Fotografia realistica di un gruppo di infermieri iraniani, uomini e donne, che lavorano instancabilmente tra le rovine dopo il terremoto di Kermanshah. Stile reportage, luce naturale del tardo pomeriggio, obiettivo grandangolare 24mm per catturare l'ambiente devastato e lo sforzo collettivo, espressioni miste di fatica e determinazione.

Angeli tra le Macerie: L’Impatto Nascosto del Terremoto sugli Infermieri Iraniani

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di veramente toccante, un argomento che spesso resta nell’ombra quando pensiamo ai grandi disastri naturali: l’esperienza di chi è in prima linea nei soccorsi, in particolare degli infermieri. Mi sono imbattuto in uno studio affascinante che esplora proprio questo: l’impatto che il devastante terremoto di Kermanshah del 2017 ha avuto sugli infermieri iraniani che si sono trovati a essere veri e propri soccorritori. E credetemi, quello che emerge è un quadro complesso, fatto di luci e ombre profonde.

L’Iran, come sapete, è una terra che purtroppo convive con il rischio sismico. Il terremoto di Kermanshah, con la sua magnitudo 7.3, è stato un evento catastrofico: 620 morti, 8000 feriti, milioni di persone colpite. In scenari del genere, gli infermieri sono lì, sul campo, spesso il gruppo più numeroso di personale sanitario, a lavorare in condizioni proibitive, con risorse limitate. Sono fondamentali in ogni fase: risposta immediata, recupero, riabilitazione. Ma a quale prezzo?

La Doppia Faccia della Medaglia: Impatti Positivi e Negativi

Lo studio qualitativo che ho analizzato ha intervistato 16 infermieri (9 donne e 7 uomini, con un’età media di circa 34 anni e 10 anni di esperienza) che hanno prestato assistenza diretta alle vittime per almeno 24 ore. Attraverso interviste approfondite, sono emerse due macro-tematiche principali, che potremmo definire come i “due volti” di questa esperienza estrema:

  • Impatti Positivi: Maturità professionale e l’emergere di un nuovo orizzonte nel significato della vita.
  • Impatti Negativi: Trauma psicologico, un calo nelle prestazioni professionali e una sorta di disperazione spirituale.

In pratica, da un lato, vivere un’esperienza così intensa può elevare la vita personale e professionale, dall’altro, rappresenta una minaccia significativa per il benessere degli infermieri stessi. Vediamolo più nel dettaglio.

Crescita Professionale: Quando la Crisi Diventa Maestra

Sembra quasi un paradosso, ma molti infermieri hanno percepito l’opportunità di essere lì, in mezzo al caos, come un’esperienza preziosa per la loro crescita.

Motivazione ad Imparare: Affrontare una situazione così critica ha spinto molti a rivalutare le proprie competenze e a sentire un forte bisogno di migliorare. Un’infermiera ha detto: “Dopo il terremoto, abbiamo capito meglio le cure necessarie in situazioni critiche… Sono interessata a imparare di più sulla cura dei traumatizzati, dei gruppi vulnerabili, sul triage.” (N3) C’è una chiara richiesta di formazione specifica, soprattutto pratica.

Acquisizione di Nuova Esperienza: Trovarsi in contesti unici e complessi permette di sviluppare competenze che difficilmente si acquisiscono nella routine. Un altro infermiere ha raccontato: “Se dovesse succedere di nuovo un terremoto… ora so che la mia priorità è mantenere la calma, fare un triage rapido e rispondere ai bisogni in base all’urgenza.” (N5) Hanno imparato a gestire la crisi, identificando punti di forza e debolezza.

Miglioramento delle Competenze e Fiducia: Le abilità cliniche, la comunicazione, la gestione dei pazienti, il lavoro di squadra… tutto è stato messo alla prova e ne è uscito rafforzato. “Le nostre capacità comunicative e cliniche… sono migliorate, e abbiamo più fiducia che mai.” (N11) Un’infermiera ha aggiunto: “Quella notte… inserivo flebo in piedi, o sdraiata per terra intubavo pazienti… Questa esperienza mi ha aiutato a diventare più abile.” (N12) Questa accresciuta fiducia li ha resi più pronti ad aiutare di nuovo in futuro.

