Immagine concettuale che rappresenta il benessere della Generazione Z: un giovane guarda verso un futuro luminoso mentre elementi digitali (icone social stilizzate) e naturali (foglie verdi) si fondono armoniosamente intorno a lui/lei. Obiettivo prime 50mm, stile cinematografico con profondità di campo, luce soffusa e calda che simboleggia speranza, duotono leggero (verde acqua e pesca).

Gen Z Sotto la Lente: Cosa Influenza Davvero il Nostro Benessere Tra Social e Vita Reale?

Ciao a tutti! Oggi voglio chiacchierare con voi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, perché riguarda da vicino me e tanti coetanei: il benessere della Generazione Z. Sì, parlo proprio di noi, nati tra la fine degli anni ’90 e i primi del 2010, cresciuti a pane e internet. Si dice spesso che siamo una generazione un po’ in difficoltà con il benessere psicologico, e forse un po’ è vero. Ma perché? E cosa possiamo fare? Cerchiamo di capirci qualcosa insieme, basandoci su una ricerca interessante.

Chi Siamo Noi, la Famosa Gen Z?

Prima di tutto, definiamoci un attimo. Siamo quelli che non ricordano un mondo senza smartphone, social media e informazioni a portata di click. Siamo considerati i primi veri “cittadini globali”, super connessi e informati sulle tendenze mondiali [33]. Questo ci rende super multitasking, creativi e pieni di iniziativa [33]. Però, diciamocelo, questa iperconnessione ha anche i suoi lati oscuri. Studi come quello di Deloitte Global del 2021 hanno mostrato che una bella fetta di noi (il 46%!) si sente stressata o ansiosa spesso [4]. E non dimentichiamo l’impatto di eventi come la pandemia di COVID-19, che ha aggiunto incertezze sul nostro futuro [33]. Insomma, non è tutto rose e fiori.

Ma Cos’è Davvero il Benessere e Perché è Cruciale?

Sentiamo spesso questa parola, “benessere”. Ma cosa significa? In parole povere, è come ci sentiamo riguardo alla nostra vita: la nostra felicità, la soddisfazione generale, le nostre emozioni [6]. E perché è così importante, soprattutto per noi che ci affacciamo (o siamo già dentro) al mondo del lavoro? Semplice: stare bene mentalmente ci rende più produttivi, creativi, innovativi e persino più fedeli all’azienda per cui lavoriamo [7, 9]. Considerando che entro il 2025 saremo circa il 27% della forza lavoro globale [8], capite bene che il nostro benessere non è solo un “problema nostro”, ma un fattore chiave per il futuro!

Fattori Interni: La Forza Che Abbiamo Dentro

Il nostro benessere non dipende solo da cosa succede fuori, ma anche da come siamo fatti “dentro”. La ricerca ha messo in luce due fattori interni importanti:

  • Resilienza: Questa è la nostra capacità di “rimbalzare” dopo un momento difficile, di adattarci e superare lo stress [18, 72]. È come un muscolo che si allena affrontando le sfide. Lo studio conferma che essere resilienti ha un impatto positivo sul nostro benessere [21, 75]. Più siamo capaci di rialzarci, meglio stiamo.
  • Estroversione: Qui parliamo di tratti della personalità. Chi è estroverso tende ad essere più socievole, energico, assertivo e a cercare interazioni sociali [80, 82]. Secondo lo studio, questo tratto è positivamente collegato al benessere. Forse perché essere aperti agli altri ci aiuta a costruire reti di supporto e a vivere più emozioni positive? Ha senso, no?

Ritratto fotografico di un giovane della Gen Z che sorride con fiducia, simboleggiando la resilienza e l'estroversione. Obiettivo prime 50mm, luce naturale laterale che crea un leggero contrasto, sfondo leggermente sfocato per mettere in risalto il soggetto, stile filmico.

