Intelligenza e Carie: C’è un Legame Nascosto? Uno Studio Israeliano Rivela Dati Sorprendenti
Ragazzi, parliamoci chiaro: chi avrebbe mai pensato che quanto siamo ‘svegli’ o da dove veniamo potesse avere un impatto diretto su quante carie abbiamo o se rischiamo di perdere un dente? Sembra quasi fantascienza, eppure uno studio recente condotto su giovani adulti israeliani ha messo in luce proprio questo: un’associazione intrigante tra capacità intellettive, status socioeconomico e la necessità di trattamenti dentali piuttosto seri, come devitalizzazioni ed estrazioni.
Mi ha colpito molto leggere questa ricerca, perché spesso pensiamo alla salute dei denti come a una questione di igiene personale e visite dal dentista, magari un po’ di sfortuna genetica. Ma la realtà, come spesso accade, è molto più complessa e intrecciata con fattori sociali ed economici che non possiamo ignorare.
Il Contesto: Un Problema Globale con Radici Sociali
Prima di tuffarci nello studio specifico, facciamo un passo indietro. La carie dentale non è un problemino da poco: affligge miliardi di persone nel mondo ed è in aumento. Colpa dello zucchero che consumiamo a palate, di abitudini non proprio salutari e, diciamocelo, del fatto che viviamo più a lungo. Ma la cosa che fa più riflettere è che la carie non colpisce tutti allo stesso modo. Le popolazioni più povere e vulnerabili si portano sulle spalle un fardello più pesante, spesso aggravato da un accesso limitato a cure dentali di qualità.
Pensateci un attimo: se una carie non viene curata per tempo, può degenerare. Si arriva a lesioni profonde che richiedono interventi complessi come una terapia canalare (RCT), la famosa devitalizzazione, o addirittura l’estrazione del dente. E qui entra in gioco un altro fattore triste: la decisione su quale trattamento effettuare non dipende solo dalla situazione clinica. Diversi studi hanno mostrato che fattori socioeconomici e persino razziali possono influenzare la scelta, con le persone appartenenti a gruppi socioeconomici più bassi che hanno maggiori probabilità di subire un’estrazione piuttosto che una terapia conservativa come la RCT.
Inoltre, ricerche precedenti avevano già suggerito un legame tra minori capacità intellettive e livelli di istruzione più bassi con una maggiore prevalenza di carie. Sembra quasi che meno strumenti culturali e cognitivi si abbiano, più si sia a rischio.
Lo Studio Israeliano: Cosa Hanno Scoperto?
Ed eccoci allo studio che mi ha dato lo spunto per questo articolo. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 21.000 giovani adulti (età media intorno ai 19 anni, per lo più maschi) reclutati per il servizio militare in Israele tra il 2019 e il 2021. Un campione enorme e interessante, perché queste persone avevano superato visite mediche complete ed erano considerate sane.
Hanno raccolto informazioni dettagliate sulle loro necessità di cure dentali (otturazioni, devitalizzazioni, estrazioni) basate su esami clinici e radiografie effettuati poco dopo l’arruolamento. Questi dati sono stati poi incrociati con informazioni sociodemografiche: età, sesso, luogo di nascita (Israele o altrove), status socioeconomico (SES) – basato sul livello socioeconomico del luogo di residenza – e, appunto, il punteggio di capacità intellettiva (ICS).
L’ICS veniva misurato con una serie di test psico-tecnici standardizzati (simili ai test del QI) che valutano capacità verbali, matematiche e di ragionamento astratto non verbale. Cosa è emerso dall’analisi multivariata, che tiene conto di tutti questi fattori insieme?
- Un punteggio di capacità intellettiva (ICS) più basso era associato a un bisogno significativamente maggiore di devitalizzazioni ed estrazioni.
- Uno status socioeconomico (SES) più basso mostrava la stessa associazione: più bisogno di cure invasive.
- Anche essere maschio e avere un’età leggermente maggiore (sempre all’interno del range dei giovani adulti) erano predittori di maggiori necessità di trattamento.
- I giovani non nati in Israele avevano un rischio maggiore di aver bisogno di devitalizzazioni rispetto ai nativi.
- Infine, è stata confermata una correlazione diretta e significativa tra ICS e SES: chi aveva punteggi ICS più alti tendeva anche a provenire da contesti socioeconomici più elevati.
In pratica, lo studio conferma su larga scala che le capacità intellettive e il background socioeconomico sembrano giocare un ruolo non trascurabile nel determinare la gravità dei problemi dentali in questi giovani adulti.

Perché Questa Correlazione? Le Possibili Spiegazioni
Ma perché succede questo? Come possono le capacità intellettive influenzare la salute dei nostri denti? Le ipotesi sono diverse e probabilmente interconnesse:
- Minore consapevolezza e igiene: Un ICS più basso potrebbe tradursi in una minore consapevolezza dell’importanza della salute orale, portando a pratiche di igiene meno efficaci (lavarsi i denti meno spesso o male, non usare il filo interdentale).
