Lavrio: Tesori Antichi, Veleni Moderni – Un’Indagine Shock sui Rischi Nascosti nel Suolo
Amici lettori, preparatevi per un viaggio affascinante ma allo stesso tempo inquietante. Parleremo di un luogo intriso di storia millenaria, la regione mineraria di Lavrio in Grecia, un nome che evoca fasti antichi e un ruolo cruciale nell’economia dell’antica Atene. Ma, come spesso accade, dietro la lucentezza del passato si cela un’ombra, un’eredità pesante fatta di elementi potenzialmente tossici (PTE) che oggi minacciano l’ambiente e la salute di chi ci vive. Immaginate: un’area che ha visto l’estrazione di minerali preziosi per oltre 5000 anni! Un record incredibile, che però ha lasciato cicatrici profonde nel terreno.
Recentemente, mi sono imbattuto in una meta-sintesi, uno studio che raccoglie e analizza i dati di ricerche recentissime (dal 2018 al 2022), e quello che emerge è un quadro che merita tutta la nostra attenzione. L’obiettivo di questo super-studio? Valutare i rischi ambientali e per la salute, e creare delle vere e proprie mappe del pericolo per elementi come Cadmio (Cd), Piombo (Pb), Zinco (Zn) e Arsenico (As). E vi anticipo subito: i risultati non sono per nulla rassicuranti.
Un Cocktail Pericoloso nel Terreno
Pensate un po’, il suolo è la base della nostra vita: produce cibo, filtra l’acqua, sostiene la biomassa. Ma quando viene contaminato da questi PTE, sia per cause naturali (geogeniche) che, come nel caso di Lavrio, per massicce attività umane come l’estrazione e la lavorazione dei metalli, tutto l’ecosistema ne risente. E noi con esso.
Le scoperte di questa meta-sintesi sono piuttosto allarmanti. Praticamente per tutti gli indici ambientali utilizzati, il rischio è risultato elevato, ad eccezione dello Zinco secondo un particolare indice (Er). Ma il vero campanello d’allarme suona forte per Cadmio, Piombo e Arsenico. Questi elementi possono comportare rischi non cancerogeni significativi. E non è finita qui: l’Arsenico mostra un effetto cancerogeno sia per gli adulti che per i bambini, mentre il Piombo è particolarmente pericoloso per i più piccoli. Viene quasi da chiedersi come sia possibile che una terra così ricca di storia sia anche così compromessa.
La cosa interessante è che tutti questi elementi tossici mostrano una correlazione positiva tra loro, il che significa che spesso si trovano insieme. In particolare, Cadmio e Zinco sembrano andare a braccetto, con una correlazione significativamente positiva. Al contrario, più ci si allontana dalle miniere, minore è la concentrazione di questi PTE. Sembra ovvio, direte voi, ma confermarlo scientificamente è fondamentale. E, come se non bastasse, le zone dove venivano depositati i rifiuti della lavorazione metallurgica sono state identificate come una fonte di inquinamento primaria per Cadmio e Arsenico.
Lavrio: Una Storia Scritta nel Metallo e nel Pericolo
Lavrio non è un posto qualsiasi. Situata sulla punta meridionale dell’Attica, a circa 60 km da Atene, questa città di circa 25.000 abitanti ha un clima tipicamente mediterraneo. Ma la sua vera unicità risiede nella sua geologia complessa e nella sua storia mineraria che, come accennavo, risale addirittura all’Età del Bronzo (circa 3200 a.C.). L’estrazione di minerali ricchi di argento e piombo ha avuto il suo picco nel 483 a.C., contribuendo in modo decisivo al boom economico dell’Atene classica. Immaginate le quantità enormi di scorie prodotte dalla separazione dell’argento dal piombo!
