Neonato sereno adagiato in una culla ospedaliera sotto una lampada per fototerapia per l'ittero, luce bluastra soffusa, obiettivo prime 35mm, profondità di campo ridotta per sfocare lo sfondo.

Ittero Neonatale e Vitamine: Sveliamo un Legame Inaspettato?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che tocca corde delicate: la salute dei nostri piccolissimi. Avete presente quel colorito un po’ giallognolo che a volte compare nei neonati pochi giorni dopo la nascita? Si chiama ittero, ed è una condizione piuttosto comune, spesso innocua, legata al fatto che il fegato del bimbo è ancora un po’ “immaturo” e fa fatica a smaltire una sostanza chiamata bilirubina, che deriva dalla normale distruzione dei globuli rossi fetali.

Nella maggior parte dei casi, è l’ittero fisiologico, una fase di adattamento che si risolve da sola. Ma a volte, circa nel 15% dei casi, i livelli di bilirubina salgono troppo, sfociando nell’ittero patologico. E qui la faccenda si fa più seria. Livelli eccessivi di bilirubina possono superare la barriera che protegge il cervello e causare danni neurologici, a volte permanenti (il temuto kernicterus). È una delle ragioni più comuni per cui un neonato, magari dimesso come sano, deve tornare in ospedale.

Sappiamo che ci sono cause ben note per l’ittero patologico: incompatibilità di gruppo sanguigno tra mamma e bambino, infezioni (sepsi), prematurità, alcuni deficit enzimatici come quello della G6PD, piccoli ematomi da parto… Ma c’è un “ma”. In quasi la metà dei casi di ittero patologico, la causa rimane un mistero. Un vero rompicapo per noi medici e ricercatori, e una fonte di ansia per i genitori.

La Caccia agli Indizi: Vitamine Sotto la Lente

Proprio per cercare di far luce su questi casi “inspiegabili”, ci siamo chiesti: e se c’entrassero alcune vitamine? In particolare, abbiamo puntato i riflettori su tre “sorvegliate speciali”: la vitamina D, la vitamina B12 e i folati (acido folico). Perché proprio loro? Beh, sappiamo che la B12 e i folati sono fondamentali per la corretta maturazione dei globuli rossi. Una loro carenza può portare a globuli rossi più fragili, che si rompono più facilmente (emolisi), liberando più bilirubina. La vitamina D, invece, oltre al suo ruolo notissimo per le ossa, ha anche un legame con il fegato, l’organo chiave nello smaltimento della bilirubina. Anche se i percorsi metabolici sono distinti, nel “laboratorio” del fegato le cose potrebbero influenzarsi a vicenda.

Esistevano già studi che suggerivano un legame tra vitamina D o B12 e l’ittero neonatale, ma i risultati erano un po’ contrastanti e, soprattutto, mancavano dati solidi sul ruolo dei folati in questo specifico contesto (ittero patologico *senza* altri fattori di rischio noti). Volevamo vederci più chiaro!

La Nostra Indagine: Cosa Abbiamo Fatto

Così, abbiamo messo in piedi uno studio. Abbiamo coinvolto due gruppi di mamme e i loro neonati. Il primo gruppo era formato da 40 coppie mamma-bambino in cui il piccolo aveva sviluppato un ittero patologico, ma senza nessuna delle cause note che vi ho elencato prima (niente incompatibilità di gruppo, niente infezioni evidenti, nati a termine, ecc.). Il secondo gruppo, quello di controllo, era composto da 36 coppie mamma-bambino in cui il neonato non aveva sviluppato ittero.

Per tutti, abbiamo raccolto dati come età della mamma, peso alla nascita, settimana di gestazione, tipo di parto, allattamento, ecc. E, ovviamente, abbiamo misurato i livelli nel sangue di vitamina D (25-OH), vitamina B12 e folati, sia nelle mamme che nei loro piccoli. L’idea era confrontare i due gruppi e vedere se emergevano differenze significative nei livelli di queste vitamine.

Primo piano di una provetta di sangue neonatale in un laboratorio di analisi cliniche, luce controllata, obiettivo macro 100mm, alta definizione dei dettagli del plasma separato.

