Fotografia ritratto con obiettivo da 35mm, profondità di campo, bicromia blu e grigio, che mostra un imprenditore determinato mentre osserva pensieroso un diagramma complesso che rappresenta le dinamiche di mercato e i percorsi di innovazione per una PMI.

PMI e Innovazione nelle Piccole Economie Aperte: La Ricetta Segreta Esiste?

Avete mai pensato a come fanno le piccole e medie imprese (PMI) a sopravvivere, e magari a prosperare, in mercati piccoli ma spalancati al mondo, come quello del Montenegro o di altri paesi simili nei Balcani occidentali? Io sì, e la questione mi affascina parecchio. Queste realtà si trovano spesso a navigare in acque turbolente, caratterizzate da un dinamismo di mercato pazzesco: tecnologie che cambiano alla velocità della luce, concorrenza globale sempre più agguerrita e gusti dei consumatori che mutano continuamente.

In teoria, questo fermento dovrebbe spingere le aziende a innovare, giusto? Beh, non è sempre così semplice, specialmente per le PMI che, diciamocelo, hanno spesso risorse limitate e magari non tutte le competenze di marketing del mondo. A volte, la pressione porta a soluzioni rapide, un po’ improvvisate, piuttosto che a vere strategie innovative a lungo termine.

Proprio per capirci qualcosa di più, mi sono immerso in uno studio affascinante che ha messo sotto la lente 175 PMI del Montenegro, cercando di capire cosa dia davvero la spinta all’innovazione. L’idea era di guardare la cosa da una prospettiva di gestione della conoscenza, combinando l’analisi dell’ambiente esterno (il famoso dinamismo di mercato) con le capacità interne dell’azienda.

Il Dinamismo del Mercato: Amico o Nemico?

Una delle prime domande era: questo mercato così dinamico aiuta o ostacola l’innovazione delle PMI in contesti come il Montenegro? La letteratura scientifica a volte dice una cosa, a volte l’altra. Alcuni studi suggeriscono che la pressione del mercato stimoli l’innovazione, altri invece evidenziano come l’incertezza e il rischio possano frenare gli investimenti, soprattutto per le piccole imprese.

Ebbene, i risultati emersi dall’analisi (fatta con modelli statistici piuttosto sofisticati come SEM e fsQCA, ma non entriamo troppo nel tecnico!) sono stati chiari: per le PMI montenegrine analizzate, il dinamismo di mercato ha un’influenza positiva e significativa sull’innovazione. Sembra proprio che la necessità aguzzi l’ingegno! Le aziende sentono la pressione, soprattutto quella legata ai rapidi cambiamenti tecnologici, e capiscono che per restare a galla devono continuamente rinnovarsi. Cambiamenti nei gusti dei consumatori e intensità della concorrenza contano, ma è la tecnologia il motore principale di questa spinta. Questo conferma la prima ipotesi dello studio (H1). È come se il mercato dicesse: “Innovate o siete fuori!”.

Ricerca e Sviluppo (ReS): Il Motore Spesso Spento

Ok, il mercato spinge. Ma cosa serve dentro l’azienda per trasformare questa spinta in vera innovazione? Un elemento chiave, su cui tutti puntano il dito, è il settore di Ricerca e Sviluppo (ReS). È lì che le idee interne ed esterne, la conoscenza e la tecnologia si fondono per creare qualcosa di nuovo. Investire in ReS permette di sviluppare innovazioni che si distinguono, migliorando produttività, reputazione e posizione sul mercato.

Il problema? Le PMI, specialmente in economie in transizione come quelle dei Balcani occidentali, spesso non hanno i fondi per investire seriamente in ReS. I dati raccolti sono impietosi:

  • Solo il 24% delle PMI intervistate ha un vero e proprio dipartimento ReS.
  • Il 22,29% non svolge alcuna attività di ReS.
  • Il 36% fa progetti ReS solo occasionalmente.
  • Il 17,71% collabora con altre organizzazioni.

E gli investimenti? Bassissimi. Oltre due terzi investono poco o nulla rispetto ai concorrenti locali, e la situazione peggiora se il confronto è con la concorrenza regionale.

Fotografia macro con obiettivo da 100mm, alta definizione e illuminazione controllata, che mostra due mani che si scambiano una lampadina luminosa, simbolo di un'idea e della collaborazione in ReS tra PMI.

Nonostante questa situazione non proprio rosea, lo studio ha confermato (ipotesi H2) che avere un settore ReS, anche se piccolo o basato sulla collaborazione, ha un impatto positivo sull’innovatività. Anzi, la collaborazione con università, centri di ricerca, investitori e altre organizzazioni di supporto sembra essere particolarmente fruttuosa. È come se, non potendo fare tutto da sole, le PMI più innovative cercassero attivamente aiuto all’esterno.

Le Capacità Interne: Cosa Conta Davvero?

Ma l’ReS non è tutto. La capacità di innovare dipende moltissimo anche dalle cosiddette “capacità dinamiche” dell’organizzazione, in particolare da come viene gestita la conoscenza al suo interno. Qui entrano in gioco fattori come:

  • Leadership orientata alla conoscenza: C’è un capo che incoraggia attivamente la creazione, condivisione e utilizzo della conoscenza?
  • Apertura imprenditoriale: L’azienda è curiosa, cerca attivamente novità, ascolta i feedback, è pronta a imparare?
  • Capacità potenziale di assorbimento: L’azienda è brava a identificare, acquisire e assimilare conoscenza utile dall’esterno?