Soddisfazione Lavorativa: Vedere i pazienti riprendersi, ricevere la gratitudine delle famiglie… questi momenti hanno generato un profondo senso di valore e soddisfazione. “Una giovane donna… mi ha abbracciato, ringraziandomi calorosamente, dicendo ‘Hai salvato il mio bambino da morte certa quella notte’. In quel momento, ero orgogliosa di me stessa e orgogliosa di essere un’infermiera.” (N10)

Primo piano di un'infermiera iraniana con sguardo stanco ma determinato, in un ospedale da campo improvvisato dopo un terremoto. Luce soffusa, stile fotogiornalistico, obiettivo 35mm, profondità di campo ridotta per isolare il soggetto.

Un Nuovo Significato per la Vita: Oltre le Macerie

L’esperienza del terremoto ha scosso non solo la terra, ma anche le fondamenta delle percezioni sulla vita stessa.

Riscoperta dei Legami Familiari: Molti hanno iniziato a dare un valore diverso, più profondo, ai rapporti familiari. “Dopo il terremoto, sono diventato più dipendente dalla mia famiglia. I miei sentimenti… per mia moglie e i miei figli si sono intensificati.” (N14) Si è compreso che la presenza dei propri cari non è scontata.

Ridefinizione della Ricchezza: Il concetto di ricchezza materiale è stato messo in discussione. “Ho visto una persona ricca… fare la fila per una bottiglia d’acqua, come le altre vittime. Questo ha cambiato la mia prospettiva sulla vita materialistica.” (N4) La vera ricchezza è stata identificata nei legami umani, nella gentilezza. “La mia vera ricchezza era la gentilezza che avevo mostrato ai miei amici e colleghi.” (N9)

Consapevolezza della Precarietà della Vita: La sensazione predominante è stata quella dell’insicurezza della vita umana. Questa consapevolezza ha ridotto l’egoismo e aumentato l’umanità. “Ho imparato ad apprezzare ciò che ho… dovremmo sempre essere pronti ad andarcene e vivere la vita al massimo… forse tra un’ora non saremo più vivi.” (N7) Un’esperienza tragica ha anche insegnato a non rimandare gesti d’affetto o scuse.

Il Peso Nascosto: Ferite Psicologiche Invisibili

Passiamo ora all’altra faccia della medaglia, quella più oscura e dolorosa. Gli impatti negativi sono stati altrettanto potenti.

Paura e Ansia Persistenti: Molti infermieri locali vivono ancora oggi nella paura di un’altra scossa. “Ora ho paura dell’ospedale… non oso andare nella sala relax. Resto sveglia fino al mattino. Penso che forse arriverà un altro terremoto.” (N1) L’ansia e i disturbi del sonno sono diventati compagni costanti per alcuni. “Mi svegliavo ripetutamente con la paura che il soffitto potesse crollarmi addosso.” (N14)

Shock Iniziale: L’impatto con un numero enorme di feriti gravi ha provocato uno shock tale da paralizzare, almeno inizialmente. “È stata un’esperienza terribile… ero così scioccato che non riuscivo nemmeno a compiere compiti semplici come inserire una flebo.” (N14)

Senso di Colpa: Un sentimento strisciante e doloroso, legato alla percezione di non aver fatto abbastanza o di aver commesso errori. “Avevo infuso del siero a un paziente. Mezz’ora dopo, ho scoperto che era morto. Ancora oggi mi sento in colpa. Mi chiedo se ho commesso un errore…” (N8) “Molte volte penso che se fossimo arrivati prima… avremmo potuto salvare più vittime.” (N11)

Sintomi Depressivi e Isolamento Sociale: Perdita di interesse, distrazione, difficoltà a prendere decisioni semplici, tristezza profonda. “Andavo al parco per fare esercizio, ma ora ho perso interesse… non penso affatto a me stessa.” (N11) Questo malessere si è tradotto spesso in isolamento. “Per molto tempo dopo il terremoto, non volevo nemmeno andare al mercato… preferivo stare a casa.” (N6) “Avevo paura di contattare i miei vecchi amici perché sapevo che avrebbero chiesto della situazione… non avevo voglia di rispondere.” (N13)

Scatto emotivo di un infermiere seduto da solo su una barella vuota in un corridoio d'ospedale scarsamente illuminato, testa tra le mani. Bianco e nero, grana della pellicola visibile, obiettivo 50mm, espressione di esaurimento e stress post-traumatico.

