Fotografia concettuale, stile duotone blu e grigio, che mostra due mani diverse che si uniscono per formare un ponte sopra una mappa astratta del mondo, profondità di campo, obiettivo 35mm, simboleggiando l'unione strategica tra multiculturalismo e interculturalismo per la governance della diversità.

Governare la Diversità Pluralista: Perché Multiculturalismo e Interculturalismo Devono Darsi la Mano

Viviamo in un mondo incredibilmente variegato, non trovate? Le nostre società stanno diventando sempre più “super-diverse”, un termine affascinante che descrive una realtà complessa fatta non solo di etnie diverse, ma di un intreccio di lingue, religioni, status legali, percorsi migratori… un vero e proprio mosaico in continuo movimento. E la domanda sorge spontanea, quasi gridata in mezzo al frastuono delle opinioni contrastanti: come gestiamo tutta questa complessità? Come facciamo a costruire società coese e giuste dove ognuno si senta a casa, riconosciuto e partecipe?

Questa è la sfida che mi appassiona e su cui accademici e politici si interrogano da tempo, specialmente oggi, con le migrazioni globali, le disuguaglianze acuite dalla pandemia, il razzismo che rialza la testa e i conflitti internazionali che ci toccano da vicino.

Multiculturalismo vs. Interculturalismo: Una Falsa Contrapposizione?

Per anni, il dibattito si è concentrato su due approcci principali: il multiculturalismo (MC) e l’interculturalismo (IC). Spesso li abbiamo visti come due pugili sullo stesso ring, pronti a contendersi il titolo di “miglior strategia per la diversità”.

Il multiculturalismo, nato in contesti come il Canada e l’Australia, ha messo l’accento sul riconoscimento dei diritti dei gruppi minoritari, sulla giustizia sociale e sull’uguaglianza. È come dire: “Ok, siamo diversi, e queste differenze vanno rispettate, protette e integrate nella struttura stessa della nazione, garantendo a tutti pari opportunità senza chiedere di rinunciare alla propria cultura d’origine”. Un passo avanti enorme rispetto alle vecchie idee di assimilazione, dove si chiedeva ai nuovi arrivati di diventare copie carbone della maggioranza.

Dall’altra parte, l’interculturalismo, emerso con forza soprattutto in Europa, ha puntato i riflettori sull’interazione, sul dialogo, sullo scambio tra persone di culture diverse. L’idea qui è più focalizzata sul “come stiamo insieme” a livello locale, nelle città, nei quartieri. Si promuove il contatto, la comprensione reciproca, la creazione di legami e di un senso di comunità condiviso, mettendo l’accento sulla coesione sociale e sulla responsabilità civica individuale.

Per molto tempo ci siamo chiesti: sono davvero alternativi? L’uno esclude l’altro? O forse, e qui le cose si fanno interessanti, potrebbero lavorare insieme?

Superare la Dicòtomia: Verso una Visione Integrata

Francamente, l’idea di una contrapposizione netta mi è sempre sembrata un po’ limitante. La realtà della “super-diversità” è troppo complessa per essere ingabbiata in un’unica soluzione. Le nostre identità sono fluide, multiple, transnazionali. Non siamo solo “italiani”, “marocchini”, “cinesi”; siamo anche donne, uomini, giovani, anziani, professionisti, studenti, con legami che attraversano i confini nazionali.

Pensateci: il multiculturalismo, con la sua enfasi sui diritti dei gruppi e sulla lotta alle disuguaglianze strutturali (pensiamo al razzismo, all’islamofobia), rimane fondamentale. Non possiamo parlare di dialogo se prima non garantiamo parità di condizioni e riconoscimento. Sarebbe come invitare qualcuno a cena senza apparecchiare la tavola o assicurarsi che ci sia posto per tutti.

Fotografia macro di diverse tessere di mosaico colorate che si incastrano parzialmente, alcune ben definite nei loro spazi (multiculturalismo), altre che si toccano e creano nuove sfumature nei punti di contatto (interculturalismo), illuminazione laterale controllata per creare ombre, alta definizione, obiettivo macro 100mm.

Allo stesso tempo, però, l’interculturalismo ci offre gli strumenti per far funzionare questa convivenza nel quotidiano. Ci spinge a uscire dalle nostre “bolle” culturali, a incontrare l’altro, a costruire ponti attraverso il dialogo e la collaborazione a livello locale. È il “software” che fa girare l'”hardware” dei diritti e delle politiche multiculturali, per usare una metafora di Will Kymlicka, un grande studioso di questi temi. L’hardware sono le istituzioni, le leggi, le scuole (il contesto MC); il software sono le abitudini culturali, il senso di appartenenza, le interazioni quotidiane (la pratica IC).

Un Approccio Multi-Livello: L’Hardware e il Software del Pluralismo

Ecco che emerge l’idea che propongo qui, basandomi sulle riflessioni più recenti nel campo: un approccio multi-livello alla governance della diversità, che veda multiculturalismo e interculturalismo non come rivali, ma come alleati indispensabili. Un approccio che integri la dimensione macro (nazionale, istituzionale, legata ai diritti dei gruppi – tipica del MC) con la dimensione micro (locale, comunitaria, interpersonale, legata all’interazione – tipica dell’IC).

