Fotografia realistica di uno sfigmomanometro digitale che mostra una lettura di pressione alta (es. 150/95 mmHg), appoggiato su un tavolo di legno scuro accanto a un bicchiere d'acqua e un blister di pillole. Sullo sfondo, una finestra lascia intravedere un paesaggio urbano sfocato del Kazakistan. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione laterale morbida, profondità di campo ridotta per isolare lo strumento.

Pressione Alta in Kazakistan: Un Campanello d’Allarme dai Dati del May Measurement Month (2021-2023)

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che riguarda la salute di milioni di persone: l’ipertensione arteriosa (IA). Recentemente mi sono imbattuto in uno studio affascinante condotto in Kazakistan, basato sui dati raccolti durante il “May Measurement Month” (MMM), una campagna globale fantastica che mira ad aumentare la consapevolezza su questa condizione spesso silenziosa. Ebbene, i risultati emersi tra il 2021 e il 2023 in Kazakistan sono… diciamo, materiale su cui riflettere seriamente.

Cos’è il May Measurement Month e perché è importante in Kazakistan?

Prima di tuffarci nei numeri, lasciatemi spendere due parole sul MMM. Immaginatela come una gigantesca iniziativa volontaria globale: ogni maggio, in tantissimi paesi, si organizzano punti di misurazione gratuita della pressione sanguigna (BP). L’obiettivo? Scovare i casi di ipertensione non diagnosticati e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di tenere sotto controllo questo parametro vitale. Perché proprio in Kazakistan? Beh, quest’area dell’Asia Centrale, insieme ad altri paesi ex-sovietici, registra tassi di mortalità per malattie cardiovascolari (CVD) tra i più alti al mondo, spesso colpendo persone più giovani rispetto all’Europa occidentale. L’ipertensione è il killer numero uno, il principale fattore di rischio modificabile per infarti, ictus e malattie renali croniche. Capite bene, quindi, quanto sia cruciale avere dati aggiornati sulla situazione locale, dati che finora erano piuttosto scarsi.

I risultati in Kazakistan: Cosa abbiamo scoperto?

Tra il 2021 e il 2023, oltre 8200 volontari adulti (dai 18 anni in su) hanno partecipato allo screening in diverse città kazake (Almaty, Nur-Sultan, Karaganda, Aktobe nel 2021, poi solo Almaty nel 2022-23). A ciascuno è stata misurata la pressione tre volte e sono state raccolte informazioni su stile di vita e storia medica. I risultati? Preparatevi.

Prevalenza dell’ipertensione: Numeri che fanno riflettere

La prevalenza dell’ipertensione è risultata decisamente alta: 37% nel 2021, salita al 45% sia nel 2022 che nel 2023. Stiamo parlando di quasi una persona su due tra i partecipanti degli ultimi due anni! Un dato allarmante è che una fetta significativa di persone non si era mai misurata la pressione prima di questo screening: ben il 27% nel 2021, anche se fortunatamente questa percentuale è scesa al 18% nel 2022 e al 12% nel 2023. Questo calo potrebbe riflettere una maggiore consapevolezza o differenze nei luoghi di screening (Almaty, dove si sono concentrati gli ultimi due anni, ha probabilmente un accesso migliore all’assistenza sanitaria).

Fotografia realistica di un medico sorridente che misura la pressione sanguigna a un paziente adulto in un moderno ambulatorio in Kazakistan. Focus sul bracciale dello sfigmomanometro e sul display digitale. Obiettivo 50mm prime, profondità di campo media, luce naturale dalla finestra.

Consapevolezza e Trattamento: Luci e Ombre

Qui la situazione si fa complessa. Tra coloro a cui è stata riscontrata ipertensione, la consapevolezza della propria condizione è migliorata nel tempo: se nel 2021 solo il 51% sapeva di essere iperteso, questa percentuale è salita al 70% nel 2022 e si è mantenuta simile nel 2023 (66%). È un passo avanti importante, perché la consapevolezza è il primo gradino per poter agire.
E chi sapeva di avere la pressione alta? La maggior parte era in trattamento: dal 68% nel 2021 si è passati all’81% nel 2022 e addirittura al 91% nel 2023. Sembrerebbe una buona notizia, no? Beh, non proprio, o almeno, non del tutto.

Controllo della Pressione: La vera sfida

Il vero nodo critico è il controllo della pressione. Non basta sapere di essere ipertesi e prendere qualche pillola. Bisogna raggiungere i valori target raccomandati dalle linee guida per ridurre davvero i rischi. E qui casca l’asino. Tra i partecipanti in trattamento:

  • Solo il 43-50% aveva la pressione controllata sotto i 140/90 mmHg (il target più “conservativo”).
  • La percentuale crollava drasticamente al 15-16% se consideriamo il target più stringente (<130/80 mmHg), raccomandato oggi da molte linee guida internazionali per una protezione cardiovascolare ottimale.

