Vaccini in Spagna: Chi Esita Davvero? Sorprese da un’Indagine Online
Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che, ammettiamolo, ha scaldato parecchio gli animi negli ultimi anni: i vaccini. In particolare, mi sono imbattuto in uno studio interessante condotto in Spagna nel 2021 che ha cercato di capire meglio chi sono le persone che rifiutano i vaccini o che, pur non rifiutandoli apertamente, hanno dei dubbi, la cosiddetta “esitazione vaccinale”. E credetemi, i risultati riservano qualche sorpresa!
Sapete, l’esitazione e il rifiuto dei vaccini non sono solo questioni personali, ma rappresentano una bella sfida per la salute pubblica. Mettono a rischio l’immunità di gregge, quel concetto fondamentale per cui se tanti sono vaccinati, anche chi non può vaccinarsi (per motivi medici, ad esempio) è protetto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la considera una priorità assoluta, perché purtroppo ancora oggi troppi bambini muoiono per malattie prevenibili con un vaccino, in parte per difficoltà di accesso, in parte proprio a causa dell’esitazione alimentata dai movimenti anti-vaccino.
L’Indagine Spagnola: Cosa Hanno Scoperto?
Allora, cosa hanno fatto questi ricercatori spagnoli? Hanno messo in piedi un questionario online, anonimo ovviamente, a cui hanno risposto oltre 1300 persone adulte in Spagna. La maggioranza erano donne (quasi il 75%), di età compresa tra 31 e 59 anni (circa il 74%) e con un livello di istruzione universitario (il 71%).
La prima cosa che salta all’occhio è che, tutto sommato, il tasso di rifiuto netto dei vaccini è risultato relativamente basso: il 16,8%. Chi rifiutava, lo faceva principalmente per il vaccino antinfluenzale (circa il 10% del totale). Ma qui arriva la prima sorpresa: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il rifiuto era più alto tra gli over 60!
Ma chi sono, più nel dettaglio, queste persone che rifiutano? Lo studio li associa a diversi fattori:
- Età superiore ai 60 anni.
- Esitazione legata ai componenti dei vaccini (ne parleremo tra poco).
- Contrarietà alla vaccinazione gratuita e obbligatoria.
- Scarsa consapevolezza del fatto che vaccinarsi protegge anche la comunità.
- Opposizione al consumo di latte vaccino e all’uso di latte artificiale per i neonati (sì, avete letto bene!).
L’Esitazione: Un Fenomeno Diverso dal Rifiuto
Accanto al rifiuto vero e proprio, c’è poi l’esitazione. Qui il profilo cambia un po’. L’esitazione era maggiore tra:
- Persone sotto i 31 anni.
- Donne.
- Genitori con figli sotto i 15 anni.
- Chi è contrario alla vaccinazione obbligatoria.
- Chi non sa che vaccinarsi protegge la comunità.
- Chi esita a causa dei costi dei vaccini (quando non sono gratuiti).
- Chi è a favore di trattamenti alternativi e complementari.
Le principali fonti di dubbio? Riguardavano soprattutto i componenti dei vaccini (preoccupava il 28% degli intervistati), le malattie che alcuni associano (spesso erroneamente) ai vaccini (31%) e i costi (29%).

Fiducia e Fonti di Informazione: Un Nodo Cruciale
Un aspetto fondamentale che emerge è quello della fiducia. Chi rifiutava i vaccini tendeva a fidarsi meno degli operatori sanitari (medici, infermieri) e dei siti web sanitari come fonti di informazione, affidandosi di più agli amici. Addirittura, percepivano gli operatori sanitari come poco informati sull’esitazione vaccinale e difficilmente si rivolgevano a loro in caso di dubbi.
Anche chi esitava, specialmente per dubbi sui componenti o sulle malattie associate, mostrava una minore fiducia negli operatori sanitari e preferiva informarsi tramite social network, famiglia e amici. Questo è un punto critico: se viene meno la fiducia nei canali ufficiali e scientifici, è più facile che prendano piede informazioni errate o vere e proprie fake news, specialmente sui social media.
Stili di Vita e Credenze: Connessioni Inaspettate?
Lo studio ha rilevato anche legami interessanti con abitudini e credenze personali. Come accennato, chi rifiutava i vaccini era più propenso a essere contrario al consumo di latte vaccino e all’uso di latte artificiale. Sia chi rifiutava, sia chi esitava, mostrava una maggiore inclinazione verso trattamenti alternativi e complementari.
Sembra emergere un profilo di persona che predilige ciò che percepisce come “naturale”, magari con una certa diffidenza verso la scienza “ufficiale”, il sistema sanitario e i suoi rappresentanti. Questo non è del tutto nuovo: altre ricerche avevano già collegato l’esitazione vaccinale a una filosofia “naturalistica” e alla preferenza per terapie alternative considerate più “sicure”.

