Miniere Chiuse, Energia Accesa: Il Tesoro Nascosto del Metano a Songzao
Ragazzi, avete mai pensato a cosa succede a una miniera di carbone una volta che chiude i battenti? Spesso ce le immaginiamo come luoghi silenziosi, abbandonati. Ma la verità è che sotto terra, l’attività non si ferma del tutto. Anzi, c’è una risorsa preziosa che continua a “respirare”: il metano da carbone (CBM – Coalbed Methane). E qui viene il bello: questo gas, se lasciato lì, non solo è uno spreco enorme, ma è anche un potente gas serra, molto più dannoso della CO₂! Ma se invece lo tirassimo fuori? Potremmo trasformare un problema ambientale in una fonte di energia pulita.
Proprio di questo voglio parlarvi oggi, prendendo spunto da uno studio affascinante condotto nell’area mineraria di Songzao, in Cina. Immaginate questa zona: un tempo cuore pulsante dell’estrazione di antracite, ora costellata di miniere chiuse. Ma chiuse non significa vuote! C’è ancora un sacco di metano intrappolato laggiù.
La Sfida: Metano Intrappolato e Impatto Ambientale
Il punto è che il metano (CH₄) è il componente principale del CBM. È un ottimo combustibile, molto più pulito del carbone. Però, se liberato in atmosfera, contribuisce pesantemente all’effetto serra. Pensate che la Cina, nel 2023, era responsabile del 18% delle emissioni globali di metano! E con tante miniere che chiudono, il rischio di perdite di gas, inquinamento e persino esplosioni diventa concreto. Non possiamo semplicemente sigillare tutto e far finta di niente. Sarebbe come chiudere un tesoro in cassaforte e buttare via la chiave, lasciando però una piccola perdita tossica.
Ecco perché diventa cruciale capire come e dove conviene intervenire per estrarre questo metano residuo. Non tutte le miniere chiuse sono uguali, e le condizioni geologiche possono essere davvero complesse.
Songzao Sotto la Lente: Come Scegliere la Miniera Giusta?
Lo studio che ho analizzato si è concentrato su cinque miniere chiuse nell’area di Songzao: Songzao, Fengchun, Shihao, Yuyang e Datong No. 1. L’obiettivo? Capire quale di queste offrisse le migliori possibilità per estrarre il CBM in modo efficace ed economicamente vantaggioso.
Per farlo, i ricercatori hanno messo a punto un sistema di valutazione super dettagliato. Hanno considerato ben 13 fattori diversi, raggruppati in tre categorie principali:
- Condizioni Geologiche: Stabilità della struttura, profondità e inclinazione dei filoni di carbone, rischio di autocombustione (sì, il carbone può incendiarsi da solo!), e l’ampiezza delle aree già scavate (i cosiddetti “goaf” o vuoti di miniera).
- Risorse di CBM: Quanto metano c’è effettivamente? Qual è la sua concentrazione? Ma anche: quanta acqua si è accumulata nei vuoti? L’acqua può essere un grosso ostacolo all’estrazione.
- Fattori Economici: Quanto costa costruire i pozzi e gli impianti? Ci sono costi aggiuntivi, come il drenaggio dell’acqua? E soprattutto, quanto si può guadagnare vendendo l’energia prodotta dal metano estratto?
Per “pesare” l’importanza di ciascun fattore, hanno usato un mix di tecniche intelligenti: un po’ come mettere insieme il parere degli esperti (quelli che ne sanno davvero!) con i dati nudi e crudi provenienti dalle miniere. Hanno persino usato la “teoria dei giochi” per trovare il giusto equilibrio, assicurandosi che i risultati fossero il più oggettivi possibile. Infine, con un metodo chiamato TOPSIS, hanno messo in fila le miniere, dalla più promettente alla meno conveniente.
I Risultati: E la Vincitrice è…
E il verdetto? Rullo di tamburi… La miniera di Songzao è risultata la candidata migliore! Seguita da Fengchun, Shihao, Yuyang e infine Datong No. 1.
