Formule di Quadratura di Szegő: Un Viaggio dal Cerchio Unitario alle Applicazioni Pratiche
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi appassiona molto e su cui ho lavorato di recente: le formule di quadratura di Szegő. Magari il nome suona un po’ tecnico, ma fidatevi, ci portano in un mondo affascinante della matematica applicata, con risvolti pratici davvero interessanti.
Tutto parte da una famiglia specifica di funzioni peso definite sul cerchio unitario (immaginate il bordo di un cerchio nel piano complesso). La funzione che abbiamo preso in esame è piuttosto semplice all’apparenza: ( mu_m(theta) = 1 + cos(mtheta) ), dove ( theta ) varia tra (-pi) e (pi), e (m) è un numero intero non negativo. Perché proprio questa? Beh, a parte il fatto che per (m=0) e (m=1) ritroviamo i pesi di Chebyshev (già noti e studiati), per (m > 1) la situazione era meno esplorata, e come spesso accade in matematica, l’ignoto è affascinante!
Il nostro obiettivo era duplice. Da un lato, volevamo capire a fondo le proprietà legate a questo peso (mu_m), in particolare per calcolare in modo approssimato integrali del tipo ( int_{-pi}^{pi} F(e^{itheta}) mu_m(theta) dtheta ). Questo tipo di integrali spunta fuori in diverse applicazioni scientifiche e ingegneristiche. Per farlo, avevamo bisogno degli strumenti giusti: i cosiddetti polinomi di Szegő (di primo e secondo tipo) e i polinomi para-ortogonali associati.
I Mattoni Fondamentali: Polinomi sul Cerchio Unitario
Una delle prime sfide, e anche una delle soddisfazioni più grandi, è stata trovare le espressioni esplicite per questi polinomi. Nel mondo dei polinomi ortogonali, avere una formula chiusa è un po’ come avere una mappa del tesoro! Non ci sono tantissimi esempi noti sul cerchio unitario, a differenza di quanto accade sull’intervallo reale.
Abbiamo derivato le formule per i polinomi di Szegő monici ({ rho_n }) e per i loro “compagni” di secondo tipo ({ varsigma_n }). Questi polinomi sono legati tra loro da relazioni di ricorrenza che coinvolgono i cosiddetti coefficienti di Verblunsky ({ delta_n }). Nel nostro caso, abbiamo scoperto che molti di questi coefficienti sono nulli, tranne quelli il cui indice è un multiplo di (m), il che semplifica parecchio la struttura dei polinomi. Ad esempio, abbiamo trovato che ( rho_{mk}(z) = z^{mk} – frac{1}{2} z^{m(k-1)} + dots ) e che ( rho_{mk+r}(z) = z^r rho_{mk}(z) ) per ( 1 le r le m-1 ). Questo schema ripetitivo è stato cruciale.
Anche i polinomi para-ortogonali ( B_n(z, tau_n) = rho_n(z) + tau_n rho_n^*(z) ) (dove ( rho_n^* ) è il polinomio reciproco e ( tau_n ) è un numero complesso sul cerchio unitario) sono stati caratterizzati esplicitamente. Questi sono fondamentali perché i loro zeri, che si trovano tutti sul cerchio unitario, diventano i nodi delle nostre formule di quadratura.
Formule di Quadratura di Szegő: Nodi, Pesi e Calcolo Efficiente
Una volta ottenuti i polinomi, il passo successivo è stato costruire le formule di quadratura di Szegő. Una formula di quadratura è essenzialmente un modo per approssimare un integrale con una somma pesata di valori della funzione integranda, calcolati in punti specifici (i nodi):
[ int_{-pi}^{pi} F(e^{itheta}) mu_m(theta) dtheta approx sum_{j=1}^{n} lambda_j F(z_j) = I_n^{mu}(F) ]
dove ( { z_j }_{j=1}^n ) sono gli zeri del polinomio para-ortogonale ( B_n(z, tau_n) ) e ( { lambda_j }_{j=1}^n ) sono i pesi corrispondenti.
Abbiamo trovato formule esplicite per calcolare questi pesi, ad esempio usando i polinomi di Szegő di primo e secondo tipo e i loro reciproci. In particolare, per il caso ( n = mk ) e scegliendo ( tau_n = (-1)^k ), le espressioni per nodi e pesi diventano sorprendentemente semplici! I nodi sono legati alle radici dell’unità e i pesi hanno una forma molto regolare. Questo caso speciale è computazionalmente molto vantaggioso.

