Gravidanza Assistita in Sri Lanka: Un Viaggio tra Speranze e Rischi Nascosti
Ragazzi, oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi ha davvero fatto riflettere: le gravidanze ottenute con un piccolo aiuto dalla scienza, quelle che chiamiamo gravidanze assistite. Parliamo di tecniche come l’inseminazione intrauterina (IUI) o la fecondazione in vitro (IVF), sempre più diffuse anche nei paesi in via di sviluppo, come quelli del Sud-est asiatico. Ma cosa sappiamo davvero degli esiti di queste gravidanze in contesti con risorse magari più limitate? I dati scarseggiano, ed è proprio qui che entra in gioco uno studio affascinante condotto in Sri Lanka, un paese a reddito medio-basso proprio in quella regione.
Questo studio si è posto l’obiettivo di fare luce proprio su questo: come vanno le gravidanze assistite lì? Quali sono le complicazioni? E i bambini, come stanno alla nascita? Vi anticipo: i risultati sono interessanti e sollevano questioni importanti.
Cos’è la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA)?
Prima di tuffarci nei dati, un piccolo ripasso. Quando parliamo di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) o ART (Assisted Reproductive Technologies), ci riferiamo a tutte quelle tecniche che aiutano le coppie a concepire. Le più note sono:
- Inseminazione Intrauterina (IUI): Il seme maschile viene preparato e inserito direttamente nell’utero della donna nel periodo fertile.
- Fecondazione In Vitro (IVF): Gli ovuli vengono prelevati dalla donna e fecondati in laboratorio con gli spermatozoi. Gli embrioni ottenuti vengono poi trasferiti nell’utero. In Sri Lanka, ci dicono i ricercatori, la IVF si fa principalmente con la tecnica ICSI (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo).
Si stima che circa il 10% delle coppie che cercano aiuto per l’infertilità ricorra alla PMA. Nel mondo, l’uso di queste tecniche è in aumento, ma nei paesi a basso e medio reddito la diffusione è frenata da costi, mancanza di infrastrutture e, a volte, anche da un certo stigma sociale.
Lo Studio Sri Lankese: Uno Sguardo Approfondito
I ricercatori hanno analizzato i dati di uno studio molto ampio, lo “Sri Lanka Birth Weight Study”, che ha coinvolto ben 13 ospedali sparsi in tutto il paese, coprendo circa il 20% di tutte le nascite avvenute tra agosto e settembre 2023. Hanno raccolto informazioni su quasi 9000 gravidanze, intervistando le mamme e consultando le cartelle cliniche. Un lavoro enorme!
Hanno guardato tantissime cose: dati socio-demografici, tipo di concepimento (spontaneo, IUI o IVF), problemi di salute pre-gravidanza, complicazioni durante la gestazione e il parto, e come stavano i neonati subito dopo la nascita.
I Risultati Chiave: Cosa Abbiamo Scoperto?
Allora, cosa è emerso da questa montagna di dati? Beh, preparatevi, perché ci sono diversi punti salienti.
Innanzitutto, il tasso di gravidanze assistite nello studio è risultato essere dell’1% (0,6% IUI e 0,4% IVF). Sembra poco? Lo è, se confrontato con i tassi dei paesi più ricchi. Questo, probabilmente, riflette proprio le difficoltà economiche e di accesso a queste tecnologie in Sri Lanka, dove un ciclo di IVF può costare una cifra considerevole rispetto al reddito medio.
Focus sulle Mamme: Età, Salute e Complicazioni
Un dato che salta subito all’occhio è l’età delle mamme. Quelle che hanno concepito con IUI avevano in media 31,2 anni, quelle con IVF ben 38,7 anni, età significativamente più alte rispetto ai 28,6 anni delle mamme con concepimento spontaneo. Questo non sorprende, spesso si ricorre alla PMA in età più avanzata.
Ma non è solo l’età. Lo studio ha rivelato che le donne che ricorrevano alla PMA avevano più frequentemente problemi di salute prima della gravidanza, come:
- Diabete pregestazionale
- Ipotiroidismo
E questo anche tenendo conto dell’età materna! Sembra quindi che queste condizioni possano essere associate a una maggiore difficoltà nel concepire spontaneamente.
Durante la gravidanza, poi, sono emerse altre differenze:
- Il diabete gestazionale è risultato più comune nelle gravidanze da PMA, specialmente quelle da IVF.
