Composizione still life con rametti di rosmarino fresco, una boccetta di olio essenziale, un campione trasparente di film multistrato a base di chitosano e carne macinata fresca sullo sfondo, obiettivo macro 90mm, alta definizione, illuminazione naturale controllata, focus preciso sui dettagli del film e del rosmarino.

Il Packaging del Futuro? Un Sandwich di Chitosano e Rosmarino per Cibo Fresco Più a Lungo!

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi appassiona tantissimo: come possiamo usare le meraviglie della natura e un pizzico di scienza per risolvere un problema enorme come lo spreco alimentare e le malattie legate al cibo contaminato. Sapete quanto cibo finisce nella spazzatura ogni anno? Parliamo di 1,3 miliardi di tonnellate a livello globale, un disastro economico e ambientale. E non dimentichiamo i rischi per la salute: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima circa 600 milioni di malattie e 420.000 morti all’anno a causa di microbi “cattivi” nel cibo. Numeri che fanno riflettere, vero?

Da tempo cerchiamo soluzioni, e una delle strade più promettenti è il packaging antimicrobico. L’idea è semplice ma geniale: incorporare sostanze che combattono i microbi direttamente nel materiale di confezionamento. Questo aiuta a mantenere il cibo sicuro e fresco più a lungo. Abbiamo visto tante innovazioni, come nanoparticelle di argento, oro, ossido di zinco… materiali super tecnologici, ma a volte con qualche dubbio sulla biodegradabilità o sulla possibile migrazione di sostanze nel cibo.

La Natura ci dà una Mano: Chitosano e Oli Essenziali

E se la soluzione fosse più “verde”? Negli ultimi anni, l’attenzione si è spostata verso materiali ispirati alla natura, biodegradabili e sicuri. E qui entrano in gioco due protagonisti eccezionali: il chitosano e gli oli essenziali.

Il chitosano è un biopolimero fantastico, derivato dai gusci di crostacei (uno scarto che diventa risorsa!). È biodegradabile, non tossico e ha già di per sé proprietà antimicrobiche. Un vero jolly!

Poi ci sono gli oli essenziali, come quello di rosmarino. Sono concentrati di natura, approvati anche da enti regolatori come la FDA per l’uso alimentare, e hanno dimostrato di saper mettere KO un’ampia gamma di batteri e funghi. L’olio di rosmarino, in particolare, è ricco di composti come 1,8-Cineolo, borneolo e α-pinene (li abbiamo analizzati con tecniche sofisticate come la gascromatografia-spettrometria di massa, GC-MS, trovando proprio queste molecole come principali attori!). Questi composti possono danneggiare le membrane cellulari dei microbi e interferire con il loro metabolismo. Addirittura, sembrano efficaci anche contro i biofilm, quelle “cittadelle” batteriche super resistenti che si formano sulle superfici.

La Sfida degli Oli Essenziali e la Soluzione Nano

Ma c’è un “ma”: gli oli essenziali sono un po’ “volatili”, nel senso che tendono a evaporare facilmente, e non amano molto l’acqua, il che può essere un problema negli alimenti. Come fare per renderli più stabili ed efficaci nel tempo?

Ecco che entra in gioco la nanotecnologia! Abbiamo preso l’olio essenziale di rosmarino (che chiameremo REO) e lo abbiamo trasformato in una nanoemulsione (RONE). Immaginate delle goccioline di olio talmente piccole (nel nostro caso, circa 70 nanometri – minuscole!) disperse uniformemente in acqua grazie a un aiutino tecnologico (omogeneizzazione a ultrasuoni) e a un emulsionante (Tween 80). Queste nano-goccioline sono più stabili e, grazie alle loro dimensioni ridotte, hanno una superficie di contatto maggiore, potenziando l’effetto antimicrobico.

Macro fotografia di goccioline lattiginose di nanoemulsione di olio di rosmarino in acqua, obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata che evidenzia la dispersione fine delle particelle.

L’Idea del “Sandwich”: Film Multistrato per un Rilascio Controllato

Ok, abbiamo il chitosano e la nostra super nanoemulsione di rosmarino. Potremmo semplicemente mischiarli e creare una pellicola, giusto? Sì, ma volevamo fare di più. Il problema delle pellicole semplici è che l’olio essenziale, anche se in nanoemulsione, potrebbe comunque essere rilasciato troppo in fretta, perdendo la sua efficacia nel lungo periodo.

