Caldo Africano: HABVIA, la Scienza che Rinfresca la Vita (e il Sonno!) delle Comunità Vulnerabili
Amici, parliamoci chiaro: il nostro pianeta si sta scaldando, e l’Africa, ahimè, è in prima linea, con temperature che potrebbero schizzare verso l’alto al doppio della velocità rispetto alla media globale. Immaginatevi cosa significhi vivere, giorno e notte, sotto una cappa di calore opprimente. Non è solo una questione di disagio, ma una vera e propria minaccia per la salute, specialmente per le comunità più fragili.
Le case, spesso inadeguate, possono trasformarsi in vere e proprie fornaci, peggiorando la situazione. Ecco perché c’è un bisogno disperato di trovare soluzioni, strategie di adattamento sostenibili, soprattutto per chi vive in insediamenti informali o a basso reddito. Ed è qui che entro in gioco io, o meglio, un progetto entusiasmante di cui voglio parlarvi: lo studio HABVIA (Heat Adaptation Benefits for Vulnerable groups In Africa).
Il Caldo Africano: Una Minaccia Silenziosa ma Reale
Quando parlo di “minaccia”, non esagero. L’esposizione prolungata a temperature elevate, sia diurne che notturne, è un vero e proprio killer silenzioso. È stata collegata a una miriade di problemi di salute, e purtroppo, questa tendenza sembra destinata a peggiorare, anche se fossimo bravissimi a ridurre le emissioni da domani mattina. Il caldo torrido colpisce il nostro corpo in modi diretti e indiretti. Pensate alla disidratazione, allo stress pazzesco sul sistema cardiovascolare, fino al colpo di calore. Ma non finisce qui: temperature più alte possono favorire la diffusione di alcune malattie infettive e mettere a rischio la sicurezza alimentare. Malattie croniche renali, disturbi respiratori, problemi in gravidanza e persino la nostra salute mentale possono risentire pesantemente del clima rovente.
Un aspetto cruciale, spesso sottovalutato, è l’impatto del caldo sul sonno. Dormire bene è fondamentale, è la base per mantenere in salute il nostro sistema cardiometabolico, il sistema immunitario, le funzioni cognitive e il nostro equilibrio mentale. Se il sonno viene disturbato – che sia per qualità scarsa, durata insufficiente o orari sballati – aumenta il rischio di sviluppare malattie come problemi cardiovascolari, obesità, diabete e depressione. E indovinate un po’? L’ambiente termico gioca un ruolo chiave: temperature elevate possono mandare all’aria i delicati meccanismi di termoregolazione che ci permettono di addormentarci e mantenere un sonno ristoratore. Il corpo fatica a raffreddarsi, e questo ci tiene svegli. Studi recenti hanno mostrato chiaramente che temperature notturne più alte ritardano l’ora in cui ci si addormenta e accorciano la durata del sonno, soprattutto nei paesi a basso reddito e nelle zone già calde.
Perché Proprio l’Africa? E Chi Sono i Più Vulnerabili?
L’Africa subsahariana (SSA) si trova ad affrontare quello che gli esperti chiamano un “deficit di adattamento”. In parole povere, mancano le capacità istituzionali, economiche e tecnologiche per far fronte alla variabilità climatica e agli eventi meteorologici estremi. Questo si scontra con condizioni climatiche tra le più torride del globo e un pesante fardello di malattie preesistenti. Chi ne paga le conseguenze maggiori? Le persone che vivono in insediamenti informali e a basso reddito. Qui, l’esposizione al calore è amplificata dall’effetto “isola di calore urbana”, da abitazioni che non offrono refrigerio e da attività lavorative spesso manuali e all’aperto. Manca anche un’informazione climatica accessibile e mirata, i cosiddetti “servizi climatici”, soprattutto per quanto riguarda gli allarmi precoci per ondate di calore.

Certo, il nostro corpo ha una certa capacità di adattarsi al caldo attraverso l’acclimatamento, ma questa capacità è limitata da fattori individuali come età, forma fisica, obesità e malattie croniche, oltre che da fattori ambientali come umidità e vento. Per raggiungere un comfort termico, quindi, servono interventi di adattamento, come il raffreddamento passivo.
Entra in Scena HABVIA: Una Speranza Concreta
Lo studio HABVIA si propone proprio di colmare alcune di queste lacune. L’obiettivo principale? Valutare l’impatto di interventi di raffreddamento passivo nelle case su alcuni parametri chiave della salute fisiologica e mentale, oltre che sulle condizioni termiche interne degli edifici. Si tratta di uno studio controllato prospettico della durata di 3 anni, che mira a identificare, implementare e valutare soluzioni di adattamento al calore in quattro comunità a basso reddito, due urbane e due rurali, rispettivamente in Ghana e Sudafrica.
Vogliamo capire se queste soluzioni, pensate per abbassare la temperatura notturna nelle case, possano davvero fare la differenza. Ci concentreremo su:
- Esplorare la risposta fisiologica al caldo estremo, misurando la relazione tra temperature ambientali elevate e umidità, e parametri di salute oggettivi (principalmente il sonno, ma anche temperatura corporea interna e idratazione).
- Investigare gli effetti degli interventi di raffreddamento passivo nel ridurre la temperatura interna notturna e migliorare gli indicatori di salute fisica e mentale, confrontandoli con un gruppo di controllo.
- Determinare la fattibilità e l’accettabilità sociale di questi interventi nelle comunità vulnerabili al clima.
HABVIA fa parte di un programma di ricerca più ampio, il Wellcome Trust Heat Adaptation, che coinvolge 11 paesi a basso e medio reddito. L’idea è generare evidenze scientifiche a livello globale per informare e supportare lo sviluppo di politiche e strategie di adattamento al clima che tutelino la salute.
Come Funziona HABVIA? Un Tuffo nel Protocollo
In ogni sito (Ga-Mashie e Nkwantakese in Ghana; Khayelitsha e Mphego Village in Sudafrica – tutti luoghi che sperimentano stagioni calde con temperature potenzialmente dannose), coinvolgeremo 240 partecipanti (60 per sito). Questi verranno assegnati casualmente a un gruppo di intervento o a un gruppo di controllo. L’intervento si concentra, come detto, sull’abbassare la temperatura notturna dell’ambiente domestico.
Raccoglieremo dati sulla salute e biometrici attraverso misurazioni fisiologiche, questionari e analisi biochimiche in tre momenti distinti durante la stagione calda. Gli esiti clinici includono:
- Comportamento del sonno oggettivo (tramite actigrafia)
- Temperatura corporea interna
- Attività fisica
- Pressione sanguigna
- Glicemia
- Misure antropometriche e composizione corporea
Contemporaneamente, monitoreremo continuamente i dati ambientali interni ed esterni usando sensori fissi e stazioni meteorologiche automatiche. Raccoglieremo anche informazioni sulle caratteristiche delle abitazioni, della comunità e dati socio-economici.
La selezione degli interventi di raffreddamento passivo sarà informata da una revisione della letteratura, dalle conoscenze locali e da una valutazione di accessibilità economica, fattibilità tecnica e accettabilità sociale. È fondamentale che le soluzioni siano appropriate e realizzabili in ogni contesto per garantire il coinvolgimento della comunità e degli stakeholder locali. Organizzeremo workshop prima e durante l’implementazione per raccogliere feedback e apportare modifiche.

Cosa Misureremo Esattamente? Dati, Dati e Ancora Dati!
Tenetevi forte, perché la lista è lunga e dettagliata, ma è proprio questa completezza che renderà i risultati di HABVIA così preziosi.
Sonno: Utilizzeremo l’Actiwatch Spectrum Plus, un dispositivo da polso, per 7 giorni consecutivi per registrare parametri come ora di andare a letto, insorgenza del sonno, risveglio, durata totale del sonno e punto medio del sonno. Misureremo anche l’esposizione alla luce ambientale. I partecipanti terranno un diario del sonno e useranno un marcatore di eventi sull’orologio. Completeremo con questionari validati come il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) e l’Epworth Sleepiness Scale (ESS).
Temperatura Corporea Interna: Un piccolo sensore CORE indossato sul torace misurerà continuamente la temperatura interna per 7 giorni.
Idratazione: Analizzeremo campioni di urina in tre momenti durante la stagione calda per valutare lo stato di idratazione e la funzionalità renale. Un questionario indagherà le abitudini di assunzione di liquidi.
Attività Fisica: Un accelerometro Actical indossato in vita registrerà i livelli di attività per 7 giorni. Useremo anche il Global Physical Activity Questionnaire (GPAQ).
Pressione Sanguigna e Frequenza Cardiaca: Misurate all’inizio di ogni settimana di monitoraggio con uno sfigmomanometro digitale automatico.
Glicemia a Digiuno: Misurata all’inizio di ogni settimana di monitoraggio tramite un glucometro portatile.
Antropometria e Composizione Corporea: Peso, altezza (per calcolare il BMI), circonferenza vita e fianchi misurati all’inizio di ogni settimana. La composizione corporea (% di grasso) sarà valutata una volta per stagione calda tramite analisi di impedenza bioelettrica (BIA).