Scoperte Sorprendenti: Cosa Abbiamo Trovato

E qui le cose si sono fatte davvero interessanti! Ecco i risultati principali:

  • I neonati del gruppo con ittero patologico avevano livelli di vitamina B12 significativamente più bassi rispetto ai bimbi del gruppo di controllo.
  • Ancora più marcata era la differenza per i folati: i livelli erano nettamente più bassi nei piccoli con ittero (p < 0.001, un risultato statisticamente molto forte!).
  • Per quanto riguarda la vitamina D, invece, nessuna differenza significativa è stata trovata nei livelli dei neonati tra i due gruppi.
  • Ma – attenzione, colpo di scena! – guardando le mamme, abbiamo scoperto che quelle dei bambini con ittero avevano livelli di vitamina D significativamente più alti rispetto alle mamme del gruppo di controllo. Un risultato inaspettato!
  • Nessuna differenza significativa, invece, per i livelli di B12 e folati nelle mamme tra i due gruppi.
  • Abbiamo anche confermato quello che già si sapeva: c’è una correlazione tra i livelli vitaminici della mamma e quelli del suo bambino. La correlazione era forte per la B12, moderata per i folati e più debole per la vitamina D.

Un altro dato emerso, trasversale a entrambi i gruppi, è stata la diffusa carenza o insufficienza di vitamina D sia nelle mamme (oltre l’80% tra carenti e insufficienti!) che, soprattutto, nei neonati (quasi il 97% tra carenti e insufficienti!). Anche la carenza di B12 era comune nelle mamme (39%). Questo, pur non essendo il focus principale, sottolinea un problema nutrizionale importante nella popolazione studiata (in Turchia, dove lo studio è stato condotto).

Sbrogliare la Matassa: Cosa Potrebbe Significare?

Ok, abbiamo i dati. Ma cosa ci dicono? L’associazione tra bassi livelli di B12 e soprattutto di folati nei neonati e l’ittero patologico sembra abbastanza logica. Come dicevamo, queste vitamine sono cruciali per i globuli rossi. Una loro carenza potrebbe renderli più fragili, portando a un’aumentata distruzione (emolisi) e quindi a un maggior carico di bilirubina per il fegato immaturo del neonato. Questo rafforza l’ipotesi che il metabolismo di B12 e folati possa giocare un ruolo nell’eziologia dell’ittero.

E la vitamina D materna più alta nel gruppo con ittero? Questo è il dato che ci ha fatto più “grattare la testa”. È controintuitivo rispetto ad alcuni studi precedenti che associavano bassi livelli di vitamina D (nel neonato) all’ittero. La nostra ipotesi, ancora tutta da verificare, potrebbe riguardare il microbiota intestinale. Sappiamo che la vitamina D può influenzare la composizione dei batteri nell’intestino. Alcuni studi hanno notato differenze nel microbiota tra bimbi con e senza ittero. Forse livelli più alti di vitamina D assunti dalla mamma (e passati in parte al bimbo col latte) potrebbero alterare il microbiota in un modo che, indirettamente, favorisce l’ittero? È una speculazione affascinante, ma che richiede assolutamente ulteriori ricerche. Non possiamo trarre conclusioni affrettate.

Visualizzazione astratta e stilizzata di globuli rossi sani e globuli rossi emolizzati (lisi), accanto a molecole stilizzate di vitamina B12 e folato, illuminazione drammatica, focus preciso, obiettivo macro 60mm.

È importante anche sottolineare i limiti del nostro studio: è stato condotto in un solo centro, con un numero non enorme di partecipanti. Essendo uno studio osservazionale, possiamo parlare di associazioni, ma non stabilire un rapporto diretto di causa-effetto. Non abbiamo potuto valutare fattori come le abitudini alimentari specifiche, l’assorbimento delle vitamine o la composizione esatta del microbiota.

Guardando Avanti: Cosa Ci Aspetta?

Il nostro lavoro suggerisce fortemente che il metabolismo della vitamina B12 e dei folati potrebbe essere un pezzo importante del puzzle dell’ittero neonatale “senza causa apparente”. I livelli più bassi di queste vitamine nei neonati con ittero sono un segnale da non sottovalutare. Il dato sulla vitamina D materna più elevata è intrigante e apre nuove strade di indagine, forse legate all’asse mamma-microbiota-neonato.

Di certo, c’è bisogno di studi più ampi, magari multicentrici, per confermare questi risultati e per capire meglio i meccanismi sottostanti, specialmente il ruolo della vitamina D materna e del microbiota.

Nel frattempo, questi risultati ci ricordano ancora una volta quanto sia cruciale l’attenzione allo stato nutrizionale, incluse le vitamine B12 e i folati, durante la gravidanza e nel neonato. Chissà che un giorno, comprendendo meglio questi legami, non si possano sviluppare strategie preventive mirate anche per questa forma di ittero. La ricerca continua!

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *