Visualizzazione concettuale che collega la forma corporea umana (stilizzata e più rotonda) all'apnea del sonno (simboleggiata da onde sonore interrotte o maschera CPAP). Sullo sfondo, un grafico astratto mostra l'aumento del rischio. Fotografia concettuale, obiettivo 50mm, stile duotone blu scuro e arancione, profondità di campo media.

La Tua Forma Conta di Più di Quanto Pensi: Scopri il Legame Nascosto tra Indice di Rotondità Corporea e Apnee Notturne!

Ehi amici della salute e del buon sonno! Scommetto che molti di voi hanno sentito parlare di apnea ostruttiva del sonno (OSA), quel fastidioso (e potenzialmente pericoloso) disturbo in cui la respirazione si interrompe ripetutamente durante la notte. Russamento forte, sonnolenza diurna, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento… suona familiare? Purtroppo, è una condizione più comune di quanto si pensi, colpendo circa il 25% degli adulti negli Stati Uniti, e la sua incidenza è pure in aumento.

Sappiamo da tempo che l’obesità gioca un ruolo chiave nell’OSA. Per anni, l’indicatore principale per definire l’obesità è stato l’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI in inglese). Utile, certo, ma diciamocelo, un po’ limitato. Non distingue tra massa grassa e massa magra, né ci dice *dove* si accumula il grasso (e sappiamo che il grasso viscerale, quello attorno agli organi, è particolarmente insidioso). Anche la circonferenza vita (WC), pur indicando l’obesità centrale, non tiene conto dell’altezza della persona.

Entra in Scena il BRI: Un Nuovo Sguardo sulla Forma Fisica

Ma se vi dicessi che c’è un nuovo modo, forse più “furbo”, per valutare la nostra forma fisica e il rischio associato? Si chiama Indice di Rotondità Corporea (BRI – Body Roundness Index). Sviluppato nel 2013, questo indice utilizza l’altezza e la circonferenza vita per dare un’idea più precisa della percentuale di grasso corporeo totale e, soprattutto, di quello viscerale. In pratica, ci dice quanto la nostra forma corporea si avvicina a un cerchio. Più alto è il BRI, più “rotonda” è la forma e, potenzialmente, maggiore è il grasso accumulato, specialmente a livello addominale.

La domanda sorge spontanea: questo nuovo indice BRI può dirci qualcosa di più sul rischio di sviluppare l’apnea notturna rispetto al vecchio BMI? È proprio quello che un recente studio trasversale ha cercato di scoprire, analizzando i dati di un’enorme indagine sulla salute americana, la NHANES.

Lo Studio NHANES: Una Finestra sulla Salute Americana

Immaginate un’enorme fotografia della salute e della nutrizione degli americani, scattata a intervalli regolari dal 1999. Questa è la National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES). Per questo studio specifico, i ricercatori hanno “zoomato” sui dati raccolti tra il 2005-2008 e il 2015-2020, coinvolgendo la bellezza di 24.476 adulti (dai 18 anni in su).

Come hanno identificato chi soffriva di OSA? Non con la polisonnografia (l’esame standard, ma complesso da realizzare su larga scala), bensì attraverso tre domande specifiche del questionario NHANES:

  • Soffri di estrema sonnolenza diurna da 16 a 30 volte al mese, nonostante dorma almeno 7 ore per notte?
  • Ti capita occasionalmente di ansimare, sbuffare o smettere di respirare durante il sonno?
  • Russi abitualmente almeno tre volte a settimana?

Se la risposta era “sì” ad almeno una di queste domande, il partecipante veniva considerato affetto da OSA per lo studio. Il BRI, invece, è stato calcolato usando le misurazioni precise di altezza e circonferenza vita raccolte durante le visite mediche dell’indagine.

Primo piano di un uomo di mezza età addormentato su un cuscino, leggermente in sovrappeso, con luce soffusa dalla finestra laterale. Fotografia ritratto, obiettivo 35mm, profondità di campo ridotta per sfocare lo sfondo della camera da letto, bianco e nero.

