Granchio Blu: Invasore Sotto Esame nelle Baleari – È Sicuro Portarlo in Tavola?
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un ospite un po’ ingombrante che si sta facendo strada nei nostri mari, in particolare nelle splendide acque delle Baleari: il granchio blu (Callinectes sapidus). Originario delle coste atlantiche americane, questo crostaceo è ormai una presenza fissa nel Mediterraneo, e la sua invasione solleva un sacco di domande, sia per l’ambiente che per noi buongustai. Sì, perché se da un lato è considerato una delle 100 specie invasive peggiori al mondo, dall’altro è anche una prelibatezza ricercata. Ma la domanda sorge spontanea: possiamo mangiarlo tranquillamente? Soprattutto considerando l’inquinamento da metalli pesanti che affligge i nostri mari.
L’Arrivo dell’Alieno Blu
Immaginatevi questo bestione, con le sue chele potenti e quel carapace bluastro-verdognolo. È arrivato nel Mediterraneo orientale già nel lontano 1935, probabilmente grazie alle navi commerciali. Da lì, è stata un’espansione inarrestabile. In Spagna è comparso per la prima volta nel 2012 nel Delta dell’Ebro e, nel giro di pochi anni, ha colonizzato anche le coste atlantiche iberiche e, appunto, le Baleari. Il primo avvistamento ufficiale nelle isole risale all’estate 2017, nel Parco Naturale dell’Albufera di Maiorca. Da allora, non ha smesso di diffondersi, comparendo a Minorca, Ibiza e Formentera.
Questo granchio è un vero predatore: la sua dieta include molluschi (cozze, vongole), altri crostacei, pesci e persino alghe. È aggressivo, opportunista e compete ferocemente con le specie locali, mettendo a rischio la biodiversità e la pesca artigianale. Pensate che in alcune zone ha già causato il declino di specie commercialmente importanti. Insomma, un bel problema ecologico.
La Minaccia Nascosta: i Metalli Pesanti
Parallelamente all’invasione biologica, c’è un’altra minaccia, più subdola: l’inquinamento marino da metalli pesanti. Dall’inizio dell’era industriale, abbiamo riversato nell’ambiente tonnellate di sostanze chimiche, tra cui metalli come il cadmio (Cd), il piombo (Pb) e il mercurio (Hg). Questi elementi sono particolarmente insidiosi perché:
- Sono persistenti: non si degradano facilmente.
- Sono tossici per gli organismi viventi.
- Hanno la tendenza a bioaccumularsi: si concentrano negli organismi man mano che si sale nella catena alimentare.
Le fonti sono sia naturali (erosione rocce, eruzioni vulcaniche) sia, soprattutto, antropiche: scarichi industriali, miniere, pesticidi, fertilizzanti, benzina con piombo (ormai meno usata, per fortuna), rifiuti, traffico. Il mercurio, in particolare, arriva ai mari tramite i fiumi e l’atmosfera, e può trasformarsi in metilmercurio (MeHg), una forma estremamente tossica che si accumula nei pesci e arriva fino a noi attraverso il consumo. Gli effetti sulla salute umana non sono da sottovalutare: si va da irritazioni e problemi renali a danni neuronali e persino effetti cancerogeni.

La Nostra Indagine alle Baleari: Cosa Abbiamo Scoperto?
Di fronte a questa situazione – un invasore potenzialmente dannoso ma anche commestibile, in un mare potenzialmente inquinato – ci siamo posti una domanda cruciale: quanto sono contaminati i granchi blu delle Baleari? E, soprattutto, il loro consumo rappresenta un rischio per la nostra salute?
Per rispondere, abbiamo avviato uno studio specifico. Abbiamo raccolto 83 esemplari di Callinectes sapidus (45 maschi e 38 femmine) in sei diverse località tra Maiorca, Minorca e Formentera: l’Albufereta di Pollença, S’Albufera de Mallorca, il Torrent de Na Borges (Maiorca), l’Albufera des Grau, la Baia di Addaia (Minorca) e l’Estany des Peix (Formentera). Abbiamo prelevato campioni di tessuto muscolare (quello che di solito mangiamo) e li abbiamo analizzati per misurare le concentrazioni di cadmio, piombo e mercurio utilizzando tecniche sofisticate come la spettrometria di massa a plasma induttivamente accoppiato (ICP-MS).
I risultati? Beh, una cosa è certa: metalli pesanti sono stati trovati in tutti gli individui analizzati. Ma vediamo i dettagli:
- Quale metallo è più presente? In generale, il mercurio (Hg) è risultato il metallo più abbondante, seguito dal cadmio (Cd) e poi dal piombo (Pb).
- Le località non sono tutte uguali: Abbiamo notato differenze significative a seconda del sito di campionamento. Ad esempio, i granchi dell’Albufera des Grau (Minorca) avevano le concentrazioni più alte di mercurio, mentre quelli di S’Albufereta (Maiorca) mostravano i livelli più alti di cadmio. Questo suggerisce che le condizioni ambientali locali (come la presenza di zone umide, scarichi agricoli o industriali, tipo di sedimenti) giocano un ruolo fondamentale. Le zone umide come Es Grau e S’Albufereta, con i loro sedimenti ricchi di materia organica e condizioni anaerobiche, sembrano essere punti critici per l’accumulo, specialmente per la trasformazione del mercurio in metilmercurio.
- Maschi, femmine e giovani: Anche il sesso e l’età sembrano influenzare l’accumulo. Le femmine e gli esemplari giovani (catturati soprattutto a S’Albufereta) tendevano ad avere concentrazioni più elevate di cadmio rispetto ai maschi adulti. Questo potrebbe dipendere da fattori metabolici, riproduttivi, abitudini alimentari diverse o sistemi di detossificazione meno sviluppati nei giovani. È un aspetto interessante che merita ulteriori approfondimenti, anche perché il campionamento non era perfettamente bilanciato per sesso ed età in tutte le località.

