Canada: Turismo, Energia e Ambiente Sotto Scacco Geopolitico – Cosa Ho Scoperto
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che tocca corde molto attuali: il delicato equilibrio tra lo sviluppo economico, il turismo, il nostro consumo energetico e la salute del nostro pianeta. Mi sono imbattuto in uno studio affascinante che analizza proprio questi temi, concentrandosi su un paese che amo per i suoi paesaggi mozzafiato: il Canada. Ma c’è un “ma”, anzi, più di uno: lo studio aggiunge al mix anche l’innovazione tecnologica, i rischi geopolitici (pensate a conflitti come quello tra Russia e Ucraina) e l’incertezza delle politiche economiche. Un bel groviglio, vero? Cerchiamo di dipanarlo insieme.
Il Fascino del Canada e il Suo Prezzo Ambientale
Partiamo dal turismo. Chi non sogna un viaggio tra le meraviglie naturali canadesi? Questo settore è una vera forza trainante per l’economia del paese, contribuendo con oltre 40 miliardi di dollari all’anno e rappresentando il 3% del PIL nazionale. Il turismo crea lavoro, favorisce scambi culturali, insomma, sulla carta sembra allineato con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’ONU.
Però, c’è il rovescio della medaglia. Tutta questa bellezza ha un costo ambientale. Pensate ai trasporti (aerei, auto), agli alloggi (hotel, resort) che consumano tanta energia. Si stima che il turismo sia responsabile di circa l’8% delle emissioni globali di carbonio. E il Canada, con le sue immense distanze e attrazioni naturali, non fa eccezione. Le attività turistiche, soprattutto quelle legate ai trasporti su lunghe distanze e agli alloggi ad alta intensità energetica, contribuiscono significativamente alle emissioni di gas serra. Questo, a sua volta, alimenta il cambiamento climatico, con conseguenze come incendi, inondazioni e uragani che minacciano gli stessi ecosistemi che attirano i turisti. È un circolo vizioso che dobbiamo assolutamente spezzare, in linea con l’SDG 13 (Azione per il Clima).
Energia: Motore dell’Economia, Ma a Quale Costo?
Passiamo all’energia. È la linfa vitale della nostra economia globale, non c’è dubbio. Ma la nostra dipendenza dalle fonti fossili (carbone, petrolio, gas naturale) è una delle cause principali del degrado ambientale. Sono fonti relativamente economiche e disponibili, ma il loro utilizzo rilascia enormi quantità di CO2 nell’atmosfera.
Le energie rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico) rappresentano l’alternativa sostenibile, capaci di sostenere la crescita economica riducendo le emissioni. Il Canada ha un mix energetico interessante, con abbondanti risorse sia rinnovabili che non. Tuttavia, la transizione non è semplice. Pensate alla variabilità del meteo che influenza la produzione solare ed eolica, o agli alti costi iniziali delle tecnologie verdi. È fondamentale capire come il consumo energetico canadese, nel contesto del suo fiorente settore turistico, influenzi l’ambiente. Lo studio ha rilevato, non sorprendentemente, che un aumento del consumo energetico porta a un aumento delle emissioni di CO2 nel lungo periodo. Questo perché, nonostante gli sforzi, circa l’80% dell’approvvigionamento energetico canadese deriva ancora da combustibili fossili.

