattoncini LEGO di diversi colori, con piccole bandierine piantate su USA, Regno Unito e Germania. Obiettivo grandangolare 24mm, luce soffusa, focus nitido sul mappamondo con uno sfondo leggermente sfocato che suggerisce una biblioteca o un ambiente accademico.

Dove Troviamo Queste Ricerche? Le Riviste e gli Editori Chiave

Le 1398 pubblicazioni sono apparse su ben 951 riviste diverse! Questo la dice lunga sulla multidisciplinarietà dell’argomento. Le riviste top sono:

  • International Journal of Engineering Education: 16 articoli.
  • PLOS ONE: 15 articoli.
  • IEEE Transactions on Education: 14 articoli.

Il profilo di queste riviste è legato alle categorie WoS più frequenti: Educazione e Ricerca Educativa, Ingegneria Elettrica ed Elettronica, Chimica Multidisciplinare, Discipline Scientifiche dell’Educazione. Questo suggerisce un forte interesse da una prospettiva educativa multisfaccettata. Gli articoli spaziano da meccanismi di apprendimento dell’ingegneria e della scienza, alla motivazione ad apprendere (dai bambini agli studenti universitari), fino a usi più specifici come supporto per la crescita delle piante, comprensione del linguaggio, classificazione di concetti, e persino considerazioni sulla “brutalità” dei prodotti LEGO (come i set di armi). In ambito chimico, troviamo pubblicazioni sull’implementazione dei mattoncini in chimica organica, anche per studenti ciechi o ipovedenti. E poi applicazioni mediche come phantom compatibili LEGO per la risonanza magnetica, studi sulla resistenza dell’ABS, o il miglioramento della programmazione di robot tramite smartphone.
L’editore leader è Elsevier con 234 articoli (16.7%), seguito da Springer Nature (11.8%) e Wiley (8.51%). È curioso notare che ben 174 editori hanno pubblicato un solo lavoro sul tema LEGO, costituendo la maggioranza (69%) in termini di dispersione.

Le “Star” della Ricerca LEGO: Gli Articoli Più Citati

Gli articoli più citati spesso attirano molta attenzione. Tra i top 10, troviamo temi che vanno dal marketing e management alla biologia e comunicazione.

  1. Il primo riguarda la vita organizzativa, il management e il “sensemaking”, studiato proprio sull’esempio dell’azienda LEGO durante una ristrutturazione.
  2. Il secondo più citato usa i mattoncini in statistica per sviluppare un sistema concettuale per costruire test di permutazione. Un modo per rendere l’analisi dei dati più flessibile.
  3. Un altro articolo di spicco tratta di nuovi materiali biologici nella nano-industria basati sulla tecnologia di auto-assemblaggio molecolare, dove i peptidi auto-assemblanti sono definiti “LEGO molecolari”.
  4. E poi c’è uno studio sulla comunicazione: come cambia il dialogo quando si danno istruzioni per costruire un modello LEGO vedendolo o senza vederlo, evidenziando l’importanza dei segnali non verbali come gesti e sguardi.

Questi sono solo alcuni esempi che mostrano la varietà incredibile di discipline toccate.

I “Professori LEGO”: Gli Autori Più Prolifici

Su 1398 articoli, ci sono ben 4810 autori! Tra i più prolifici, troviamo:

  • Boris Fehse (Germania): con il maggior numero di articoli. I suoi lavori, spesso in collaborazione con Kristoffer Riecken (secondo in classifica), riguardano principalmente la medicina, microbiologia e genetica, in particolare i vettori lentivirali “Gene Ontology” (LeGO). Il nome deriva dal principio di “blocchi costruttori”.
  • Un altro team di spicco è composto da Vito Lancellotti e Anton G. Tijhuis (Paesi Bassi), che si occupano di ingegneria elettrica e del metodo LEGO (Linear Embedding via Green’s Operators) per risolvere problemi di onde elettromagnetiche in strutture complesse, viste come “mattoncini elettromagnetici”.

Come vedete, l’approccio al tema LEGO non è sempre fisico. A volte è una metafora potente per semplificare sistemi complessi in varie aree scientifiche. Questo ci insegna che un’analisi bibliometrica deve essere ampia, perché gli argomenti di ricerca, le riviste principali e gli autori più citati non sempre si sovrappongono perfettamente.

Un ritratto di un ricercatore sorridente, di circa 45 anni, in un laboratorio moderno, con alle spalle scaffali pieni di modelli LEGO scientifici e attrezzature. Obiettivo da ritratto 50mm, f/2.8 per una buona profondità di campo, illuminazione naturale da una finestra laterale, duotone seppia e blu.

Le Parole Chiave: Decifrare l’Universo LEGO nella Scienza

Le parole chiave ci danno un’idea delle tendenze e degli “hotspot” della ricerca. Analizzando quelle con almeno 10 occorrenze (80 su 7393 totali!), sono stati identificati 6 cluster tematici, come delle “famiglie” di argomenti interconnessi.

Il cluster giallo (n.4) è centrale e connette tutti gli altri. Contiene 9 temi, tra cui ‘3d printing’, ‘art’, ‘behavior’, ‘fabrication’, e la parola chiave più grande ‘lego’. Da qui si diramano le connessioni.

