Fotografia aerea di un incrocio stradale trafficato al crepuscolo in una città moderna, le scie luminose delle auto creano un senso di movimento e potenziale pericolo. Obiettivo grandangolare 24mm, lunga esposizione per scie luminose, focus nitido sull'incrocio.

Strade Post-Pandemia: Più Incidenti, Più Gravi? Cosa Ci Dice uno Studio Saudita

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che tocca le vite di molti, forse più di quanto pensiamo: la sicurezza stradale. In particolare, voglio dare un’occhiata a come le cose sono cambiate sulle strade dopo quel periodo stranissimo che è stata la pandemia di COVID-19. Ci siamo chiesti tutti, no? Con i lockdown, le strade si erano svuotate, ma poi? Siamo tornati a guidare come prima, peggio, meglio?

Uno studio recente, condotto in un importante centro traumatologico di Riyadh, in Arabia Saudita, ha provato a rispondere proprio a questa domanda, analizzando i dati degli incidenti stradali per due anni e mezzo *dopo* la fine delle restrizioni più severe. E, vi anticipo, i risultati fanno riflettere parecchio.

Il Contesto: Prima e Durante la Pandemia

Prima di tuffarci nei dati post-pandemici, facciamo un passo indietro. In Arabia Saudita, tra il 2016 e il 2020, c’era stato un calo notevole degli incidenti gravi (-36%) e dei decessi legati al traffico (-30%). Un trend positivo, in linea con gli obiettivi di miglioramento della sicurezza stradale del Paese (la famosa “Vision 2030”). Poi è arrivato il COVID. Come ovunque, anche lì lockdown e restrizioni hanno ridotto drasticamente la mobilità e, di conseguenza, gli incidenti stradali. Alcuni studi iniziali avevano mostrato un calo del 26.8% degli scontri durante il periodo clou della pandemia. Sembrava quasi una conseguenza “positiva” di un periodo terribile.

Ma la domanda era: cosa sarebbe successo una volta riaperte le strade? La mobilità è ripresa, forse con ritmi diversi, forse con stati d’animo diversi (più stress? Più fretta?). Capire queste dinamiche è fondamentale, non solo per l’Arabia Saudita, ma per tutti noi, perché le lezioni apprese possono aiutarci a rendere le nostre strade più sicure.

Cosa è Cambiato Dopo? I Risultati Chiave

Ed eccoci al cuore dello studio. I ricercatori hanno confrontato i dati del periodo pre-pandemico (agosto 2017 – marzo 2020) con quelli del periodo post-pandemico (luglio 2020 – dicembre 2022), analizzando ben 6.577 casi di trauma da incidente stradale. Cosa hanno scoperto?

Beh, la prima notizia non è buona: c’è stato un aumento complessivo del 14.4% dei casi di trauma stradale nel periodo post-pandemico. Non proprio quello che speravamo.

Ma vediamo più nel dettaglio:

  • Età: L’aumento non è stato uniforme. Sebbene tutte le fasce d’età abbiano visto un incremento, l’aumento percentuale maggiore si è registrato nella fascia 30-44 anni (+7%), seguita dalla fascia 15-29 anni (+2.7%). Curioso, no? Spesso si pensa ai giovanissimi o agli anziani come più a rischio.
  • Genere: La stragrande maggioranza delle vittime sono uomini, e il loro numero è aumentato di più (+12.2% rispetto al pre-pandemia) rispetto alle donne (+2.4%). Questo riflette probabilmente una maggiore presenza maschile alla guida, anche se l’aumento tra le donne potrebbe essere legato alla recente rimozione del divieto di guida per le donne in Arabia Saudita (giugno 2018).
  • Quando avvengono gli incidenti? Sono aumentati sia gli incidenti diurni (+5.5%) che quelli notturni (+9.1%), con una prevalenza maggiore nelle ore serali/notturne.
  • Chi è coinvolto? L’incremento più significativo riguarda i conducenti di autoveicoli (+10.1%). Ma sono aumentati anche i casi tra i passeggeri (+1.9%), i motociclisti (+1.3%) e i pedoni (+1.2%).

Scena di un incidente stradale urbano post-pandemia, con soccorritori che assistono un ferito vicino a un'auto danneggiata. Obiettivo 35mm, luce del tardo pomeriggio, profondità di campo ridotta per focalizzare sull'emergenza.

Fattori di Rischio e Meccanismi d’Incidente: Lesioni Più Gravi?

Non solo ci sono stati più incidenti, ma sembrano essere cambiati anche i tipi di lesioni e la loro gravità. Lo studio ha rilevato un aumento significativo di:

  • Lesioni alla testa (+3.3%)
  • Lesioni agli arti inferiori (+3.1%)
  • Lesioni agli arti superiori (+1.3%)

Questi dati, uniti all’aumento dei punteggi di gravità delle lesioni (ISS – Injury Severity Score), suggeriscono che gli incidenti potrebbero essere diventati mediamente più seri.

