Acqua scura e visibilmente inquinata che scorre da uno scarico industriale tessile in un fiume del Bangladesh, fotografia paesaggistica, wide-angle 15mm, focus nitido sull'acqua inquinata e lo scarico, cielo nuvoloso.

Bangladesh: Quando la Moda Macchia i Fiumi – L’Impatto Nascosto dell’Industria Tessile

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che tocca le nostre vite più di quanto pensiamo: i vestiti che indossiamo. Spesso vediamo etichette come “Made in Bangladesh”, un paese che ha costruito gran parte della sua economia sull’industria tessile. È una fonte di reddito enorme, parliamo di miliardi di dollari! Ma c’è un rovescio della medaglia, uno piuttosto oscuro e… umido. Mi sono immerso (metaforicamente, per fortuna!) in uno studio recente che ha gettato luce su un problema serio: l’inquinamento idrico causato dalle fabbriche tessili, in particolare nella vivace città di Chattogram.

Chattogram non è una città qualsiasi. È la seconda città più grande del Bangladesh, un porto cruciale per l’economia del paese, piena zeppa di industrie, tra cui centinaia di fabbriche tessili. Il problema? Tutta questa attività produttiva genera un’enorme quantità di acque reflue, cariche di sostanze chimiche usate nei processi di tintura, stampa e finissaggio dei tessuti. E dove finiscono queste acque? Spesso, direttamente nei fiumi e nei canali locali, come il fiume Karnaphuli, senza un trattamento adeguato.

Cosa C’è Davvero Nell’Acqua di Scarico?

Lo studio che ho analizzato ha fatto proprio questo: è andato a vedere cosa c’è dentro gli effluenti scaricati da sei grandi industrie tessili di Chattogram. Hanno raccolto campioni direttamente dai punti di scarico, prima che si mescolassero con le acque dei fiumi, per avere un quadro chiaro della situazione. E i risultati, beh, non sono proprio rassicuranti.

Hanno misurato un sacco di parametri:

  • Aspetto fisico: Colore, temperatura, solidi sospesi (TSS), solidi disciolti (TDS), conducibilità elettrica (EC), salinità, torbidità.
  • Chimica e biologia: pH, ossigeno disciolto (DO), domanda chimica di ossigeno (COD), domanda biochimica di ossigeno (BOD₅), coliformi totali (TC) e fecali (FC).
  • Metalli pesanti: Ferro (Fe), Cromo (Cr), Manganese (Mn), Cadmio (Cd), Piombo (Pb).

L’idea era confrontare questi valori con i limiti stabiliti dalle normative ambientali del Bangladesh (le famose BECR – Bangladesh Environmental Conservation Rules).

I Risultati: Un Campanello d’Allarme

E qui arriva la parte preoccupante. Praticamente quasi tutti i parametri importanti erano fuori dai limiti consentiti. Certo, la temperatura media era ok (circa 27.5°C), e anche i solidi sospesi e disciolti totali, il colore e la torbidità, presi singolarmente, potevano rientrare in certi range. Ma parametri cruciali come:

  • La conducibilità elettrica (EC): troppo alta, indicando un’eccessiva presenza di sali e minerali disciolti.
  • Il pH: a volte troppo acido, a volte troppo alcalino (con picchi fino a 13!), dannoso per la vita acquatica.
  • L’ossigeno disciolto (DO): bassissimo (media 2.00 mg/L contro un limite minimo spesso più alto), significa che c’è poco ossigeno per pesci e altri organismi.
  • Il COD e il BOD₅: valori alle stelle (COD medio oltre 2100 mg/L!), indicano un carico enorme di inquinanti organici, sia biodegradabili (BOD) che non (COD). Un rapporto COD/BOD alto come quello trovato (12-46) suggerisce la presenza di sostanze difficili da degradare e potenzialmente tossiche.
  • I coliformi: presenti in quantità superiori ai limiti, segnalando una contaminazione batterica potenzialmente rischiosa per la salute.
  • I metalli pesanti: Ferro, Cromo, Manganese, Cadmio e Piombo sono stati trovati in concentrazioni che superavano i limiti massimi consentiti. Il Cromo, il Cadmio e il Piombo sono particolarmente tossici!

In pratica, l’acqua scaricata da queste fabbriche è risultata inadatta per essere riversata direttamente nei corpi idrici superficiali. È un cocktail chimico che mette a rischio gli ecosistemi acquatici e, potenzialmente, la salute umana.

Fotografia wide-angle 10mm di un fiume visibilmente inquinato in Bangladesh, con acqua scura e oleosa vicino a uno scarico industriale, nuvole lisce per lunga esposizione, focus nitido sull'acqua contaminata.

Perché Tanta Differenza Tra le Fabbriche?