L’attività mineraria moderna, durata dal 1864 al 1981, ha aggiunto ulteriore carico, producendo rifiuti di lavorazione metallurgica ricchi di As, Be, Cd, Cu, Hg, Pb, Sb, Zn. Questi rifiuti sono stati classificati in:
- Residui di flottazione
- Scorie
- Pirite e sabbie piritifere
E indovinate un po’? Spesso sono stati depositati vicino all’area urbana. Già dagli anni ’80 si sono condotti studi epidemiologici che hanno iniziato a svelare l’impatto sulla salute della comunità locale. Problemi di salute causati dalla tossicità dei PTE sono stati riscontrati su esseri umani, animali e coltivazioni. Nonostante un primo progetto di bonifica dopo la cessazione dell’attività mineraria moderna nel 1989, la situazione critica dei suoli di Lavrio persiste ancora oggi. E questo è un dato di fatto che emerge con prepotenza dalla meta-sintesi.

La cosa che mi ha colpito è che, secondo la revisione della letteratura, mancavano studi recenti che mappassero in modo chiaro la distribuzione spaziale del rischio ambientale e per la salute umana nelle aree urbane e minerarie di Lavrio. Ed è qui che questa meta-sintesi si inserisce, cercando di colmare questa lacuna, indagando l’evoluzione dell’inquinamento del suolo, stimando il rischio per la salute umana con approcci diversi e, cosa importantissima, proponendo direzioni per la ricerca futura.
Indici di Rischio: Quando i Numeri Parlano Chiaro
Per capire la gravità della situazione, i ricercatori hanno utilizzato una serie di indici di inquinamento. Non vi tedierò con tutte le formule, ma sappiate che i risultati sono stati univoci. Ad esempio, secondo il Pollution Index (PI), tutti i suoli analizzati sono classificati come “Fortemente Inquinati” per ogni PTE valutato. Altri indici, come il Nemerow Pollution Index (PINemerow), indicano che i suoli hanno subito un “Inquinamento Pesante”. L’Integrated Pollution Index (IPI) li classifica come “Fortemente Inquinati”. Insomma, da qualsiasi angolazione la si guardi, la situazione è seria.
Passando al rischio ecologico, il Single Index of Ecological Risk (Er) determina che i suoli sono sotto “Serio Rischio Ecologico” per Cd, Pb e As, e “Alto Rischio Ecologico” per Zn. Il Potential Ecological Risk Index (RI) mostra che l’ambiente del suolo è sotto un “Rischio Ecologico Significativamente Alto”. Questi non sono solo numeri, amici miei, sono segnali che la natura ci sta inviando.
La Salute Umana Sotto Scacco
E veniamo alla parte che forse ci tocca più da vicino: la nostra salute. L’assunzione di PTE nel corpo umano può avvenire attraverso tre vie principali: ingestione, assorbimento cutaneo e inalazione. Lo studio ha valutato separatamente i rischi per i bambini (sotto i sei anni) e per gli adulti.
I risultati? Il rischio non cancerogeno (valutato con l’Hazard Quotient, HQ) attraverso l’ingestione è maggiore per i bambini che per gli adulti, per tutti e quattro i PTE. L’Arsenico è il peggiore in entrambi i casi. La classifica del rischio per i bambini è: As > Pb >> Cd > Zn. Per gli adulti è simile: As >> Pb > Cd > Zn. Anche per il contatto cutaneo, il rischio è maggiore per i bambini, con l’Arsenico sempre in testa. Per quanto riguarda l’inalazione, il Cadmio sembra essere l’elemento più pericoloso, ma fortunatamente i rischi da questa via di esposizione sembrano essere minori.
Complessivamente, l’Hazard Index (HI), che somma i rischi non cancerogeni, è superiore a 1 per tutti i PTE tranne lo Zinco. Questo significa che adulti e bambini sono probabilmente esposti a un rischio non cancerogeno da Cadmio, Piombo e Arsenico. L’Arsenico, come previsto, mostra il rischio maggiore.
E per il rischio cancerogeno (Cancer Risk, CR)? L’Arsenico è l’elemento più pericoloso per ingestione e contatto cutaneo, il che significa che i residenti hanno un’alta probabilità di sviluppare il cancro (CR > 10-4, considerato inaccettabile). Inoltre, i valori medi di CR per il Piombo superano il limite accettabile per i bambini a causa dell’esposizione orale. Considerando il rischio cancerogeno cumulativo, l’Arsenico è altamente pericoloso sia per i bambini che per gli adulti, mentre il Piombo lo è solo per i bambini. Dati che fanno riflettere, non trovate?