Differenze di Genere e Ruolo Genitoriale
Un dato interessante riguarda le differenze di genere. Le donne, nello studio, mostravano maggiore esitazione rispetto agli uomini, in particolare riguardo ai componenti dei vaccini o alle malattie associate. Erano anche più propense a rifiutare i vaccini per i propri figli. Questo suggerisce la necessità di strategie mirate per rafforzare la fiducia proprio in questo gruppo, specialmente nelle mamme con bambini piccoli. Anche i genitori di figli sotto i 15 anni mostravano maggiore esitazione, forse per una maggiore preoccupazione verso la salute dei più piccoli.
Quali Vaccini Creano Più Dubbi?
I vaccini più frequentemente rifiutati in questo campione spagnolo erano quello per l’influenza, seguito da tetano e HPV (Papillomavirus). Tra quelli non offerti gratuitamente dal sistema sanitario spagnolo nel 2019 (anno di riferimento per alcune domande), i più rifiutati erano Rotavirus e Meningococco B e ACWY (anche se ora molti di questi sono stati inclusi nel calendario vaccinale gratuito in diverse regioni spagnole, eliminando almeno la barriera del costo). È interessante notare come il rifiuto dell’antinfluenzale fosse più alto negli over 60, nonostante sia una categoria per cui è particolarmente raccomandato. Questo dato fa riflettere sulle difficoltà, già note, nel raggiungere coperture vaccinali soddisfacenti per l’influenza.

Cosa Possiamo Imparare?
Questo studio, pur con i suoi limiti (è un’indagine online, quindi chi non ha accesso a internet è escluso, e il campione era sbilanciato verso donne e laureati), ci offre spunti preziosi. Ci dice che l’esitazione e il rifiuto vaccinale sono fenomeni complessi, influenzati da età, genere, livello di istruzione, credenze personali, fiducia nel sistema sanitario e nelle fonti di informazione.
La mancanza di fiducia negli operatori sanitari e nelle istituzioni sembra essere un fattore chiave. Così come la difficoltà nel comprendere il beneficio collettivo della vaccinazione (la protezione della comunità). E poi ci sono le preoccupazioni specifiche su sicurezza, componenti ed effetti collaterali, spesso amplificate dalla disinformazione online.
La strada da percorrere, quindi, sembra chiara: bisogna lavorare sodo per ricostruire e rafforzare la fiducia. Come? Migliorando la comunicazione, rendendola più chiara, trasparente ed empatica. Ascoltando i dubbi delle persone senza giudicare. Fornendo informazioni corrette e accessibili, contrastando attivamente le fake news. Coinvolgendo di più le persone nelle decisioni che riguardano la salute pubblica. E, naturalmente, formando adeguatamente gli operatori sanitari affinché siano preparati a rispondere alle domande e alle preoccupazioni dei cittadini.
Insomma, l’esitazione vaccinale è un fenomeno sfaccettato che richiede un approccio altrettanto sfaccettato. Non basta dire “i vaccini sono sicuri ed efficaci” (anche se è vero!), bisogna capire *perché* alcune persone hanno dubbi e lavorare su quei motivi specifici, con pazienza e dialogo. Solo così potremo mantenere alte le coperture vaccinali e proteggere la salute di tutti.
Fonte: Springer
