Immagine fotorealistica, scattata con lente macro da 80mm, di una pulce Ctenocephalides felis e una zecca Rhipicephalus sanguineus su una superficie bianca pulita e leggermente riflettente. Sullo sfondo, un accenno sfocato di attrezzatura da laboratorio suggerisce un contesto di ricerca scientifica. L'immagine è caratterizzata da alta definizione, messa a fuoco precisa e un'illuminazione brillante e uniforme che mette in risalto i soggetti.

Pulci e Zecche: Ma Sono Davvero Diverse da Paese a Paese? Uno Sguardo da Vicino!

Amici a quattro zampe (e amici degli amici a quattro zampe!), quante volte ci siamo trovati a combattere contro i soliti noti: pulci e zecche. Fastidiosi, pruriginosi e a volte portatori di malattie, questi piccoli ectoparassiti sono un incubo per i nostri animali domestici e, di conseguenza, per noi. Ma c’è un aspetto di questa battaglia che forse non tutti conoscono, un “dietro le quinte” burocratico che ha un impatto non da poco.

La Trafila Europea per i Farmaci Antipulci: Un Puzzle Geografico?

Vedete, quando un’azienda sviluppa un nuovo farmaco antiparassitario per cani e gatti, per ottenere l’autorizzazione alla vendita in Europa, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha delle regole precise. Tra queste, c’è la richiesta di studi di conferma della dose condotti con ceppi europei di ogni specie di parassita indicata sull’etichetta. Questo anche se magari l’efficacia del prodotto è già stata ampiamente dimostrata contro ceppi, ad esempio, americani dello stesso parassita. Uno potrebbe chiedersi: “Ma una pulce è una pulce, no? Che differenza farà mai se viene da Berlino o da Boston?”. Bella domanda! E se vi dicessi che questa richiesta potrebbe non essere sempre così necessaria? E se scoprissimo che, in fondo, questi piccoli farabutti sono più simili di quanto pensiamo, a prescindere dal passaporto?

I Protagonisti della Nostra Indagine: Pulci, Zecche e un Farmaco Efficace

Recentemente, mi sono imbattuto in uno studio affascinante che ha messo proprio questo interrogativo sotto la lente d’ingrandimento. I ricercatori hanno preso in esame due dei più comuni nemici dei nostri animali: la pulce del gatto, Ctenocephalides felis, e la zecca del cane, Rhipicephalus sanguineus sensu lato (un modo elegante per dire “il gruppo di specie affini alla Rhipicephalus sanguineus”). Hanno raccolto ceppi di questi parassiti da diverse parti del mondo: Australia (solo pulci), Europa e Stati Uniti (sia pulci che zecche). L’obiettivo? Capire se ci fossero differenze significative tra loro, tali da giustificare test separati per ogni regione.
Il farmaco “sotto esame” in questo contesto era il fluralaner, un principio attivo della classe delle isossazoline, molto usato e conosciuto per la sua efficacia duratura contro pulci e zecche in formulazioni orali, topiche e iniettabili. Il fluralaner agisce principalmente bloccando i canali del cloro regolati dal GABA (recettore dell’acido γ-amminobutirrico) e, in misura minore, quelli regolati dal glutammato (GluCl) negli insetti e negli acari. In pratica, manda in tilt il loro sistema nervoso.

Sotto la Lente: Analisi Genetica e Test di Sensibilità

Ma come si fa a capire se una pulce australiana è “uguale” a una europea quando si tratta di reagire a un farmaco? I ricercatori hanno seguito due strade principali, molto intelligenti.
La prima è stata un’analisi genetica. Hanno esaminato il DNA complementare (cDNA) e il DNA genomico dei vari ceppi di pulci e zecche, concentrandosi proprio sulle regioni che codificano per i siti di legame del fluralaner sui recettori GABAR e GluCl. L’idea era: se queste sequenze sono identiche o molto simili, allora è probabile che il farmaco si leghi allo stesso modo, indipendentemente dall’origine geografica del parassita.
La seconda strada è stata quella dei test di sensibilità in vitro. In pratica, hanno esposto i parassiti a concentrazioni crescenti di fluralaner in laboratorio per vedere come reagivano. Per le pulci, hanno usato carta da filtro impregnata di farmaco; per le zecche, le hanno immerse in soluzioni contenenti fluralaner. Poi, hanno contato quanti parassiti morivano o mostravano danni (ad esempio, tremori, incapacità di muoversi correttamente).