- Le infezioni del tratto urinario (UTI) erano più frequenti nelle gravidanze da IUI. I ricercatori ipotizzano che questo possa essere legato alle manipolazioni durante la procedura IUI stessa, piuttosto che alla PMA in generale.
E i Neonati? Rischi Aumentati
E qui arriva la parte che, devo dire, mi ha colpito di più: i bambini nati da PMA hanno mostrato rischi significativamente maggiori rispetto a quelli nati da concepimento spontaneo. E attenzione, questo è vero anche dopo aver aggiustato i dati per fattori come l’età materna, le nascite multiple e la prematurità.
Cosa significa in concreto? I neonati da PMA avevano maggiori probabilità di:
- Nascere prematuri.
- Avere un basso peso alla nascita.
- Essere ricoverati in terapia intensiva neonatale (TIN).
- Purtroppo, anche di morire entro il primo giorno di vita.
Questi risultati sono forti e ci dicono che, almeno nel contesto studiato, la gravidanza assistita sembra associata a un decorso più complicato per il neonato, indipendentemente da altri fattori di rischio noti come i gemelli o la nascita pretermine. Il perché di questi esiti avversi non è ancora del tutto chiaro e merita sicuramente ulteriori ricerche.
Perché Tanti Cesarei? L’Ipotesi della “Gravidanza Preziosa”
Un altro dato impressionante è il tasso di parti cesarei: ben il 77% nelle gravidanze assistite, contro il 42% di quelle spontanee. Addirittura, nel gruppo IVF, si arrivava al 95%! Un’enormità.
Nei paesi occidentali, pur essendoci un tasso di cesarei più alto nelle PMA rispetto alle gravidanze spontanee, le percentuali sono decisamente più basse (attorno al 45-50%). Perché questa differenza così marcata in Sri Lanka? L’ipotesi avanzata dai ricercatori è affascinante e un po’ triste: potrebbe essere legata all’ansia. L’ansia dei genitori e dei medici di fronte a una gravidanza ottenuta con fatica e costi enormi (ricordiamo il costo di un ciclo IVF rispetto al reddito medio). Una “gravidanza preziosa” che si vuole proteggere a tutti i costi, forse anche con un eccesso di cautela che porta a preferire il cesareo.
Cosa Significa Tutto Questo? Implicazioni e Raccomandazioni
Questo studio, il primo nel suo genere in Sri Lanka, ha implicazioni enormi per l’assistenza sanitaria, non solo lì ma anche in altri paesi con contesti simili. Attualmente, ci dicono i ricercatori, le gravidanze assistite in Sri Lanka non sono considerate automaticamente ad alto rischio e ricevono cure standard.
Alla luce di questi risultati, però, l’appello è chiaro: le gravidanze assistite dovrebbero essere identificate come un gruppo a rischio. Questo significa che necessitano di:
- Un follow-up prenatale più intenso, sotto la supervisione di specialisti ostetrici.
- Una pianificazione del parto in centri specializzati con adeguate strutture neonatali.
In pratica, serve più attenzione, più monitoraggio, più supporto per queste mamme e i loro bambini.
Limiti dello Studio (Sì, ci sono anche quelli!)
Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Il più importante è che non ha potuto analizzare le perdite di gravidanza (aborti spontanei, nati morti), perché lo studio originale reclutava solo neonati vivi. Inoltre, il gruppo delle gravidanze assistite era relativamente piccolo rispetto a quello delle gravidanze spontanee, il che può influenzare l’analisi statistica. Infine, non c’erano informazioni sulla provenienza dei gameti (se della coppia o da donatori), un dettaglio che potrebbe avere un suo peso.
In Conclusione: Un Messaggio Importante
Nonostante i limiti, questo studio ci lascia un messaggio forte e chiaro. In un contesto come quello dello Sri Lanka, le gravidanze ottenute tramite PMA, pur rappresentando una speranza per molte coppie, sono associate a rischi maggiori sia per la mamma (diabete gestazionale, infezioni urinarie, altissimo tasso di cesarei) sia, soprattutto, per il neonato (prematurità, basso peso, ricovero in TIN, mortalità precoce).
È fondamentale, quindi, che i sistemi sanitari riconoscano questa specificità e adattino le cure offerte, garantendo un’attenzione e un supporto maggiori a queste famiglie lungo tutto il percorso della gravidanza e del parto. La scienza ci dà strumenti meravigliosi per realizzare il sogno di un figlio, ma dobbiamo essere consapevoli e preparati ad affrontare anche le sfide che questi percorsi possono comportare.
Fonte: Springer