Funghi, Roditori e Foreste Sconvolte: Un Mondo Nascosto Sotto i Nostri Piedi!
Amici lettori, preparatevi per un viaggio affascinante in un mondo spesso invisibile, ma assolutamente cruciale per la salute del nostro pianeta: quello dei funghi micorrizici e dei loro sorprendenti alleati, i roditori. Oggi vi racconto di una ricerca che ci ha portati nel cuore di una foresta temperata in Messico, per svelare come i cambiamenti imposti dall’uomo al paesaggio stiano rimescolando le carte in questo delicato ecosistema.
Ma cosa sono questi funghi micorrizici?
Immaginate una fitta rete sotterranea, una specie di “internet della natura”, che collega le radici delle piante. Ecco, in parole povere, questa è l’opera dei funghi micorrizici. Non sono parassiti, anzi! Sono dei veri e propri partner per le piante. Si dividono principalmente in due grandi “squadre”:
- I funghi micorrizici arbuscolari (AMF): formano strutture ramificate, simili ad alberelli (arbuscoli), all’interno delle cellule radicali delle piante. Sono antichissimi e collaborano con la stragrande maggioranza delle specie vegetali.
- I funghi ectomicorrizici (EMF): avvolgono le radici con una sorta di guaina esterna (il mantello fungino) e si insinuano tra le cellule radicali, ma senza penetrarle. Sono tipici di molte specie arboree delle foreste temperate e boreali, come pini e querce.
Queste associazioni, chiamate micorrize, sono un capolavoro di simbiosi. I funghi aiutano le piante ad assorbire acqua e nutrienti essenziali dal suolo (fosforo e azoto in primis), e in cambio ricevono zuccheri prodotti dalla pianta tramite la fotosintesi. Un vero e proprio “do ut des” che va avanti da milioni di anni e che rende le piante più resistenti a stress, siccità e persino a malattie.
L’impatto umano: il cambiamento dell’uso del suolo
Ora, immaginate cosa succede quando noi esseri umani decidiamo di trasformare una foresta in un campo coltivato, o in un pascolo, o quando la disboscamo per far spazio a nuove piantagioni (come quelle di avocado, sempre più diffuse in Messico). Questo è ciò che chiamiamo cambiamento dell’uso del suolo. È una delle pressioni antropiche più forti sul nostro pianeta, e le conseguenze sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi possono essere devastanti.
Mi sono chiesto: come reagiscono i nostri amici funghi micorrizici a questi stravolgimenti? E i roditori, che spesso si nutrono di funghi e ne disperdono le spore con le loro feci, che ruolo giocano in tutto questo?
La nostra indagine sul campo (e in laboratorio!)
Per rispondere a queste domande, il nostro team di ricerca si è recato nel Michoacán, in Messico. Abbiamo selezionato dieci siti: cinque in aree di foresta relativamente indisturbata e cinque in aree vicine che avevano subito significativi cambiamenti nell’uso del suolo. In pratica, abbiamo confrontato “oasi” di foresta con zone “disturbate”.
Cosa abbiamo fatto? Beh, un po’ di tutto!
- Abbiamo raccolto campioni di suolo, perché è lì che i funghi vivono e prosperano.
- Abbiamo catturato (e poi rilasciato!) dei roditori e raccolto i loro escrementi (sì, avete capito bene, le “cacchine”!). Perché? Perché le feci dei roditori possono contenere le spore dei funghi che hanno mangiato, rivelandoci chi disperde cosa.
- Abbiamo analizzato il DNA presente in questi campioni (suolo e feci) per identificare le specie di funghi micorrizici presenti. Una sorta di “CSI della micologia”!
L’obiettivo era capire se la diversità e la composizione delle comunità fungine cambiassero tra siti disturbati e indisturbati, sia nel suolo che nelle feci dei roditori. E volevamo anche vedere se diverse specie di roditori avessero “preferenze” fungine diverse e se la stagione (secca o umida) influenzasse la dieta fungina.
Le scoperte: un quadro complesso e affascinante
I risultati sono stati davvero illuminanti! Abbiamo identificato ben 112 presunte specie di funghi micorrizici. Un vero tesoro di biodiversità!
Ecco cosa abbiamo scoperto, in sintesi:
- Nel suolo: La ricchezza di specie di funghi EMF (quelli che amano gli alberi) era maggiore nei siti forestali indisturbati rispetto a quelli disturbati. Questo ha senso: se togli gli alberi, i loro funghi partner soffrono. Per i funghi AMF, invece, non abbiamo trovato differenze significative nella ricchezza tra suolo disturbato e indisturbato. Forse perché gli AMF sono più generalisti o perché nel suolo disturbato arrivano piante erbacee pioniere che ospitano comunque questi funghi, o magari c’è del DNA “fossile” di funghi che erano lì prima del disturbo.