L’Innovazione Tecnologica: La Nostra Arma Segreta?
Ecco una buona notizia! Lo studio conferma quello che un po’ tutti speriamo: l’innovazione tecnologica è nostra alleata nella lotta al cambiamento climatico. Un aumento dell’innovazione tecnologica (misurata, ad esempio, dal numero di brevetti) porta a una riduzione significativa delle emissioni di CO2 nel lungo periodo.
Come? Migliorando l’efficienza energetica nei processi industriali, negli edifici, nei trasporti. Pensate alle auto elettriche, ai sistemi di smart grid, agli elettrodomestici a basso consumo. E poi, ovviamente, ci sono le tecnologie per le energie rinnovabili, sempre più efficienti ed economiche. Il governo canadese sta investendo miliardi in questa direzione, puntando a raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050. Iniziative come l’adozione diffusa di veicoli elettrici in British Columbia o i progetti eolici in Alberta ne sono un esempio concreto. È la dimostrazione che investire in tecnologia verde non solo aiuta l’ambiente, ma può anche stimolare l’economia.
Quando il Mondo Trema: Rischi Geopolitici ed Economici
Ora entriamo in un territorio più complesso e, purtroppo, molto attuale: i rischi geopolitici e l’incertezza delle politiche economiche. Lo studio ha fatto qualcosa di piuttosto innovativo, includendo questi fattori nell’analisi del nesso turismo-ambiente.
I rischi geopolitici (conflitti, tensioni commerciali, sanzioni) creano instabilità. Pensate alla guerra Russia-Ucraina: ha sconvolto i mercati energetici globali, costringendo molti paesi a fare passi indietro, tornando a fonti più inquinanti come il carbone per garantire la sicurezza energetica. Anche il Canada, pur essendo un produttore di energia, risente di queste dinamiche. Lo studio ha scoperto che un aumento dei rischi geopolitici globali porta a un aumento delle emissioni di CO2 canadesi nel lungo periodo. Questo perché, in situazioni di crisi, la priorità diventa spesso la sicurezza energetica immediata, anche a scapito degli obiettivi ambientali a lungo termine. Ad esempio, il Canada potrebbe essere spinto ad aumentare la produzione e l’esportazione di petrolio e gas, fonti ad alta intensità di carbonio.
Allo stesso modo, l’incertezza delle politiche economiche (EPU) – la mancanza di chiarezza su tasse, regolamenti, politiche monetarie – frena gli investimenti, specialmente quelli a lungo termine come quelli nelle tecnologie verdi. Le aziende e gli investitori preferiscono aspettare e vedere, piuttosto che impegnarsi in progetti sostenibili costosi in un clima di incertezza. Anche qui, lo studio ha trovato una correlazione positiva: maggiore incertezza politica, maggiori emissioni di CO2 nel lungo periodo.

Cosa Ci Dicono i Numeri? I Risultati Chiave (in breve)
Utilizzando un modello econometrico avanzato (chiamato ARDL) su dati dal 1990 al 2022, lo studio ha confermato queste tendenze per il Canada nel lungo periodo:
- Turismo: Aumenta le emissioni di CO2.
- Consumo Energetico: Aumenta le emissioni di CO2.
- Crescita Economica (PIL): Aumenta le emissioni di CO2.
- Innovazione Tecnologica: Riduce le emissioni di CO2.
- Rischi Geopolitici: Aumentano le emissioni di CO2.
- Incertezza Politica Economica: Aumenta le emissioni di CO2.
Interessante notare che l’analisi di causalità (test di Toda-Yamamoto) ha rivelato relazioni complesse: ad esempio, esiste un legame bidirezionale tra consumo energetico ed emissioni (si influenzano a vicenda), mentre dal turismo alle emissioni il legame è unidirezionale. Questo suggerisce che le politiche devono essere integrate e considerare questi feedback.
Guardare Avanti: Raccomandazioni e Prossimi Passi
Cosa possiamo portarci a casa da tutto questo? Lo studio non si limita a fotografare la situazione, ma offre anche spunti preziosi per le politiche future, in linea con gli SDGs:
- Turismo Sostenibile (SDG 12, 13, 15): Incentivare trasporti eco-friendly per i turisti, promuovere hotel “verdi”, investire in infrastrutture a basso impatto e sensibilizzare i visitatori.
- Transizione Energetica (SDG 7, 9): Accelerare gli investimenti nelle rinnovabili, modernizzare la rete elettrica, offrire sussidi per l’efficienza energetica nelle case.
- Crescita Verde: Integrare la sostenibilità nelle politiche economiche, espandere la tariffazione del carbonio, sostenere le industrie verdi.
- Resilienza Geopolitica: Diversificare le fonti energetiche puntando sulla produzione locale pulita (eolico offshore, geotermico) e collaborare a livello internazionale.
- Stabilità Politica: Creare un quadro normativo chiaro e stabile per l’ambiente, dando fiducia agli investitori per puntare sul verde.
Certo, lo studio ha i suoi limiti: si concentra solo sulle emissioni di CO2, tralasciando altri impatti ambientali come la perdita di biodiversità o l’inquinamento idrico. Inoltre, i dati arrivano fino al 2022. Ma ci offre una visione d’insieme incredibilmente utile e attuale.
Mi ha fatto riflettere su quanto siano interconnesse le sfide globali e locali. Non possiamo pensare all’ambiente isolandolo dall’economia, dalla politica internazionale o dall’innovazione. Serve un approccio olistico, coraggioso e lungimirante. E ognuno di noi, nel nostro piccolo, può fare la sua parte, scegliendo modi più sostenibili di viaggiare, consumare energia e supportare politiche che guardino al futuro del nostro pianeta.

E voi, cosa ne pensate? Quali soluzioni vedete per bilanciare turismo, energia e ambiente in un mondo così complesso?
Fonte: Springer
