Apnea Notturna e Fegato Grasso: Due Indici Semplici Svelano il Rischio Nascosto?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che potrebbe sembrare uscito da un congresso medico super specialistico, ma che in realtà tocca la salute di molti di noi, magari senza che ce ne rendiamo conto. Parliamo di come due “intrusi” notturni, l’Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA) e la Steatosi Epatica Non Alcolica (NAFLD), spesso vadano a braccetto, e di come possiamo usare degli strumenti intelligenti e semplici per capire meglio questo legame.
Scommetto che molti di voi hanno sentito parlare di apnee notturne – quel fastidioso (e potenzialmente pericoloso) problema per cui la respirazione si interrompe più volte durante il sonno. E magari avete sentito parlare anche di “fegato grasso”, una condizione sempre più diffusa legata al nostro stile di vita. Ma avete mai pensato che potessero essere collegate? Ebbene sì, e il “collante” tra queste due condizioni è spesso un nemico silenzioso: l’insulino-resistenza (IR).
Ma cosa sono esattamente OSA e NAFLD?
Facciamo un passo indietro. L’OSA è una condizione cronica molto più diffusa di quanto si pensi, che colpisce quasi un miliardo di adulti nel mondo tra i 30 e i 69 anni. Si caratterizza per il collasso ripetuto delle vie aeree superiori durante il sonno. Questo porta a interruzioni della ventilazione, con conseguente ipossia intermittente (poco ossigeno nel sangue), ipercapnia (troppa anidride carbonica), risvegli improvvisi e, a lungo andare, danni a vari sistemi del nostro corpo. Pensate a problemi cardiovascolari come aterosclerosi e ipertensione, ma anche a squilibri metabolici come l’insulino-resistenza e la dislipidemia.
Dall’altra parte abbiamo la NAFLD, ovvero il fegato grasso non dovuto all’alcol. È la malattia epatica più comune al mondo, colpisce oltre il 25% degli adulti! È legata allo stress metabolico, all’insulino-resistenza e a una certa predisposizione genetica. In pratica, il fegato accumula troppo grasso (trigliceridi). In Cina, ad esempio, la prevalenza è schizzata dal 23,8% nel 2001 al 32,9% nel 2018. E attenzione, non riguarda solo le persone obese: il rischio aumenta anche in chi ha un BMI considerato normale (< 25 kg/m2). La NAFLD è una cosa seria: si prevede che diventerà la principale causa di malattie epatiche terminali, trapianti di fegato e cancro al fegato nel prossimo decennio. Spesso, chi ha la NAFLD presenta anche altri componenti della sindrome metabolica (ipertensione, colesterolo sballato, diabete...).
Il legame pericoloso: OSA, NAFLD e Insulino-Resistenza
Ok, ora viene il bello. Queste due condizioni, OSA e NAFLD, non solo sono diffuse, ma si influenzano a vicenda. L’OSA è considerata un fattore di rischio per la NAFLD. Come? Studi recenti suggeriscono che l’ipossia intermittente tipica dell’OSA possa “stressare” le cellule del fegato (epatociti), facendogli rilasciare delle piccole vescicole chiamate esosomi. Questi esosomi potrebbero contribuire allo sviluppo della NAFLD. L’OSA, agendo come fattore di rischio indipendente per l’insulino-resistenza, può favorire l’accumulo di grasso nel fegato.
D’altro canto, anche la NAFLD sembra poter influenzare il sonno. Alcuni studi osservazionali suggeriscono un legame: ad esempio, uno studio coreano ha mostrato che il rischio di OSA aumentava al crescere di un indice legato al fegato grasso (FLI). Insomma, un circolo vizioso.
Il punto cruciale in tutta questa storia è l’insulino-resistenza (IR). È un fattore chiave sia nello sviluppo che nella progressione di OSA e NAFLD. L’IR è quella condizione in cui le nostre cellule non rispondono più bene all’insulina, l’ormone che regola gli zuccheri nel sangue. Questo porta a una serie di problemi metabolici, tra cui l’accumulo di grasso nel fegato.

Come “misurare” il rischio senza essere invasivi? Ecco TyG e METS-IR!
Diagnosticare la NAFLD con certezza richiederebbe una biopsia epatica, ma capite bene che non è una passeggiata: è invasiva e costosa. Anche misurare direttamente l’insulino-resistenza con tecniche come il clamp euglicemico iperinsulinemico è complesso e riservato alla ricerca. Quindi, come possiamo fare nella pratica clinica quotidiana?
Qui entrano in gioco due “eroi” non invasivi: l’indice Trigliceridi-Glucosio (TyG index) e il Metabolic Score for Insulin Resistance (METS-IR). Sono due punteggi che possiamo calcolare facilmente partendo da esami del sangue di routine e da misure semplici come il BMI.
- Il TyG index si calcola con una formula che usa i livelli di trigliceridi (TG) e glucosio a digiuno (FPG): TyG index = Ln [TG(mg/dL) × FBG(mg/dL)/2].
- Il METS-IR è un po’ più complesso e include anche il BMI e il colesterolo HDL: METS-IR = ln(2 × FPG[mg/dL] + TG[mg/dL]) × BMI(kg/m2)/ln(HDL-C[mg/dL]).
Entrambi questi indici sono considerati buoni indicatori surrogati dell’insulino-resistenza e sono stati associati a varie malattie metaboliche, inclusa la NAFLD. Ma quale dei due è più utile per prevedere la NAFLD in chi soffre già di OSA?
