Immagine fotorealistica dell'Antartide vista dallo spazio, con aree di ghiaccio marino visibilmente ridotte e una rappresentazione grafica sovrapposta che illustra lo spostamento verso sud della Cella di Ferrel e il trasporto di correnti calde. Wide-angle, 10-24mm, sharp focus, con colori vividi per il continente e l'oceano, e frecce stilizzate per i fenomeni atmosferici.

Antartide Sotto Scacco: La Niña Tripletta Rivela Sorprese Ghiacciate!

Un Mistero Ghiacciato: Minimo Storico del Ghiaccio Marino e Aumento della Calotta

Amici, preparatevi per una storia che ha dell’incredibile, direttamente dal continente più freddo e misterioso del nostro pianeta: l’Antartide! Tra il 2021 e il 2023, abbiamo assistito a fenomeni che hanno lasciato noi scienziati a bocca aperta. Da un lato, i satelliti ci hanno mostrato un’estensione del ghiaccio marino antartico che ha toccato i minimi storici, specialmente nei mesi di febbraio 2022 e 2023. Un vero e proprio crollo! Ma, contemporaneamente, la calotta glaciale antartica, che da anni mostrava un preoccupante declino, ha avuto un inaspettato e temporaneo “rimbalzo”, guadagnando massa. Come è possibile una cosa del genere? Sembra una contraddizione, vero?

Ebbene, la risposta sembra nascondersi in un evento climatico tanto affascinante quanto potente: un raro evento di La Niña durato ben tre anni, che abbiamo battezzato TD_LN2023. E credetemi, questa “ragazzina” (La Niña, in spagnolo) ha picchiato duro!

Ghiaccio Marino ai Minimi, Calotta in Ripresa: Un Paradosso Antartico?

Andiamo con ordine. Per quanto riguarda il ghiaccio marino, i dati parlano chiaro: nel 2023, l’estensione media annuale era di circa 10,39 milioni di km², mentre a febbraio toccava appena 1,91 milioni di km². Parliamo di una riduzione rispettivamente dell’11% e del 38% rispetto alla media climatologica! Immaginate vaste aree oceaniche, solitamente coperte da una spessa coltre di ghiaccio, improvvisamente libere. Le riduzioni più drastiche le abbiamo viste nel Mare di Ross orientale, nel Mare di Weddell settentrionale e lungo la costa orientale antartica.

Se confrontiamo questa situazione con un precedente evento di La Niña triennale, quello del 1999-2001 (TD_LN2001), la differenza è abissale. Allora, l’estensione del ghiaccio marino era rimasta più o meno nella norma. Quindi, cosa ha reso TD_LN2023 così speciale e impattante?

Passiamo ora alla calotta glaciale antartica (AIS). Dopo un decennio di declino costante dal 2002, tra il 2021 e il 2023 abbiamo osservato un aumento di massa. Nel 2022, in particolare, c’è stato un incremento di circa 205,43 Gt (gigatonnellate) rispetto al biennio 2020-2021. Questo equivale a una variazione del livello medio globale del mare di circa 0,55 mm. Sembra poco, ma per la calotta antartica è un segnale importante!

Da dove arriva questa massa in più? Principalmente da un aumento del bilancio di massa superficiale (SMB), che è la differenza tra le precipitazioni (neve soprattutto) e i processi di fusione e sublimazione. E, guarda caso, l’aumento dell’SMB coincide con un incremento delle precipitazioni nevose, specialmente lungo i bordi del ghiaccio marino e le coste antartiche, in particolare sul lato orientale. Insomma, più neve è caduta e si è accumulata, contribuendo a questo temporaneo “rigonfiamento” della calotta.

Il Ruolo Chiave della La Niña TD_LN2023: Teleconnessioni Potenziate

Ma come fa un evento che nasce nel Pacifico tropicale, La Niña appunto, a influenzare così pesantemente l’Antartide? Qui entrano in gioco le cosiddette teleconnessioni tropicali-antartiche. Immaginatele come delle “autostrade” atmosferiche che trasportano segnali climatici a lunga distanza. Durante TD_LN2023, queste teleconnessioni sono state particolarmente forti, molto più che durante TD_LN2001.

Il vero “motore” di questo potenziamento sembra essere stato uno spostamento più marcato verso sud della Cella di Ferrel. Cos’è la Cella di Ferrel? È una vasta cella di circolazione atmosferica alle medie latitudini, caratterizzata da aria fredda che sale alle alte latitudini e aria calda che scende più a nord. Gioca un ruolo cruciale nel trasporto di calore e umidità verso i poli.

