Un bambino in età prescolare guarda con interesse uno schermo dove viene proiettato un paradigma di eye-tracking. Accanto a lui, un adulto osserva con fare supportivo. L'ambiente è accogliente e studiato per i bambini. Obiettivo prime, 35mm, profondità di campo, illuminazione da studio morbida.

Intervento Precoce e Autismo: Svelato il Ruolo Chiave dell’Attenzione Congiunta e dell’Arousal!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una scoperta che mi ha davvero entusiasmato e che, secondo me, apre scenari importantissimi per i bambini con autismo e le loro famiglie. Parliamo di attenzione congiunta reattiva (RJA), una di quelle abilità che per molti di noi sono naturali, ma che possono rappresentare una sfida per i più piccoli nello spettro autistico. E se vi dicessi che un intervento precoce mirato non solo può migliorarla, ma che c’è un meccanismo ben preciso dietro questo successo? Andiamo a scoprirlo insieme!

Cos’è l’Attenzione Congiunta Reattiva e Perché è Così Importante?

Immaginate questa scena: siete al parco con un amichetto e lui, all’improvviso, indica un aquilone colorato nel cielo. Voi, quasi senza pensarci, seguite il suo dito e il suo sguardo per ammirare lo stesso spettacolo. Ecco, questa è l’attenzione congiunta reattiva (RJA) in azione! Si tratta della capacità di condividere l’attenzione su un oggetto o un evento specifico dopo che qualcun altro ce lo ha indicato, magari con un gesto o con lo sguardo.

Questa abilità, che nei bambini neurotipici emerge intorno ai 9-12 mesi, è un vero e proprio motore per l’apprendimento sociale. Ci permette di capire le intenzioni degli altri, imparare nuove parole e, pensate un po’, è un prerequisito per sviluppare la famosa “Teoria della Mente”, cioè la capacità di metterci nei panni degli altri. Nei bambini con autismo, l’RJA può essere meno sviluppata, soprattutto in quelli con basse abilità cognitive. Ecco perché è uno degli obiettivi principali degli interventi precoci.

Lo Studio: A-FFIP Batte l’Intervento Standard?

Ed è qui che entra in gioco uno studio super interessante che ha messo a confronto due tipi di intervento precoce per bambini autistici in età prescolare:

  • L’A-FFIP (Frankfurt Early Intervention Program for Autism Spectrum Disorder): un intervento comportamentale evolutivo naturalistico, di quelli che usano le situazioni di vita quotidiana per insegnare abilità fondamentali come l’attenzione congiunta.
  • L’EIAU (Early Intervention As Usual): l’intervento precoce standard, quello comunemente offerto.

I ricercatori hanno seguito un gruppo di bambini con autismo (32 nel gruppo A-FFIP e 28 nel gruppo EIAU) e li hanno confrontati anche con un gruppo di bambini neurotipici (52). Hanno misurato la loro RJA all’inizio dello studio, dopo 12 mesi (alla fine dell’intervento) e poi ancora dopo 36 mesi (un follow-up a lungo termine). E come l’hanno misurata? Con una tecnologia fichissima: l’eye-tracking! In pratica, uno strumento che segue i movimenti oculari dei bambini mentre guardano uno schermo su cui appaiono degli stimoli.

I Risultati Che Fanno Sperare: L’Effetto A-FFIP

Ebbene, i risultati sono stati illuminanti! In generale, come ci si poteva aspettare, i bambini con autismo mostravano una RJA inferiore rispetto ai coetanei neurotipici. Ma la vera notizia bomba è un’altra: il gruppo che ha seguito l’intervento A-FFIP ha mostrato un aumento significativo della probabilità di RJA sia alla fine dell’intervento (dopo 12 mesi) sia, udite udite, al follow-up dopo ben 3 anni! Il gruppo EIAU, invece, non ha mostrato lo stesso miglioramento.

Questo significa che l’intervento A-FFIP non solo funziona, ma i suoi effetti positivi sull’attenzione congiunta reattiva sembrano durare nel tempo, anche due anni dopo la fine del trattamento. E non è tutto: un aumento della RJA dopo 12 mesi era associato a una migliore responsività sociale (cioè la capacità di interagire socialmente in modo appropriato) al follow-up di 36 mesi. È come se l’intervento avesse innescato una cascata di effetti positivi!

