Fotografia ritratto di un giovane adulto iraniano (20-30 anni) dall'espressione pensierosa ma resiliente, ambientato in un contesto urbano sfocato che richiama una città iraniana. Obiettivo 35mm, profondità di campo, toni bicromatici (es. blu e grigio) per un effetto emotivo.

Felicità in Iran: Cosa Rende Davvero Contenti i Giovani Adulti?

Ciao a tutti! Oggi voglio portarvi con me in un viaggio un po’ diverso dal solito. Ci spostiamo in Iran per esplorare un tema che tocca le corde di ognuno di noi: la felicità. In particolare, mi sono imbattuto in uno studio affascinante che cerca di capire quali fattori socio-demografici influenzino il livello di felicità dei giovani adulti iraniani, quella fascia d’età cruciale tra i 20 e i 39 anni. Perché proprio loro? Beh, perché rappresentano una fetta enorme della popolazione iraniana (quasi il 40%!) e perché questo è un periodo della vita pieno di cambiamenti epocali: si finiscono gli studi, si cerca lavoro, si costruiscono relazioni importanti, magari si mette su famiglia. Insomma, è un’età di sfide e grandi decisioni.

Lo studio, basato su un campione enorme di oltre 13.000 persone sparse in tutto il paese, ci dà un quadro interessante. Prima di tuffarci nei dettagli, una premessa: definire la felicità non è semplice. Non è solo un’emozione passeggera, ma un mix complesso di piacere, soddisfazione per la propria vita, emozioni positive e senso di appagamento. Lo studio ha usato il famoso Oxford Happiness Questionnaire (OHQ) per misurarla, su una scala da 1 (per niente felice) a 6 (troppo felice).

Allora, quanto sono felici i giovani iraniani?

Il risultato medio è stato di 4.09 su 6. Questo punteggio corrisponde a una definizione tipo “piuttosto felice”. Non male, direte voi! E in effetti, il 55.4% degli intervistati si è classificato come “felice” (punteggio da 4 in su). Certo, se guardiamo la classifica mondiale della felicità (World Happiness Report 2021-2023), l’Iran non brilla, piazzandosi al 100° posto su 143 paesi. Questo ci fa capire che c’è un contesto più ampio da considerare.

Ma torniamo ai fattori specifici. Cosa emerge dall’analisi? Quali sono gli ingredienti che sembrano pesare di più sulla bilancia della felicità per questa generazione?

I Fattori Chiave: Età, Istruzione, Lavoro e Reddito

L’analisi statistica (per i più tecnici, una regressione logistica multipla) ha rivelato associazioni significative tra la felicità e alcuni fattori ben precisi:

  • Età: Sembra esserci una leggera tendenza per cui chi ha superato i 30 anni si dichiara un po’ più felice rispetto ai più giovani (20-30).
  • Istruzione: Qui la cosa si fa interessante. Chi ha un livello di istruzione intermedio (10-12 anni di scuola) tende ad essere meno felice. Forse perché le aspettative non sempre corrispondono alle opportunità reali? Al contrario, livelli di istruzione più alti sembrano correlati a maggiore felicità, probabilmente legati a migliori prospettive lavorative ed economiche.
  • Occupazione: Essere disoccupati (cioè in cerca attiva di lavoro) è fortemente associato a livelli più bassi di felicità. Questo non sorprende, ma conferma quanto il lavoro sia cruciale non solo per il sostentamento, ma anche per il benessere psicologico.
  • Reddito: Come prevedibile, avere un reddito familiare basso o molto basso è un fattore che incide negativamente sulla felicità percepita.

Curiosamente, invece, il genere (maschio/femmina) e il luogo di residenza (urbano/rurale) non sembrano fare una differenza significativa a livello generale.

Fotografia ritratto di un giovane adulto iraniano (sui 28 anni), uomo, dall'espressione pensierosa ma con un accenno di speranza. Sfondo sfocato di una strada urbana a Teheran al tramonto. Obiettivo 35mm, profondità di campo accentuata, effetto duotone con colori blu petrolio e ocra caldo per sottolineare la complessità emotiva.

