Fotografia still life, obiettivo macro 90mm, illuminazione controllata, alto dettaglio, che mostra il dispositivo ausiliario O-I buckle montato su scan body implantari su un modello di mandibola edentula, pronto per la scansione intraorale.

Scanner Intraorali e Impianti Multipli: La Fibbia O-I è la Svolta per l’Accuratezza?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di una sfida che noi professionisti del dentale conosciamo bene: ottenere impronte super precise quando ci sono di mezzo più impianti dentali, specialmente su arcate complete. Sapete, la precisione è tutto! Un adattamento passivo della protesi finale è fondamentale per evitare problemi a lungo termine come viti che si allentano, fratture, perdita ossea attorno all’impianto o addirittura il fallimento dell’intera riabilitazione [1, 2].

Per anni, l’impronta tradizionale con cucchiaio aperto e splintaggio è stata considerata il gold standard [3, 4, 5], ma diciamocelo, non è sempre il massimo del comfort per il paziente e richiede diversi passaggi clinici e di laboratorio. Poi è arrivata la rivoluzione digitale con gli scanner intraorali (IOS). Fantastici, vero? Meno passaggi, più comfort per il paziente, comunicazione più facile con il laboratorio, archiviazione dati semplice… insomma, un sacco di vantaggi [6-10].

Il Tallone d’Achille degli Scanner Intraorali: Le Arcate Complete

Gli scanner intraorali vanno alla grande per corone singole o ponti corti [6, 11, 12], tanto da essere considerati una valida alternativa ai metodi tradizionali [3, 11]. Ma quando si tratta di scansionare un’intera arcata edentula con più impianti, le cose si complicano. La precisione cala rispetto all’impronta convenzionale [13-16]. Alcuni studi [17] hanno mostrato che gli IOS faticano a dare risultati ottimali in queste situazioni, con errori che possono superare la soglia clinicamente accettabile [18-21].

Ma perché questa difficoltà? Immaginate di dover mettere insieme tantissime piccole foto per ricostruire un’immagine grande. Ogni “cucitura” può introdurre un piccolo errore, e su un’arcata intera, questi errori si sommano [6, 11, 18, 19, 22-24]. In più, su un’arcata senza denti mancano punti di riferimento anatomici stabili che aiutino lo scanner a orientarsi correttamente.

Alla Ricerca di una Soluzione: Dispositivi Ausiliari

Per superare questi limiti, sono stati sviluppati diversi “aiutini” per la scansione intraorale di arcate complete [25-32]. Si tratta di strutture in resina composita, framework anatomici o componenti geometrici che creano dei “ponti ottici” tra gli scan body (quei cilindretti che si avvitano sugli impianti per la scansione), cercando di ridurre gli errori di assemblaggio delle immagini. Alcuni studi [8, 25] hanno dimostrato che questi ausili migliorano la precisione.

Il problema? Spesso richiedono passaggi aggiuntivi come la fotopolimerizzazione, scansioni extra, o materiali speciali, aumentando costi e tempi [33, 34]. Non proprio l’ideale se cerchiamo praticità ed efficienza.

La Nostra Proposta: La Fibbia O-I

Ed è qui che entra in gioco l’idea che voglio raccontarvi oggi, protagonista di uno studio *in vitro* che abbiamo condotto. Abbiamo pensato: e se creassimo un dispositivo semplice, economico, facile da usare e adattabile a diverse situazioni? Così è nata la fibbia O-I.

Si tratta di un piccolo dispositivo ausiliario “consumabile” (nel senso che è pensato per essere monouso o comunque economico) composto da due parti: una struttura a morsetto (che ricorda una “O”) che si aggancia allo scan body, e un’asticella di connessione (che ricorda una “I”) con una superficie irregolare che collega due scan body vicini (Fig. 2 nello studio originale). L’idea è che questa asticella fornisca quella struttura e quei dettagli di superficie che mancano nell’arcata edentula, aiutando lo scanner a “cucire” meglio le immagini. La cosa bella è che è pre-fabbricata, si adatta facilmente a diverse distanze tra impianti (si può anche tagliare!) e funziona con diversi tipi di scanner.

Fotografia macro, obiettivo 100mm, alto dettaglio, illuminazione controllata, che mostra un primo piano del dispositivo ausiliario O-I buckle agganciato a due scan body implantari su un modello dentale rosa, evidenziando la struttura a morsetto 'O' e l'asticella di connessione 'I'.

Lo Studio: Mettiamo alla Prova la Fibbia O-I

Per vedere se questa fibbia funzionasse davvero, abbiamo fatto uno studio comparativo *in vitro*. Abbiamo preso un modello di mandibola edentula con sei impianti (il nostro “master model”) e lo abbiamo scansionato con uno scanner da laboratorio ad alta precisione per avere un riferimento digitale perfetto (il “ground truth”).

Poi abbiamo confrontato tre tecniche di impronta:

  1. CI (Conventional Impression): La classica impronta con cucchiaio aperto e splintaggio in resina, considerata il riferimento clinico.
  2. IOS (Intraoral Scanning): La scansione intraorale diretta usando solo gli scan body standard.
  3. OI (O-I Buckle): La scansione intraorale usando gli scan body a cui avevamo agganciato le nostre fibbie O-I.

Per ogni tecnica abbiamo ripetuto l’impronta/scansione 10 volte per assicurarci della ripetibilità dei risultati. Abbiamo anche simulato diverse situazioni cliniche, considerando gruppi di 4, 5 o tutti e 6 gli impianti (chiamati BCDE, BCDEF, ABCDEF).

