Un gruppo di studenti di medicina entusiasti e concentrati, riuniti attorno a un simulatore ecografico di ultima generazione in un laboratorio high-tech. L'immagine dovrebbe catturare l'interazione con la tecnologia, con dettagli nitidi sullo schermo del simulatore e sulle espressioni degli studenti. Utilizzare un prime lens, focale 35mm, con una buona profondità di campo per mettere a fuoco sia gli studenti in primo piano che il simulatore. Illuminazione da studio che esalti i dettagli e i colori vividi dell'ambiente.

Simulatori in Medicina: Tasto il Polso alla Formazione del Futuro (Specie con l’Ecografia!)

Ammettiamolo, imparare la medicina non è una passeggiata. Tra libri, lezioni e tirocini, noi futuri (e attuali) medici ci troviamo di fronte a un percorso irto di sfide. Ma c’è una rivoluzione in corso, un modo per rendere l’apprendimento più sicuro, efficace e, diciamocelo, anche più coinvolgente: parlo della formazione basata su simulatori (SBT). Immaginate di poter fare pratica su scenari complessi senza mettere a rischio la vita di nessuno. Fantascienza? No, realtà!

Recentemente, mi sono immerso in uno studio che ha cercato di “tastare il polso” a questa tendenza, concentrandosi in particolare sulla risonanza della formazione con simulatori ecografici nel mondo dell’educazione medica. Volevamo capire percezioni, benefici, eventuali intoppi e le sfide di questa metodologia, coinvolgendo studenti di medicina e medici già affermati.

Chi abbiamo coinvolto e come?

Abbiamo raccolto le opinioni di ben 343 partecipanti: 154 studenti di medicina al terzo anno, 97 tirocinanti dell’anno pratico e 92 medici di varie specializzazioni. Come? Attraverso un questionario digitale bello corposo, con domande che andavano a sviscerare le loro esperienze e pareri sulla SBT, valutati con scale Likert (quelle da 1 a 7, per intenderci) e domande a risposta secca (sì/no).

È emerso subito un dato interessante: la SBT è piuttosto diffusa. In particolare, l’uso dei simulatori ecografici ha visto oltre il 60% di tutti i gruppi dichiarare di averci già messo le mani. Mica male, no?

Studenti e Medici: Due Mondi a Confronto?

Qui le cose si fanno intriganti. Abbiamo notato delle disparità significative nell’accettazione e nella valutazione tra studenti e medici. Un punto dolente? L’integrazione di questa formazione nei percorsi obbligatori è ancora a macchia di leopardo, con un deficit marcato nella formazione continua dei medici (e le statistiche qui parlano chiaro, con un p<0.001, che in gergo scientifico significa "molto significativo").

Nonostante ciò, tutti, ma proprio tutti, hanno riconosciuto l’importanza della SBT per sviluppare quelle competenze pratiche fondamentali e per migliorare la sicurezza del paziente. L’interesse per i simulatori ecografici, però, varia parecchio a seconda della specializzazione (anche qui, p<0.001). E sebbene la formazione sulla patologia ecografica tramite simulatori sia stata valutata molto positivamente, resta un certo scetticismo sull'idea che i simulatori possano rimpiazzare completamente l'esperienza diretta sul paziente. E come dargli torto? Il contatto umano ha sempre il suo perché.

La Formazione Medica Tradizionale: È Ora di Cambiare Marcia?

Una solida istruzione e un aggiornamento continuo sono le fondamenta di un sistema sanitario di qualità. Ma il progresso tecnologico, la crescente complessità delle procedure e le maggiori richieste sul personale medico ci mettono di fronte a nuove sfide. Il vecchio adagio “Vedi uno, fai uno, insegna uno” (See one, do one, teach one) non basta più. Oggi si punta più a un “Vedi uno, pratica molti, fai uno” (See one, practice many, do one). E la pandemia di COVID-19, con le sue restrizioni, ha dato una spinta incredibile alla ricerca di alternative per insegnare le abilità pratiche. Indovinate un po’? La formazione basata su simulatori ha vissuto una vera e propria rinascita!