I Risultati: Il BRI Alza la Voce sul Rischio OSA

Ebbene, tenetevi forte! Dopo aver “pulito” i dati tenendo conto di tantissimi fattori confondenti (età, sesso, etnia, livello di istruzione, stato civile, reddito, consumo di alcol, fumo, ipertensione, diabete, durata del sonno e persino il BMI stesso!), è emersa una correlazione positiva e significativa tra l’Indice di Rotondità Corporea (BRI) e la prevalenza dell’Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA).

In parole povere: più alto è il BRI, maggiore è la probabilità di avere l’OSA.

Guardando i numeri più da vicino:

  • Per ogni punto in più di BRI, il rischio di OSA aumentava dell’11% (OR = 1.11).
  • Confrontando le persone nel quartile più alto di BRI (i più “rotondi”) con quelle nel quartile più basso, il rischio di OSA era addirittura dell’87% superiore (OR = 1.87)!

Questa associazione positiva è rimasta solida anche analizzando diversi sottogruppi (uomini/donne, diverse fasce d’età, fumatori/non fumatori, ecc.), suggerendo che il legame tra BRI e OSA è piuttosto generalizzato.

Il Punto di Svolta: Quando la Rotondità Diventa Critica

Ma la cosa si fa ancora più interessante. Analizzando la relazione con tecniche statistiche più avanzate (curve di adattamento smussate), i ricercatori hanno identificato un “punto di flesso”, una sorta di soglia, a un valore di BRI pari a 4.72.

Cosa significa?

  • Sotto la soglia di 4.72: ogni aumento di un punto nel BRI era associato a un aumento del 33% del rischio di OSA. Un incremento notevole!
  • Sopra la soglia di 4.72: ogni aumento di un punto nel BRI era associato a un aumento del 6% del rischio di OSA. L’aumento continua, ma è meno marcato.

Questo suggerisce che potrebbe esserci un livello critico di “rotondità” (e presumibilmente di grasso viscerale) oltre il quale il rischio di OSA aumenta in modo particolarmente rapido. Superata quella soglia, il rischio continua a salire, ma forse i meccanismi compensatori del corpo sono già in difficoltà o altri fattori diventano proporzionalmente più importanti. Potrebbe rappresentare il passaggio da una fase di “compensazione” dell’accumulo di grasso a una di “scompenso”, con conseguenze metaboliche e infiammatorie più marcate.

Un metro a nastro giallo flessibile appoggiato su un tavolo di legno scuro accanto a un grafico stilizzato su un tablet che mostra la forma del corpo umano con evidenziata la circonferenza vita e l'altezza per il calcolo del BRI. Fotografia still life, obiettivo macro 80mm, illuminazione laterale controllata per creare ombre morbide, alta definizione dei dettagli del metro e dello schermo.

BRI vs. BMI: Chi Vince la Sfida della Previsione?

Ok, il BRI è associato all’OSA. Ma è *meglio* del BMI nel prevederla? Lo studio ha confrontato la capacità discriminatoria dei due indici. Il BMI è risultato leggermente migliore nel distinguere in generale chi ha l’OSA da chi non ce l’ha (AUC leggermente più alta). Tuttavia, il BRI ha mostrato una specificità significativamente maggiore (69.8% vs 64.8%).

Che vuol dire “specificità”? È la capacità del test (in questo caso, l’indice) di identificare correttamente le persone che *non* hanno la condizione. Un BRI più specifico significa che è più bravo a “escludere” l’OSA in chi effettivamente non ce l’ha. Questo è prezioso in clinica per evitare diagnosi errate o preoccupazioni inutili. Inoltre, il valore soglia del BRI per questa capacità predittiva era più basso di quello del BMI, suggerendo che il BRI potrebbe individuare il rischio prima.