Abbiamo importato tutti i file digitali (STL) in un software di ispezione 3D (Geomagic Wrap) e li abbiamo sovrapposti al modello di riferimento. Il software ha calcolato due parametri chiave:

  • Trueness (Accuratezza): Quanto il modello scansionato si avvicina a quello di riferimento reale. Misurata come valore RMS (Root Mean Square). Più basso è il valore, meglio è.
  • Precision (Precisione/Ripetibilità): Quanto sono simili tra loro le 10 scansioni fatte con lo stesso metodo. Misurata confrontando le scansioni tra loro. Anche qui, più basso è il valore, più il metodo è ripetibile.

I Risultati: La Fibbia O-I Fa la Differenza?

Ebbene sì! I risultati (analizzati statisticamente con ANOVA a due vie e test post hoc di Tukey) hanno parlato chiaro. L’uso della fibbia O-I ha avuto un effetto statisticamente significativo (p < .001) sia sull'accuratezza (trueness) che sulla precisione (precision) delle impronte implantari digitali su arcata completa. Anche il numero di impianti scansionati (scanning range) ha influenzato i risultati (p < .001). In pratica, cosa abbiamo visto?

  • Il gruppo OI (con fibbia) ha mostrato un’accuratezza (trueness) significativamente migliore rispetto al gruppo IOS (senza fibbia) in quasi tutte le configurazioni di impianti (specialmente con 5 e 6 impianti, p=0.04 e p < 0.001 rispettivamente). Anche la precisione è risultata significativamente migliore con 6 impianti (p < 0.001).
  • Confrontando il gruppo OI (con fibbia) con l’impronta convenzionale (CI), abbiamo notato che per 4 e 5 impianti (BCDE e BCDEF) non c’erano differenze significative (p > .05). Questo è un risultato fantastico! Significa che con la fibbia O-I, la scansione digitale raggiunge un’accuratezza paragonabile a quella tradizionale in queste situazioni.
  • Per l’arcata completa con 6 impianti (ABCDEF), l’impronta convenzionale (CI) è risultata ancora leggermente più accurata del gruppo OI (p = .011), ma il miglioramento rispetto alla scansione IOS semplice è stato comunque notevole.
  • Come ci aspettavamo, all’aumentare del numero di impianti scansionati, l’accuratezza e la precisione dei gruppi IOS e OI tendevano a diminuire (p < .05), a causa dell'accumulo di errori. L'accuratezza del metodo convenzionale (CI), invece, è rimasta stabile.

I valori di accuratezza (trueness) con la fibbia O-I variavano tra 36.7 ± 8.03 µm e 49.74 ± 7.12 µm, mentre senza fibbia andavano da 37.39 ± 10.10 µm a 72.25 ± 21.23 µm. La precisione con la fibbia era tra 8.43 ± 5.41 µm e 9.57 ± 6.18 µm, contro 11.66 ± 8.33 µm e 24.88 ± 17.00 µm senza. Numeri che confermano il vantaggio della fibbia.

Grafico a barre comparativo, stile scientifico, che mostra i valori medi di accuratezza (trueness) per i tre gruppi (CI, IOS, OI) nelle diverse configurazioni di impianti (BCDE, BCDEF, ABCDEF), evidenziando le differenze significative.

Cosa Significa Tutto Questo?

Questo studio *in vitro* suggerisce che un dispositivo semplice ed economico come la fibbia O-I può davvero fare la differenza nell’accuratezza delle scansioni intraorali per impianti multipli su arcate complete. Fornendo una struttura fisica e dettagli di superficie tra gli scan body, aiuta lo scanner a orientarsi meglio e riduce gli errori di “cucitura” delle immagini.

Il fatto che l’accuratezza con la fibbia sia paragonabile a quella convenzionale per 4 o 5 impianti è molto promettente. Potrebbe significare poter sfruttare i vantaggi del flusso di lavoro digitale (comfort, velocità, comunicazione) anche in casi complessi, senza compromettere la precisione necessaria per un adattamento passivo ottimale della protesi. E un adattamento migliore significa meno complicazioni e risultati più duraturi per i nostri pazienti.

Limiti e Prospettive Future

Ovviamente, questo è uno studio *in vitro*. Nella bocca del paziente entrano in gioco altri fattori: saliva, sangue, eventuali restauri metallici, movimenti della lingua o delle guance [23, 53, 58]. Abbiamo cercato di simulare al meglio la situazione limitando l’area di scansione, ma saranno necessari studi *in vivo* (cioè su pazienti reali) per confermare questi risultati in un contesto clinico.

Inoltre, il dispositivo stesso potrebbe essere migliorato. La connessione tra le parti potrebbe avere una certa mobilità, e l’uso ripetuto potrebbe ridurre la forza del morsetto (per questo lo consigliamo come monouso).

In Conclusione

La fibbia O-I si è dimostrata un aiuto promettente, economico e facile da usare per migliorare significativamente l’accuratezza delle scansioni intraorali su arcate complete con impianti multipli. Rende la precisione della scansione digitale paragonabile a quella convenzionale per 4 e 5 impianti, e la migliora notevolmente anche per 6 impianti. È un passo avanti interessante per rendere l’odontoiatria implantare digitale sempre più affidabile ed efficiente. Non vediamo l’ora di vedere i risultati degli studi clinici!

Fonte: Springer

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