Paesaggio suggestivo e montuoso di Tunceli, Turchia orientale, all'alba, con formazioni rocciose evocative che sembrano sussurrare antiche leggende. Landscape wide angle 10mm, long exposure, sharp focus, dramatic lighting.

I Segreti Scolpiti nella Roccia: Viaggio tra i Geomiti di Tunceli

Ciao a tutti! Avete mai pensato che le montagne, le sorgenti, le grotte potessero raccontare storie? Non semplici storie inventate, ma racconti antichissimi, legati a doppio filo con gli eventi geologici che hanno plasmato il nostro pianeta. Ecco, oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante a Tunceli, una provincia un po’ nascosta nell’Est della Turchia, un luogo con un’anima socio-culturale unica, dove le leggende locali si fondono con la geologia in quelli che gli studiosi chiamano geomiti.

Immaginate una terra ricca di storia, abitata da circa novantamila persone, dove la cultura Alevi, con i suoi valori di purezza, rispetto e moralità, permea ogni aspetto della vita quotidiana e, come vedremo, anche le storie nate dalle sue incredibili formazioni naturali. Queste leggende, raccolte con cura dalle autorità locali, non sono solo folklore, ma finestre su come le antiche popolazioni cercavano di spiegare fenomeni naturali potenti e misteriosi. La geomiologia, la disciplina che studia questi legami, ci aiuta a decifrare questi racconti, scoprendo a volte le basi scientifiche nascoste tra le righe di un mito.

Quando l’Acqua Racconta: Miti Liquidi di Tunceli

L’acqua, fonte di vita, è spesso protagonista di miti potenti. A Tunceli, alcune delle leggende più suggestive sono legate proprio a sorgenti e cascate.

  • La Leggenda di Munzur Baba: Qui siamo vicino a Ovacık, dove dalle pendici dei Monti Munzur sgorgano circa 40 sorgenti carsiche. L’acqua è gelida, bianchissima, quasi spumeggiante, tanto che la leggenda la associa al latte versato da Munzur, un pastore dalla storia quasi miracolosa. Si narra che Munzur, lavorando per un signore locale (o secondo un’altra versione, per il profeta Abramo), compì un miracolo portando dell’halva calda al suo padrone lontano in un istante. Vergognandosi della sua stessa abilità o fuggendo da un tentativo di omaggio, corse via con una ciotola di latte in mano. Inciampando, il latte si versò e in ogni punto toccato dal latte nacque una sorgente d’acqua pura e bianca. Geologicamente, queste sono classiche sorgenti carsiche, alimentate dallo scioglimento delle nevi e forse influenzate dalla vicina Faglia di Ovacık. L’aspetto “lattiginoso”? Probabilmente dovuto alla pressione con cui l’acqua emerge e all’abbondanza di bollicine d’aria. Oggi, le Sorgenti di Munzur (Munzur Gözeleri) sono un luogo sacro per gli Alevi, meta di pellegrinaggio (ziyaret) e preghiera, un sito che incarna la purezza tanto cara a questa cultura.
  • Gelin Pınarı (Sorgente della Sposa) – Cascata di Dereova: A Nazimiye, una cascata spettacolare scende da 30-40 metri d’altezza. La leggenda parla di una giovane sposa che, per paura di essere rimproverata dalla suocera dopo aver rovesciato il latte appena munto, riempì il secchio d’acqua pregando. Miracolosamente, l’acqua si trasformò in latte. Da allora, si dice che l’acqua della sorgente diventi color latte durante la stagione della riproduzione delle greggi (aprile-maggio) per poi tornare normale. La spiegazione? In primavera, lo scioglimento delle nevi aumenta la portata e la turbolenza dell’acqua, rendendola più ricca d’aria e quindi più bianca. Un perfetto esempio di come un fenomeno naturale stagionale si sia intrecciato con una storia locale.
  • Ağlayan Kayalar (Le Rocce Piangenti): Lungo la strada Tunceli-Pülümür, c’è una parete rocciosa da cui l’acqua scende costantemente, come lacrime. D’inverno, si trasforma in un ricamo di ghiaccio. Qui la geologia è diversa: l’acqua filtra attraverso strati di scisti inclinati e poco permeabili, “piangendo” dalla parete. Un fenomeno costante, spettacolare in ogni stagione.