E qui arriva l’idea che trovo davvero affascinante: creare un film multistrato. Immaginate un “sandwich” microscopico:

  • Uno strato di base di solo chitosano.
  • Uno strato intermedio contenente la nostra nanoemulsione di olio di rosmarino (RONE) a diverse concentrazioni (0.5%, 1%, e 1.5%).
  • Uno strato superiore di solo chitosano a chiudere il tutto.

Perché questa struttura? L’idea è che gli strati esterni di chitosano agiscano da barriera, controllando il rilascio della nanoemulsione dallo strato centrale. In questo modo, l’azione antimicrobica e antiossidante dell’olio di rosmarino dovrebbe durare più a lungo, proteggendo il cibo per un periodo esteso. Un rilascio sostenuto, insomma!

Mettiamo alla Prova le Nostre Pellicole Intelligenti

Quindi, cosa abbiamo fatto in laboratorio? Abbiamo creato queste pellicole multistrato e le abbiamo analizzate da cima a fondo.

  • Struttura: Con il microscopio elettronico a scansione (SEM), abbiamo visto che le pellicole avevano una struttura compatta e liscia in superficie. Le nano-goccioline di olio erano ben incorporate nello strato intermedio, senza affiorare troppo.
  • Proprietà Meccaniche: Sorprendentemente, aggiungere la nanoemulsione non ha indebolito significativamente le pellicole. La resistenza alla trazione (TS) e l’allungamento a rottura (EAB) sono rimasti simili a quelli delle pellicole di solo chitosano. Ottima notizia!
  • Interazione con l’Acqua: Abbiamo notato che le pellicole con RONE erano leggermente meno idrofobiche (cioè “amavano” un po’ di più l’acqua sulla superficie, misurato con l’angolo di contatto) ma, cosa più importante, erano meno permeabili al vapore acqueo (WVP) e meno solubili in acqua (WS), specialmente quelle con 1% e 1.5% di RONE. Questo è positivo, perché una buona barriera all’umidità è fondamentale per la conservazione.
  • Aspetto: Le pellicole con più RONE tendevano a essere leggermente meno trasparenti e un po’ più gialline, ma niente di drastico.
  • Azione Antimicrobiana (In Vitro): Abbiamo testato le pellicole contro alcuni batteri “cattivi” comuni (come Staphylococcus aureus e Bacillus subtilis, ma anche alcuni Gram-negativi come E. coli e Pseudomonas aeruginosa). I risultati? Le pellicole con 1% e 1.5% di RONE hanno mostrato una capacità significativamente maggiore di inibire la crescita batterica rispetto alle pellicole senza olio o con meno olio. Funziona!

Micrografia elettronica a scansione (SEM) della sezione trasversale di un film multistrato di chitosano, evidenziando i tre strati distinti, alta definizione, messa a fuoco precisa, illuminazione da laboratorio.

Il Test Definitivo: Conservare la Carne Macinata

Ma la prova del nove è sempre l’applicazione reale. Abbiamo preso della carne macinata fresca (un alimento molto deperibile), l’abbiamo confezionata con le nostre diverse pellicole (multistrato con 0.5%, 1%, 1.5% RONE, solo chitosano multistrato, e anche una pellicola monostrato con 1.5% RONE per confronto) e con una busta di plastica commerciale (CPB) come controllo. Abbiamo conservato tutto in frigorifero a 4°C per 12 giorni, analizzando la carne a intervalli regolari.

E i risultati sono stati davvero incoraggianti!

Meno Ossidazione, Meno Deterioramento

Abbiamo misurato alcuni indicatori chiave del deterioramento:

  • Valore di Perossidi (PV): Indica l’ossidazione primaria dei grassi. Le pellicole con 1% e 1.5% di RONE hanno rallentato l’aumento del PV rispetto alla plastica e al solo chitosano, mantenendo i valori entro limiti accettabili per tutti i 12 giorni. L’effetto antiossidante del rosmarino si è fatto sentire!
  • TBARS: Misura i prodotti secondari dell’ossidazione (come la malondialdeide, MDA), legati al sapore di rancido. Anche qui, le pellicole con 1% e 1.5% di RONE hanno tenuto a bada i livelli di TBARS molto meglio degli altri campioni. Alla fine dei 12 giorni, solo i campioni con queste pellicole erano ancora sotto la soglia considerata accettabile per prodotti freschi (3 mg MDA/kg).
  • Azoto Volatile Totale (TVN): È un indicatore della degradazione delle proteine da parte dei microbi. Nei campioni confezionati con le nostre pellicole attive, specialmente quella con 1.5% RONE, l’aumento del TVN è stato significativamente più lento rispetto alla plastica. Questo suggerisce che le pellicole non solo combattono i microbi ma aiutano anche a preservare la qualità delle proteine della carne.

