Fotografia realistica di personale medico del pronto soccorso (EMS) tedesco che lavora urgentemente su un paziente in un'ambulanza, vista ravvicinata sui volti concentrati e sulle attrezzature mediche, obiettivo 35mm, toni blu e grigi duotone per un'atmosfera tesa e professionale.

Soccorritori al Buio? In Germania Urge Feedback su Diagnosi e Esiti Pazienti

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa che mi sta molto a cuore e che riguarda chi ogni giorno corre per salvarci la vita: il personale dei Servizi Medici d’Emergenza (EMS). Mi sono imbattuto in uno studio recente sulla situazione in Germania e, lasciatemelo dire, quello che emerge è un quadro che fa riflettere e che solleva un bisogno urgente: quello di un feedback strutturato sulle diagnosi e sugli esiti dei pazienti trattati.

Immaginatevi la scena: siete paramedici, tecnici di soccorso o medici d’urgenza. Intervenite in situazioni critiche, prendete decisioni rapide sotto pressione, trasportate il paziente in ospedale e… poi? Il buio. Spesso, troppo spesso, non sapete quale fosse la diagnosi finale, come sia andato il paziente, se le vostre decisioni pre-ospedaliere fossero corrette. Sembra incredibile, vero? Eppure, in Germania, è una realtà diffusa.

Un Lavoro Sotto Pressione, Ma Senza Riscontri?

I servizi di emergenza tedeschi sono sotto una pressione crescente. Le chiamate aumentano di circa il 5% ogni anno, e non si tratta solo di casi meno gravi. A questo si aggiungono la carenza di personale e un carico di lavoro già eccessivo. Pensate che un’indagine recente ha mostrato come solo una piccola parte delle regioni EMS rispetti i tempi di intervento raccomandati per l’arresto cardiaco improvviso. C’è una riforma in corso per migliorare l’efficienza e l’appropriatezza delle cure, ma resta un nodo fondamentale: la qualità.

E come si garantisce la qualità senza un meccanismo di valutazione e miglioramento? Qui entra in gioco il feedback. È essenziale per capire dove si è fatto bene e dove si può migliorare. Studi internazionali hanno già dimostrato che il feedback migliora le performance del personale medico d’urgenza e la cura del paziente. Ma ricevere informazioni sulla diagnosi ospedaliera finale e sull’esito del paziente è la parte più difficile, a causa dei tanti attori coinvolti e delle barriere (anche legali) alla condivisione dei dati.

Cosa Dicono i Soccorritori Tedeschi: I Risultati del Sondaggio

Uno studio basato su un sondaggio web condotto tra giugno e agosto 2024 ha coinvolto oltre 400 professionisti dell’EMS in Germania (medici, paramedici, tecnici). I risultati sono eloquenti:

  • Quasi un terzo (31,8%) ha dichiarato di non ricevere nessun feedback sul proprio lavoro.
  • Tra chi riceve feedback, più della metà (55,5%) lo ottiene raramente (in media, non più di una volta al mese).
  • Il feedback, quando c’è, è prevalentemente informale: arriva da colleghi (57,7%), pazienti (29,7%) o personale del pronto soccorso ospedaliero (30,4%).
  • Solo una minoranza riceve informazioni sul decorso clinico ospedaliero del paziente (il 57,5% dei medici d’urgenza, ma solo tra il 14,3% e il 29,2% del personale non medico).

E la cosa più sorprendente? C’è un desiderio fortissimo di cambiare questa situazione.

  • Il 95,4% degli intervistati vorrebbe avere accesso ufficiale alla diagnosi confermata in ospedale.
  • Il 94,7% ritiene che questa informazione sarebbe utile per il proprio lavoro quotidiano.
  • L’86,9% è convinto che un feedback sulla diagnosi migliorerebbe la qualità generale delle cure EMS.

Fotografia realistica di un paramedico pensieroso seduto nel retro di un'ambulanza dopo un intervento, luce soffusa e ambiente interno del veicolo visibile, obiettivo 35mm, stile film noir con contrasti accentuati, profondità di campo ridotta per isolare il soggetto dallo sfondo sfocato.

Molti si chiedono spesso (il 47,2% “spesso” o “molto spesso”) quale sia stata la diagnosi definitiva dopo aver trasportato un paziente. Vogliono saperlo per acquisire sicurezza nelle loro valutazioni iniziali (82,4%), per autovalutarsi (88,6%) e, soprattutto, per imparare in vista di interventi futuri (94,8%). Come ha scritto un paramedico nel sondaggio: “Non c’è formazione migliore che collegare sintomi clinici e diagnosi ai propri interventi d’emergenza. È un’esperienza che dura tutta la vita”.