Veduta panoramica delle sorgenti carsiche di Munzur Baba a Tunceli, Turchia. Acqua biancastra e spumeggiante sgorga dalle rocce calcaree alla base delle montagne innevate. Landscape wide angle 10mm, sharp focus, smooth water, long exposure.

Segreti Nascosti: Grotte, Orme e Stanze nella Roccia

Non solo acqua, ma anche le cavità della terra e le forme create dall’erosione hanno ispirato racconti incredibili.

  • La Leggenda di Düzgün Baba: Il Monte Düzgün Baba (2097 m), vicino a Nazimiye, è un altro importantissimo luogo di pellegrinaggio Alevi. La leggenda narra di Shah Haydar, un pastore figlio di un sant’uomo, che aveva il dono di far germogliare le querce al suo tocco per nutrire le capre anche d’inverno. Scoperto dal padre, si vergognò e fuggì verso la montagna, coprendo 5 km in soli tre passi (le cui impronte si dice siano ancora visibili!) e ritirandosi in una grotta sulla cima, la Grotta Çile, dove visse col suo cavallo (anche le impronte del cavallo sarebbero impresse nella roccia). Geologicamente, la montagna è composta da rocce vulcaniche del Miocene-Pliocene, incluse rocce piroclastiche come tufi e agglomerati. Le grotte e le cavità (definite pseudocarsiche in questo contesto vulcanico) si sono formate probabilmente per erosione differenziale, azione dell’acqua, fratturazione e alterazione chimico-fisica. Le “orme”? Potrebbero essere forme particolari dovute all’erosione selettiva o al distacco di blocchi all’interno di depositi ignimbritici. La sacralità del luogo è palpabile, legata al rispetto per gli anziani e alla figura quasi magica di Shah Haydar.
  • Gelin Odaları (Stanze della Sposa) e Grotte: Vicino a Pülümür, ci sono delle stanze scavate nella roccia, forse di origine Urartiana, commissionate, si dice, da una leader donna. Comprendevano un trono, prigioni e un passaggio segreto con scale scavate che scendeva fino al fiume Pülümür. Oggi sono in parte distrutte. Le rocce sono calcari e rocce clastiche del Cretaceo-Eocene. La presenza di fratture dovute al tettonismo e la diversa resistenza delle rocce hanno reso più facile scavarvi queste cavità, forse per scopi abitativi o sepolcrali. Il tunnel verso l’acqua probabilmente seguiva una zona di debolezza, come una faglia.

Dettaglio di una formazione rocciosa pseudocarsica sulla montagna Düzgün Baba, Tunceli, con cavità e forme modellate dall'erosione in rocce piroclastiche. Macro lens, 60mm, high detail, precise focusing, controlled lighting on rock texture.

Montagne Animate: Serpenti di Pietra e Rivalità Rocciose

Anche le montagne stesse, con le loro forme e i loro colori, diventano protagoniste di miti potenti.