Un aspetto interessante emerso dallo studio è la variabilità tra le diverse industrie. Alcune avevano livelli di inquinamento più alti per certi parametri, altre per altri. Questo dipende molto dai processi specifici utilizzati (sbiancamento, tintura, finissaggio usano chimici diversi), dai tipi di coloranti (alcuni contengono metalli pesanti), e soprattutto, dall’efficacia (o dall’assenza) degli impianti di trattamento delle acque reflue (ETP). Sembra che non tutte le fabbriche siano ugualmente diligenti nel trattare i propri scarichi.

Ad esempio, un’industria mostrava livelli altissimi di colore, solidi sospesi e torbidità, probabilmente a causa di coloranti non reagiti e particelle di fibra. Un’altra aveva un pH estremamente alcalino, forse per l’uso massiccio di soda caustica o altri agenti sbiancanti. Un’altra ancora spiccava per le concentrazioni di metalli pesanti come Ferro, Cadmio, Cromo e Piombo, suggerendo un ampio uso di pigmenti e prodotti chimici a base metallica.

Metalli Pesanti: Il Nemico Invisibile

Voglio soffermarmi un attimo sui metalli pesanti. Parliamo di sostanze come Cromo, Cadmio, Piombo. Questi non sono solo inquinanti, sono tossici. Non si degradano facilmente nell’ambiente (non sono biodegradabili) e tendono ad accumularsi negli organismi viventi (bioaccumulo). Questo significa che possono entrare nella catena alimentare, contaminando pesci che poi magari finiscono sulle nostre tavole, o accumularsi nel suolo agricolo irrigato con acqua contaminata.

L’esposizione a lungo termine a questi metalli è collegata a danni seri per la salute: problemi a fegato, reni, sistema nervoso, fino a malattie neurodegenerative e cancro. Anche a basse concentrazioni, possono essere pericolosi. Trovarli in quantità elevate negli scarichi tessili è un segnale d’allarme che non possiamo ignorare.

Fotografia macro 80mm di provette contenenti campioni di acqua colorata e torbida prelevati da scarichi tessili, alta definizione, illuminazione controllata da laboratorio, focus preciso sui liquidi.

Connessioni Pericolose: Non Solo Singoli Inquinanti

Lo studio ha usato anche analisi statistiche (come la Correlazione e l’Analisi delle Componenti Principali – PCA) per vedere se ci fossero legami tra i diversi inquinanti. E sì, ce ne sono! Ad esempio, alti livelli di solidi sospesi (TSS) sono spesso associati a maggiore torbidità, colore più intenso e anche a valori più alti di COD e coliformi totali. Questo suggerisce che affrontando un problema (come ridurre i solidi sospesi) si potrebbero migliorare anche altri parametri.

La PCA ha raggruppato gli inquinanti in “cluster” con caratteristiche simili. Questo aiuta a capire meglio le fonti comuni di inquinamento e come i diversi fattori interagiscono. Ad esempio, BOD, TDS, ossigeno disciolto e alcuni metalli pesanti sembrano essere collegati, indicando la complessa interazione tra inquinamento organico ed elementi tossici.

Cosa Possiamo Fare? Urge un Cambiamento di Rotta

Questo studio su Chattogram è importante perché mette nero su bianco la gravità della situazione in un’area cruciale per l’industria tessile globale, un’area forse finora un po’ trascurata dalle ricerche specifiche sugli effluenti tessili. I risultati sono un chiaro invito all’azione.

Cosa serve?

  • Trattamenti più efficaci: Le tecnologie convenzionali spesso non bastano. Bisogna puntare su soluzioni integrate e avanzate: membrane filtranti (come i bioreattori a membrana o la nanofiltrazione), biorisanamento (usando microrganismi o piante specifiche), processi di ossidazione avanzata per distruggere gli inquinanti più ostinati.
  • Monitoraggio costante: Implementare sistemi di monitoraggio in tempo reale per controllare la qualità degli scarichi e intervenire subito se i limiti vengono superati. L’intelligenza artificiale potrebbe aiutare a ottimizzare i processi di trattamento.
  • Regole più severe e applicate: Le autorità devono far rispettare le normative ambientali esistenti e, se necessario, renderle più stringenti. Servono controlli e sanzioni per chi non si adegua.
  • Consapevolezza e educazione: Informare il pubblico e coinvolgere le comunità locali è fondamentale per promuovere pratiche più sostenibili.

Certo, lo studio ha i suoi limiti (è focalizzato su Chattogram, non considera le variazioni stagionali), ma fornisce dati cruciali. La sfida è enorme: bilanciare la crescita economica, fondamentale per il Bangladesh, con la protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Non possiamo continuare a tingere i nostri vestiti a scapito dei fiumi e della vita che sostengono. È ora di pretendere e implementare una moda veramente più pulita, dall’inizio alla fine della filiera.

Fotografia macro 100mm di gocce d'acqua scura su una foglia verde, simboleggiando la contaminazione da metalli pesanti nell'ambiente, alta definizione, illuminazione drammatica controllata.

Fonte: Springer

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