- Abitudini alimentari: Livelli di istruzione più bassi (spesso correlati a ICS e SES) sono stati associati a un maggior consumo di cibi processati cariogeni e bevande zuccherate.
- Utilizzo dei servizi sanitari: Anche quando le cure sono gratuite, come nel caso del sistema sanitario israeliano per i minori di 18 anni, persone con livelli di istruzione (e presumibilmente ICS) più bassi potrebbero avere più difficoltà a comprendere come accedere ai servizi o a percepirne l’importanza, specialmente per i controlli preventivi. Uno studio citato ha mostrato che bambini arabi israeliani con genitori meno istruiti utilizzavano meno i servizi dentali gratuiti perché richiedevano informazioni più esplicite.
- L’intreccio tra ICS e SES: Come visto, ICS e SES sono correlati. Un basso status socioeconomico porta con sé minori risorse economiche, ma anche una minore “alfabetizzazione sanitaria” (health literacy), che impatta negativamente sulla capacità di prendersi cura della propria salute in generale, denti inclusi. I bambini da contesti svantaggiati tendono ad andare dal dentista più per urgenze che per controlli di routine.
Quindi, non è solo una questione di intelligenza in senso stretto, ma un complesso mix di consapevolezza, abitudini, accesso alle informazioni e risorse economiche e culturali.
L’Importanza delle Politiche Sanitarie Mirate
Questi risultati hanno implicazioni enormi per le politiche sanitarie. In Israele, nonostante la riforma che ha introdotto cure dentali gratuite per bambini e adolescenti fino a 18 anni (CDCR), l’utilizzo di questi servizi non è ancora ottimale, specialmente tra i gruppi svantaggiati. Come suggerisce lo studio, fornire cure gratuite potrebbe non bastare se non si affrontano anche le barriere legate all’ICS e al SES.
Cosa si può fare?
- Migliorare l’accesso all’informazione: Rendere le informazioni sui servizi disponibili più chiare, accessibili e proattive, magari inviando comunicazioni mirate tramite le scuole o coinvolgendo pediatri e infermieri di sanità pubblica.
- Interventi preventivi mirati: Implementare programmi come la spazzolatura supervisionata dei denti (STBP) negli asili, specialmente nelle aree a basso SES, che si sono dimostrati efficaci.
- Fluorazione dell’acqua: Lo studio ricorda come la fluorazione dell’acqua sia uno strumento potentissimo ed economico per ridurre le disuguaglianze nella salute orale. Purtroppo, in Israele è stata interrotta nel 2014, una decisione che, secondo alcuni studi, sta già mostrando effetti negativi. Ripristinarla sarebbe fondamentale.
- Aggiornare le policy di supporto: L’esercito israeliano (IDF) già offre cure più estese (corone, impianti) a soldati da contesti svantaggiati o immigrati senza supporto familiare. Lo studio suggerisce di considerare l’inclusione di persone con basso ICS in questi piani di intervento, ovviamente in modo discreto e sensibile.
- Promuovere controlli periodici obbligatori: Rendere i controlli dentali periodici obbligatori per il personale militare, come già avviene per le visite mediche generali.
Un’attenzione particolare va data anche agli immigrati, che nello studio mostravano un bisogno maggiore di devitalizzazioni. Il cambiamento di dieta, il limitato accesso passato ai servizi gratuiti a seconda dell’età di arrivo e la tendenza a cercare cure solo in caso di dolore contribuiscono a questa vulnerabilità.
Punti di Forza e Limiti dello Studio
È giusto riconoscere i punti di forza di questa ricerca: un campione molto ampio di giovani adulti sani e l’obbligatorietà degli esami dentali, che ha permesso di raccogliere dati completi. Tuttavia, ci sono anche dei limiti: la scarsa presenza femminile nel campione (solo il 9%) rende difficile generalizzare i risultati sulle differenze di genere, e lo studio non ha raccolto dati su comportamenti specifici come la dieta o le abitudini di igiene orale, né sulla storia pregressa di carie (denti già otturati o mancanti).
In conclusione, questo studio israeliano ci lancia un messaggio forte: le nostre capacità cognitive e il nostro background socioeconomico hanno un peso sulla salute dei nostri denti, in particolare sul rischio di dover ricorrere a cure invasive come devitalizzazioni ed estrazioni. Non possiamo più pensare alla salute orale come a un compartimento stagno. È necessario un approccio più olistico che consideri le disuguaglianze sociali e promuova strategie preventive mirate, migliorando l’accesso non solo alle cure, ma anche all’informazione e alla consapevolezza, per garantire che nessuno venga lasciato indietro, specialmente i più vulnerabili.
Fonte: Springer
