Vista aerea mozzafiato dell'Anello dei Cenotes nello Yucatan, Messico. La fitta giungla verde è interrotta da numerose aperture circolari di cenotes, alcune con acqua blu turchese visibile, altre più nascoste dalla vegetazione. Obiettivo grandangolare 20mm, fotografia paesaggistica aerea, luce solare diretta di mezzogiorno che accentua i colori vivaci.

Cenotes dello Yucatan: Un Tuffo nelle Acque Misteriose e la Minaccia Nascosta degli Idrocarburi

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante, quasi magico, nel cuore della penisola dello Yucatan, in Messico. Parleremo dei cenotes, quelle incredibili piscine naturali dall’acqua cristallina, veri e propri gioielli incastonati nella giungla. Ma non sarà solo un viaggio di meraviglia, perché ci tufferemo anche in un argomento un po’ più spinoso: l’inquinamento. Sì, purtroppo anche questi paradisi non sono immuni dalle conseguenze delle attività umane, e in particolare dagli idrocarburi.

L’Anello dei Cenotes: Un Tesoro da Proteggere

Avete mai sentito parlare dell’Anello dei Cenotes (Ring of Cenotes, o RC)? È un’area semicircolare nello Yucatan con una densità pazzesca di questi sinkholes. Si pensa siano collegati all’impatto dell’asteroide che ha contribuito all’estinzione dei dinosauri! Ma al di là della loro origine cosmica, i cenotes sono fondamentali per la regione. In un territorio carsico come lo Yucatan, dove i fiumi superficiali sono praticamente assenti, queste aperture rappresentano l’accesso principale all’acquifero sotterraneo, l’unica fonte d’acqua dolce per bere e per tutte le attività umane. Capite bene quanto sia cruciale mantenerla pulita. Il problema è che i sistemi carsici sono super vulnerabili: quello che succede in superficie finisce dritto nell’acqua sottostante, senza tanti filtri naturali. E nello Yucatan, come in molte aree in via di sviluppo, la gestione dei rifiuti e delle acque reflue non è sempre al top.

La Nostra Missione: Indagare sugli Idrocarburi Nascosti

Proprio per capire meglio cosa stesse succedendo laggiù, abbiamo intrapreso uno studio durato ben due anni. Abbiamo monitorato i livelli di due tipi principali di idrocarburi – gli n-alcani totali (TAL) e gli ancora più famigerati idrocarburi policiclici aromatici (IPA o PAHs) – nei sedimenti sul fondo di 23 cenotes sparsi nell’Anello. Perché i sedimenti? Perché sono come una spugna, tendono ad accumulare gli inquinanti nel tempo, dandoci un quadro più stabile della situazione rispetto all’acqua che scorre via. Abbiamo campionato durante tutte le stagioni – secca, piovosa, secca, piovosa – per vedere se ci fossero variazioni legate al ciclo idrologico.

Idrocarburi: Chi Sono e Perché Preoccupano?

Facciamo un passo indietro. Gli idrocarburi sono composti organici fatti principalmente di carbonio e idrogeno. Si dividono in alifatici (come gli n-alcani) e aromatici (come i PAHs). I PAHs sono particolarmente sotto osservazione perché molti di essi derivano da attività umane (anche se alcuni esistono in natura), sono persistenti, possono bioaccumularsi negli organismi e alcuni sono considerati probabili cancerogeni per l’uomo dall’EPA statunitense. Insomma, non proprio degli ospiti graditi. Gli n-alcani (TAL) possono avere origini diverse: alcuni sono prodotti naturalmente dalle piante (biogenici), altri derivano dal petrolio (petrogenici). Capire la loro origine ci aiuta a individuare la fonte dell’inquinamento.

Fotografia subacquea all'interno di un cenote nello Yucatan. Raggi di sole penetrano dall'alto illuminando l'acqua turchese e le pareti rocciose sommerse ricoperte da vegetazione. Obiettivo grandangolare 18mm, messa a fuoco nitida, acqua calma e trasparente, lunga esposizione per catturare la luce ambientale.

Cosa Abbiamo Scoperto nei Sedimenti?

Allora, cosa è emerso da questi due anni di analisi? Tenetevi forte! Le concentrazioni totali di PAHs che abbiamo misurato variavano da 1.7 a 1450 nanogrammi per grammo di sedimento (ng/g), mentre i TAL andavano da 0.01 a ben 7520.8 ng/g (con un picco isolato molto alto in un sito).

Se guardiamo ai PAHs, i livelli medi suggeriscono un inquinamento classificabile come basso o medio, secondo alcuni standard internazionali. Questo è in parte rassicurante, soprattutto se confrontato con altre zone della penisola, come Quintana Roo (dove c’è Cancun e la Riviera Maya), che hanno mostrato concentrazioni molto più alte (> 5000 ng/g), probabilmente a causa del turismo intensivo e della relativa infrastruttura. Quindi, l’Anello dei Cenotes sembra meno impattato, ma non è certo incontaminato.

