Ciclo Mestruale in Ghana: Cosa Sanno (e Fanno) Davvero le Studentesse?
Parliamoci chiaro, il ciclo mestruale è una cosa naturalissima, parte della vita di miliardi di donne e ragazze nel mondo. Eppure, ancora oggi, in troppi posti è un argomento avvolto da silenzi, tabù e, diciamocelo, un bel po’ di disinformazione. Ecco perché mi ha colpito tantissimo imbattermi in uno studio recente che ha cercato di fare luce proprio su questo: cosa sanno e come gestiscono l’igiene mestruale le studentesse delle scuole superiori in una municipalità del Ghana, la New Juaben North.
Immaginatevi queste ragazze, adolescenti come tante, che si trovano ad affrontare non solo i cambiamenti fisici ed emotivi della pubertà, ma anche le sfide legate a un evento mensile che, senza le giuste conoscenze e risorse, può diventare un ostacolo. Lo studio, condotto su oltre 500 studentesse tra agosto e settembre 2022, ci offre uno spaccato sincero e, per certi versi, sorprendente.
Un Tuffo nei Numeri: Cosa Sanno Davvero le Ragazze?
Allora, cosa è emerso da questa ricerca? Beh, la buona notizia è che una buona parte delle ragazze intervistate ha dimostrato di avere una conoscenza “buona” (61,22%) o “moderata” (21,36%) delle mestruazioni e dell’igiene correlata. La maggioranza (circa il 95,6%) sa che si tratta di un sanguinamento mensile naturale, e molte (87,50%) capiscono che è regolato dagli ormoni. Conoscono anche la durata normale del ciclo (2-7 giorni per il 92%) e l’intervallo tra un ciclo e l’altro (20-35 giorni per il 61,78%).
Ma attenzione, non è tutto oro quello che luccica. C’è ancora un 17,41% di studentesse con conoscenze “scarse”. E, cosa ancora più preoccupante, persistono vecchi miti e credenze: una piccola percentuale pensa ancora che le mestruazioni siano una malattia (2,17%) o addirittura una maledizione (2,35%)! Fa riflettere, vero? Pensare che nel 2024 ci siano ancora ragazze che convivono con queste idee sbagliate sottolinea quanto lavoro ci sia ancora da fare sull’educazione.
E da chi imparano queste cose? Lo studio ci dice che le fonti principali sono gli insegnanti (54,04%), seguiti dalle madri (42,37%) e dalle amiche (37,70%). È interessante notare il ruolo chiave della scuola, ma anche l’importanza della figura materna. Un dato positivo è che la stragrande maggioranza (90,61%) aveva sentito parlare di mestruazioni *prima* del menarca (la prima mestruazione), un passo fondamentale per affrontare questo momento con più serenità.
Dalla Teoria alla Pratica: Come Gestiscono il Ciclo?
Passiamo ora alle abitudini concrete, all’igiene mestruale vera e propria. Anche qui, i dati ci danno un quadro misto. Circa il 57,09% delle studentesse adotta pratiche igieniche considerate “buone”. Un dato incoraggiante, ma significa anche che un consistente 42,91% ha ancora pratiche “scarse”.
Cosa usano per assorbire il flusso? La risposta è quasi unanime: gli assorbenti usa e getta sono la scelta principale (usati dal 97,44% e preferiti dal 93,25%). Altri prodotti come coppette mestruali o assorbenti lavabili sono conosciuti da poche e usati ancora meno. Questo ci dice molto sulla disponibilità e forse anche sul costo e sulla praticità percepita dei diversi prodotti in quel contesto.
E la frequenza del cambio? La maggior parte delle ragazze cambia l’assorbente due (47,49%) o tre o più volte (47,30%) al giorno. Solo un piccolo 5% lo fa una volta sola. Le raccomandazioni sanitarie suggeriscono cambi più frequenti (ogni 2-3 ore idealmente) per prevenire infezioni, quindi anche qui c’è margine di miglioramento.