Perché la Rotondità Corporea Influisce sul Sonno?

Ma come fa esattamente l’accumulo di grasso, specialmente quello viscerale riflesso da un alto BRI, a causare o peggiorare l’OSA? I meccanismi sono complessi e interconnessi:

  • Fattori Meccanici: L’accumulo di grasso nel collo e nelle vie aeree superiori può restringere fisicamente il passaggio dell’aria.
  • Infiammazione Sistemica: Il tessuto adiposo, specialmente quello viscerale, non è inerte ma produce sostanze infiammatorie che possono peggiorare la funzione delle vie aeree e contribuire ad altri problemi di salute associati all’OSA (come le malattie cardiovascolari).
  • Ipoxia e Stress Metabolico: L’OSA stessa causa cali di ossigeno nel sangue (ipossia). Questo stress, combinato con l’ipossia già presente nel tessuto adiposo degli obesi, può innescare un circolo vizioso di infiammazione, disfunzione metabolica (resistenza all’insulina, alterazione degli ormoni come leptina e adiponectina) che peggiora sia l’obesità sia l’OSA.
  • Feedback Positivo: L’aumento di peso aumenta il rischio di OSA, e l’OSA (con la sua frammentazione del sonno e le alterazioni ormonali) può portare a un ulteriore aumento di peso. Un cane che si morde la coda!

Grafico a linee su uno schermo di computer che mostra la correlazione positiva tra l'aumento dell'Indice di Rotondità Corporea (BRI) sull'asse X e l'aumento del rischio di Apnea Ostruttiva del Sonno (OSA) sull'asse Y, con un punto di flesso evidenziato. Illuminazione da ufficio, messa a fuoco precisa sul grafico, leggero riflesso sullo schermo, colori blu e arancione per le linee.

Limiti dello Studio e Prospettive Future

Ovviamente, come in ogni ricerca, ci sono dei “ma”. Questo era uno studio trasversale, il che significa che ha scattato una fotografia in un dato momento. Non può stabilire con certezza un rapporto di causa-effetto (il BRI causa l’OSA o viceversa? O entrambi sono influenzati da altri fattori?). Inoltre, la diagnosi di OSA era basata su questionari, non sull’esame gold standard (polisonnografia), il che introduce una potenziale imprecisione. Infine, nonostante si sia tenuto conto di molti fattori, potrebbero essercene altri non misurati (come l’attività fisica, la dieta specifica, l’uso di farmaci sedativi) che influenzano la relazione.

Nonostante queste limitazioni, i risultati sono intriganti. Suggeriscono che il BRI potrebbe essere uno strumento semplice, economico e utile per identificare le persone a maggior rischio di OSA, forse anche meglio del BMI in termini di specificità.

Cosa Portiamo a Casa?

Il messaggio chiave è che la nostra forma corporea, misurata dall’Indice di Rotondità Corporea, sembra essere un indicatore importante del rischio di apnea ostruttiva del sonno. Il BRI, focalizzandosi sulla distribuzione del grasso centrale, offre una prospettiva potenzialmente più accurata rispetto al solo BMI.

Questo non significa buttare via il BMI, ma piuttosto considerare il BRI come un complemento utile, specialmente per la sua semplicità di calcolo (bastano altezza e circonferenza vita). Se hai un BRI elevato, potrebbe essere un campanello d’allarme in più per discutere con il tuo medico di eventuali sintomi legati al sonno e valutare il tuo rischio di OSA.

Serviranno sicuramente studi futuri, specialmente longitudinali (che seguono le persone nel tempo), per confermare questi risultati, chiarire il rapporto causa-effetto e capire se intervenire per ridurre il BRI possa effettivamente migliorare o prevenire l’OSA. Ma per ora, abbiamo un indizio in più: prendersi cura della propria forma fisica, andando oltre il semplice peso sulla bilancia, potrebbe essere fondamentale anche per dormire sonni tranquilli!

Fonte: Springer

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