I simulatori non sono una novità assoluta, anzi, hanno una lunga storia e hanno dimostrato effetti positivi in tantissimi campi: dalle competenze cardiovascolari e polmonari, alle abilità chirurgiche, alla rianimazione cardiopolmonare. La simulazione è, in pratica, la rappresentazione artificiale di circostanze reali che promuove l’apprendimento attraverso l’immersione, la riflessione, il feedback e la pratica, il tutto evitando i rischi per pazienti, docenti e studenti. Un ambiente sicuro e protetto dove si possono allenare anche situazioni mediche rare. Un vero toccasana!

Studenti di medicina che si esercitano con un simulatore ecografico avanzato in un'aula universitaria moderna. Prime lens, 35mm, illuminazione controllata, profondità di campo, alta definizione dei dettagli sullo schermo del simulatore e sulle espressioni concentrate degli studenti.

L’ecografia, poi, gioca un ruolo cruciale in moltissime specialità mediche grazie alla sua versatilità, disponibilità, economicità e assenza di radiazioni. Saperla usare bene è fondamentale. Negli ultimi anni, si è cercato di integrare corsi di ecografia nei curricula universitari e nella formazione degli specializzandi, ma in Germania, ad esempio, manca ancora un concetto didattico unificato. E siccome l’ecografia è molto “operatore-dipendente”, una formazione approfondita è essenziale. Non basta insegnare l’anatomia ecografica; bisogna fare tanta pratica con lo strumento, sviluppare abilità psicomotorie e la capacità di visualizzazione tridimensionale. L’approccio “hands-on” è insostituibile.

Anche qui, i simulatori hanno dimostrato il loro valore: per l’ecocardiografia transtoracica, l’ecografia endobronchiale, il FAST (Focused Assessment with Sonography for Trauma), l’ecografia prenatale e le procedure eco-guidate. Alcuni moduli offerti dalla Società Tedesca di Ecografia in Medicina (DEGUM) sono già supportati da simulatori. Tuttavia, c’è ancora molta eterogeneità negli studi sul design, sulle domande di ricerca e sui sistemi di simulazione utilizzati. E manca una validazione univoca per i curricula.

Il Nostro Studio: Cosa Volevamo Davvero Capire?

L’obiettivo del nostro studio era proprio questo: valutare le esperienze, i benefici percepiti e le sfide della formazione basata su simulatori tra studenti e medici, con un occhio di riguardo per l’ecografia. Volevamo capire le esigenze dei diversi gruppi, identificare le differenze di accettazione e utilizzo, valutare l’efficacia dei simulatori ecografici ed esplorare le sfide per la loro implementazione.

I partecipanti provenivano da corsi universitari di ecografia e corsi certificati DEGUM. Tra i medici, avevamo una buona rappresentanza di Medicina Interna (47.8%), Chirurgia (19.6%), Medicina Generale (7.6%), Anestesiologia (7.6%), Cardiologia (3.3%) e altre specialità. Gli studenti del terzo anno sono stati intervistati durante i loro workshop semestrali di ecocardiografia, mentre i tirocinanti dell’anno pratico hanno partecipato a workshop di due giorni con sessioni di ecografia. I medici, invece, frequentavano corsi base di ecografia addominale certificati DEGUM di tre giorni. In tutti i corsi, è stata offerta la possibilità di utilizzare il simulatore ecografico CAE Vimedix.

Dopo ogni corso, via di questionario digitale! Abbiamo chiesto di tutto: dati demografici, esperienze pregresse con i simulatori, benefici e barriere percepite, e bisogni specifici riguardo usabilità e design. Il questionario, in tedesco, conteneva 97 item, tra domande dicotomiche (sì/no) e scale Likert a 7 punti (per avere risposte più sfumate).

Esperienze con la Formazione Basata su Simulatori (SBT)

La maggior parte degli intervistati aveva già avuto esperienze con la SBT, principalmente come partecipanti. È interessante notare come il 96% dei medici avesse incontrato tale formazione durante il loro percorso educativo preliminare, contro una percentuale significativamente inferiore di studenti (p<0.001). Le differenze più marcate nell'uso dei simulatori si sono viste nella gestione delle vie aeree (molto usata dai tirocinanti), nella diagnostica ecografica (più usata dai tirocinanti rispetto agli altri), in ginecologia e in medicina d'urgenza.