- Nelle feci dei roditori: Qui la storia si fa interessante! La diversità di funghi AMF era maggiore nelle feci raccolte nei siti disturbati rispetto a quelli indisturbati. Probabilmente perché nei siti disturbati crescono più piante erbacee e arbusti pioniere, che sono spesso associate agli AMF, e i roditori se ne cibano. Per gli EMF, non c’erano differenze significative nella ricchezza nelle feci tra i due tipi di sito, ma la cosa notevole è che il 100% dei campioni di feci conteneva EMF! Questo suggerisce che i roditori sono dispersori molto efficienti di questi funghi, indipendentemente dal disturbo.
- I roditori “specialisti”: Abbiamo trovato differenze significative nella diversità dei funghi (sia AMF che EMF) a seconda della specie di roditore. Ad esempio, il roditore Sigmodon hispidus (una specie di ratto del cotone) si è rivelato un “campione” nel trasportare una grande varietà di funghi. È stata una sorpresa, perché non era molto documentato il suo ruolo in questo senso! Anche Microtus mexicanus (un’arvicola messicana) si è dimostrato un buon dispersore.
- L’effetto della stagione: La diversità dei funghi EMF nelle feci era maggiore durante la stagione umida rispetto a quella secca. Questo è logico: con le piogge, i funghi EMF producono più corpi fruttiferi (i “funghi” che vediamo, come porcini o tartufi ipogei), che sono cibo prelibato per i roditori. Per gli AMF, la stagionalità sembrava avere meno influenza sulla diversità nelle feci.
Un dato importantissimo: abbiamo trovato DNA di AMF nel 75% dei campioni di feci e di EMF nel 100% dei campioni! Questo sottolinea il ruolo cruciale dei roditori come “taxi” per le spore fungine.
Perché tutto questo è importante?
Queste scoperte non sono solo curiosità per appassionati di natura. Hanno implicazioni enormi per la conservazione e il ripristino delle foreste. I roditori, disperdendo le spore dei funghi micorrizici, specialmente quelle degli EMF, potrebbero essere degli alleati preziosi per aiutare le foreste disturbate a rigenerarsi. Immaginate un’area disboscata: se i roditori portano lì le spore di funghi EMF, le nuove piantine di alberi (come i pini, che dipendono dagli EMF) avranno molte più chance di attecchire e crescere forti.
Il nostro studio ha evidenziato per la prima volta l’associazione tra Sigmodon hispidus e numerose specie di AMF ed EMF. Questo piccolo roditore, a volte considerato un “parassita” delle colture, potrebbe in realtà svolgere un servizio ecologico fondamentale.
Certo, la faccenda è complessa. Il cambiamento dell’uso del suolo altera le comunità fungine nel suolo, soprattutto quelle degli EMF che perdono i loro ospiti arborei. Tuttavia, i roditori sembrano mantenere una certa capacità di disperdere questi funghi anche in aree modificate, forse “pescando” spore da aree forestali vicine o da spore residue nel suolo.
Pensateci: la salute di una foresta dipende da queste interazioni invisibili. La perdita di specie vegetali dovuta al cambio d’uso del suolo porta alla perdita di funghi specializzati. Ma la presenza di roditori che continuano a disperdere spore può offrire una speranza, un meccanismo naturale per ricostituire le “banche di spore” fungine nel suolo delle aree degradate.
Cosa ci insegna questa avventura messicana?
Ci insegna che gli ecosistemi sono reti incredibilmente interconnesse. Ogni piccolo ingranaggio, anche un fungo microscopico o un roditore apparentemente comune, ha un ruolo. E ci insegna che, anche quando l’uomo altera profondamente un ambiente, la natura ha delle strategie di resilienza sorprendenti.
Il nostro lavoro in Messico è solo un pezzetto del puzzle. C’è ancora tantissimo da scoprire sulle dinamiche di dispersione dei funghi micorrizici e su come possiamo utilizzare queste conoscenze per gestire meglio le nostre foreste e promuovere il loro recupero. Ad esempio, capire quali roditori sono i migliori dispersori e come favorire la loro presenza potrebbe diventare una strategia di restauro ecologico.
Quindi, la prossima volta che passeggerete in un bosco, pensate a tutto questo brulicare di vita sotto i vostri piedi e ai piccoli, instancabili “giardinieri” che lavorano per mantenerlo in salute. E ricordate che proteggere la biodiversità, in tutte le sue forme, è fondamentale per il futuro del nostro pianeta.
Fonte: Springer