Quando il Lavoro Diventa un Fardello: Il Declino Professionale

L’impatto psicologico si è riversato inevitabilmente sulla sfera lavorativa.

Burnout e Stanchezza: Irritabilità, affaticamento cronico, disturbi del sonno, difficoltà a “staccare” e tornare alla vita familiare, frustrazione. Questi sono chiari segni di burnout. “Fino a prima del terremoto, ero interessato all’infermieristica, ma ora non sono sicuro di poter continuare questo lavoro impegnativo per sempre.” (N15) La capacità di concentrazione e l’efficienza ne hanno risentito. “A volte dimenticavo di essere al lavoro, altre volte dimenticavo di fare alcuni dei miei compiti.” (N4)

Mancanza di Supporto Organizzativo: Un punto dolente emerso con forza è la sensazione di essere stati ignorati dalle autorità, nonostante i sacrifici enormi. “Gli infermieri hanno sacrificato i propri bisogni… lavorando in condizioni difficili e insicure… Sfortunatamente, i loro sforzi non sono stati adeguatamente riconosciuti.” (N5) Questa mancanza di supporto ha generato scoraggiamento e insoddisfazione, portando alcuni persino a cambiare professione. “Quando si tratta di condividere ricompense e riconoscimenti, gli infermieri non hanno alcun ruolo. Questo porta all’insoddisfazione.” (N16)

Abbandono dei Protocolli: L’urgenza iniziale ha richiesto di bypassare alcuni protocolli. Il problema è che, per alcuni, questa modalità “accelerata” è diventata un’abitudine anche dopo il ritorno alla normalità. “L’urgenza richiedeva di infondere i sieri rapidamente. Ora, posso infondere il siero in meno di un’ora, anche se dovrebbe essere infuso in 8 ore.” (N9) Un approccio più superficiale, ad esempio nell’anamnesi, è diventato la norma per alcuni.

Dubbi e Disperazione: La Crisi Spirituale

Infine, l’esperienza ha toccato anche la sfera più intima e spirituale.

Esitazione sulla Fede: Vedere tanta sofferenza e morte ha portato alcuni a mettere in discussione le proprie convinzioni religiose, persino a rimproverare Dio. “Ero profondamente turbato nel vedere tutti quei cadaveri… Ho pensato a come la provvidenza divina permetta che accadano scene così orribili.” (N?) “Un bambino… giaceva su una barella… mi è stato detto che [i genitori] erano tutti morti… Ho pensato tra me e me, ‘Dio, come hai potuto non lasciare nemmeno una persona per loro?'” (N8)

Senso di Nichilismo e Assurdità: La fragilità della vita, la distruzione improvvisa di tutto ciò che si è costruito, ha lasciato in alcuni un senso di vuoto, di assurdità dell’esistenza. “Vedere tutti i beni umani distrutti in un batter d’occhio mi ha fatto chiedere lo scopo di sforzarsi tanto. Mi ha fatto sentire come se la vita fosse solo un sogno.” (N12) “Ti fa capire quanto sia fragile la vita… le persone passano tutta la vita a lavorare per un giorno del genere, solo per lasciare tutto alle spalle proprio quel giorno.” (N7)

Cosa ci insegna tutto questo?

Questo studio ci sbatte in faccia una realtà potente: gli infermieri che operano in contesti di disastro vivono impatti profondi e contrastanti. Sono eroi silenziosi che crescono professionalmente e umanamente, ma che pagano anche un prezzo altissimo in termini di salute mentale e benessere. La loro vulnerabilità è evidente.

È fondamentale, quindi, non dimenticarli. Hanno bisogno di supporto psicologico a lungo termine, di programmi di formazione specifici che li preparino non solo tecnicamente ma anche emotivamente ad affrontare queste crisi. Le istituzioni devono riconoscere i loro sforzi e creare sistemi di supporto adeguati.

Capire le loro esperienze, le loro sfide, le loro necessità è il primo passo per poterli aiutare a continuare a svolgere il loro ruolo insostituibile, minimizzando il carico psicologico e rafforzando la loro capacità di cura anche nelle situazioni più estreme. Perché prendersi cura di chi cura è essenziale, soprattutto quando le macerie intorno sono tante, visibili e invisibili.

Fonte: Springer

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