Stop ai Microbi Cattivi!

E veniamo ai microbi, i principali responsabili del deterioramento. Abbiamo contato diversi gruppi di batteri:

  • Conta Batterica Totale (TVC): Nei campioni con plastica e solo chitosano, la conta batterica è schizzata oltre il limite accettabile (7 log CFU/g) entro il giorno 12. Invece, i campioni con 1% e 1.5% di RONE sono rimasti sotto soglia, dimostrando un’efficace azione antimicrobica.
  • Pseudomonas spp.: Questi sono tra i principali batteri che causano il deterioramento della carne al freddo. Le nostre pellicole con 1% e 1.5% RONE hanno rallentato notevolmente la loro crescita rispetto agli altri gruppi. Alla fine dei 12 giorni, i livelli erano significativamente più bassi.
  • Batteri Produttori di H₂S: Questi batteri producono composti solforati dall’odore sgradevole. Anche in questo caso, le pellicole con le concentrazioni più alte di RONE hanno mostrato un buon controllo sulla loro crescita.
  • Enterobacteriaceae e Batteri Lattici (LAB): Anche la crescita di questi gruppi è stata rallentata dalle pellicole attive.

Un aspetto interessante è emerso confrontando la pellicola multistrato con 1.5% RONE e quella monostrato con la stessa concentrazione. Nei primi giorni, l’effetto antimicrobico era simile, forse anche leggermente più rapido nel monostrato (rilascio più veloce). Ma verso la fine del periodo di conservazione (giorno 12), la pellicola multistrato sembrava mantenere un controllo migliore sulla crescita batterica totale e su alcuni gruppi specifici come Pseudomonas. Questo supporta l’idea che la struttura a “sandwich” permetta davvero un rilascio più prolungato e sostenuto dell’olio di rosmarino, estendendo l’effetto protettivo.

Fotografia still life comparativa di campioni di carne macinata dopo 12 giorni di conservazione: uno in busta di plastica (aspetto deteriorato) e uno avvolto nel film multistrato di chitosano-rosmarino (aspetto più fresco), obiettivo macro 70mm, alta definizione, illuminazione controllata per evidenziare le differenze di colore.

Cosa Significa Tutto Questo? Verso un Packaging Più Sostenibile ed Efficace

Quindi, cosa ci dice questa ricerca? Che combinare un materiale naturale come il chitosano con un potente agente antimicrobico e antiossidante come l’olio essenziale di rosmarino, specialmente se formulato in nanoemulsione e inserito in una struttura multistrato intelligente, è una strategia davvero promettente per il packaging alimentare attivo.

Queste pellicole hanno dimostrato di poter:

  • Rallentare la crescita microbica (inclusi batteri specifici del deterioramento).
  • Ridurre l’ossidazione dei grassi.
  • Preservare la qualità delle proteine.
  • Potenzialmente estendere la shelf-life di alimenti deperibili come la carne macinata.
  • Offrire un’alternativa biodegradabile alla plastica convenzionale.

Certo, c’è ancora lavoro da fare. Dobbiamo forse ottimizzare ulteriormente la formulazione per migliorare la resistenza all’umidità (quel leggero calo di idrofobicità) e, ovviamente, saranno necessari test sensoriali per assicurarci che la pellicola non alteri sapore o odore del cibo in modo sgradito. Bisognerà anche valutare la stabilità a lungo termine e l’applicabilità ad altri tipi di alimenti.

Ma la strada intrapresa è entusiasmante! Immaginate un futuro in cui le confezioni non solo proteggono il nostro cibo, ma lo fanno attivamente, utilizzando ingredienti naturali e tornando alla natura una volta esaurito il loro compito. Un piccolo “sandwich” di chitosano e rosmarino potrebbe essere un passo importante in quella direzione. Che ne pensate?

Fonte: Springer

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