Fattori Esterni: L’Influenza del Mondo Che Ci Circonda

Ovviamente, non viviamo isolati. Il mondo esterno gioca un ruolo fondamentale. Vediamo due fattori esterni chiave analizzati nello studio:

  • Supporto Sociale: Questo è l’affetto, l’attenzione, l’aiuto pratico che riceviamo da amici, famiglia, partner [15, 52]. Pensate a quella chiacchierata con un amico che vi tira su il morale, o al consiglio dei genitori. Lo studio ha trovato una cosa potentissima: il supporto sociale non solo ha un impatto diretto e positivo sul nostro benessere, ma lo influenza anche indirettamente, aumentando la nostra resilienza! [Questo studio, 22, 23]. Insomma, avere una buona rete sociale è una vera e propria ancora di salvezza.
  • Tecnologia (FoMO e Tempo Passato Online): E qui arriva il bello. Siamo la generazione digitale per eccellenza. Passiamo un sacco di tempo online, sui social, ecc. Ci si aspetterebbe che la famosa FoMO (Fear of Missing Out, la paura di perdersi qualcosa di bello che gli altri stanno facendo) e le ore passate davanti allo schermo (screen time) avessero un impatto negativo sul nostro benessere [13, 86]. Sorpresa! Questo studio specifico, condotto su 408 ragazzi e ragazze della Gen Z in Indonesia, non ha trovato una correlazione negativa significativa tra FoMO/screen time e benessere.

Ma Come? La Tecnologia Non Era il “Nemico”?

Aspettate, non sto dicendo che passare 10 ore al giorno su TikTok faccia bene! Ma i risultati di questa ricerca suggeriscono che forse, essendo “nativi digitali”, abbiamo sviluppato delle strategie per gestire la pressione online [102, 103]. Magari siamo più bravi a selezionare cosa guardare, a usare i social per mantenere i contatti reali, o semplicemente la soglia di “troppo tempo online” per noi è diversa rispetto alle generazioni precedenti. Alcuni studi suggeriscono addirittura che un uso moderato della tecnologia possa essere associato a un maggiore benessere [102, 105]. È un quadro complesso, non bianco o nero.

Immagine still life di uno smartphone appoggiato su un tavolo accanto a una tazza di caffè e un quaderno aperto. Lo schermo mostra un feed social. Obiettivo macro 60mm, messa a fuoco selettiva sullo schermo, illuminazione ambientale calda e controllata.

Cosa Ci Portiamo a Casa da Questo Studio?

Riassumendo, questa ricerca ci dice alcune cose importanti:

  • Il supporto sociale è ORO. Fa bene direttamente e ci rende più forti (resilienti).
  • La nostra capacità di resilienza è fondamentale per stare bene.
  • Essere estroversi sembra dare una mano al nostro umore e benessere generale.
  • L’impatto negativo di FoMO e screen time sul benessere, almeno in questo campione di Gen Z, non è così scontato come si potrebbe pensare. Potremmo essere più “attrezzati” di quanto crediamo per navigare il mondo digitale.

Consigli Pratici per Noi (e per Chi Ci Sta Intorno)

Alla luce di tutto questo, cosa possiamo fare concretamente? E cosa possono fare genitori, educatori, datori di lavoro?

  • Coltivare le relazioni: Dedichiamo tempo alle persone che ci fanno stare bene. Parliamo apertamente dei nostri problemi. Il supporto sociale è un booster potentissimo.
  • Allenare la resilienza: Non evitiamo le sfide, ma affrontiamole un passo alla volta, magari chiedendo aiuto. Imparare a gestire le difficoltà ci renderà più forti.
  • Monitorare l’uso della tecnologia: Anche se questo studio non ha trovato effetti negativi devastanti, essere consapevoli di quanto tempo passiamo online e di come ci fa sentire è sempre una buona idea. Stabiliamo dei limiti se sentiamo che ci sta sfuggendo di mano. La comunicazione aperta con genitori o figure di riferimento è chiave per cogliere eventuali segnali di disagio (come la FoMO).
  • Genitori ed Educatori: Ascoltateci! Create un ambiente di dialogo aperto. Aiutateci a sviluppare la resilienza guidandoci nelle difficoltà, non sostituendovi a noi. Siate presenti e supportateci.

Foto di gruppo di giovani della Gen Z che collaborano a un progetto in un ambiente di co-working luminoso e moderno, simboleggiando produttività e benessere sul lavoro. Obiettivo zoom 24-70mm impostato a 35mm, luce diffusa, atmosfera positiva e collaborativa.

Insomma, il benessere della Generazione Z è un puzzle complesso, fatto di tanti pezzi interni ed esterni. Capire come questi pezzi si incastrano è il primo passo per costruire un futuro in cui possiamo non solo sopravvivere, ma prosperare, portando la nostra energia e le nostre idee uniche nel mondo. E voi, cosa ne pensate? Vi ritrovate in questi risultati? Fatemelo sapere!

Fonte: Springer

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