Perché Sapere è Potere (Anche in Ambulanza)

La mancanza di feedback non è solo frustrante, è potenzialmente dannosa per la qualità delle cure. Uno studio precedente in Germania aveva rilevato che oltre il 20% delle diagnosi sospette formulate dai medici d’urgenza differiva dalla diagnosi di dimissione ospedaliera. Per sintomi come la dispnea (difficoltà respiratoria), la discrepanza era ancora maggiore. Questo evidenzia quanto sia cruciale per il personale EMS poter verificare a posteriori le proprie ipotesi diagnostiche.

Il feedback non serve a “cercare colpevoli”, come ha sottolineato un partecipante al sondaggio, ma a promuovere una cultura dell’errore costruttiva, a migliorare il lavoro di squadra e a rafforzare le competenze. Soprattutto ora che, a causa della carenza di personale, si stanno ampliando le competenze e le responsabilità dei paramedici, anche grazie all’ausilio della telemedicina. Sapere se il paziente è stato portato all’ospedale giusto, se la diagnosi iniziale era corretta, se il trattamento pre-ospedaliero è stato efficace, è fondamentale per la crescita professionale e per la sicurezza del paziente.

Immagine macro ad alta definizione di una cartella clinica aperta su una scrivania d'ospedale, messa a fuoco precisa su un referto medico con termini come 'diagnosi' e 'esito', illuminazione controllata laterale che evidenzia la texture della carta, obiettivo macro 100mm.

Gli Ostacoli Sulla Strada del Feedback

Ma allora, perché questo sistema di feedback strutturato non esiste già su larga scala? I problemi sono diversi e complessi.

  • Barriere Infrastrutturali e Legali: Implementare sistemi digitali che colleghino ambulanze e ospedali richiede investimenti e, soprattutto, deve fare i conti con le rigide normative sulla protezione dei dati (privacy del paziente).
  • Struttura Federalizzata: In Germania, la responsabilità per la qualità dell’EMS è demandata ai singoli stati federali (Länder). Questo porta a standard, requisiti e quadri normativi sulla protezione dei dati molto diversi tra loro, rendendo difficile creare un sistema nazionale armonizzato.
  • Frammentazione dei Servizi: Il percorso del paziente coinvolge molti fornitori diversi (servizio di emergenza, ospedale, medici specialisti), complicando il flusso di informazioni.

Esistono iniziative lodevoli, come il sistema di feedback post-rianimazione a Braunschweig, ma sono limitate a casi specifici (rianimazione o decesso precoce) e non coprono la vasta gamma di interventi quotidiani, specialmente quelli per condizioni mediche meno definite ma complesse, come la già citata dispnea.

Un Futuro con Più Consapevolezza?

La conclusione dello studio è chiara: c’è un’urgente necessità di meccanismi di feedback strutturati per il personale EMS in Germania, specialmente per quello non medico che, come abbiamo visto, ne riceve ancora meno. Questo feedback è fortemente desiderato e viene percepito come uno strumento chiave per migliorare la qualità delle cure e lo sviluppo delle competenze professionali.

La strada non è semplice. Servono soluzioni digitali (l’85% preferirebbe un accesso digitale diretto), ma prima ancora serve un quadro normativo e legale che permetta la condivisione sicura dei dati a fini di qualità e ricerca, possibilmente armonizzato a livello nazionale. Potrebbero essere utili studi pilota per valutare concretamente i benefici di un sistema di feedback digitale sulla qualità delle cure e sulla capacità di auto-riflessione del personale.

Foto grandangolare 10mm di una moderna sala di controllo di un centro operativo di emergenza, con schermi multipli che mostrano dati e mappe, lunga esposizione per catturare il movimento del personale come scie luminose, messa a fuoco nitida sulla tecnologia, simboleggiando l'integrazione dei dati e la comunicazione.

Come ha scritto un altro soccorritore: “Separare le persone [soccorritori e pazienti] con un muro di protezione dei dati e altre cose non è costruttivo […]. Rendere più facile [ottenere feedback] sarebbe un grande passo avanti”.

Io credo che investire in sistemi di feedback non sia solo una questione tecnica o organizzativa, ma un segno di rispetto per il lavoro fondamentale che questi professionisti svolgono ogni giorno e un passo cruciale per garantire cure sempre migliori a tutti noi. Speriamo che questo appello non cada nel vuoto.

Fonte: Springer

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