Un altro dato interessante riguarda l’igiene personale: quasi tutte (99%) si lavano durante il ciclo. Ma come? La maggioranza (61,13%) usa solo acqua per la pulizia genitale. L’uso di acqua e sapone, raccomandato per una corretta igiene, è meno diffuso (16,79%), mentre un 21,51% usa acqua e antisettici (pratica non sempre consigliata senza indicazione medica).
Infine, lo smaltimento degli assorbenti usati. Qui le pratiche cambiano tra casa e scuola. A casa, il metodo più comune è bruciarli (53,14%), seguito dal gettarli nel cestino (32,85%). A scuola, invece, prevale il cestino (46,86%), ma aumenta anche la pratica di bruciarli (25,67%) e, purtroppo, di gettarli nel water (21,54% a scuola contro il 9,52% a casa). Quest’ultima abitudine, insieme al gettarli negli scarichi (praticato da pochissime, per fortuna), è particolarmente problematica per l’ambiente e le infrastrutture igieniche.
Cosa Fa la Differenza? Fattori Chiave per una Buona Igiene
Lo studio non si è fermato a descrivere la situazione, ma ha cercato di capire cosa influenza positivamente le pratiche di igiene mestruale. E sono emerse cose molto significative.
Innanzitutto, il contesto familiare conta: le ragazze che vivono solo con la madre hanno quasi il doppio delle probabilità (AOR = 1.88) di avere buone pratiche igieniche rispetto a chi vive con entrambi i genitori. Questo suggerisce quanto sia potente l’influenza e il supporto materno diretto su questo tema specifico.
Poi, l’ambiente scolastico è cruciale. Avere accesso a cestini dedicati per lo smaltimento degli assorbenti raddoppia (AOR = 2.20) le probabilità di buone pratiche. Sembra banale, ma avere un posto discreto e appropriato dove gettare l’assorbente fa un’enorme differenza. Allo stesso modo, la presenza di servizi igienici separati e la percezione di avere strutture adeguate a scuola sono associate a migliori abitudini igieniche. Insomma, non basta sapere cosa fare, bisogna anche avere i mezzi e gli spazi per farlo in modo dignitoso e sicuro.
Non Solo Numeri: Sfide e Prospettive Future
Questa ricerca dal Ghana, quindi, ci lascia con un messaggio forte: c’è stato un progresso nella conoscenza e nelle pratiche legate all’igiene mestruale tra le giovani studentesse, ma le sfide restano importanti. I miti sono duri a morire, le pratiche igieniche non sono ancora ottimali per tutte e le infrastrutture (come bagni puliti, privati, con acqua, sapone e sistemi di smaltimento adeguati – le famose strutture WASH) giocano un ruolo fondamentale.
Non dimentichiamo che una cattiva igiene mestruale non è solo una questione di salute (aumenta il rischio di infezioni), ma impatta anche sull’istruzione (può portare ad assenteismo scolastico) e sul benessere psicologico delle ragazze, alimentando vergogna e isolamento.
Cosa possiamo fare? Lo studio suggerisce un approccio integrato:
- Potenziare l’educazione sanitaria nelle scuole, rendendola completa, pratica e mirata a sfatare i miti.
- Migliorare le infrastrutture scolastiche, garantendo accesso a servizi WASH adeguati e discreti.
- Coinvolgere attivamente le famiglie, specialmente le madri, nell’educazione delle figlie.
- Creare una collaborazione tra scuole, genitori, decisori politici e ONG per costruire un ambiente di supporto.
Insomma, questa finestra sulla vita delle studentesse ghanesi ci ricorda che parlare di ciclo mestruale e garantire un’igiene dignitosa è una questione di salute pubblica, di diritti umani e di equità di genere. Un piccolo passo per una ragazza, un grande passo per la sua salute, la sua istruzione e il suo futuro.
Fonte: Springer