Funghi Sconosciuti all’Attacco del Tè Cinese: Vi Racconto le Ultime Scoperte!
Ciao a tutti, appassionati di scienza e natura! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio affascinante nel mondo un po’ nascosto dei funghi, ma con un impatto enorme su una pianta che forse conoscete bene, o almeno il suo prezioso prodotto: la Camellia oleifera, l’albero da cui si ricava l’olio di tè.
Pensate che questa pianta non è solo importante per l’olio nutriente e salutare che ci regala (ricco di acidi grassi insaturi e vitamina E!), ma è anche un pilastro economico per molte regioni, specialmente in Asia e in particolare in Cina. La sua coltivazione è in costante crescita, passando da 3 a oltre 4,5 milioni di ettari solo in Cina tra il 2008 e il 2019! Inoltre, è una campionessa di adattabilità, cresce bene in zone collinari e montuose, aiutando anche a conservare suolo e biodiversità. Insomma, una pianta davvero preziosa.
Il Lato Oscuro: Le Malattie Fungine
Purtroppo, come spesso accade in agricoltura, anche la Camellia oleifera ha i suoi nemici. Negli ultimi anni, le piantagioni, soprattutto nella provincia cinese del Sichuan – un vero paradiso per questa pianta grazie al suo clima – hanno iniziato a soffrire di gravi attacchi da parte di funghi. Tra i principali sospettati ci sono loro: i funghi pestalotioidi, un gruppo che include generi come Pestalotiopsis e Neopestalotiopsis.
Questi nomi magari non vi dicono molto, ma sono funghi ubiquitari, capaci di vivere come endofiti (cioè all’interno delle piante senza danneggiarle, a volte!), come saprofiti (decomponendo materia organica morta) o, ahimè, come patogeni, causando malattie che possono devastare i raccolti. Identificarli non è sempre stato facile. In passato ci si basava molto sulla forma delle loro spore al microscopio – dettagli come il numero di cellule, il colore, la presenza e la forma di piccole “appendici”. Poi, con l’avvento delle tecniche molecolari, l’analisi del DNA (in particolare di geni come ITS, tef1-α e tub2) ha rivoluzionato la classificazione, permettendo di distinguere specie molto simili tra loro e persino di definire nuovi generi, come appunto Neopestalotiopsis e Pseudopestalotiopsis, separati da Pestalotiopsis nel 2014.
L’Indagine nel Sichuan: Cosa Hanno Scoperto?
Proprio per capire meglio chi stesse attaccando le preziose piante di Camellia oleifera nel Sichuan, un team di ricercatori ha condotto un’indagine approfondita tra agosto 2023 e maggio 2024. Hanno setacciato oltre 66 ettari di piantagioni, raccogliendo foglie che mostravano sintomi sospetti: macchie, antracnosi (una brutta malattia che può colpire l’intera pianta), marciumi.
Una volta in laboratorio, hanno isolato i funghi presenti sulle foglie malate, li hanno fatti crescere su un terreno di coltura (il classico PDA, a base di patate e destrosio) e li hanno studiati da vicino. Hanno osservato la loro morfologia al microscopio, misurando spore e altre strutture, e poi hanno estratto il loro DNA per l’analisi filogenetica, confrontando le sequenze genetiche con quelle già note in banche dati mondiali. È un po’ come fare il test del DNA per scoprire parentele e identità nel mondo dei funghi!

E qui arrivano le scoperte interessanti! Integrando i dati morfologici e molecolari, i ricercatori hanno identificato ben otto ceppi fungini appartenenti a tre specie diverse del gruppo dei pestalotioidi.
Una Nuova Specie Battezzata!
La scoperta più eclatante è stata l’identificazione di una specie completamente nuova per la scienza! L’hanno chiamata Neopestalotiopsis folii. Il nome “folii” deriva dal latino “folium”, che significa foglia, proprio perché è stata trovata sulle foglie della Camellia oleifera, dove sembra causare una malattia chiamata “macchia algale” (spesso in associazione con alghe, un dettaglio intrigante!). L’analisi del DNA ha mostrato che, sebbene sia imparentata con un’altra specie nota (N. vheenae), presenta differenze significative a livello genetico e anche alcune differenze morfologiche (come spore e cellule conidiogene di dimensioni diverse). Che emozione poter dare un nome a una nuova forma di vita!
Nuovi “Indirizzi” per Funghi Già Noti
Ma non è finita qui. Lo studio ha anche rivelato che altre due specie di Pestalotiopsis, già conosciute ma mai segnalate prima su Camellia oleifera, erano presenti e attive nelle piantagioni del Sichuan. Si tratta di:
- Pestalotiopsis trachycarpicola: Questo fungo era stato isolato in precedenza da piante come il Tasso cinese (Taxus chinensis), da un tipo di fungo parassita di insetti (Ophiocordyceps), da un albero chiamato Celtis formosana, dalla pianta del tè comune (Camellia sinensis) e persino dal Pino di Bunge (Pinus bungeana). Trovarlo ora sulla Camellia oleifera rappresenta un nuovo record di ospite. Nello studio, è stato associato a sintomi di antracnosi.
- Pestalotiopsis hispanica: Anche questa specie amplia il suo “curriculum”. Originariamente isolata da piante del genere Protea e poi da Ophiocordyceps, ora sappiamo che può infettare anche la Camellia oleifera, causando una malattia chiamata “peronospora fogliare”. Un altro nuovo record di ospite!