Un bambino in età prescolare, sorridente e attento, interagisce con un terapista in un ambiente di gioco luminoso e colorato. Il terapista indica un giocattolo e il bambino segue con lo sguardo. Obiettivo prime, 35mm, profondità di campo per mettere a fuoco l'interazione tra bambino e terapista, luce naturale e calda.

Il Mediatore Segreto: La Regolazione dell’Arousal

Ma qual è il “trucco”? Cosa rende l’A-FFIP così efficace? I ricercatori hanno indagato un sospettato molto interessante: la regolazione dell’arousal. L’arousal, in parole povere, è il nostro livello di attivazione fisiologica e psicologica. Pensate a quando siete molto agitati o, al contrario, molto rilassati. Ecco, quello è l’arousal.

Utilizzando la pupillometria (la misurazione delle variazioni del diametro della pupilla, che è un indicatore dell’arousal e dell’attività del sistema Locus Coeruleus-Norepinefrina, legato all’attenzione), hanno scoperto qualcosa di affascinante. Una dimensione maggiore della pupilla basale (BPS), che indica un arousal più alto, era associata a una minore probabilità di RJA. In pratica, se il bambino era “troppo attivato”, faceva più fatica a condividere l’attenzione.

E qui arriva il bello: l’analisi di mediazione causale ha rivelato che la dimensione della pupilla basale (BPS) mediava la differenza nella RJA tra i gruppi A-FFIP ed EIAU al follow-up. Cosa significa? Che l’intervento A-FFIP sembra aiutare i bambini a regolare meglio il loro arousal, portandoli a un livello ottimale che favorisce l’attenzione congiunta. È come se l’intervento “sintonizzasse” il loro sistema di arousal, rendendolo più simile a quello dei bambini neurotipici e, di conseguenza, migliorando la loro capacità di RJA. Il gruppo A-FFIP e il gruppo neurotipico mostravano una diminuzione del BPS (quindi un arousal più basso e più funzionale) nel tempo, mentre il gruppo EIAU no.

Cosa Ci Portiamo a Casa da Questa Ricerca?

Secondo me, questa ricerca è una vera e propria perla per diversi motivi:

  • Conferma l’importanza dell’RJA: Non è solo un’abilità isolata, ma un trampolino di lancio per lo sviluppo sociale e comunicativo.
  • Evidenzia l’efficacia degli interventi NDBI: L’approccio A-FFIP, che si basa su interazioni naturalistiche e sullo sviluppo, sembra davvero fare la differenza a lungo termine.
  • Svela un meccanismo cruciale: Capire che la regolazione dell’arousal gioca un ruolo da mediatore è fondamentale. Potrebbe aprire la strada a interventi ancora più mirati che lavorano specificamente su questo aspetto.
  • L’eye-tracking come strumento: Si conferma uno strumento prezioso, standardizzato e poco invasivo per misurare l’RJA e, potenzialmente, per monitorare l’efficacia degli interventi.

Certo, come ogni studio, anche questo ha le sue piccole limitazioni. Ad esempio, la correlazione tra la RJA misurata con l’eye-tracking e quella osservata in contesti di vita reale era modesta, suggerendo che sono due modi un po’ diversi di “vedere” la stessa abilità. E sarebbe stato bello poter analizzare anche l’impatto sullo sviluppo del linguaggio, ma le misurazioni disponibili non lo hanno permesso appieno.

Primo piano dell'occhio di un bambino con la pupilla che si dilata e si restringe leggermente, a simboleggiare la pupillometria e la regolazione dell'arousal. Sovrapposta, una grafica astratta che rappresenta le onde cerebrali o l'attività neurale. Macro lens, 100mm, high detail sulla texture dell'iride, illuminazione controllata per evidenziare i cambiamenti pupillari.

Nonostante questo, il messaggio che arriva forte e chiaro è di grande speranza. L’intervento precoce A-FFIP non solo migliora l’attenzione congiunta reattiva nei bambini con autismo, ma questo miglioramento si mantiene nel tempo e sembra innescare una catena di effetti positivi sullo sviluppo della responsività sociale. E tutto questo, probabilmente, grazie a una migliore capacità di regolare il proprio stato di attivazione interna.

Insomma, un passo avanti notevole nella comprensione di come aiutare al meglio i nostri piccoli campioni a connettersi con il mondo che li circonda. E chissà, magari la pupillometria diventerà uno strumento di routine per personalizzare e ottimizzare gli interventi! Io ci spero tanto.

Fonte: Springer

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