Ma cosa succede quando non siamo in questo caso fortunato? Calcolare zeri di polinomi di grado elevato può essere complicato. Qui entra in gioco un’altra idea potente: collegare il calcolo dei nodi e dei pesi a un problema agli autovalori per matrici speciali, le cosiddette matrici CMV (Cantero-Moral-Velázquez). Conoscendo i coefficienti di Verblunsky (che abbiamo calcolato!), possiamo costruire queste matrici (che sono pentadiagonali, quindi molto strutturate) e i loro autovalori ci danno direttamente i nodi ( z_j ), mentre i pesi ( lambda_j ) si ricavano dalle prime componenti degli autovettori normalizzati. Questo approccio è numericamente stabile ed efficiente, implementabile facilmente con software come Matlab.
Quanto Sbagliamo? Analisi dell’Errore
Approssimare è bello, ma un matematico si chiede sempre: “quanto sto sbagliando?”. Abbiamo quindi analizzato l’errore ( E_n(F) = I_{mu}(F) – I_n^{mu}(F) ). Un risultato noto lega questo errore all’errore che si commette approssimando la trasformata di Herglotz-Riesz della misura ( mu_m ) con una certa funzione razionale costruita a partire dai polinomi di Szegő di primo e secondo tipo.
Il primo passo è stato calcolare esplicitamente questa trasformata ( H_{mu_m}(z) ) per il nostro peso. Con questa in mano, siamo riusciti a derivare delle stime superiori per l’errore della formula di quadratura. Queste stime dipendono dalle proprietà di analiticità della funzione ( F ) che stiamo integrando e dalla distanza dei suoi poli (se ne ha) dal cerchio unitario. Abbiamo anche ottenuto una stima alternativa basata su un prodotto di Blaschke costruito con i polinomi di Szegő. Confrontando queste stime con altre esistenti in letteratura (come quella universale di Bultheel et al.), abbiamo visto che le nostre, essendo specifiche per il peso (mu_m), spesso forniscono limiti più stringenti, il che è ottimo per avere un controllo più preciso sull’accuratezza.
Mettiamo alla Prova: Esperimenti Numerici sul Cerchio
La teoria è fondamentale, ma la prova del nove sta negli esperimenti numerici. Abbiamo implementato le nostre formule di quadratura (sia usando le formule esplicite quando possibile, sia risolvendo il problema agli autovalori con le matrici CMV) e le abbiamo testate su diversi integrali, alcuni con funzioni “lisce”, altri con singolarità o comportamento oscillatorio.
I risultati sono stati molto incoraggianti! Le formule convergono rapidamente al valore esatto dell’integrale all’aumentare del numero di nodi (n). Abbiamo anche verificato numericamente le stime dell’errore, confermando la loro validità. Un’osservazione interessante è emersa quando (m) è pari e scegliamo ( tau_n = pm 1 ): i nodi appaiono in gruppi simmetrici ( { pm zeta, pm bar{zeta} } ) con pesi uguali. Questa simmetria, che abbiamo dimostrato teoricamente, permette di ridurre il carico computazionale.

Dal Cerchio all’Intervallo: La Magia della Trasformazione di Joukowsky
E ora, la seconda parte della nostra avventura: l’applicazione a problemi sull’intervallo reale ( [-1, 1] ). Come si passa dal cerchio unitario all’intervallo? La chiave è la trasformazione di Joukowsky: ( x = frac{1}{2}(z + 1/z) ). Questa mappa magica collega i punti ( z = e^{itheta} ) sul cerchio unitario ai punti ( x = cos theta ) sull’intervallo ( [-1, 1] ).
Esiste una connessione profonda tra le misure definite sui due domini e, cosa più importante per noi, tra le rispettive formule di quadratura. In particolare, le formule di quadratura di Szegő sul cerchio (con nodi simmetrici rispetto all’asse reale) sono strettamente legate alle formule di quadratura di tipo Gaussiano (Gauss, Gauss-Radau, Gauss-Lobatto) sull’intervallo.
Un Nuovo Approccio per le Trasformazioni di Christoffel
Abbiamo sfruttato questa connessione per affrontare un problema specifico: il calcolo di integrali della forma
[ int_{-1}^{1} f(x) frac{P(x)}{sqrt{1-x^2}} dx ]
dove ( P(x) ) è un polinomio reale qualsiasi (non necessariamente positivo sull’intervallo!) e ( 1/sqrt{1-x^2} ) è il classico peso di Chebyshev del primo tipo. Questa è una cosiddetta trasformazione di Christoffel del peso di Chebyshev. Quando il grado di (P) è alto, o quando (P) cambia segno frequentemente, la funzione integranda ( f(x)P(x)/sqrt{1-x^2} ) può essere molto oscillante, rendendo le classiche formule di quadratura di Gauss-Chebyshev poco efficienti.