Lo studio: cosa abbiamo scoperto confrontando TyG e METS-IR
Proprio per rispondere a questa domanda, è stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo su 329 persone che si erano sottoposte a esami presso il centro sanitario del First Affiliated Hospital della Wenzhou Medical University tra settembre 2021 e luglio 2024. Tutti questi pazienti avevano ricevuto una diagnosi di OSA tramite polisonnografia e avevano fatto anche un’ecografia o una TAC addominale per valutare il fegato.
I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: quelli con OSA e NAFLD (240 persone) e quelli con solo OSA (89 persone). Analizzando i dati, si è visto che il gruppo con entrambe le condizioni aveva caratteristiche diverse: erano più spesso maschi, avevano una maggiore prevalenza di ipertensione e problemi alla cistifellea, e valori significativamente più alti di BMI, circonferenza vita, colesterolo totale, trigliceridi, LDL, glicemia a digiuno, transaminasi (ALT, AST, GGT), e, ovviamente, degli indici TyG e METS-IR. Avevano invece valori più bassi di colesterolo HDL (“buono”) e di saturazione minima di ossigeno (SpO2) durante la notte.
Utilizzando analisi statistiche (regressione logistica e modelli spline cubiche ristrette), i ricercatori hanno valutato la relazione tra TyG, METS-IR e la presenza di NAFLD. I risultati sono stati chiari:
- Sia un TyG index più alto che un METS-IR più alto erano associati a un maggior rischio di avere la NAFLD, anche dopo aver tenuto conto di altri fattori confondenti (età, sesso, fumo, ipertensione, problemi alla cistifellea, gravità dell’OSA, ecc.).
- L’analisi ha mostrato una relazione quasi lineare tra l’aumento del TyG index e il rischio di NAFLD.
- Per il METS-IR, la relazione era di tipo dose-risposta: il rischio di NAFLD aumentava significativamente quando il valore di METS-IR superava una soglia specifica di 47.47. Curiosamente, analizzando i quartili (dividendo i pazienti in 4 gruppi in base ai valori di METS-IR), il rischio mostrava un andamento “aumenta-diminuisci-aumenta” rispetto al gruppo con i valori più bassi, anche se complessivamente i gruppi con METS-IR più alto avevano un rischio maggiore.

Chi vince la sfida predittiva?
Ok, entrambi gli indici funzionano. Ma quale funziona meglio? Per capirlo, si sono usate le curve ROC (Receiver Operating Characteristic), uno strumento statistico che valuta la capacità predittiva di un test.
I risultati?
- Il METS-IR ha mostrato un’area sotto la curva (AUC) leggermente superiore: 0.778 (con una sensibilità dell’83.3% e specificità del 64% usando una soglia di 43.54).
- Il TyG index ha ottenuto un AUC molto simile: 0.775 (con sensibilità del 77.9% e specificità del 68.5% usando una soglia di 7.12).
Una validazione interna (Bootstrap) ha confermato questi valori (AUC 0.776 per METS-IR e 0.774 per TyG). Un test specifico (Delong test) ha indicato che, statisticamente, non c’era una differenza significativa tra la capacità predittiva dei due indici in questo campione.
Tuttavia, c’è un “ma” interessante. Un’analisi di sensibilità (calcolo dell’E-value) ha suggerito che i risultati del TyG index potrebbero essere più robusti, cioè meno influenzati da potenziali fattori confondenti non misurati nello studio (E-value = 3.19), rispetto a quelli del METS-IR (E-value = 1.36). Questo potrebbe dare al TyG index un piccolo vantaggio nella pratica clinica, dove i fattori confondenti sono sempre dietro l’angolo.
Cosa ci portiamo a casa?
Questo studio ci dice qualcosa di molto pratico: sia l’indice TyG che il METS-IR sono strumenti utili per identificare i pazienti con apnea ostruttiva del sonno (OSA) che sono a maggior rischio di sviluppare anche il fegato grasso (NAFLD). Il METS-IR sembra avere una performance predittiva leggermente migliore nei numeri puri, ma il TyG index potrebbe essere più affidabile in situazioni complesse con molti fattori in gioco.
Perché è importante? Perché questi indici sono semplici, economici e non invasivi. Si basano su esami del sangue comuni e misure facili da ottenere. Possono essere usati come strumenti di screening di routine, specialmente nell’assistenza sanitaria primaria o in contesti con risorse limitate. Identificare precocemente chi è a rischio permette di intervenire tempestivamente con cambiamenti dello stile di vita o trattamenti farmacologici, riducendo il rischio di progressione della malattia epatica.
Certo, come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti: è retrospettivo (non può stabilire causa-effetto), il campione era relativamente piccolo e prevalentemente maschile, la diagnosi di NAFLD si basava su ecografia/CT (meno precise della biopsia) e alcuni fattori come l’uso di farmaci o l’attività fisica non sono stati considerati. Serviranno studi futuri, magari longitudinali e su popolazioni più ampie e diverse, per confermare questi risultati e capire meglio come usare questi indici nella pratica a lungo termine.
Ma il messaggio fondamentale rimane: se soffrite di apnee notturne, parlare con il vostro medico della possibilità di valutare anche la salute del vostro fegato, magari proprio usando questi semplici indici, potrebbe essere una mossa intelligente per prendervi cura di voi a 360 gradi!
Fonte: Springer