Perché proprio Songzao? Beh, sembra avere le condizioni geologiche più stabili, condizioni minerarie favorevoli, meno problemi di accumulo d’acqua nei vuoti (un fattore importantissimo, come abbiamo visto!), tanto spazio libero sotterraneo e, ovviamente, abbondanti risorse di metano.
Questo ci dice una cosa fondamentale: non basta sapere che c’è metano, bisogna valutare attentamente tutte le condizioni. Prendiamo la miniera Datong No. 1: sulla carta ha un’area scavata enorme e tanto metano, ma la sua “ricchezza” (concentrazione) è bassa e richiederebbe molti più pozzi, facendo schizzare i costi alle stelle rispetto ai potenziali guadagni. Insomma, non sarebbe un buon affare.
L’accumulo d’acqua è emerso come uno dei fattori più critici. Drenare una miniera allagata non solo costa, ma può anche destabilizzare ulteriormente la roccia circostante, richiedendo lavori di consolidamento extra. Questo fa capire quanto sia complessa la faccenda.
Il Doppio Vantaggio: Energia Pulita e Meno Emissioni
Ok, abbiamo identificato la miniera migliore, Songzao. Ma quali sono i benefici concreti se iniziamo a estrarre quel metano? Qui i numeri diventano davvero interessanti. I ricercatori hanno stimato le emissioni di metano e la potenziale generazione di elettricità per i primi otto anni dopo la chiusura della miniera (periodo in cui, secondo studi precedenti, le emissioni sono più significative, specialmente nelle miniere allagate come Songzao).
I risultati sono impressionanti:
- Nei primi quattro anni, le emissioni annuali di metano calano drasticamente, arrivando a circa il 15% del valore iniziale (da oltre 2000 tonnellate a meno di 300).
- Nello stesso periodo, la generazione di elettricità annuale segue un andamento simile (da quasi 9.5 milioni di kWh a circa 1.3 milioni di kWh).
- Ma attenzione: le emissioni cumulative evitate e l’energia cumulativa prodotta crescono rapidamente! Nei primi quattro anni, si potrebbero generare cumulativamente oltre 18 milioni di kWh!
- Dopo i primi quattro anni, il rilascio di metano rallenta perché la pressione nel sottosuolo si stabilizza, ma l’estrazione continua a dare i suoi frutti, portando il totale cumulativo di energia generabile in otto anni a circa 19.3 milioni di kWh, evitando l’emissione di quasi 4000 tonnellate di metano.
Pensateci: invece di lasciare che questo gas potentemente inquinante si disperda nell’atmosfera, lo catturiamo e lo usiamo per produrre elettricità. È un classico esempio di “due piccioni con una fava”: riduciamo le emissioni di gas serra e produciamo energia pulita da una fonte che altrimenti sarebbe solo un problema.
Non Solo Songzao: Una Lezione per il Futuro
Questo studio sull’area di Songzao non è solo un caso isolato. Ci offre un metodo, un approccio replicabile in altre regioni con miniere chiuse e potenziale di CBM. Certo, ogni area ha le sue specificità geologiche, economiche e normative, quindi l’analisi va sempre adattata. Servono dati precisi (e qui sta una delle sfide, a volte i dati sono scarsi o incompleti), monitoraggio costante e una valutazione che magari includa anche altri fattori, come i rischi ambientali specifici o l’impatto sociale.
Ma la strada è tracciata. L’estrazione del metano dalle miniere abbandonate non è fantascienza, è una possibilità concreta per rendere l’industria mineraria, anche nella sua fase “post-mortem”, più sostenibile. È un passo verso un’economia circolare applicata alle risorse del sottosuolo, trasformando un rifiuto pericoloso in una risorsa preziosa.
In un mondo che cerca disperatamente soluzioni per la transizione energetica e la lotta al cambiamento climatico, guardare a queste “vecchie” miniere con occhi nuovi potrebbe rivelare opportunità inaspettate. È ora di accendere la luce su questo potenziale nascosto!
Fonte: Springer