Per quanto riguarda i TAL, la maggior parte dei valori era relativamente bassa, ma quel picco di oltre 7500 ng/g in un sito (E26, un ranch con attività agricole e turistiche) è un campanello d’allarme, perché concentrazioni sopra i 5000 ng/g possono indicare un rischio tossicologico.

Variazioni nel Tempo e nello Spazio: Un Vero Rompicapo

La faccenda si complica quando guardiamo alle variazioni. Abbiamo notato differenze significative tra alcune zone (in particolare tra la zona Est e quella Centrale) ma solo durante la stagione secca del primo anno. Perché? Probabilmente c’entrano i cambiamenti ambientali e idrologici tra le stagioni. Durante la stagione secca, il flusso d’acqua sotterranea diminuisce, e forse gli inquinanti adsorbiti sulle particelle hanno più tempo per depositarsi nei sedimenti. Al contrario, durante la stagione delle piogge, il flusso aumenta e magari disperde di più gli inquinanti o ne riduce la sedimentazione.

Un altro fattore interessante è emerso nel secondo anno: la stagione secca è stata… anomala! Ha piovuto più del solito e le temperature sono state più basse. Questo ha reso le condizioni quasi simili a quelle della stagione piovosa, e infatti anche i dati sugli idrocarburi hanno mostrato un andamento simile tra la stagione piovosa e questa “strana” stagione secca. Questo ci dice quanto le condizioni climatiche e idrologiche contino nel determinare dove finiscono e come si comportano gli inquinanti.

Da Dove Vengono Questi Idrocarburi? La Pista del Fuoco

Una delle domande chiave era: qual è l’origine di questi idrocarburi? Usando degli indici specifici (come il Carbon Preference Index – CPI per gli alcani e i rapporti tra diversi PAHs), abbiamo cercato di capirlo. Il risultato principale? La fonte predominante sembra essere pirogenica. Cosa significa? Significa che derivano dalla combustione. E nello Yucatan, purtroppo, ci sono pratiche locali piuttosto comuni che spiegano questo risultato:

  • La combustione dei campi agricoli prima della semina.
  • L’abitudine di bruciare i rifiuti domestici quotidianamente, data la carenza di sistemi di raccolta organizzati.
  • Gli incendi boschivi, più frequenti durante la stagione secca.

Tuttavia, non è solo fuoco. Soprattutto per i PAHs a basso peso molecolare (LPAH) e in periodi di scarse piogge, abbiamo trovato anche segnali di origine petrogenica, cioè legata a prodotti petroliferi (magari sversamenti da officine, carburanti, ecc.). Gli alcani (TAL), invece, mostravano un mix di origine biogenica (naturale, da piante e microrganismi locali) e petrogenica.

Fotografia macro di un campione di sedimento scuro e umido prelevato da un cenote, mostrando la texture fine e frammenti organici. Obiettivo macro 90mm, alta definizione, messa a fuoco precisa sui granelli di sedimento, illuminazione laterale controllata per evidenziare la texture.

Cenotes Aperti vs. Chiusi e Altri Indizi

Abbiamo anche notato che i cenotes “aperti”, quelli con una grande apertura verso la superficie, sembrano essere più vulnerabili all’ingresso di inquinanti, probabilmente perché ricevono direttamente il deflusso superficiale durante le piogge. I loro livelli di PAHs erano tendenzialmente più alti rispetto ai cenotes “chiusi” o a grotta.

Curiosamente, le concentrazioni erano spesso più alte nella stagione secca. Potrebbe sembrare controintuitivo, ma forse è legato all’aumento di alcune attività antropiche proprio in quel periodo (magari più turismo o più pratiche agricole specifiche?).

I siti con i valori più alti (E22 per i PAHs pesanti, E26 per i TAL) avevano entrambi una chiara indicazione di origine pirogenica, rafforzando l’idea che la combustione locale (rifiuti o campi) sia la causa diretta di questi picchi preoccupanti.

Guardando al Futuro: Un Equilibrio Delicato

Cosa ci insegna tutto questo? Che i cenotes dell’Anello, pur non essendo ancora ai livelli di allarme di altre zone turistiche, sono decisamente sotto pressione a causa delle attività umane. La principale fonte di idrocarburi sembra essere la combustione legata a pratiche locali, ma anche l’inquinamento da petrolio non è assente. Le variazioni stagionali e le condizioni idrologiche giocano un ruolo fondamentale nel destino di questi contaminanti.

La vera preoccupazione è per il futuro. Se lo sviluppo urbano e turistico dovesse continuare senza un’adeguata pianificazione, senza sistemi efficaci per il trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, il rischio è che le concentrazioni di questi (e altri) inquinanti aumentino drasticamente, mettendo a repentaglio questa risorsa idrica vitale e unica al mondo.

Il nostro studio sottolinea l’importanza di un monitoraggio costante in questi ambienti così delicati. Bisogna considerare non solo le fonti locali di inquinamento, ma anche le dinamiche idrologiche e le abitudini culturali della popolazione. Solo così potremo sperare di proteggere la magia e la vita che scorre nelle acque segrete dello Yucatan. È una sfida complessa, ma assolutamente necessaria.

Fonte: Springer

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