Macro fotografia, lente 100mm, di una pulce Ctenocephalides felis e una zecca Rhipicephalus sanguineus affiancate su una superficie neutra e testurizzata, con illuminazione da studio controllata per evidenziare i dettagli esoscheletrici, alta definizione, messa a fuoco precisa.

Pensate un po’, hanno persino verificato la presenza della mutazione che conferisce resistenza alla dieldrina (un vecchio insetticida). Questa mutazione è stata trovata in circa il 50% dei ceppi di pulci statunitensi ed europei e in tutti i ceppi australiani. Questo dettaglio è importante perché dimostra che il metodo di analisi genetica era in grado di rilevare differenze genetiche note, se presenti.

Il Verdetto: Simili Più di Quanto si Pensi!

E quindi, cosa è emerso da questa indagine minuziosa? Rullo di tamburi… Nessuna mutazione o alterazione che potesse influenzare l’efficacia del legame del fluralaner ai recettori GABAR o GluCl è stata trovata in nessuno dei tre ceppi di C. felis (Europa, USA, Australia) né nei due ceppi di R. sanguineus s.l. (Europa, USA). Dal punto di vista genetico, i siti bersaglio del farmaco erano praticamente identici!
E i test di sensibilità? Anche qui, i risultati sono stati confortanti. Le concentrazioni letali ed efficaci del fluralaner per tutti i ceppi testati rientravano in un intervallo molto ristretto. Per farla semplice, pulci e zecche provenienti da continenti diversi hanno mostrato una sensibilità al fluralaner incredibilmente simile. Gli scienziati hanno usato un parametro statistico chiamato “coefficiente di correlazione intraclasse” (ICC) per misurare questa somiglianza, e i valori ottenuti erano molto alti, confermando l’elevata concordanza tra i ceppi. Ad esempio, per le pulci, gli score ICC erano superiori a 0.99, il che indica una somiglianza davvero notevole!

Cosa Significa Tutto Questo? Meno Test, Più Benessere Animale!

Questi risultati sono una notizia fantastica, e non solo per gli addetti ai lavori! Significano che, almeno per il fluralaner e per i ceppi di laboratorio di C. felis e R. sanguineus s.l. studiati, non ci sono prove di differenze funzionali o legate al sito bersaglio del farmaco tra i parassiti provenienti da diverse aree geografiche.
Questo implica che i risultati degli studi di conferma della dose condotti, per esempio, con un ceppo americano potrebbero essere tranquillamente considerati validi anche per l’Europa, e viceversa. L’intercambiabilità dei risultati tra paesi diversi è una prospettiva concreta!
Le implicazioni sono enormi:

  • Riduzione del numero di studi sugli animali: Questa è forse la conseguenza più importante. Seguire il principio delle “3R” (Replacement, Reduction, Refinement – Sostituzione, Riduzione, Miglioramento) nel benessere animale è un imperativo etico e scientifico. Se possiamo ottenere dati affidabili con meno esperimenti su animali, è un grande passo avanti.
  • Semplificazione delle procedure di autorizzazione: Meno studi richiesti potrebbero tradursi in processi di approvazione più snelli e veloci per nuovi farmaci, rendendoli disponibili prima per i nostri amici a quattro zampe.
  • Risparmio di risorse: Meno test significa anche meno costi e meno tempo impiegato.

Certo, i ricercatori sottolineano che questo approccio, basato sull’integrazione di studi in vitro e analisi genetiche, deve essere valutato attentamente caso per caso per altri farmaci o specie di parassiti. Bisogna considerare i requisiti normativi, i dati di efficacia in vivo già disponibili per il composto e la disponibilità di test in vitro adatti.

Still life, macro lens, 90mm, una serie di piastre di Petri in vetro e provette su un banco da laboratorio in acciaio inossidabile, alcune contenenti piccole strisce di carta da filtro, altre con liquido trasparente, suggerendo una ricerca scientifica sui parassiti, alta definizione, messa a fuoco precisa, illuminazione controllata brillante e pulita.

Ma la strada indicata è promettente. Dimostra come la scienza possa trovare soluzioni intelligenti per rispondere a esigenze normative, promuovendo al contempo pratiche più etiche e sostenibili. Insomma, la prossima volta che tratterete il vostro cane o gatto con un antiparassitario, pensate che dietro quel piccolo gesto c’è un mondo di ricerca che cerca costantemente di fare meglio, per loro e per noi. E forse, quelle pulci e zecche che tanto ci infastidiscono, sono un po’ più “cittadine del mondo” di quanto immaginassimo, almeno quando si tratta di come reagiscono ai farmaci!

Fonte: Springer

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