E chi sono gli istruttori? Beh, il 64% dei tirocinanti e il 42% degli studenti del terzo anno ha citato i propri pari (peer), contro solo il 13% dei medici (p<0.001). I medici, invece, sono stati nominati come istruttori dal 62% dei tirocinanti e dal 27% sia degli studenti del terzo anno che dei medici stessi. Per quanto riguarda la valutazione dell'apprendimento, una buona fetta (55% dei tirocinanti, 32% degli studenti del terzo anno e 34% dei medici) ha riportato nessuna valutazione formale (p=0.0017).

L’integrazione della SBT nella formazione obbligatoria? Qui le opinioni divergono parecchio: il 48% dei tirocinanti ha riportato tale integrazione, contro solo il 25% degli studenti del terzo anno e il 14% dei medici (p<0.001). Addirittura, il 34% dei medici ha dichiarato che nessuna formazione basata su simulatori avviene nel loro percorso. C’è un chiaro bisogno di più formazione e di espansione dei centri di simulazione, con punteggi che arrivano a 6.6 su 7 per una maggiore formazione.

Un medico esperto che supervisiona uno studente mentre utilizza un simulatore ecografico CAE Vimedix. Macro lens, 90mm, focus preciso sulle mani che manovrano la sonda e sullo schermo che mostra un'ecografia patologica, illuminazione da studio per evidenziare i dettagli.

Benefici e Sfide della SBT: Cosa Ne Pensano Davvero?

Quando si parla di efficacia, tutti i gruppi hanno riportato un miglioramento delle abilità pratiche e del trasferimento delle conoscenze teoriche nella pratica. I tirocinanti e i medici hanno dato punteggi significativamente più alti in alcune aree. Anche l’approfondimento della comprensione teorica, il consolidamento delle conoscenze esistenti, la capacità di incoraggiare l’apprendimento indipendente e di migliorare la motivazione, così come il contributo al miglioramento della sicurezza del paziente, hanno ricevuto valutazioni costantemente alte.

Ma non è tutto oro quel che luccica. Tra le sfide, i budget limitati sono stati citati come un problema centrale da una buona percentuale di tutti i gruppi. Gli alti costi di acquisizione sono percepiti come una debolezza significativa, specialmente dagli studenti del terzo anno. La mancanza di strutture o di personale docente è stata valutata in modo simile tra i gruppi. La necessità di un’introduzione completa all’uso dei simulatori è vista come una potenziale area di miglioramento. Tuttavia, nonostante queste barriere, gli intervistati hanno sottolineato che nessuno di questi fattori depone contro l’uso dei simulatori.

Focus sull’Ecografia: Simulatori alla Prova dei Fatti

Circa il 62% degli studenti del terzo anno e il 61% dei tirocinanti e dei medici hanno riferito di aver avuto contatti precedenti con simulatori ecografici. Tuttavia, l’esperienza con il particolare sistema di simulazione ecografica utilizzato nel corso era molto bassa per tutti. Quando abbiamo chiesto della domanda di simulatori ecografici in campi specifici, sono emerse differenze significative per la ginecologia: la maggior parte degli studenti ne vorrebbe un uso maggiore, mentre solo il 27% dei medici era d’accordo. Al contrario, la maggioranza di tutti i gruppi ha espresso una domanda per il loro uso nell’ecografia addominale, nell’ecografia d’urgenza e nell’ecocardiografia.

La valutazione della formazione con simulatori ecografici e del simulatore utilizzato ha mostrato che tutti i gruppi hanno altamente apprezzato la formazione sulla patologia per la pratica clinica. Tuttavia, l’idea che l’addestramento sul simulatore ecografico da solo sia sufficiente per apprendere le tecniche di esame non ha trovato un sostegno significativo in nessun gruppo (e ci mancherebbe!).

Nello specifico, valutando il simulatore CAE Vimedix, le caratteristiche fisiche, la sensazione della sonda ecografica e la nitidezza delle immagini sono state valutate positivamente. D’altra parte, il realismo e la trasferibilità diretta del display del simulatore alle condizioni reali hanno ricevuto valutazioni più basse. La trasferibilità della formazione con simulatore alla pratica clinica generale è stata valutata più positivamente dai tirocinanti, seguita dagli studenti del terzo anno e poi dai medici. Anche l’aspetto di una migliore comprensione della patologia attraverso la formazione ecografica basata su simulatori ha ottenuto punteggi medi elevati in tutti i gruppi.