Mappe del Pericolo: Dove si Nasconde l’Insidia?
Una delle cose più utili di questo studio sono le mappe di distribuzione spaziale. Queste mappe mostrano chiaramente che le concentrazioni più alte di PTE si trovano vicino alle miniere, nella parte occidentale dell’area di studio. Le massime concentrazioni di Cd, Zn e As si osservano vicino alla miniera “Serpieri”, mentre quelle di Pb nelle miniere “Hilarion”. Anche le zone di deposito dei rifiuti metallurgici creano un rischio aggiuntivo, sebbene significativamente inferiore rispetto all’area vicino alle miniere.
È emerso anche che la correlazione positiva tra Cd e Zn (coefficiente di Spearman di 0.914) suggerisce una loro origine comune, probabilmente legata a specifici tipi di mineralizzazione presenti nell’area, come quelli descritti per la miniera “Esperanza”, che ha tipologie di mineralizzazione simili alla “Serpieri”.
Un dato interessante: sebbene le miniere siano la fonte principale, anche i tipi di rifiuti metallurgici giocano un ruolo. Ad esempio, Piombo e Cadmio sono risultati particolarmente elevati nei residui di flottazione. Questo conferma che la gestione dei rifiuti minerari è un aspetto cruciale.
Limiti e Prospettive Future: La Scienza Non si Ferma
Come ogni studio scientifico serio, anche questa meta-sintesi riconosce i propri limiti. Ad esempio, i tre studi analizzati utilizzavano frazioni granulometriche del suolo leggermente diverse, tecniche analitiche diverse (seppur basate sulla digestione con acqua regia) e profondità di campionamento variabili. Questi fattori possono influenzare i risultati. Ad esempio, frazioni di suolo più fini tendono ad accumulare maggiori concentrazioni di PTE. Inoltre, valutare il rischio basandosi solo sulle concentrazioni pseudo-totali di PTE potrebbe sovrastimare il rischio reale, perché non tutti i PTE nel suolo sono biodisponibili, cioè assorbibili dagli organismi.
Nonostante queste limitazioni, questo studio è, a quanto mi risulta, l’unico ad aver condotto una valutazione del rischio per la salute umana (HHRA) così completa per l’area mineraria di Lavrio. E i suoi risultati sono un forte richiamo alla necessità di ulteriori ricerche.
Cosa fare dunque? Gli autori suggeriscono la necessità di una nuova campagna di campionamento, ben progettata, con una griglia di campionamento fitta e regolare. Questo permetterebbe di utilizzare approcci geostatistici più sofisticati per mappare l’inquinamento con maggiore precisione. Pensate che un precedente studio su larga scala (Tóth et al. 2016), a causa di una bassa densità di campionamento, aveva sottostimato enormemente le concentrazioni di PTE a Lavrio rispetto a quelle misurate in situ! Questo ci dice quanto sia importante campionare nel modo giusto.
Inoltre, è cruciale adottare protocolli metodologici standardizzati per quanto riguarda le tecniche di campionamento, la frazionatura granulometrica e l’analisi della biodisponibilità. Solo così si potranno ottenere stime del rischio più accurate e affidabili, fondamentali per prendere decisioni informate sulla bonifica e sulla protezione della salute pubblica. È anche importante monitorare gli usi recenti del suolo, per creare un piano di recupero più mirato.
Un Appello alla Consapevolezza e all’Azione
Cari amici, la situazione a Lavrio è complessa e seria. L’inquinamento del suolo supera i valori soglia di ogni indice di inquinamento. I problemi di salute non cancerogeni possono derivare da Cd, Pb e As, mentre il rischio di cancro è legato all’As per gli adulti, e ad As e Pb per i bambini. Le aree vicino alle miniere “Serpieri” e “Hilarion” sono le più critiche.
Questa meta-sintesi non è solo un esercizio accademico; è un grido d’allarme. Sottolinea l’urgenza di intervenire, di monitorare costantemente e di pianificare strategie di bonifica efficaci. La storia di Lavrio è affascinante, ma il suo futuro dipende dalle scelte che faremo oggi per affrontare questa pesante eredità tossica. La scienza ci ha fornito gli strumenti per capire; ora tocca agire.
Fonte: Springer