  • Cluster Rosso (n.1, 25 temi): Principalmente ingegneria e questioni tecniche. Parole chiave dominanti: ‘design’, ‘lego mindstorm’, ‘systems’. Si riferisce alla creazione di sistemi informatici, robotica, ingegneria didattica, ma anche al ‘lego molecolare’ e ai ‘vettori lego ontologici’ in biologia e medicina.
  • Cluster Verde (n.2, 19 temi): Focalizzato su ‘children’, ‘education’, ‘robotics’. Qui si parla di Robotica Educativa (ER) per l’insegnamento di materie STEM e informatica, soprattutto per i bambini. C’è un forte legame con la necessità di riforme educative e il ruolo dei LEGO in questo. Importante anche il tema dell’inclusione, con ricerche sulla terapia basata sui LEGO (LBT) per bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD), con miglioramenti nelle capacità sociali e comunicative.
  • Cluster Blu Scuro (n.3, 11 temi): Ruota attorno a ‘performance’, ‘play’, ‘knowledge’. ‘Performance’ qui è intesa in vari modi: dalla performance matematica nei bambini (i giochi di costruzione possono aiutare con la discalculia) alla performance aziendale e al ‘management’. Un protagonista di questo cluster è il metodo LEGO Serious Play (LSP), uno strumento di sviluppo aziendale per elaborare strategie e costruire team, basato su cicli di costruzione a tempo. L’LSP trova applicazione per migliorare comunicazione, creatività, problem solving, auto-riflessione e auto-espressione in studenti e professionisti.
  • Cluster Viola (n.5, 9 temi): Sembra quasi monotematico, strettamente legato alla chimica. La parola chiave principale è ‘simple lego system’, un concetto affermatosi in chimica per descrivere la sintesi di oligopiridine da blocchi costruttori disponibili, un approccio semplice come “assemblare” i LEGO. Si parla anche dell’uso dei mattoncini come sussidi didattici per modelli molecolari, tavole periodiche o persino per costruire uno spettrofotometro.
  • Cluster Azzurro (n.6, 7 temi): Le parole chiave principali sono ‘communication’ e ‘collaboration’. Si collega al cluster precedente, ad esempio, attraverso l’LSP che si basa sul lavoro di squadra. L’uso della cooperazione nei giochi LEGO promuove la costruzione di relazioni e la generazione di idee, ad esempio nella pianificazione urbana. Si esplorano anche le interazioni dell’azienda LEGO con clienti e partner.

Insomma, un universo di applicazioni che va dalle scienze teoriche alle questioni sociali e applicative!

Un Passo Indietro: I Limiti di Questa Esplorazione

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Innanzitutto, l’uso di un solo database (WoS), pubblicazioni solo in inglese e solo articoli e review è restrittivo. Nonostante ciò, sono emersi quasi 1400 risultati, il che la dice lunga! Poi c’è il fattore tempo: la ricerca è stata fatta nel luglio 2023, e da allora sono usciti molti altri lavori (ben 246 nuovi paper tra 2023 e 2024 usando lo stesso algoritmo!). Un’altra limitazione potrebbe essere l’interpretazione ampia del termine “LEGO”, includendo anche usi metaforici o acronimi. Ma proprio questo approccio ci ha permesso di vedere quanto lontano possa arrivare l’idea dei mattoncini. Infine, la descrizione dei temi non è andata troppo in profondità per non duplicare lavori di esperti, ma nel materiale supplementare dello studio originale c’è l’elenco completo delle pubblicazioni per chi volesse approfondire.

Una pila di libri accademici con sopra alcuni mattoncini LEGO colorati e una lente d'ingrandimento appoggiata. Illuminazione da studio, obiettivo macro 60mm, alta definizione, focus preciso sulla lente e sui mattoncini, con i titoli dei libri leggibili ma leggermente sfocati.

Il Futuro è un Mattoncino Dopo l’Altro: Conclusioni e Prospettive

Cosa ci portiamo a casa da questo viaggio? Che il tema LEGO nella letteratura scientifica è più vivo e rilevante che mai! Ogni anno aumentano gli studi che ne esplorano gli usi in ambiti vastissimi. I temi principali, come abbiamo visto, toccano design, robotica educativa, educazione infantile, performance aziendale, chimica, comunicazione e collaborazione. Questo dimostra una gamma d’uso incredibilmente ampia.
Gli USA, la Germania e i Paesi Bassi sono i più prolifici, ma i dati sugli articoli più citati e sugli autori non sempre correlano, il che sottolinea l’importanza di considerare più variabili possibili in queste analisi.
L’interesse dei ricercatori è in continua crescita, e questo è un segnale forte. In futuro, sarebbe bello estendere l’analisi ad altri database per avere un quadro ancora più completo. La bibliometria ci mostra quali mattoncini LEGO vengono usati per costruire la scienza (quali temi dominano, chi collabora con chi), ma solo un’analisi qualitativa può spiegarci il perché. Indagare le motivazioni nascoste, il contesto delle tendenze e l’impatto pratico della ricerca potrebbe essere il prossimo, entusiasmante, passo.
E così, mattoncino dopo mattoncino, la scienza continua a costruire nuova conoscenza, a volte anche grazie ai LEGO!

Fonte: Springer

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