Medico pediatra che tiene in braccio con cura un neonato in una stanza d'ospedale luminosa. L'immagine trasmette empatia e professionalità. Obiettivo 50mm, profondità di campo ridotta per focalizzare sui soggetti, luce naturale morbida.

Pediatri del Futuro: Come Stiamo Rivoluzionando la Formazione su Dolore e Cure Palliative in Italia

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta davvero a cuore e che rappresenta, secondo me, un passo avanti gigantesco per la pediatria nel nostro Paese. Sto parlando di come stiamo formando i nostri futuri pediatri, gli specializzandi, su temi tanto delicati quanto fondamentali: la gestione del dolore e le cure palliative pediatriche (CPP).

Una Sfida Europea (e Italiana)

Partiamo da un presupposto: in Europa, e l’Italia non fa eccezione, mancava un percorso formativo standardizzato per i medici in formazione specialistica su questi argomenti. Pensateci: ogni bambino o adolescente con una condizione che limita o minaccia la sua vita dovrebbe poter ricevere cure palliative per alleviare la sofferenza e migliorare la sua qualità di vita. Parliamo di circa 22 milioni di minori nel mondo che ne avrebbero bisogno, un numero in costante crescita. Eppure, qui da noi, si stima che solo il 25% dei bambini che necessitano di CPP riceva assistenza in centri specializzati. C’è un divario enorme tra il bisogno e l’offerta, spesso dovuto anche a barriere culturali e scarsa conoscenza di cosa siano realmente le cure palliative pediatriche. Non si tratta solo di accompagnamento alla fine della vita, ma di un approccio globale per migliorare la qualità della vita del bambino e della sua famiglia, fin dal momento della diagnosi.

La necessità di formare meglio i professionisti sanitari è riconosciuta a livello internazionale. Già dal 2006, diverse indagini hanno mostrato come gli specializzandi in pediatria si sentissero spesso impreparati ad affrontare queste situazioni complesse. Anche l’American Academy of Pediatrics ha recentemente proposto un curriculum specifico, sottolineando l’importanza di una formazione strutturata.

La Nostra Risposta: Un Progetto Nazionale Innovativo

Di fronte a questa esigenza, ci siamo chiesti: come possiamo garantire che tutti i futuri pediatri italiani abbiano le stesse basi solide su gestione del dolore e cure palliative, indipendentemente dalla scuola di specializzazione che frequentano? La risposta è arrivata da un’iniziativa ambiziosa, coordinata dalla Scuola di Specializzazione in Pediatria dell’Università di Padova, in collaborazione con il Direttivo delle Scuole di Specializzazione Italiane (ISRP) e l’Osservatorio Nazionale Specializzandi in Pediatria (ONSP).

Abbiamo messo insieme un gruppo di esperti nazionali – pediatri palliativisti, esperti di terapia del dolore, direttori di hospice pediatrici, manager sanitari ed esperti di formazione – per creare un nuovo modello educativo a distanza. L’obiettivo? Fornire conoscenze e strumenti di base per affrontare e gestire il dolore e la complessità nelle malattie pediatriche gravi, e sapere a chi rivolgersi (la rete regionale di CPP e terapia del dolore) nei casi più difficili.

Il percorso formativo, partito nel 2023, si è articolato in:

  • 12 moduli asincroni online (6 sul dolore, 6 sulle CPP), della durata di circa 20 minuti ciascuno. Ogni modulo partiva da un caso clinico, proponeva domande interattive, forniva spiegazioni teoriche e si concludeva tornando al caso iniziale con le soluzioni. Per passare al modulo successivo, bisognava superare un test con almeno il 75% di risposte corrette.
  • 3 webinar sincroni online di 90 minuti, su temi particolarmente rilevanti come la comunicazione di cattive notizie, la bioetica e il dolore complesso, discussi a partire da situazioni reali.

Tutto questo è stato reso disponibile gratuitamente su una piattaforma dedicata, accessibile a tutti gli specializzandi italiani.

Schermo di un computer portatile che mostra un modulo interattivo di e-learning medico sulla gestione del dolore pediatrico, con grafici colorati e testo esplicativo. Obiettivo macro 80mm, alta definizione, illuminazione controllata e professionale.

Un Successo di Partecipazione e Apprendimento

E i risultati? Direi entusiasmanti! Hanno aderito tutte le 36 Scuole di Specializzazione in Pediatria italiane. Si sono iscritti ben 2671 specializzandi, pari al 70,3% del totale degli specializzandi in pediatria italiani nell’anno accademico 2022-2023. Un numero impressionante che dimostra quanto fosse sentita questa esigenza.

Abbiamo raccolto dati tramite questionari pre e post-modulo e attraverso la piattaforma stessa. Cosa abbiamo scoperto?

  • Il 52,7% degli specializzandi italiani (cioè 2002 medici) ha completato l’intero percorso formativo, superando il test finale e ottenendo i crediti formativi (ECTS).
  • Il miglioramento delle conoscenze teoriche è stato straordinario: la percentuale media di risposte corrette nei test è passata dal 22,5% (pre-corso) al 90,4% (post-corso)!
  • La soddisfazione generale è stata molto alta, con una media di 4 su 5 sulla scala Likert. I partecipanti hanno apprezzato la rilevanza degli argomenti, la qualità del modello didattico e l’utilità pratica di quanto appreso.

Certo, alcuni argomenti sono risultati un po’ più ostici, come la definizione esatta di CPP, i criteri di eleggibilità e i modelli organizzativi, o la gestione dei sintomi. Questo ci dice dove dobbiamo insistere ancora di più in futuro.

Abbiamo anche provato a capire perché circa il 22% degli iscritti non ha completato il percorso. Dei pochi che hanno risposto a un’email specifica (il 13%), la maggior parte ha indicato motivi organizzativi o personali.

Cosa C’era Prima? Uno Sguardo alle Scuole

Per avere un quadro completo, abbiamo anche chiesto ai direttori delle Scuole di Specializzazione com’era la situazione prima del nostro progetto. Su 26 scuole che hanno risposto:

  • Il 57% non organizzava seminari obbligatori sulle CPP e il 69% non ne organizzava sulla gestione del dolore.
  • Solo poche scuole (38%) offrivano tirocini specifici in strutture dedicate a queste tematiche.
  • Nonostante questo, i direttori consideravano la formazione in CPP e terapia del dolore molto importante (voti medi 8.5 e 8.7 su 10).

Questi dati confermano la frammentazione e la carenza formativa preesistente, nonostante la consapevolezza dell’importanza di queste competenze. Il nostro modello a distanza ha permesso di superare, almeno in parte, queste disomogeneità.

Aula universitaria vuota con lavagna e banchi, luce naturale che entra dalle finestre. Rappresenta la formazione tradizionale pre-progetto. Obiettivo grandangolare 20mm, messa a fuoco nitida.

L’Importanza di un Approccio Multimodale

Questo progetto rappresenta il primo programma educativo nazionale strutturato su questi temi, raggiungendo una platea vastissima. Si allinea perfettamente con le raccomandazioni internazionali e con la legislazione italiana (la legge 38/2010) che promuove la creazione di reti regionali di cure palliative.

Il successo si basa sull’approccio multimodale (asincrono + sincrono) e sulla flessibilità dell’online, che ha garantito uno standard formativo comune in tutta Italia. L’uso di casi clinici ha aiutato a collegare la teoria alla pratica.

Tuttavia, siamo consapevoli che la formazione a distanza, da sola, non basta per sviluppare competenze pratiche complesse. I partecipanti stessi, pur molto soddisfatti, hanno espresso il desiderio di avere più moduli con impatto pratico immediato e opportunità di tirocinio (clerkship), specialmente nelle regioni dove la rete di CPP è meno sviluppata.

Guardando al Futuro: Integrare Teoria e Pratica

Il nostro modello ha dimostrato di essere efficace nel migliorare le conoscenze teoriche e ha gettato basi solide. Ma il viaggio non finisce qui. La sfida ora è integrare questa formazione teorica con esperienze pratiche strutturate. Stiamo già lavorando per implementare esperienze di formazione sul campo (hands-on) dove gli specializzandi possano gestire pazienti reali in diversi setting assistenziali (domicilio, ospedale, hospice pediatrico), sotto supervisione.

Pensiamo che questo approccio combinato sia la chiave per formare pediatri davvero competenti e sicuri nell’affrontare il dolore e accompagnare i bambini con malattie gravi e le loro famiglie. Vogliamo monitorare l’impatto a lungo termine: vedremo un cambiamento nell’uso di farmaci analgesici? Aumenteranno i pazienti inviati ai centri di riferimento regionali? Più giovani pediatri sceglieranno di specializzarsi in questo campo?

Gruppo di giovani medici specializzandi in pediatria, sorridenti e collaborativi, durante una pausa caffè in un ambiente ospedaliero moderno e luminoso. Obiettivo 35mm, stile documentaristico, luce naturale.

In conclusione, credo fermamente che questa iniziativa rappresenti un passo fondamentale per colmare un vuoto formativo cruciale nella pediatria italiana. Abbiamo dimostrato che è possibile raggiungere e formare efficacemente un numero enorme di futuri pediatri su temi complessi come le cure palliative e la gestione del dolore. Ora dobbiamo costruire su questo successo, aggiungendo la dimensione pratica per preparare al meglio i medici che si prenderanno cura dei nostri bambini più fragili. È un investimento sul futuro della pediatria e sulla qualità dell’assistenza che saremo in grado di offrire.

Fonte: Springer

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