Questo approccio “pluralista” riconosce che la diversità va gestita su più piani contemporaneamente. Dobbiamo lavorare su quattro assi fondamentali, vedendoli come interconnessi tra i livelli micro e macro:

  • Riconoscimento: A livello macro, significa politiche nazionali che riconoscano e valorizzino le diverse identità culturali, etniche, religiose. A livello micro, significa promuovere il riconoscimento reciproco nelle interazioni quotidiane, negli spazi pubblici condivisi.
  • Giustizia Sociale: A livello macro, implica leggi e politiche che combattano attivamente le disuguaglianze economiche, sociali e politiche che colpiscono i gruppi minoritari. A livello micro, si traduce nel garantire equità e pari opportunità nelle comunità locali, nell’accesso ai servizi, nel lavoro.
  • Solidarietà Intergruppo: A livello macro, si costruisce favorendo la partecipazione politica delle minoranze e il loro coinvolgimento nella definizione dell’identità nazionale. A livello micro, si coltiva attraverso il contatto, il dialogo, i progetti comuni che creano legami e comprensione reciproca tra persone diverse.
  • Rappresentanza Politica: Significa garantire che le voci delle minoranze siano ascoltate e abbiano peso decisionale a tutti i livelli, da quello locale a quello nazionale, sia come individui che come membri di gruppi.

Immaginate una matrice dove questi quattro temi si intrecciano con i due livelli, micro e macro. È lì che multiculturalismo e interculturalismo si incontrano e si rafforzano a vicenda. Il multiculturalismo crea le condizioni di base (l’uguaglianza, i diritti), mentre l’interculturalismo le fa vivere, le trasforma in relazioni concrete, in comprensione vissuta.

Fotografia grandangolare di un moderno ponte sospeso che collega due sponde diverse di una città; su una sponda edifici istituzionali (macro/MC), sull'altra una piazza vivace con persone diverse che interagiscono (micro/IC). Lunga esposizione per rendere l'acqua sotto il ponte liscia come seta, cielo con nuvole dinamiche, obiettivo grandangolare 15mm, messa a fuoco nitida su tutta la scena.

Dalla Teoria alla Pratica: Esempi nel Mondo

Questa idea di connessione non è solo teoria. Prendiamo l’Australia: da decenni ha una politica multiculturalista a livello nazionale e statale, che fornisce la cornice generale. Ma allo stesso tempo, a livello locale, molte città (come Ballarat e Melton) hanno abbracciato programmi “interculturali” (come il programma Intercultural Cities del Consiglio d’Europa) per promuovere attivamente il dialogo e l’interazione. L’Australia ci mostra che MC e IC possono coesistere e arricchirsi a vicenda. L’uno fornisce la struttura, l’altro l’energia vitale.

Anche in Canada, patria del multiculturalismo, la provincia del Québec ha sviluppato un proprio modello di interculturalismo, cercando un equilibrio specifico all’interno della cornice multiculturale nazionale. E se guardiamo all’Europa, dove l’interculturalismo è più discusso, vediamo emergere progetti come “Plurispace”, che cercano proprio di integrare MC, IC, transnazionalismo e cosmopolitismo in un nuovo quadro normativo multi-livello. Persino in America Latina, il concetto di interculturalidad ha radici profonde, legate alle lotte indigene per i diritti e all’educazione decoloniale, mostrando come l’idea di dialogo tra culture abbia diverse sfumature globali.

Ritratto fotografico di un gruppo eterogeneo di persone (diverse età, etnie, generi) sedute attorno a un tavolo rotondo, impegnate in una discussione animata ma costruttiva. Stile film noir con illuminazione drammatica che evidenzia le espressioni, bianco e nero, profondità di campo ridotta per focalizzare sui volti, obiettivo 35mm.

Perché Questa Integrazione è Cruciale Oggi

Credo fermamente che insistere sulla contrapposizione tra multiculturalismo e interculturalismo sia un errore che non possiamo più permetterci. Le sfide della super-diversità, acuite da polarizzazione politica, discorsi d’odio e crisi globali, richiedono un approccio più olistico, più sfumato, più integrato.

Abbiamo bisogno delle fondamenta solide del multiculturalismo – l’impegno per l’uguaglianza, la giustizia, il riconoscimento dei diritti – ma queste fondamenta devono sostenere una casa viva, dinamica, dove le persone si incontrano, si parlano, si capiscono, costruiscono insieme. Questo è il contributo vitale dell’interculturalismo.

L’obiettivo finale? Creare società dove la diversità non sia solo tollerata o gestita, ma sia vista come una risorsa, un motore di innovazione e di crescita sociale. Società dove ognuno, indipendentemente dalla sua origine, possa sentirsi pienamente cittadino, partecipe e riconosciuto, sia come individuo che come membro di una comunità.

Fotografia sportiva dinamica di una staffetta multietnica su una pista di atletica. Il momento clou è il passaggio fluido del testimone (simbolo della politica di diversità integrata) tra due corridori di diversa origine. Alta velocità dell'otturatore per congelare l'azione, tracciamento del movimento, sfondo sfocato per enfatizzare gli atleti, teleobiettivo 200mm.

Unire multiculturalismo e interculturalismo in un quadro multi-livello non è solo una bella idea accademica, ma una necessità pratica per navigare la complessità del nostro tempo e costruire un futuro più giusto e coeso per tutti. È un percorso che richiede impegno a tutti i livelli, dalle politiche nazionali alle iniziative locali, ma è un percorso che vale assolutamente la pena intraprendere.

Fonte: Springer

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