Questi elementi definiscono una cultura organizzativa orientata all’innovazione. La terza ipotesi (H3) dello studio suggeriva che stimolare questi aspetti avesse un impatto positivo, ma che la combinazione ottimale potesse variare.

E qui arriva una delle scoperte più interessanti (e un po’ sorprendenti): dei tre fattori, solo l’apertura imprenditoriale ha mostrato un’influenza diretta e statisticamente significativa sull’innovazione delle PMI montenegrine. La leadership orientata alla conoscenza e la capacità di assorbimento, pur essendo positive, non risultavano statisticamente rilevanti.

Come mai? L’ipotesi è che, data la debolezza strutturale dell’ReS e forse una mancanza di risorse umane adeguatamente formate per valutare e usare la conoscenza esterna, questi due fattori non riescano a esprimere il loro potenziale. L’apertura imprenditoriale, invece, sembra essere una sorta di “compensazione”: l’azienda cerca attivamente fuori quello che non riesce a sviluppare completamente dentro, magari proprio attraverso quelle collaborazioni che abbiamo visto essere importanti per l’ReS.

L’analisi fsQCA ha poi mostrato scenari diversi:

  • In condizioni di forte dinamismo di mercato, per innovare serve o un dipartimento ReS o una forte apertura imprenditoriale (sono quasi sostituti).
  • Quando il mercato è meno dinamico, qualsiasi fattore che permetta di raccogliere conoscenza (leadership orientata alla conoscenza, apertura imprenditoriale, capacità di assorbimento) può portare all’innovazione.

Questo spiega anche perché molte innovazioni sviluppate (il 74,29% delle aziende non ha brevettato nulla negli ultimi 5 anni!) siano spesso imitazioni o adattamenti al mercato locale di idee già esistenti altrove. Manca la capacità interna di fare il salto verso innovazioni radicali, quelle “nuove per il mercato”. Per quelle poche che ci riescono (innovazioni brevettate), l’apertura imprenditoriale risulta fondamentale, proprio per sopperire alla mancanza di ReS interno strutturato.

Foto grandangolare con obiettivo da 24mm, messa a fuoco nitida, che mostra uno spazio ufficio moderno e open-plan con dipendenti diversi che collaborano attorno a una lavagna piena di idee, simbolo di apertura imprenditoriale e condivisione della conoscenza.

Innovare Paga? La Risposta è Sì!

E alla fine, la domanda cruciale: ma tutto questo sforzo per innovare, serve davvero a essere più competitivi? La risposta, basata sui dati raccolti chiedendo ai manager la loro percezione (un metodo comune quando gli effetti finanziari non sono immediati), è un sonoro sì. L’ipotesi H4 è stata confermata: rafforzare l’innovatività ha un impatto significativo e positivo sulla competitività delle PMI in queste economie.

Come si manifesta questa maggiore competitività? Principalmente attraverso:

  • L’ampliamento della gamma di prodotti/servizi offerti.
  • Il miglioramento dell’immagine aziendale.
  • La capacità di adattare l’offerta a nuovi segmenti di clientela.

Quindi, anche se si tratta spesso di innovazioni incrementali o adattive, riescono comunque a dare un vantaggio tangibile sul mercato.

Tirando le Somme: Cosa Possiamo Imparare?

Questa “radiografia” delle PMI montenegrine ci dice molto sull’innovazione in contesti simili. Il mercato dinamico è uno stimolo potente, ma non basta. Le aziende lottano con un settore ReS spesso sottosviluppato e fanno fatica a sfruttare appieno le pratiche di gestione della conoscenza come la leadership orientata al sapere o la capacità di assorbimento, probabilmente per mancanza di struttura e competenze specifiche.

La chiave di volta, in questo scenario, sembra essere l’apertura imprenditoriale, la capacità di guardarsi intorno, imparare dall’esterno e collaborare. È questa apertura che permette di compensare, almeno in parte, le debolezze interne e di rispondere alle sfide del mercato, portando a innovazioni che, seppur non sempre rivoluzionarie, migliorano la competitività.

Le implicazioni sono importanti, sia per le aziende che per chi decide le politiche economiche. C’è un bisogno urgente per le PMI di rafforzare le proprie capacità interne, a partire dall’ReS (anche tramite collaborazioni strutturate) e dalla formazione del personale per gestire meglio la conoscenza. Non basta dichiarare di voler essere innovativi; serve costruire le condizioni operative perché questo accada. E forse, un piccolo aiuto esterno, magari sotto forma di supporto statale mirato a facilitare collaborazioni e trasferimento tecnologico, potrebbe fare la differenza.

Fotografia di movimento con teleobiettivo zoom da 150mm, velocità dell'otturatore elevata, che segue un piccolo drone di consegna elegante mentre sorvola un paesaggio urbano stilizzato in miniatura, rappresentando l'adattamento al mercato e la competitività ottenuti tramite l'innovazione.

Certo, questo studio ha i suoi limiti (è focalizzato su un solo paese, non distingue tra settori, ecc.), ma apre strade interessanti per capire meglio come aiutare le nostre PMI, anche quelle italiane che operano in contesti competitivi e aperti, a sprigionare tutto il loro potenziale innovativo. La ricetta segreta unica forse non esiste, ma abbiamo sicuramente capito alcuni ingredienti fondamentali!

Fonte: Springer

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