Un altro dato interessante riguarda i soccorsi. Mentre prima della pandemia l’ambulanza della Mezzaluna Rossa era il mezzo più comune per arrivare in ospedale, dopo la pandemia si è visto un calo del suo utilizzo e un forte aumento (+16.6%) dell’uso di ambulanze private o governative (spesso usate per trasferimenti tra ospedali). Questo potrebbe indicare cambiamenti nel sistema di soccorso o nella gestione dei pazienti sul territorio. Inoltre, è aumentata significativamente l’attivazione del “trauma team” in ospedale, un altro segnale della potenziale maggiore gravità dei casi.

E le conseguenze in ospedale? Qui i dati sono un po’ contrastanti ma tendenzialmente preoccupanti:

  • Ricoveri in Terapia Intensiva (ICU): Aumentati del 5.6%. Un segnale chiaro di maggiore criticità.
  • Necessità di Interventi Chirurgici: Aumentata (anche se la differenza non è statisticamente netta).
  • Durata della Degenza in ICU: Significativamente più lunga nel periodo post-pandemico.
  • Durata Totale del Ricovero: Leggermente *più corta* nel post-pandemia (un dato un po’ sorprendente, forse legato a protocolli di dimissione più rapidi?).
  • Mortalità Ospedaliera: È passata dall’1.7% al 2.5%. Sebbene l’aumento non sia risultato statisticamente significativo in questo studio (p=0.478), la tendenza al rialzo è comunque un campanello d’allarme.

Lo studio ha anche identificato i fattori di rischio per la mortalità: l’età avanzata (over 60), specifiche lesioni (testa, addome), la necessità di assistenza respiratoria, il ricovero in ICU e la durata della degenza in ICU sono risultati associati a un rischio maggiore, sia prima che dopo la pandemia.

Interpretazioni e Implicazioni: Perché Questo Peggioramento?

Cosa ci dice tutto questo? Sembra che il ritorno alla “normalità” dopo la pandemia non sia stato un semplice ritorno al passato sulle strade. L’aumento degli incidenti, soprattutto tra i conducenti in età lavorativa, e l’apparente incremento della gravità media sollevano domande importanti.

Potrebbe essere legato a un cambiamento nei comportamenti di guida? Magari più stress, più distrazioni (l’uso del cellulare alla guida?), forse una sorta di “rilassamento” dopo i periodi di restrizione? O forse cambiamenti nei volumi di traffico e nelle tipologie di veicoli in circolazione? L’aumento dell’uso di ambulanze private/governative e l’incremento dei pazienti che arrivano in pronto soccorso senza bisogno di assistenza respiratoria immediata potrebbero suggerire anche miglioramenti nelle prime fasi del soccorso pre-ospedaliero, che permettono a pazienti anche gravi di arrivare vivi in ospedale, ma magari in condizioni che richiedono poi cure intensive più lunghe.

Interno di un pronto soccorso affollato in un trauma center, medici e infermieri in movimento rapido attorno a una barella. Teleobiettivo zoom 100mm, fast shutter speed per catturare il movimento, illuminazione controllata tipica ospedaliera.

Un Quadro Preoccupante e la Strada da Seguire

Insomma, lo studio dipinge un quadro con diverse ombre. L’aumento dei casi, la tendenza verso una maggiore gravità, l’incremento dei ricoveri in terapia intensiva e la mortalità che, seppur non statisticamente aumentata in modo significativo, mostra un trend al rialzo, sono tutti elementi che non possiamo ignorare.

Certo, lo studio ha i suoi limiti: si basa sui dati di un solo ospedale, è retrospettivo e non aveva informazioni dettagliate su tutte le dinamiche degli incidenti (uso cinture, tipo di impatto, ecc.). Tuttavia, i segnali che lancia sono forti e chiari.

C’è un bisogno urgente di rimettere al centro la sicurezza stradale. Questo significa investire in:

  • Prevenzione: Campagne di sensibilizzazione mirate, educazione stradale continua.
  • Controllo: Applicazione più rigorosa delle norme del codice della strada (velocità, distrazioni, alcol/droghe).
  • Infrastrutture: Strade più sicure, progettate per ridurre i rischi.
  • Tecnologia: Sfruttare le nuove tecnologie per la sicurezza dei veicoli e la gestione del traffico.
  • Sistema Sanitario: Continuare a migliorare la catena del soccorso, dal pre-ospedaliero alle cure intensive e riabilitative.

La pandemia ha cambiato tante cose, ma non deve farci abbassare la guardia su un problema, quello degli incidenti stradali, che rimane una delle principali cause di morte e disabilità in tutto il mondo. Anzi, forse ci impone di raddoppiare gli sforzi. La sicurezza sulle strade dipende da tutti noi, ogni giorno.

Fonte: Springer

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