Lattoferrina in Gravidanza: La Nuova Frontiera Contro le Fastidiose Infezioni Urinarie?
Ciao a tutte! Oggi voglio chiacchierare con voi di un argomento che tocca molte donne, specialmente durante quel periodo magico ma anche delicato che è la gravidanza: le infezioni del tratto urinario (UTI). Sappiamo bene quanto possano essere fastidiose, e in gravidanza, diciamocelo, sono l’ultima cosa che vorremmo!
Le UTI sono super comuni durante i nove mesi, un po’ per tutti i cambiamenti che il nostro corpo affronta – ormonali, fisiologici, immunologici. Pensate che a livello globale ne soffre circa il 24% delle future mamme, e in alcuni paesi in via di sviluppo questa percentuale può schizzare addirittura al 60%! Anche qui da noi, in Egitto, si stima che circa il 30% delle donne incinte debba fare i conti con questo problema.
Ma cosa sono esattamente le UTI?
Possono presentarsi in due modi:
- Batteriuria Asintomatica (ASB): Ci sono batteri nelle urine, ma noi non sentiamo assolutamente nulla. Silenziosa ma potenzialmente problematica.
- Infezioni Sintomatiche: Qui invece i sintomi ci sono eccome! Si dividono in cistite (l’infezione della vescica, quella che ci fa correre in bagno ogni cinque minuti con bruciore) e pielonefrite (più seria, coinvolge i reni).
Il vero incubo, però, sono le infezioni urinarie ricorrenti (RUTI): due o più episodi in sei mesi, o tre in un anno. E indovinate un po’? Sono più frequenti proprio in gravidanza.
Perché preoccuparsene tanto in gravidanza?
Beh, oltre al fastidio, le UTI non trattate possono portare a complicazioni serie sia per noi che per il nostro piccolino: rottura prematura delle membrane, parto pretermine, basso peso alla nascita, problemi di crescita fetale, ipertensione gestazionale, anemia, e persino infezioni neonatali. Insomma, meglio evitarle!
Il problema è che la soluzione più comune, gli antibiotici, sebbene spesso necessari, non sono privi di potenziali rischi durante la gravidanza. Alcuni studi hanno collegato l’uso di antibiotici a un maggior rischio di aborto spontaneo o a possibili malformazioni fetali. Inoltre, l’uso eccessivo contribuisce al problema globale dell’antibiotico-resistenza. Che fare allora?
Esistono alternative per la prevenzione?
Si sono studiate diverse strategie non farmacologiche: bere molto, svuotare spesso la vescica (specialmente dopo i rapporti), usare tecniche corrette di igiene intima, prodotti a base di mirtillo rosso, vitamina C, probiotici… Ma diciamocelo, le prove scientifiche sulla loro efficacia “robusta” in gravidanza sono ancora pochine, a parte le buone pratiche igieniche.

E qui entra in gioco la Lattoferrina!
Recentemente mi sono imbattuta in uno studio molto interessante, condotto proprio qui in Egitto, all’Ospedale Universitario El-Shatby di Alessandria. La domanda era semplice ma cruciale: la lattoferrina può aiutare le donne incinte con storia di infezioni urinarie ricorrenti a prevenirne di nuove?
Ma cos’è la lattoferrina (Lf)? È una proteina fantastica, una glicoproteina per essere precisi, che il nostro corpo produce naturalmente. La troviamo nel latte (soprattutto nel colostro), nelle lacrime, nella saliva… è una delle nostre prime linee di difesa! Ha incredibili proprietà antimicrobiche contro virus, funghi e batteri. Una delle sue “vittime” preferite è proprio l’Escherichia coli (E. coli), il batterio responsabile della maggior parte delle UTI.
La cosa bella è che la lattoferrina bovina (BLf), molto simile a quella umana, è considerata sicura: approvata dalla FDA americana come GRAS (“Generalmente Riconosciuto Come Sicuro”) e dall’EFSA europea come integratore alimentare.