Praticamente, solo una persona su sei tra quelle trattate raggiungeva un controllo pressorio ideale! Perché? Le ragioni possono essere diverse. Una possibile spiegazione emerge guardando alle terapie: tra il 70% e l’82% dei pazienti trattati assumeva solo uno o due farmaci antipertensivi, con una quota significativa (30-49%) in monoterapia. Le linee guida più recenti, come quelle della Società Europea di Ipertensione (ESH), raccomandano spesso di iniziare con una combinazione di due farmaci, magari in un’unica pillola (la cosiddetta “single-pill combination”) per migliorare l’efficacia e l’aderenza.

Immagine macro ad alta definizione di diverse pillole antipertensive colorate sparse su una superficie bianca pulita. Illuminazione da studio controllata, obiettivo macro 100mm, messa a fuoco precisa sui dettagli delle pillole.

L’aderenza alla terapia, cioè prendere le medicine regolarmente come prescritto, è un altro tasto dolente. Sebbene sia migliorata dal 46% nel 2021 al 70% nel 2023, resta un problema, soprattutto tra i più giovani. L’aderenza, infatti, è risultata fortemente legata all’età: i più anziani sono più “disciplinati”. Questo potrebbe dipendere da tanti fattori: accesso ai farmaci (magari gratuiti per alcune fasce), consapevolezza dei rischi, percezione della malattia.

Fattori di Rischio: Chi è più a rischio?

Lo studio ha confermato alcuni fattori di rischio ben noti per l’ipertensione. L’analisi dei dati (aggiustata per età e sesso) ha mostrato chiaramente che:

  • L’età avanzata è un fattore di rischio significativo (la pressione tende ad aumentare con gli anni).
  • Essere di sesso maschile aumenta il rischio.
  • Un indice di massa corporea (BMI) elevato (sovrappeso e obesità) è fortemente associato a valori pressori più alti.
  • Anche avere una storia di diabete o precedenti eventi cardiovascolari come infarto (MI) o ictus si associava a pressioni mediamente più elevate.

Curiosamente, non è emersa un’associazione statisticamente significativa con il fumo o il consumo di alcol, ma i ricercatori sospettano che questo possa essere dovuto a una sottostima nelle risposte dei partecipanti (un fenomeno comune in questi questionari).

Disparità e Barriere: Un quadro complesso

Lo studio evidenzia anche delle disparità. Le donne sono risultate generalmente più consapevoli della loro condizione rispetto agli uomini, anche se il controllo pressorio rimaneva subottimale per entrambi i sessi. Come già detto, gli anziani mostrano maggiore consapevolezza e aderenza, ma anche tra loro il controllo stretto (<130/80 mmHg) è raro. Ci sono poi barriere sistemiche. In Kazakistan, l'accesso a farmaci antipertensivi di alta qualità potrebbe essere limitato nell'ambito del pacchetto di benefici garantito dallo stato. La predominanza di farmaci generici, magari di qualità non eccelsa, distribuiti tramite i servizi sanitari pubblici, potrebbe contribuire al mancato raggiungimento dei target pressori, specialmente nei pazienti ad alto rischio. Fotografia grandangolare di una farmacia affollata in una città del Kazakistan. Persone in fila al bancone, scaffali pieni di medicinali sullo sfondo. Obiettivo grandangolare 24mm, luce ambientale interna, stile reportage.

Limiti dello studio e Prospettive Future

È giusto sottolineare che questo studio ha dei limiti. Non è un campione rappresentativo dell’intera nazione kazaka, essendosi concentrato solo su alcune città (e negli ultimi due anni solo su Almaty). Le aree rurali, con accesso diverso all’assistenza sanitaria e stili di vita differenti, non sono state incluse. Inoltre, la diagnosi di ipertensione si è basata su una singola sessione di misurazioni, il che potrebbe portare a sovrastimare la prevalenza a causa dell'”effetto camice bianco” o dello stress del momento. Tuttavia, l’obiettivo primario era sensibilizzare e identificare persone a rischio da indirizzare a ulteriori controlli (come il monitoraggio pressorio delle 24 ore).

Conclusione: Un appello all’azione

Cosa ci portiamo a casa da tutto questo? Che l’ipertensione non trattata o trattata in modo inadeguato è un problema serio e diffuso in Kazakistan, come probabilmente in molte altre parti del mondo. C’è un bisogno urgente di programmi mirati per:

  • Aumentare la consapevolezza sui rischi dell’ipertensione.
  • Promuovere la misurazione regolare della pressione sanguigna per tutti gli adulti.
  • Migliorare la diagnosi e l’accesso a terapie efficaci (incluse le combinazioni in singola pillola).
  • Educare sull’importanza dell’aderenza alla terapia.
  • Intensificare il trattamento quando necessario per raggiungere i target pressori raccomandati dalle linee guida.

Solo così potremo sperare di ridurre il pesante fardello delle malattie cardiovascolari legate alla pressione alta. È una sfida complessa, ma campagne come il May Measurement Month ci mostrano la strada, fornendo dati preziosi e accendendo i riflettori su un nemico che troppo spesso agisce nell’ombra.

Fonte: Springer

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