Salute Mentale: Utilizzeremo la Center for Epidemiologic Studies Depression Scale (CES-D) una volta per stagione calda e la Positive and Negative Affect Scale (PANAS) alla fine di ogni settimana di monitoraggio per valutare l’umore.
Comfort Termico Soggettivo: I partecipanti valuteranno quotidianamente la loro sensazione termica durante il riposo notturno usando la scala ASHRAE a 7 punti.
Dati Ambientali: Sensori iButton registreranno temperatura e umidità interna ogni 30 minuti. Dati meteorologici esterni (temperatura, umidità, velocità del vento, ecc.) saranno forniti dalle agenzie meteorologiche nazionali o raccolti da nostre stazioni.
Caratteristiche dell’Abitazione e Socio-Demografiche: Mapperemo le caratteristiche delle case (materiali, ventilazione, dimensioni) e l’ambiente circostante. Un sondaggio raccoglierà dati socio-economici.
Non Solo Numeri: L’Importanza del Fattore Umano e Comunitario
HABVIA non è solo raccolta dati. Crediamo fermamente nel coinvolgimento della comunità. I workshop di cui parlavo prima serviranno a:
- Raccogliere opinioni e feedback.
- Aumentare la conoscenza dei residenti sulle opzioni di adattamento.
- Esplorare alternative o soluzioni secondarie.
- Creare una piattaforma equa per la condivisione di conoscenze tra tutti gli attori coinvolti.
I dati qualitativi raccolti da questi workshop e da focus group ci aiuteranno a capire i meccanismi di impatto degli interventi, le preferenze, l’accettabilità e i benefici socio-economici più ampi. Vogliamo anche capire meglio le sfide attuali e future che i partecipanti affrontano con il caldo estremo e migliorare la loro “alfabetizzazione climatica”. Un altro risultato importante sarà la co-progettazione, insieme alle agenzie meteorologiche nazionali, di avvisi precoci di ondate di calore mirati alle esigenze di queste comunità.

L’Impatto di HABVIA: Oltre la Ricerca, Verso Soluzioni Reali
Nonostante l’Africa sia altamente vulnerabile ai rischi per la salute legati al calore, mancano valutazioni robuste degli esiti ambientali, sanitari e socio-economici degli interventi di adattamento in contesti reali. C’è un disperato bisogno di dati affidabili e di soluzioni che siano accettabili e fattibili a livello locale. HABVIA, con le sue misurazioni fisiologiche approfondite collegate ai cambiamenti ambientali, spera di generare conoscenze utili per informare politiche che supportino l’implementazione efficace di strategie di adattamento nell’Africa subsahariana, dove ce n’è un bisogno impellente.
Sfide e Punti di Forza: Uno Sguardo Onesto
Certo, ogni studio ha i suoi limiti. Nel nostro caso, non sarà possibile “accecare” né i partecipanti né i ricercatori riguardo all’assegnazione dell’intervento, data la natura altamente consultiva della ricerca. Potrebbe esserci anche un potenziale bias di selezione, dato che ci appoggiamo a coorti di studio già esistenti. Tuttavia, il disegno dello studio è ottimizzato per la validità interna ed esterna, scaglionando i periodi di monitoraggio, misurando potenziali fattori confondenti e confrontando le differenze tra i gruppi sia trasversalmente che longitudinalmente.
Un Futuro Più Fresco è Possibile?
Mentre il riscaldamento globale avanza, cresce la necessità di costruire capacità locali per rispondere e adattarsi ai problemi di salute legati al calore in Africa. HABVIA vuole contribuire creando una piattaforma multidisciplinare per la ricerca, l’educazione e la politica sul clima e la salute. Il nostro impegno nel coinvolgere le comunità nella progettazione e implementazione degli interventi, e l’approccio misto (quantitativo e qualitativo), ci permetteranno di interpretare a fondo i risultati e di migliorare la rilevanza e l’accettabilità delle soluzioni.
In definitiva, l’impatto di questi interventi dipenderà dalla loro adozione. Utilizzando materiali locali e generando dati climatici e sociali specifici per ogni sito, che tengano conto dei profili sanitari di base (dove condizioni preesistenti possono rendere le persone più vulnerabili allo stress da calore), HABVIA sta lavorando per soluzioni su misura per comunità multi-vulnerabili. E chissà, magari forniremo un modello per lo sviluppo di interventi in futuri studi legati al clima.
Insomma, HABVIA è più di un semplice studio: è un tentativo concreto di portare un po’ di sollievo, di migliorare la qualità della vita e, soprattutto, di proteggere la salute di chi è più esposto agli effetti di un clima che cambia. E io, da parte mia, non vedo l’ora di raccontarvi i risultati!
Fonte: Springer