Lo studio egiziano: cosa hanno scoperto?
I ricercatori hanno coinvolto 220 donne incinte (tra la 14ª e la 24ª settimana) che avevano avuto almeno due episodi di UTI nei sei mesi precedenti. Metà di loro (110 donne) ha ricevuto 200 mg di lattoferrina al giorno (in bustine da sciogliere in yogurt o succo), mentre l’altra metà (il gruppo di controllo) non ha ricevuto nulla. Tutte sono state seguite con urinocolture mensili fino alla fine della gravidanza.
I risultati? Preparatevi, perché sono davvero notevoli!
- Batteriuria Asintomatica (ASB): Nel gruppo lattoferrina ci sono stati solo 33 episodi, contro i 131 del gruppo di controllo!
- Cistite Acuta: Ancora più impressionante: solo 4 episodi nel gruppo lattoferrina, contro i 42 del gruppo di controllo!
- Pielonefrite: Fortunatamente, nessun caso in entrambi i gruppi.
Queste differenze sono statisticamente super significative (P < 0.00001, che in linguaggio scientifico significa "wow!"). In pratica, la lattoferrina ha ridotto il rischio di ASB del 75% e quello di cistite acuta del 90%!
Hanno anche calcolato il “Number Needed to Treat” (NNT), cioè quante donne devono prendere la lattoferrina per prevenire un episodio in più rispetto al controllo. Per l’ASB, bastano circa 4 donne (NNT=4.4), e per la cistite acuta circa 11-12 donne (NNT=11.5).

L’effetto sull’E. coli
Come previsto, l’E. coli era il batterio più comune. Ma indovinate? Era meno presente nel gruppo lattoferrina! Rappresentava il 27% degli episodi di ASB (contro il 51% nel controllo) e il 25% delle cistiti (contro il 45.2% nel controllo). Questo sembra confermare l’azione mirata della lattoferrina contro questo specifico batterio. Interessante notare che, nel gruppo Lf, l’E.coli isolato sembrava mostrare una maggiore sensibilità ad alcuni antibiotici e minore resistenza ad altri, ma i numeri sono ancora piccoli per trarre conclusioni definitive su questo aspetto.
Come funziona la magia della Lattoferrina?
Questa proteina è una vera guerriera! Agisce in due modi principali:
- Effetto batteriostatico: Ama legarsi al ferro. Molti batteri patogeni hanno bisogno di ferro per crescere, quindi la lattoferrina glielo “ruba”, impedendogli di moltiplicarsi.
- Effetto battericida: Indipendentemente dal ferro, può attaccare direttamente la parete dei batteri (specialmente quelli Gram-negativi come l’E. coli, legandosi ai loro lipopolisaccaridi – LPS), danneggiandola e uccidendoli. Impedisce anche ai batteri di aderire alle cellule della vescica e formare biofilm (quelle fastidiose “comunità” batteriche resistenti).
Cosa significa questo per noi?
Questo studio è il primo a indagare specificamente il ruolo della lattoferrina nella prevenzione delle UTI in gravidanza, ed è davvero promettente! Suggerisce che un integratore sicuro e naturale potrebbe essere un’arma efficace per ridurre queste fastidiose infezioni, limitando potenzialmente la necessità di antibiotici durante un periodo così delicato.
Certo, come sottolineano gli stessi ricercatori, questo è uno studio condotto in un solo centro e con un numero relativamente piccolo di partecipanti. Non hanno confrontato la lattoferrina con altre misure preventive e non hanno seguito le donne dopo il parto. Quindi, come sempre nella scienza, servono ulteriori ricerche: studi multicentrici, su campioni più grandi e magari anche su donne non incinte, per confermare questi risultati e capire ancora meglio il potenziale di questa straordinaria proteina.
Ma intanto, è una notizia che ci riempie di speranza, non trovate? Un aiuto naturale per vivere la gravidanza con un pensiero in meno!
Fonte: Springer