  • La Leggenda di Yılan Dağı (Monte del Serpente): Tra Hozat, Ovacık e Çemişgezek, una massa rocciosa scura e allungata risale i pendii del monte, ricordando un enorme serpente. La leggenda racconta di una giovane sposa che, durante la transumanza, si trovò faccia a faccia con un serpente mostruoso mentre allattava il suo bambino. Disperata, pregò Dio di salvarli e il mostro fu trasformato in quella roccia nera. Geologicamente, l’area è dominata da scisti paleozoici, ma localmente affiorano rocce basiche e ultrabasiche (scure) e intrusioni granitoidi. È probabile che la “roccia serpente” sia un filone (dicco) di roccia scura, forse diabase o simili, che taglia gli scisti più chiari, creando questo suggestivo contrasto.
  • La Leggenda di Süpürgeç Baba: Questa montagna a Pertek, separata da Karadağ (Monte Nero) dal fiume Murat, era, secondo la leggenda, un tempo amica di Karadağ. Si innamorarono della stessa ragazza, divennero rivali e combatterono per anni. Morti tutti e tre, si trasformarono in montagne, ma la rivalità continuò: si lanciavano rocce a vicenda. Quelle di Süpürgeç annerirono la faccia di Karadağ, quelle di Karadağ volarono oltre la cima di Süpürgeç. Anche qui, la geologia offre una chiave: Süpürgeç è principalmente scisto, ma a sud e nelle vicinanze (forse l’area di Karadağ) ci sono rocce ofiolitiche e intrusive (dioriti, graniti associati a rocce ultramafiche scure). La leggenda potrebbe essere nata proprio dalla differenza di colore tra le rocce delle due aree.
  • La Leggenda di Arap Kızı Dağı (Monte della Ragazza Araba): A nord-est di Pülümür, questa montagna, vista di sera, ha una silhouette che ricorda una donna sdraiata con le mani incrociate sul petto. La tragica leggenda parla di Ali e Yasemin, una ragazza araba, innamorati ma ostacolati dal padre di lei. Fuggiti sui monti Bağırpaşa, furono raggiunti dal padre che uccise la figlia nel sonno. Ali, disperato, tornò a Pülümür e si diede fuoco chiedendo che le sue ceneri fossero sparse sulla montagna. La forma suggestiva è probabilmente il risultato dell’erosione selettiva su rocce diverse (clastiche, carbonatiche, ofiolitiche del Cretaceo-Eocene) in un’area geologicamente complessa.

Un Legame Indissolubile: Cultura, Fede e Territorio

Questi geomiti di Tunceli sono profondamente radicati nella cultura Alevi. Il numero quaranta delle sorgenti di Munzur, i tre passi di Düzgün Baba, richiamano simbologie numeriche sacre (nella fede Alevi, il percorso spirituale ha quattro porte e quaranta stazioni). I valori di purezza (l’acqua di Munzur), rispetto per gli anziani (Düzgün Baba), giustizia e amore sono riflessi in queste storie. La pratica del ziyaret (pellegrinaggio) ai luoghi sacri come Munzur Baba e Düzgün Baba è fondamentale e rafforza il senso di comunità.

Ampio paesaggio montuoso della regione di Tunceli, Turchia orientale, che mostra la geodiversità con diverse formazioni rocciose e valli, potenziale area per un geoparco. Landscape wide angle 10mm, long exposure times, sharp focus, luce dorata del tramonto.

È affascinante vedere come processi geologici – carsismo, attività vulcanica, erosione differenziale, presenza di faglie, tipi di rocce – abbiano ispirato narrazioni così potenti e durature, che a loro volta hanno conferito un valore spirituale e culturale immenso a questi luoghi.

Il Futuro: Geoparchi e Valorizzazione Sostenibile

Oggi, c’è una crescente consapevolezza del valore di questi siti non solo come patrimonio culturale, ma anche come patrimonio geologico (geoheritage). La geodiversità di Tunceli – la varietà delle sue rocce, fossili, forme del paesaggio – è notevole. Luoghi come le sorgenti di Munzur e l’intera Valle di Munzur (già Parco Nazionale) hanno un enorme potenziale per diventare un Geoparco.

Un geoparco non è solo un’etichetta: è uno strumento per proteggere il patrimonio geologico, educare il pubblico (residenti e turisti) sulle scienze della Terra e promuovere uno sviluppo socio-economico sostenibile, basato sul geoturismo e sul rispetto delle culture locali. I piani per un geoparco nell’area di Ovacık sono già in corso, ma sarebbe auspicabile estenderli a tutta la provincia per includere tutti questi incredibili geomiti.

Un Patrimonio da Scoprire

Tunceli ci mostra in modo straordinario come la Terra su cui camminiamo sia intrisa di storie. I suoi geomiti sono un tesoro che intreccia scienza, fede, cultura e leggenda. Sono testimonianze di come l’umanità abbia sempre cercato un dialogo con la natura, interpretandone i segni e trasformandoli in racconti che parlano di valori universali. Proteggere e valorizzare questi luoghi significa custodire non solo rocce e paesaggi, ma anche l’anima profonda di una comunità e le storie che ha scolpito nel tempo. Un patrimonio che merita di essere conosciuto, rispettato e vissuto.

Fonte: Springer

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