Fumo di Incendi e Salute: Quando l’Aria del Portogallo Diventa un Nemico Invisibile
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore, anche perché tocca corde sensibili legate all’ambiente e alla nostra salute. Parliamo di incendi boschivi, un fenomeno purtroppo sempre più frequente e devastante, non solo per le foreste ma anche per i nostri polmoni. Ci siamo mai chiesti davvero cosa respiriamo quando l’aria si riempie del fumo acre degli incendi? Uno studio recente condotto nel nord del Portogallo tra il 2019 e il 2022 ci offre spunti davvero illuminanti, e un po’ preoccupanti, su cui riflettere.
Incendi e Cambiamenti Climatici: Un Cocktail Pericoloso
Non è un segreto: i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il nostro pianeta. Temperature più alte, siccità prolungate… condizioni perfette perché gli incendi divampino con più facilità e violenza. L’Europa, e in particolare paesi mediterranei come il Portogallo, sono in prima linea. Storicamente, la stagione degli incendi si concentrava in estate, ma negli ultimi anni abbiamo visto roghi importanti già in primavera e fino all’autunno inoltrato. E quando brucia una foresta, non è solo legno che va in fumo. Vengono rilasciate nell’atmosfera tonnellate di inquinanti:
- Particolato fine (PM₁₀ e il temibile PM₂.₅, così piccolo da entrare nel sangue)
- Monossido di carbonio (CO)
- Anidride carbonica (CO₂)
- Metano (CH₄)
- Ossidi di azoto (NOx)
- Composti organici volatili
- Ozono troposferico (O₃), che si forma secondariamente
Questo cocktail micidiale è associato a stress ossidativo, infiammazioni, danni al DNA e a una serie di problemi di salute, soprattutto respiratori e cardiovascolari.
Lo Studio nel Nord del Portogallo: Numeri alla Mano
Ed è qui che entra in gioco lo studio che voglio raccontarvi. Per la prima volta, i ricercatori hanno messo insieme dati sulla qualità dell’aria e dati sanitari pubblici (visite al pronto soccorso, spese farmaceutiche, mortalità) per tre distretti del nord del Portogallo (Bragança, Vila Real, Viana do Castelo) tra il 2019 e il 2022. Hanno confrontato i mesi della “stagione degli incendi” (luglio-settembre) con gli altri mesi. Cosa hanno scoperto?
Aria Appesantita: L’Impatto sulla Qualità dell’Aria
I risultati parlano chiaro. Durante la stagione degli incendi, le concentrazioni di inquinanti schizzano alle stelle:
- PM₁₀ e PM₂.₅: aumenti fino al +90%!
- Ozono (O₃): fino al +51%.
- Diossido di azoto (NO₂): fino al +39%.
In alcuni giorni (fino all’8% del periodo), i livelli hanno superato i limiti stabiliti dalle normative nazionali e/o le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Pensate che l’area totale bruciata ogni mese era direttamente correlata ai livelli di PM₁₀, PM₂.₅ e O₃. Più terra bruciava, peggiore era l’aria che si respirava. Un legame diretto e preoccupante.
Salute Sotto Pressione: Visite Urgenti e Costi Sanitari
E la salute delle persone? Lo studio ha osservato un trend interessante, anche se non sempre statisticamente significativo (il che significa che servono più dati per confermarlo con certezza). Nei mesi degli incendi, c’è stato un aumento delle visite al pronto soccorso:
- Visite urgenti generali: fino a +128% in più in alcuni distretti!
- Visite pediatriche urgenti: aumenti notevoli.
- Visite ostetriche urgenti: anche qui un incremento.
Un dato particolarmente interessante è che le visite pediatriche urgenti durante la stagione degli incendi erano correlate positivamente ai livelli di ozono (O₃). L’ozono è un irritante potente per le vie respiratorie, e i bambini sono particolarmente vulnerabili.
