Un primo piano del torace di un bambino piccolo che respira serenamente in un lettino d'ospedale, con un medico sullo sfondo che osserva attentamente un tablet che mostra il video del respiro. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale soffusa proveniente da una finestra laterale, creando un'atmosfera calma e concentrata.

Respiro dei Piccoli: Il Segreto è nel Video (Ma Occhio ai Dettagli!)

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, credetemi, è più affascinante di quanto sembri a prima vista: come facciamo a capire se un bambino piccolo respira bene, soprattutto quando c’è il sospetto di una brutta bestia come la polmonite? E come la tecnologia, in particolare i video, può darci una mano enorme, ma anche presentarci qualche tranello?

La polmonite, purtroppo, è ancora una delle principali cause di mortalità infantile nel mondo. Pensate che nel 2019 ha portato via quasi 750.000 bambini sotto i cinque anni. Una diagnosi tempestiva è cruciale, e uno dei parametri fondamentali, secondo le linee guida dell’OMS, è proprio la frequenza respiratoria (FR). Ma contare i respiri di un bimbo, specialmente se piccolo o un po’ agitato, è una vera sfida, anche per il personale sanitario più esperto. Questo può portare a diagnosi errate e trattamenti non appropriati.

L’Occhio Elettronico: I Video Come Standard di Riferimento?

Qui entrano in gioco i contatori automatici di FR, come il ChARM (Children’s Automated Respiration Monitor), che promettono di semplificare le cose. Ma per sapere se questi strumenti (o anche il conteggio manuale) sono accurati, abbiamo bisogno di uno standard di riferimento solido. Tradizionalmente, ci si affida al conteggio di un esperto, come un pediatra. Però, siamo onesti: anche gli esperti sono umani! Misurare la FR contemporaneamente da più osservatori è complicato e possono esserci delle discrepanze. A volte si conta troppo, a volte troppo poco.

E se vi dicessi che la videoregistrazione dei movimenti toracici del bambino, analizzata poi da un team di esperti, potrebbe essere la soluzione ideale? Immaginate i vantaggi:

  • Gli esperti non devono essere fisicamente presenti.
  • Le registrazioni possono essere viste e riviste più volte, dalla stessa persona o da persone diverse.
  • Si riduce il “bias” dell’osservatore, cioè l’influenza involontaria che chi osserva può avere sulla misurazione.

Insomma, i video potrebbero portare a valutazioni della FR più affidabili e standardizzate. Ma, c’è un “ma”: la qualità del video è tutto! E non solo: anche le condizioni del bambino, la sua posizione e una buona esposizione alla luce durante la registrazione sono fondamentali.

Qualche studio ha già esplorato l’uso dei video come standard, ma nessuno, a quanto ne so, si era mai soffermato su come le condizioni del bambino e il setup del video influenzino la qualità delle registrazioni e, quindi, la loro interpretabilità.

Lo Studio: Cosa Abbiamo Cercato di Capire?

Ed è proprio qui che entra in gioco uno studio recente, condotto in un ospedale pediatrico di Dhaka, in Bangladesh. L’obiettivo? Capire quali fattori sono associati all’interpretabilità dei video e all’accordo nel conteggio della FR tra esperti, analizzando filmati dei movimenti toracici di bambini sotto i cinque anni.

Abbiamo coinvolto 30 bambini ricoverati, di età compresa tra 1 e 59 mesi, con sospetta polmonite. Per ognuno, abbiamo registrato quattro video di un minuto del respiro, facendo attenzione a non riprendere il volto o altre parti identificabili. Abbiamo sperimentato diverse posizioni della telecamera, angolazioni e livelli di luce, a volte usando un treppiede, a volte no. Dopo una fase di editing per rimuovere parti superflue, audio o dettagli identificabili e ridurre le dimensioni dei file, i video sono stati inviati a due pediatri esperti. Loro, bendati l’uno rispetto all’altro (cioè, senza sapere le valutazioni del collega), dovevano prima giudicare la qualità del video e poi contare la FR.

Abbiamo definito “interpretabilità” quando entrambi i pediatri riuscivano a contare la FR dal video, e “accordo” quando la differenza tra i loro conteggi era ≤2 atti respiratori al minuto (bpm).

Un pediatra in un ambiente ospedaliero ben illuminato, che osserva attentamente un tablet che mostra un video dei movimenti respiratori di un bambino piccolo sdraiato su un lettino. Prime lens, 35mm, depth of field, luce naturale da una finestra.

Su 85 video registrati, ben il 85,9% (73 video) è risultato interpretabile da entrambi gli esperti. E di questi video interpretabili, nel 74% (54 video) c’è stato accordo nel conteggio della FR. Non male, vero?

I Fattori Chiave: Quando il Video “Parla” Meglio

Ma andiamo al sodo: cosa ha fatto la differenza?

  • La calma è d’oro: I video erano enormemente più interpretabili (circa 73 volte di più!) se il bambino era calmo o addormentato rispetto a quando si muoveva. Sembra ovvio, ma quantificarlo fa impressione!
  • La posizione conta: Se il bambino era sdraiato sul lettino, le probabilità di interpretare il video erano quasi 23 volte maggiori rispetto a quando era in braccio a un genitore. Probabilmente perché è più facile esporre bene torace e addome, e i movimenti del genitore non interferiscono.

Questi risultati sono in linea con studi precedenti e con le raccomandazioni dell’OMS: misurare la FR su un bambino calmo è fondamentale. Certo, a volte far calmare un piccolo paziente, specialmente se si sente osservato da una telecamera, è un’impresa! Se il bimbo non collabora, meglio aspettare un po’ e riprovare, piuttosto che insistere e agitarlo di più.

E l’Accordo tra Esperti? Quando i Numeri Tornano

Passiamo all’accordo tra i due pediatri. Qui, il fattore determinante è stato proprio il valore della frequenza respiratoria:

  • L’accordo era circa 21 volte più probabile se la FR era inferiore a 40 bpm.
  • L’accordo era circa 7 volte più probabile se la FR era tra 40 e 59 bpm, rispetto a quando era ≥60 bpm.

In pratica, più alta è la frequenza respiratoria, più difficile diventa per due esperti concordare su un numero preciso. Questo ha senso: contare molti movimenti rapidi è più complesso. Abbiamo usato una soglia di ±2 bpm per definire l’accordo, che potrebbe essere un po’ stretta per FR molto alte. Altri studi usano soglie di ±3 o ±5 bpm. Forse, per FR elevate, si potrebbero considerare criteri di accordo diversi, dato che comunque il respiro verrebbe classificato come “veloce”.

Un’analisi più approfondita, chiamata Bland-Altman, ha rivelato un aspetto interessante: c’era una tendenza sistematica di uno degli esperti a sottostimare leggermente la FR rispetto all’altro (una differenza media di -2.1 bpm). E questa discrepanza tendeva ad aumentare con l’aumentare della FR, con differenze che in alcuni casi superavano i 10 bpm! Questo ci dice che, nonostante un buon accordo percentuale, c’è ancora variabilità e potenziale bias anche tra esperti.

Luci, Cavalletti e Angolazioni: Dettagli che (Forse) Contano Meno

E gli altri fattori che abbiamo testato? Sorprendentemente, alcuni non sembravano fare una grande differenza, almeno in questo studio:

  • Luce: Anche se una buona illuminazione è generalmente cruciale per video di qualità, non abbiamo trovato una relazione significativa con l’interpretabilità o l’accordo. Forse la luce negli ambienti ospedalieri era già sufficiente, o forse aggiungere luci extra avrebbe disturbato i bambini.
  • Esposizione del torace: L’OMS raccomanda di esporre tutto il torace e l’addome. A volte, però, non è possibile scoprire completamente un bambino malato o poco collaborativo. Sembra che anche un’esposizione parziale possa essere sufficiente, dato che i bambini usano principalmente diaframma e muscoli intercostali esterni per inspirare.
  • Uso del treppiede: Il treppiede stabilizza la telecamera, ma può essere ingombrante. Girare a mano libera è più flessibile, ma meno stabile. Nel nostro studio, usare o meno il treppiede non ha inciso significativamente.
  • Angolazione della ripresa: Frontale o laterale? Non abbiamo trovato differenze statistiche, anche se i nostri pediatri preferivano la vista laterale, che secondo loro offre una visione più chiara dei movimenti respiratori.

Due schermi affiancati in una sala di analisi medica. Schermo 1: video nitido di un bambino calmo che respira, sdraiato su un lettino, ripreso lateralmente, macro lens, 60mm, high detail. Schermo 2: video leggermente mosso di un bambino in braccio alla madre, ripreso frontalmente, rendendo più difficile la valutazione del respiro, prime lens, 35mm.

Limiti e Prospettive Future

Certo, ogni studio ha i suoi limiti. Il nostro è stato condotto nel reparto di degenza di un ospedale specializzato, con bambini per lo più sotto l’anno di età e con condizioni più severe rispetto a quelli che si vedono negli ambulatori di primo livello. Inoltre, le interpretazioni si basavano sul giudizio di due soli pediatri e il campione era relativamente piccolo. Quindi, i risultati vanno interpretati con cautela e potrebbero non essere generalizzabili a tutti i contesti.

Nonostante ciò, credo che questo studio ci dia degli spunti preziosissimi. Capire che i movimenti del bambino, la sua posizione e l’entità della FR influenzano così tanto l’interpretabilità dei video e l’accordo tra esperti è fondamentale. Queste informazioni sono un passo avanti per sviluppare procedure operative standard (SOP) per la videoregistrazione dei movimenti toracici e per creare un pannello di esperti video (VEP) che possa fungere da standard di riferimento ancora più affidabile.

Insomma, la strada per perfezionare la diagnosi della FR nei bambini attraverso i video è ancora lunga, ma studi come questo ci aiutano a illuminare il cammino, un respiro (e un frame) alla volta. E chissà, forse un giorno questi “occhi elettronici” diventeranno uno strumento quotidiano per salvare ancora più vite di piccoli pazienti in tutto il mondo.

Fonte: Springer

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