Fotografia macro realistica di un singolo emettitore quantistico a stato solido, come un punto quantico in una microcavità a pilastro. L'emettitore è al centro dell'immagine, con dettagli minuti visibili. Da esso si dipartono scie luminose che rappresentano fotoni entangled, formando una complessa struttura a grafo. Lente macro, 90mm, alta definizione, illuminazione da laboratorio precisa e controllata con una dominante fredda, messa a fuoco selettiva sull'emettitore.

Stati Quantistici su Misura: Ecco Come “Scolpiamo” l’Entanglement con un Singolo Emettitore!

Ciao a tutti, appassionati di scienza e curiosi del futuro! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel cuore della computazione quantistica, un campo che promette di rivoluzionare la tecnologia come la conosciamo. In particolare, vi parlerò di un traguardo che, modestamente, ci avvicina un bel po’ a questo futuro: la capacità di generare stati graph fotonici in modo deterministico e riconfigurabile utilizzando un singolo “operaio” quantistico, un emettitore a stato solido. Sembra complicato? Tranquilli, vi guiderò passo passo!

Il Sogno Quantistico e gli Stati Graph

Realizzare un computer quantistico universale e tollerante agli errori è un po’ il Sacro Graal della fisica moderna. Una delle strade più promettenti per arrivarci è quella della computazione quantistica basata sulla misura. Immaginatela così: invece di manipolare direttamente i qubit (i bit quantistici) uno per uno durante il calcolo, prepariamo in anticipo una risorsa speciale, uno stato altamente intricato di molti qubit, e poi eseguiamo il calcolo semplicemente misurando questi qubit in un certo ordine. Questa risorsa speciale è spesso uno stato graph.

Gli stati graph fotonici, cioè fatti di fotoni (le particelle di luce), sono candidati ideali perché i fotoni sono relativamente insensibili al “rumore” ambientale (la decoerenza) che affligge i sistemi quantistici. Pensate ai fotoni come a messaggeri velocissimi e discreti, perfetti per trasportare informazione quantistica.

Vecchi Metodi, Nuove Sfide

In passato, generare questi stati graph fotonici era un’impresa. Si usavano sorgenti di fotoni probabilistiche, il che significa che non si aveva mai la certezza di ottenere il fotone desiderato al momento giusto. Un po’ come cercare di costruire una collana di perle pescandole a caso da un sacchetto: un processo lento e inefficiente, soprattutto se la collana deve essere lunga e complessa! Recentemente, le sorgenti deterministiche di singoli fotoni, come i nostri amati punti quantici (quantum dots, QD) a semiconduttore, hanno iniziato a cambiare le carte in tavola. Ma la vera svolta è poter creare entanglement (quel legame “magico” tra particelle) in modo deterministico, mediato dallo spin di un emettitore quantistico.

La Nostra Rivoluzione: Un Emettitore per Dominarli Tutti

Ed è qui che entra in gioco il nostro lavoro! Abbiamo dimostrato come, utilizzando un singolo punto quantico a semiconduttore integrato in una cavità ottica, possiamo generare stati graph con topologie diverse, e per di più, possiamo riconfigurare questa topologia a piacimento. Nello specifico, abbiamo creato i cosiddetti stati graph “caterpillar” (a bruco). Non fatevi ingannare dal nome simpatico: questi stati sono potentissimi perché rappresentano la classe più generale di stati graph che si possono ottenere con un singolo emettitore. Includono configurazioni famose come gli stati lineari a cluster, gli stati GHZ (che sono localmente equivalenti a stati graph a stella) e persino stati codificati in modo ridondante, fondamentali per la correzione degli errori quantistici.

Come ci siamo riusciti? Sfruttando impulsi ottici rapidi e “fuori sintonia” (detuned) per avere un controllo completo sullo stato di spin di un singolo elettrone intrappolato nel nostro punto quantico. Questo controllo ci permette di “scolpire” letteralmente l’entanglement tra lo spin dell’elettrone e i fotoni emessi sequenzialmente.

Macro fotografia di un chip a semiconduttore con un micropilastro centrale illuminato, da cui emanano deboli tracce di luce colorata che simboleggiano i fotoni emessi. Lente macro, 85mm, alta definizione, illuminazione controllata da laboratorio con leggeri riflessi bluastri, messa a fuoco precisa sul micropilastro.

Dentro il “Laboratorio” del Punto Quantico

Il nostro dispositivo è un piccolo gioiello di ingegneria: un punto quantico di InGaAs (arseniuro di indio e gallio) inserito con precisione al centro di una microcavità ottica a pilastro. Questa cavità amplifica l’emissione di singoli fotoni (effetto Purcell, per i più tecnici) e ne migliora l’efficienza di raccolta. Grazie a contatti elettrici, possiamo anche “sintonizzare” l’energia del punto quantico.

Quando un singolo elettrone è intrappolato nel QD, il suo spin (una proprietà quantistica intrinseca, un po’ come una minuscola bussola) può essere orientato “su” o “giù”. Le regole di selezione ottica del nostro sistema fanno sì che quando il QD emette un fotone, la polarizzazione di questo fotone (ad esempio, circolare destra o sinistra) sia legata allo stato di spin dell’elettrone. È questo legame che ci permette di creare l’entanglement spin-fotone.