Cosa Ci Portiamo a Casa da Questo Studio?

Il nostro studio ha messo in luce che, sebbene la formazione basata su simulatori sia ampiamente riconosciuta e utilizzata, esistono variazioni significative tra i diversi campi medici, livelli di formazione e gruppi di utenti. Questo sottolinea la necessità di strategie mirate per migliorare l’integrazione della formazione con simulatori nei curricula.

In particolare, i risultati evidenziano le sfide nell’implementare efficacemente la formazione con simulatori ecografici, la necessità di metodi di insegnamento standardizzati e l’importanza di personale docente qualificato. Affrontare questi aspetti è essenziale per garantire un’istruzione completa e di alta qualità per le future generazioni di medici, contribuendo in ultima analisi a una migliore assistenza al paziente.

Abbiamo notato che gli studenti, specialmente i tirocinanti, vedono spesso la SBT come uno strumento prezioso per l’acquisizione di competenze, mentre i medici potrebbero ritenerla meno critica, data la loro dipendenza dalle interazioni dirette con i pazienti e dall’esperienza pregressa. L’apprendimento assistito da pari (PAL) è emerso come un metodo comune tra gli studenti, ma è fondamentale la supervisione professionale per mantenere l’accuratezza tecnica e la qualità educativa.

È cruciale espandere la formazione basata su simulatori nei curricula obbligatori per i medici, sviluppare quadri di contenuti specifici per i diversi gruppi di discenti e garantire la supervisione costante da parte di istruttori qualificati. Bisogna anche migliorare il realismo della formazione, allineando gli scenari con le reali esigenze cliniche.

Vista grandangolare di un moderno centro di simulazione medica, con diverse postazioni di training, inclusi simulatori ecografici e manichini avanzati. Wide-angle lens, 15mm, long exposure per un senso di attività, sharp focus su tutte le attrezzature, ambiente luminoso e tecnologico.

Per quanto riguarda i simulatori ecografici, la loro diversità rafforza la necessità di standardizzazione e comparabilità per garantire risultati formativi coerenti. Gli esercizi pratici sui simulatori ecografici sono cruciali, specialmente prima di applicare queste procedure ai pazienti. È fondamentale valutare e adattare regolarmente sia il contenuto della formazione che i simulatori stessi per soddisfare le esigenze in evoluzione dei diversi gruppi di discenti.

Certo, il nostro studio ha delle limitazioni, come un potenziale bias di autoselezione e l’eterogeneità nel gruppo dei medici. Ricerche future dovrebbero mirare a una rappresentanza più equilibrata delle specialità.

Il Futuro è (Anche) Simulata

In conclusione, il nostro studio rivela notevoli differenze nel modo in cui studenti di medicina e medici vivono e percepiscono la formazione basata su simulatori. Nonostante i diversi punti di contatto, tutti i gruppi hanno riconosciuto i benefici della simulazione e ne hanno sottolineato l’importanza per l’applicazione pratica e la sicurezza del paziente. Questo ci dice che dobbiamo integrare la SBT nei curricula medici, indipendentemente dal livello di istruzione o dalla specializzazione.

Un focus particolare dovrebbe essere posto sull’adattamento dei metodi di insegnamento alle esigenze dei diversi gruppi di apprendimento. I nostri risultati suggeriscono inoltre che la formazione con simulatori ecografici – in particolare all’interno di corsi certificati – rappresenta un valido complemento, fornendo conoscenze e competenze ecografiche estese, sostenibili e standardizzate. È necessaria ulteriore ricerca per personalizzare i concetti didattici, ottimizzare i metodi di insegnamento e promuovere una cura del paziente sicura ed efficiente. Un approccio cruciale per affrontare le sfide della moderna educazione medica e migliorare continuamente la qualità dell’assistenza sanitaria. E io, da futuro (o attuale) medico, non potrei essere più d’accordo!

Fonte: Springer

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