La nostra idea è stata questa:
1. Esprimere il polinomio ( P(x) ) come combinazione lineare dei polinomi di Chebyshev ( T_m(x) = cos(m arccos x) ). Poiché ( cos(mtheta) = T_m(cos theta) ), possiamo scrivere ( P(cos theta) ) come una somma di termini del tipo ( a_m (1 + cos(mtheta)) ).
2. L’integrale originale si trasforma quindi in una somma di integrali sul cerchio unitario, ciascuno con un peso della forma ( mu_m(theta) = 1 + cos(mtheta) ):
[ int_{-1}^{1} f(x) frac{P(x)}{sqrt{1-x^2}} dx = sum_{m=0}^{text{deg}(P)} a_m int_{-pi}^{pi} f(cos theta) (1 + cos(mtheta)) dtheta ]
(con un aggiustamento per il fattore (|sin theta|) che viene assorbito).
3. Possiamo approssimare ciascuno di questi integrali usando le formule di quadratura di Szegő che abbiamo sviluppato per i pesi ( mu_m )!
In pratica, invece di applicare una formula di quadratura alla funzione potenzialmente “brutta” ( f cdot P ), applichiamo diverse formule di quadratura (associate ai vari ( mu_m )) alla funzione ( f ) (che potrebbe essere molto più “liscia”) valutata nei nodi opportuni.
Ancora Numeri: Confronto sull’Intervallo
Abbiamo testato anche questo nuovo approccio numericamente. Abbiamo considerato funzioni ( f(x) ) lisce e polinomi ( P(x) ) anche di grado elevato e oscillanti. Abbiamo confrontato i risultati ottenuti con il nostro metodo (basato sulla somma di quadrature di Szegő) con quelli delle classiche quadrature di Gauss-Chebyshev applicate direttamente all’integranda ( f cdot P ).
I risultati? Molto promettenti! In molti casi, specialmente quando ( P(x) ) introduceva forti oscillazioni, il nostro metodo si è rivelato significativamente più accurato a parità di “sforzo computazionale” (inteso come numero totale di valutazioni della funzione (f)). Questo perché il nostro metodo “isola” le oscillazioni nel peso ( mu_m ) (che gestiamo analiticamente con le formule di Szegő) e applica la quadratura alla funzione ( f ), che è più regolare. Ovviamente, se il polinomio (P) ha molti termini non nulli nella sua espansione di Chebyshev, dobbiamo calcolare molte quadrature di Szegő, e il vantaggio potrebbe ridursi rispetto a una singola quadratura di Gauss-Chebyshev con molti punti. Ma per molti scenari rilevanti, il guadagno in accuratezza è notevole.
![Confronto grafico tra l'errore del metodo proposto (basato su Szegő) e quello del metodo classico (Gauss-Chebyshev) per approssimare un integrale oscillante sull'intervallo [-1,1], wide-angle 20mm, linee di errore che decadono a velocità diverse.](https://scienzachiara.it/wp-content/uploads/2025/05/215/154_confronto-grafico-tra-lerrore-del-metodo-proposto-basato-su-szegő-e-quello-del-metodo-classico-gauss-chebyshev-per.webp)
Conclusioni e Prospettive Future
In sintesi, siamo partiti da una famiglia di pesi ( 1 + cos(mtheta) ) sul cerchio unitario, abbiamo sviscerato le proprietà dei polinomi ortogonali e para-ortogonali associati, costruito le formule di quadratura di Szegő, analizzato l’errore e sviluppato metodi di calcolo efficienti basati su matrici CMV. Abbiamo poi mostrato come questi risultati possano essere applicati, tramite la trasformazione di Joukowsky, per sviluppare un nuovo e promettente algoritmo per stimare integrali sull’intervallo legati alle trasformazioni di Christoffel del peso di Chebyshev.
Questo lavoro apre la porta a ulteriori indagini: si potrebbero studiare pesi simili, generalizzare l’approccio a modifiche razionali del peso, o esplorare connessioni con altri tipi di formule di quadratura. Ma per ora, spero di avervi trasmesso un po’ dell’entusiasmo per come strumenti matematici apparentemente astratti, come i polinomi sul cerchio unitario, possano fornire soluzioni concrete ed eleganti a problemi di calcolo numerico!
Fonte: Springer