Uomini e Donne: Prospettive Diverse sulla Felicità?

Qui le cose si complicano un po’, ed è forse uno degli aspetti più affascinanti. Quando i ricercatori hanno analizzato i dati separatamente per uomini e donne, sono emerse delle differenze notevoli.

Per gli uomini, tutti e quattro i fattori (età, istruzione, occupazione, reddito) rimangono significativamente legati alla felicità. L’essere disoccupati, in particolare, pesa molto.

Per le donne, invece, solo l’istruzione e il reddito mostrano un legame significativo con la felicità. L’età e lo status occupazionale (essere impiegata, casalinga, studentessa o disoccupata) non sembrano incidere allo stesso modo.

Cosa ci dice questo? Potremmo ipotizzare che entrino in gioco ruoli sociali e aspettative culturali diverse. In una società come quella iraniana, dove tradizionalmente l’uomo è visto come il principale responsabile del sostentamento familiare, l’impatto della disoccupazione sulla sua percezione di felicità potrebbe essere più marcato. Per le donne, forse, altri fattori legati alla realizzazione personale o alle dinamiche familiari (non misurati in questo studio) giocano un ruolo più preponderante, anche se l’indipendenza economica e il livello culturale (istruzione) restano fondamentali.

Il Peso del Portafoglio (e del Lavoro)

L’analisi del percorso (path analysis), un metodo statistico per capire le relazioni causa-effetto, ha indicato che il reddito è un predittore della felicità. In parole povere: più soldi hai, più tendi ad essere felice. MA… attenzione! Questo modello spiega solo una piccolissima parte della varianza totale della felicità (appena l’1.5%). Questo è un dato importantissimo! Significa che, sebbene reddito e lavoro siano importanti (soprattutto quando mancano, causando infelicità), non sono assolutamente tutto.

Ci sono tantissimi altri fattori che contribuiscono a farci sentire felici, e che questo studio non ha misurato direttamente. Penso a questioni come le pari opportunità (nell’istruzione, nel lavoro), l’uguaglianza di genere, il sentirsi rispettati e degni, la qualità delle relazioni sociali, il supporto della comunità, la salute, e forse anche il contesto politico e la libertà di fare scelte per la propria vita.

Fotografia macro con obiettivo da 100mm che mette a fuoco delle monete o banconote iraniane (Rial) tenute tra le dita di una persona. Illuminazione controllata che evidenzia la texture del denaro e crea un'atmosfera leggermente cupa, suggerendo preoccupazione economica. Alto dettaglio.

Limiti e Prospettive Future

Come ogni ricerca, anche questa ha i suoi limiti. Il metodo di campionamento potrebbe non essere perfettamente rappresentativo di *tutti* i giovani iraniani. Inoltre, non sono stati raccolti dati sulla salute, che sappiamo essere un fattore cruciale per il benessere. E c’è da dire che i dati sono stati raccolti con un certo ritardo rispetto all’approvazione etica, quindi un aggiornamento potrebbe essere utile.

Nonostante ciò, il messaggio chiave è forte e chiaro: basso reddito e disoccupazione sono nemici della felicità per i giovani adulti in Iran. Sebbene in media si dichiarino “piuttosto felici”, c’è un margine di miglioramento. Le politiche governative dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla creazione di opportunità di lavoro e sul miglioramento delle condizioni economiche per questa fascia d’età così vitale per il futuro del paese.

Ma non dimentichiamoci che la felicità è un puzzle complesso. Serviranno studi futuri, magari longitudinali (che seguono le persone nel tempo) e che includano fattori culturali, sociali, di equità e di salute, per avere un quadro ancora più completo. Capire cosa rende felici i giovani, in Iran come altrove, è fondamentale per costruire società più prospere e appaganti per tutti.

Ampia veduta paesaggistica con obiettivo grandangolare da 10mm. Un gruppo eterogeneo di giovani adulti iraniani (uomini e donne) osserva l'orizzonte da una collina che sovrasta una città al crepuscolo. Messa a fuoco nitida, senso di comunità e speranza nel futuro. Le nuvole sono rese lisce da una lunga esposizione.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *