Ritratto fotografico di una giovane madre senegalese che tiene in braccio il suo neonato in un contesto ospedaliero luminoso ma semplice, espressione mista di gioia e preoccupazione. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo, luce naturale morbida, toni caldi.

Farmaci Salvavita Scadenti in Senegal: Un Pericolo Nascosto (e Costoso) per le Mamme

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di qualcosa di fondamentale, qualcosa che tocca le corde più profonde della vita: la nascita di un bambino. È un momento di gioia immensa, vero? Ma purtroppo, non sempre va tutto liscio. Specialmente in alcune parti del mondo, come nei paesi a basso e medio reddito, un fantasma si aggira nelle sale parto: l’emorragia post-parto (PPH). Pensate che è la causa principale di morte materna in Africa sub-sahariana, portandosi via tra il 30% e il 50% delle neomamme. Un dramma che colpisce 14 milioni di donne ogni anno nel mondo e ne uccide circa 70.000.

La Soluzione Esiste, Ma C’è un “Ma”…

La cosa incredibile è che la PPH è in gran parte prevenibile e curabile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’uso di farmaci chiamati uterotonici durante il parto. Questi farmaci aiutano l’utero a contrarsi e fermano il sanguinamento eccessivo. Sembra semplice, no? E invece no. Il problema enorme è la qualità di questi farmaci.

Immaginate di avere un’ancora di salvezza, ma è fatta di materiale scadente e si spezza proprio quando ne avete più bisogno. Ecco, questo è quello che succede con i farmaci uterotonici di bassa qualità o addirittura contraffatti. L’OMS stima che circa 1 farmaco su 10 nei paesi a basso e medio reddito sia scadente o falso. E quando si tratta di uterotonici come l’ossitocina e il misoprostolo, studi precedenti hanno rivelato che quasi la metà dei campioni analizzati non superava i test di qualità!

Il Caso del Senegal: Un Focus Necessario

Proprio in Senegal, un paese dell’Africa occidentale francofona, la situazione è preoccupante. Analisi hanno mostrato che tra il 4% e il 46% (!!) dei campioni di uterotonici non erano conformi agli standard. Farmaci con poco principio attivo semplicemente non funzionano come dovrebbero. Aggiungeteci che l’ossitocina, uno dei farmaci più usati, è sensibile al calore e spesso le condizioni di conservazione non sono ideali… capite bene il rischio. Uno studio recente in Nigeria (il trial E-MOTIVE) ha addirittura mostrato che le mamme che ricevevano ossitocina scadente avevano un rischio di emorragia maggiore del 20-30%.

Nonostante questi campanelli d’allarme, mancava una stima chiara dell’impatto economico e sanitario di questo problema a livello nazionale. Ecco perché ci siamo messi al lavoro per capire cosa significhi davvero, per il Senegal, usare uterotonici di qualità garantita. Volevamo quantificare non solo le vite salvate, ma anche i soldi risparmiati – soldi che potrebbero essere reinvestiti per migliorare l’assistenza sanitaria per tutti (quella che chiamano Copertura Sanitaria Universale, UHC) e per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), in particolare quelli sulla riduzione della mortalità materna.

Fotografia macro di fiale di farmaco uterotonico (ossitocina) su uno sfondo neutro. Alcune fiale appaiono integre e piene, altre incrinate o con liquido torbido, a simboleggiare la differenza tra farmaci di qualità e scadenti. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, illuminazione controllata per evidenziare i dettagli delle fiale e del liquido.

Come Abbiamo Modellato la Realtà

Per fare questa stima, abbiamo usato uno strumento matematico chiamato modello ad albero decisionale. Immaginate un diagramma di flusso che segue il percorso di ogni donna che partorisce in Senegal. Abbiamo considerato dove partoriscono (ospedale pubblico, centro sanitario primario, clinica privata, a casa), se ricevono uterotonici, di che qualità (buona o scadente), e cosa succede dopo (se hanno PPH, quanto grave, se necessitano di trasfusioni, cure aggiuntive, interventi chirurgici, e purtroppo, anche il rischio di morte).

Abbiamo “alimentato” questo modello con dati reali:

  • Dati demografici e sanitari del Senegal (Demographic and Health Survey 2019).
  • Informazioni sull’efficacia dei diversi uterotonici (da una revisione Cochrane e dal trial E-MOTIVE).
  • Dati sulla qualità dei farmaci specifici per il Senegal (da uno studio post-marketing dell’OMS).
  • Costi delle cure, ottenuti parlando con esperti locali (ostetrici e ginecologi).

Abbiamo poi confrontato lo scenario attuale (con una certa percentuale di farmaci scadenti) con uno scenario ideale in cui tutti gli uterotonici usati sono di qualità garantita (Scenario 1). Ma non ci siamo fermati qui! Abbiamo simulato anche altri scenari: cosa succederebbe se si usasse sempre la combinazione più efficace di farmaci (ossitocina + misoprostolo, Scenario 2)? E se si usasse un farmaco più moderno e resistente al calore come la carbetocina termostabile (Scenario 3)? E cosa cambierebbe se si riuscisse a dare misoprostolo (anche quello di qualità!) alle donne che partoriscono a casa (Scenari 4 e 5), o se tutte le donne partorissero in strutture sanitarie (Scenari 6 e 7)?

I Risultati: Numeri che Parlano Chiaro

Ebbene, i risultati sono stati illuminanti. Nel nostro modello di base (la situazione attuale), abbiamo stimato circa 86.500 casi di PPH ogni anno in Senegal, con oltre 21.000 casi gravi (sanguinamento superiore a 1 litro) e purtroppo circa 447 decessi legati alla PPH. Il costo totale? Quasi 19,5 milioni di dollari all’anno, tra costi sanitari diretti e perdite di produttività a lungo termine dovute ai decessi.

Ora, tenetevi forte: semplicemente garantendo che tutti gli uterotonici usati siano di buona qualità (Scenario 1), cosa succede?

  • Riduzione dei casi di PPH del 6-8%: parliamo di oltre 5.000 casi evitati ogni anno!
  • Riduzione dei decessi per PPH del 6-8%: significa salvare decine di vite ogni anno.
  • Risparmio economico del 7-9%: oltre 1,2 milioni di dollari risparmiati ogni anno!

Questi risparmi non sono solo numeri astratti. Significano meno spese per le famiglie, meno pressione sugli ospedali (pensate a quasi 6.000 trattamenti uterotonici aggiuntivi e migliaia di trasfusioni di sangue evitate!), e più risorse disponibili per il sistema sanitario.

Immagine grandangolare di un paesaggio rurale senegalese al tramonto, con un piccolo centro sanitario comunitario in primo piano. La luce calda suggerisce speranza ma anche le sfide logistiche. Obiettivo grandangolare 15mm, messa a fuoco nitida, cielo con nuvole morbide da lunga esposizione per dare un senso di tempo e urgenza.

Gli altri scenari hanno mostrato benefici ancora maggiori. Ad esempio, usare sempre la combinazione ossitocina+misoprostolo di qualità (Scenario 2) o la carbetocina termostabile (Scenario 3) potrebbe ridurre i casi di PPH del 12-13% e salvare ancora più vite e denaro. Anche intervenire sui parti a domicilio, fornendo misoprostolo di qualità (Scenario 5), avrebbe un impatto significativo, riducendo i casi del 17%. Lo scenario più ottimistico, in cui tutte le donne partoriscono in strutture sanitarie con accesso a farmaci di qualità (Scenario 7), potrebbe addirittura prevenire il 26% dei casi di PPH!

Un Problema che Riguarda Tutti: Famiglie, Medici, Governo

Abbiamo anche analizzato l’impatto da diverse prospettive. Ogni anno in Senegal, stimiamo che circa 144.000 mamme ricevano uterotonici scadenti. Quasi 20.000 di quelle che poi sviluppano PPH avevano ricevuto questi farmaci inefficaci. Questo si traduce in:

  • Costi extra per le famiglie: circa 200.000 dollari all’anno pagati di tasca propria per curare PPH che potevano essere evitate.
  • Maggior carico per medici e infermieri: tempo e risorse (come le preziose scorte di sangue – quasi 5.000 trasfusioni annue legate a farmaci scadenti!) sprecati per gestire complicazioni evitabili.
  • Una sfida per la Copertura Sanitaria Universale (UHC): come può un governo garantire cure essenziali a tutti se i farmaci forniti non funzionano? Garantire la qualità è un passo fondamentale per rendere l’UHC efficace e sostenibile.

Le Sfide e la Strada da Percorrere

Certo, il nostro studio ha dei limiti. I dati sulla qualità dei farmaci in Senegal sono ancora scarsi e basati su pochi campioni. Mancano dati precisi su alcuni costi e sull’utilizzo di trattamenti specifici. Non abbiamo incluso i costi per implementare le soluzioni (come migliorare la catena del freddo per l’ossitocina o distribuire capillarmente il misoprostolo).

Tuttavia, il messaggio è forte e chiaro: investire nella qualità degli uterotonici non è una spesa, ma un investimento incredibilmente vantaggioso. Salva vite, migliora la salute delle mamme, alleggerisce il carico sul sistema sanitario e libera risorse preziose. È fondamentale che ci sia più sorveglianza sulla qualità dei farmaci, specialmente in regioni come l’Africa Occidentale francofona dove i dati sono ancora troppo pochi.

Alternative come la carbetocina termostabile o un uso più diffuso e controllato del misoprostolo (che non richiede refrigerazione) possono essere parte della soluzione, ma solo se la loro qualità è garantita. Non possiamo espandere l’accesso ai farmaci senza assicurarci che siano efficaci e sicuri.

In conclusione, quello che abbiamo visto in Senegal è probabilmente la punta dell’iceberg di un problema globale. Assicurare la qualità dei farmaci essenziali come gli uterotonici è un passo cruciale per proteggere le madri, rafforzare i sistemi sanitari e costruire un futuro più sano per tutti. È una battaglia che vale assolutamente la pena combattere.

Fonte: Springer

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