La Prova del Nove: Sono Davvero Loro i Colpevoli?
Identificare un fungo su una pianta malata è un conto, ma essere sicuri che sia proprio lui la causa della malattia è un altro. Per questo, i ricercatori hanno applicato i famosi postulati di Koch. In pratica, hanno preso i funghi isolati (uno per specie: P. trachycarpicola, P. hispanica e la nuova N. folii) e li hanno usati per inoculare foglie sane di Camellia oleifera in laboratorio. Hanno usato due metodi: una sospensione di spore e un piccolo pezzetto di micelio (il “corpo” del fungo).
I risultati? Tutti e tre i funghi si sono dimostrati patogeni, riuscendo a causare sintomi di malattia sulle foglie sane, simili a quelli osservati in campo, mentre le foglie di controllo (trattate solo con acqua sterile o terreno di coltura senza funghi) sono rimaste perfettamente sane. Questo conferma la loro capacità di attaccare la Camellia oleifera. È interessante notare che la gravità dei sintomi variava a seconda della specie e del metodo di inoculazione. Ad esempio, P. hispanica è risultato molto virulento con le spore, mentre P. trachycarpicola lo è stato di più con il micelio. La nuova specie, N. folii, pur essendo patogena, sembrava meno aggressiva in laboratorio rispetto a quanto osservato in campo, suggerendo che forse, per scatenare tutto il suo potenziale dannoso, abbia bisogno di “complici”, come le alghe con cui è stata trovata associata. Un aspetto che merita sicuramente ulteriori indagini!
Perché Tutto Questo è Importante?
Forse vi state chiedendo: “Ok, interessante, ma perché dovremmo preoccuparci di questi funghi su una pianta coltivata in Cina?”. Beh, i motivi sono diversi.
Innanzitutto, la Camellia oleifera è una risorsa economica fondamentale. Capire quali funghi la minacciano e come agiscono è il primo passo per sviluppare strategie di difesa efficaci, proteggendo così i raccolti e il reddito degli agricoltori. Questo studio colma una lacuna di conoscenza specifica per la regione del Sichuan, ma le informazioni sono utili ovunque si coltivi questa pianta.
In secondo luogo, amplia la nostra conoscenza sulla diversità dei funghi pestalotioidi. Scoprire nuove specie come N. folii e nuovi ospiti per specie già note ci aiuta a capire meglio la biologia, l’ecologia e l’evoluzione di questi organismi. E non dimentichiamo che alcuni di questi funghi, oltre a essere patogeni, hanno anche un potenziale biotecnologico (ad esempio, nella produzione di enzimi o altre molecole utili), quindi conoscerli meglio potrebbe aprire nuove strade anche in quel campo.

In conclusione, questo studio ci ricorda quanto sia complesso e dinamico il mondo naturale. Anche una pianta robusta e preziosa come la Camellia oleifera deve fare i conti con nemici invisibili. Grazie a ricerche come questa, che combinano osservazione sul campo, analisi di laboratorio e tecniche molecolari avanzate, possiamo svelare l’identità di questi nemici, capire come agiscono e, speriamo, trovare modi più efficaci per proteggere le nostre colture e la biodiversità. La scoperta di Neopestalotiopsis folii e dei nuovi record per P. trachycarpicola e P. hispanica sono tasselli importanti in questo grande puzzle. Continuiamo a esplorare e a imparare!
Fonte: Springer