Per avere un controllo totale, usiamo due “manopole”:

  • Un campo magnetico esterno trasversale (circa 60 mT) che fa precedere lo spin dell’elettrone attorno a un asse (come una trottola), implementando una rotazione Ry.
  • Un impulso ottico di rotazione dello spin (OSRP), rapido (4 ps) e polarizzato circolarmente, che induce uno sfasamento (AC Stark shift) e fa ruotare lo spin attorno a un altro asse (l’asse ottico z), implementando una rotazione Rz.

Combinando queste due rotazioni, possiamo orientare lo spin dell’elettrone in qualsiasi direzione sulla sfera di Bloch (la rappresentazione geometrica di uno stato di qubit). È come avere un joystick precisissimo per pilotare lo spin!

Creare Catene di Entanglement a Quattro Parti

Per generare entanglement a quattro parti (tre fotoni e lo spin, o quattro fotoni dopo aver misurato lo spin), usiamo una sequenza di quattro impulsi di eccitazione laser, separati da intervalli di tempo precisi (600 ps). Questo intervallo è scelto in modo che lo spin compia una rotazione Ry(π/2) tra un’emissione fotonica e l’altra.
Il primo fotone emesso, misurato in una certa base di polarizzazione, “annuncia” lo stato iniziale dello spin. Poi, tra le emissioni successive, possiamo inserire i nostri OSRP per implementare le rotazioni Rz(φ) desiderate. Controllando i ritardi (per le rotazioni Ry(θ) dovute alla precessione di Larmor) e la potenza degli OSRP (per le rotazioni Rz(φ)), possiamo generare diversi tipi di stati graph a 4 qubit.

Ad esempio:

  • Stati lineari a cluster (4LC): Ottenuti senza OSRP (φ1,2=0) e con precessione θ1,2=π/2. Abbiamo misurato fedeltà agli stati di Bell ideali (dopo aver districato lo spin misurando l’ultimo fotone) fino a 0.80 ± 0.04 e concordanze (una misura dell’entanglement) fino a 0.69 ± 0.09. Questi sono, a nostra conoscenza, i valori di fedeltà più alti riportati per una coppia entangled all’interno di uno stato cluster multifotone spin-fotone da QD!
  • Stati GHZ: Generati impostando θ1,2=π/2 e φ1,2=π. Questi stati sono un’altra risorsa fondamentale.
  • Stati lineari a cluster con codifica ridondante (RLC): Ottenuti con combinazioni specifiche di θ e φ. Questi stati sono cruciali per operazioni di “fusione” più efficienti, necessarie per costruire stati graph più grandi e per protocolli di correzione degli errori.

La bellezza del nostro approccio è la riconfigurabilità: variando continuamente i parametri degli OSRP, possiamo trasformare con continuità un tipo di stato entangled in un altro, come abbiamo dimostrato sperimentalmente.

Visualizzazione artistica 3D di uno stato graph 'caterpillar' a 10 fotoni, con nodi luminosi interconnessi che fluttuano in uno spazio scuro e astratto. Alcuni nodi sono singoli, altri sono raggruppati a indicare ridondanza. Lente grandangolare, 20mm, effetto profondità di campo, colori brillanti per i nodi e le connessioni su sfondo scuro.

Verso l’Infinito (Quantistico) e Oltre!

Il protocollo che abbiamo sviluppato non si ferma a quattro qubit. Può essere esteso per generare stati graph caterpillar interamente fotonici di topologia arbitraria e con molti più fotoni. Abbiamo simulato, ad esempio, la generazione di uno stato caterpillar a 10 fotoni (come mostrato in figura qui sopra) con una fedeltà stimata dell’80% utilizzando parametri realistici per una sorgente migliorata.

Un aspetto cruciale è che i fotoni emessi mantengono un’alta indistinguibilità (superiore all’82% in tutti i nostri esperimenti). Questo è fondamentale perché per costruire stati graph ancora più grandi, dobbiamo “fondere” insieme fotoni provenienti da diverse emissioni o addirittura da diverse sorgenti, e questa fusione funziona bene solo se i fotoni sono praticamente identici.

Certo, ci sono margini di miglioramento. Ad esempio, la luminosità del nostro attuale dispositivo non è ancora allo stato dell’arte. Migliorando l’accoppiamento cavità-QD (aumentando il fattore Purcell), potremmo emettere più fotoni durante il tempo di coerenza dello spin e migliorare ulteriormente le fedeltà. Anche estendere il tempo di coerenza dello spin, magari usando spin di lacuna o tecniche di “raffreddamento” degli spin nucleari, ci darebbe una marcia in più. Le nostre simulazioni prevedono che con miglioramenti realistici a breve termine (un trione positivo con un tempo di vita radiativo di 100 ps e una fedeltà del gate di rotazione dello spin del 99.5%), potremmo generare stati entangled con fino a 30 fotoni!

Perché Tutto Questo è Importante?

Le implicazioni di questo lavoro sono dirette per le architetture quantistiche scalabili. Ad esempio, una sorgente di stati caterpillar a 14 fotoni potrebbe permettere la produzione efficiente di risorse complesse necessarie per algoritmi come quello di Shor per la fattorizzazione (immaginate di rompere le crittografie attuali!). Inoltre, le tecniche che abbiamo sviluppato sono essenziali per protocolli di entanglement remoto tra spin, fondamentali per architetture di calcolo quantistico ibride spin-ottiche.

In conclusione, la versatilità del nostro metodo apre la strada alla generazione di risorse di entanglement sempre più complesse, offrendo un percorso promettente verso il calcolo quantistico pratico e tollerante agli errori. È un piccolo passo per un puntino quantico, ma, speriamo, un grande passo per la fotonica quantistica!

Fonte: Springer

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