Allora, Possiamo Stare Tranquilli a Tavola?
Arriviamo al dunque: questi livelli di metalli pesanti rendono il granchio blu delle Baleari pericoloso da mangiare? Per valutarlo, abbiamo confrontato le concentrazioni misurate con i limiti di sicurezza stabiliti dall’Unione Europea e con altri indicatori di rischio.
La buona notizia è che, al momento, nessuno degli 83 campioni analizzati ha superato i limiti massimi consentiti dalla normativa europea per i crostacei (0,50 mg/kg per Cd, Pb e Hg).
Abbiamo anche calcolato altri due parametri importanti:
- Estimated Weekly Intake (EWI) o Assunzione Settimanale Stimata: Indica quanto metallo ingeriremmo mangiando una porzione media settimanale di granchio. Per cadmio e mercurio, i valori calcolati sono risultati ben al di sotto delle soglie di sicurezza (Tolerable Weekly Intake – TWI) raccomandate dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). Anche nei siti con le concentrazioni più alte (S’Albufereta per il Cd, Es Grau per l’Hg), il rischio rimane basso secondo questi calcoli.
- Margin of Exposure (MOE) o Margine di Esposizione: Usato per sostanze come il piombo, indica quanto siamo lontani da un livello di assunzione potenzialmente preoccupante. Un valore MOE superiore a 1 è considerato accettabile. Tutti i nostri campioni hanno mostrato un MOE per il piombo superiore a 1. Il valore più basso è stato registrato a S’Albufereta (circa 1.53), che pur essendo sopra la soglia di sicurezza, suggerisce che quest’area merita un’attenzione particolare e un monitoraggio continuo.
Quindi, stando ai dati attuali, il consumo di granchio blu pescato nelle aree studiate delle Baleari non sembra rappresentare un rischio immediato per la salute dei consumatori, specialmente nel contesto della pesca ricreativa.

Il Granchio Blu Come Sentinella Ambientale
Al di là dell’aspetto alimentare, il nostro studio conferma che il Callinectes sapidus è un ottimo bioindicatore. Essendo un predatore che vive a stretto contatto con i sedimenti e l’acqua costiera, la sua carne “registra” i livelli di contaminazione dell’ambiente in cui vive. Monitorare le concentrazioni di metalli pesanti nei granchi blu ci permette, quindi, di avere un quadro della salute degli ecosistemi costieri delle Baleari. Le differenze che abbiamo osservato tra le diverse località sottolineano l’importanza di un monitoraggio specifico per sito. Non possiamo generalizzare: ogni laguna, ogni baia ha la sua storia e le sue criticità.
Cosa Ci Riserva il Futuro?
La storia del granchio blu nel Mediterraneo è complessa. È un invasore che crea problemi ecologici, ma è anche una risorsa potenziale, sia come cibo che come strumento di gestione (pescarlo aiuta a controllarne la popolazione). Il fatto che, almeno per ora, i livelli di contaminanti nelle Baleari siano sotto i limiti di guardia è incoraggiante per un suo possibile sfruttamento commerciale o ricreativo, come già avviene in altre parti del Mediterraneo (Turchia, Grecia, Delta dell’Ebro) e come timidamente si sta iniziando a fare anche a Maiorca (dove la pesca ricreativa è autorizzata in alcune zone).
Tuttavia, non dobbiamo abbassare la guardia.
- È fondamentale continuare a monitorare i livelli di metalli pesanti, specialmente in aree “sensibili” come Es Grau e S’Albufereta.
- Bisognerebbe approfondire l’analisi includendo la speciazione del mercurio (per distinguere il metilmercurio, più tossico) e misurare altri metalli potenzialmente rilevanti (come zinco e cromo).
- Sono necessari studi futuri con campionamenti più bilanciati per sesso ed età per capire meglio come questi fattori biologici interagiscano con quelli ambientali nell’accumulo dei metalli.
- La gestione di questa specie invasiva richiede un approccio equilibrato che consideri sia la mitigazione degli impatti ecologici sia le opportunità economiche, sempre tenendo d’occhio la sicurezza alimentare e la salute dei nostri preziosi ecosistemi costieri.
Insomma, il granchio blu ci sfida su più fronti. Conoscerlo meglio, anche dal punto di vista della contaminazione, è il primo passo per gestirlo in modo intelligente e sostenibile. E per ora, sembra che una bella grigliata ogni tanto, con esemplari pescati nelle Baleari, possiamo ancora concedercela!

Fonte: Springer