Sul fronte dei costi sanitari, c’è stato un calo generale della spesa per farmaci durante i mesi estivi (forse legato a minori infezioni respiratorie stagionali?), ma con un’eccezione: si è notata una tendenza all’aumento (+12-31%) della spesa per farmaci legati allo squilibrio idro-elettrolitico e del volume sanguigno. Forse un effetto combinato del caldo e dell’inquinamento? È un’ipotesi da approfondire.
Il Prezzo Più Alto: La Mortalità Associata agli Incendi
Qui arriviamo alla parte più difficile. Utilizzando un software specifico dell’OMS (AIRQ+), i ricercatori hanno stimato l’impatto sulla mortalità nei giorni in cui si verificavano grandi incendi (oltre 100 ettari) e i livelli di inquinanti superavano le linee guida OMS. I numeri fanno riflettere:
- Esposizione a breve termine: Si stima che, nei giorni critici, l’esposizione a PM₁₀, PM₂.₅ e O₃ abbia causato fino a 36 decessi (per tutte le cause), 5 decessi cardiovascolari e 1 decesso respiratorio attribuibili direttamente all’inquinamento da incendio.
- Esposizione a lungo termine: Guardando agli effetti cumulativi, l’esposizione prolungata a PM₁₀ e PM₂.₅ durante questi eventi è stata associata a stime ancora più alte: fino a 212 decessi (tutte le cause) e 17 decessi respiratori per il PM₁₀, e addirittura fino a 330 decessi (tutte le cause), 14 cardiovascolari e 5 respiratori per il PM₂.₅. Anche l’esposizione a lungo termine a O₃ e NO₂ ha mostrato un impatto significativo sulla mortalità.
Questi non sono solo numeri, sono vite. E ci ricordano quanto sia seria la minaccia dell’inquinamento atmosferico, specialmente quando è aggravato dagli incendi. Le popolazioni più vulnerabili? Come sempre: bambini, anziani, donne incinte e persone con malattie preesistenti (cardiovascolari, respiratorie).
Cosa Possiamo Imparare? Verso un Futuro Più Sicuro
Questo studio, pur con i suoi limiti (mancanza di alcuni dati, necessità di analisi più dettagliate su scala locale), lancia un messaggio forte e chiaro. Gli incendi boschivi non sono solo un disastro ambientale, ma una vera e propria emergenza di salute pubblica.
Cosa fare? Le strade sono diverse e devono coinvolgere tutti:
- Migliorare la gestione degli incendi: Prevenzione, sistemi di allerta precoce, strategie di spegnimento più efficaci e che minimizzino le emissioni tossiche.
- Politiche di salute pubblica mirate: Monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria, allerte pubbliche tempestive, piani di evacuazione, protezione della qualità dell’aria interna (purificatori, rifugi “aria pulita”), distribuzione di mascherine adeguate.
- Supporto sanitario potenziato: Valutazioni mediche a distanza, facilitazioni per ottenere farmaci, monitoraggio digitale dei sintomi, unità sanitarie temporanee nelle aree colpite, collaborazione con organizzazioni locali.
- Coinvolgimento della popolazione: Educazione sui rischi e sulle misure preventive (workshop, app, SMS, simulazioni). Ognuno di noi può fare la sua parte.
- Ricerca continua: Approfondire gli impatti a lungo termine, gli effetti combinati di inquinanti e caldo, e l’efficacia delle misure adottate.
Il nord del Portogallo, con le sue colline, foreste e paesaggi agricoli, è un esempio di come aree prevalentemente rurali possano essere duramente colpite. Ma il problema è globale. Dobbiamo agire ora per proteggere le nostre comunità e la nostra salute dall’ombra crescente degli incendi boschivi. Non possiamo controllare il clima da soli, ma possiamo prepararci meglio e mitigare gli impatti. È una sfida complessa, ma la nostra salute e quella del pianeta valgono ogni sforzo.
Fonte: Springer