Durante TD_LN2023, questa cella non solo si è intensificata, ma si è proprio spostata più a sud del solito. Questo ha avuto una serie di conseguenze a catena, tutte piuttosto “antipatiche” per il ghiaccio marino.

Visualizzazione schematica della Cella di Ferrel spostata verso sud sull'Antartide, con frecce che indicano il trasporto di calore e umidità verso il polo e l'impatto sul ghiaccio marino e sulla calotta. Wide-angle, 10-24mm, long exposure times per enfatizzare il movimento atmosferico, sharp focus.

Effetti a Cascata dello Spostamento della Cella di Ferrel

Primo: questo spostamento verso sud ha facilitato un maggiore trasporto di calore e umidità atmosferica verso le regioni polari. Più calore significa meno ghiaccio marino. Più umidità, sotto forma di neve, significa più accumulo sulla calotta glaciale. Ecco spiegato, in parte, il paradosso iniziale!

Secondo: lo spostamento ha rafforzato un treno di onde di Rossby (onde planetarie nell’atmosfera) che, sostenuto da un accoppiamento più forte tra stratosfera e troposfera, ha amplificato il cosiddetto pattern Pacifico-Sud Americano (PSA). Questo pattern atmosferico ha ulteriormente promosso la riduzione del ghiaccio marino a livello regionale, specialmente approfondendo la Bassa Pressione del Mare di Amundsen (ASL).

Terzo: lo spostamento verso sud della Cella di Ferrel è associato a uno spostamento analogo del getto occidentale (i forti venti che soffiano da ovest verso est). Questo ha potenziato l’aspirazione di Ekman, un processo oceanico che fa risalire acqua più calda dalle profondità verso la superficie. E indovinate un po’? Acqua più calda in superficie significa, ancora una volta, meno ghiaccio marino su vasta scala pan-antartica.

Durante TD_LN2001, invece, la Cella di Ferrel e le anomalie del getto erano posizionate più a nord e decisamente più deboli. Questo spiega perché gli impatti sull’Antartide furono così diversi.

Un Vortice Polare Tenace e l’Oceano “Pronto”

Un altro pezzo del puzzle è il vortice polare stratosferico. Durante TD_LN2023, questo vortice è stato eccezionalmente forte e persistente, rompendo più tardi del solito. Un vortice polare forte tende a “scendere” nella troposfera, influenzando la circolazione e promuovendo la fase positiva del Modo Anulare Meridionale (SAM). E un SAM positivo, con i suoi venti occidentali più forti e spostati a sud, si collega bene con quanto abbiamo detto sulla Cella di Ferrel e l’aspirazione di Ekman.

C’è anche da considerare lo stato dell’Oceano Australe. Prima del 2016, osservavamo un raffreddamento superficiale e un riscaldamento sotto la superficie. Dopo il 2016, però, c’è stata una transizione: il calore sottosuperficiale ha iniziato a diffondersi verso l’alto, proprio a causa di una potenziata aspirazione di Ekman. Quindi, quando TD_LN2023 è arrivata, ha trovato un oceano già “carico” di calore a profondità minori (tra i 50 e i 200 metri), rendendo il ghiaccio marino ancora più vulnerabile.

Il Contesto del Riscaldamento Globale e le Prospettive Future

Non possiamo ignorare il contesto più ampio. Questi eventi si sono verificati su uno sfondo di venti occidentali intensificati e di espansione tropicale, fenomeni legati all’aumento delle emissioni di CO2 e alle sostanze che riducono l’ozono. Inoltre, il riscaldamento globale in corso potrebbe aver amplificato gli effetti della La Niña, aumentando il contenuto di vapore acqueo e la temperatura dell’atmosfera.

La cosa preoccupante è che, secondo le proiezioni, eventi di La Niña pluriennali come questo potrebbero diventare più frequenti con il riscaldamento globale. Se così fosse, le teleconnessioni tropicali-antartiche e le risposte delle medie latitudini, come lo spostamento della Cella di Ferrel, diventeranno sempre più cruciali per capire il futuro del clima antartico.

Quello che abbiamo osservato tra il 2021 e il 2023 è un chiaro esempio di come complessi meccanismi climatici possano portare a cambiamenti rapidi e apparentemente contraddittori. È un monito a non dare nulla per scontato e a continuare a studiare con attenzione questo continente fondamentale per gli equilibri del nostro pianeta. La “ragazzina” ci ha dato una bella lezione, e noi siamo qui per impararla!

Fonte: Springer

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