Gastroplastica Endoscopica (ESG) vs Sleeve Laparoscopica (LSG): La Sfida è Aperta! Meno Rischi e Pronto Soccorso?
Ciao a tutti! Oggi ci tuffiamo in un argomento che sta davvero cambiando le carte in tavola nella lotta all’obesità: il confronto tra due tecniche chirurgiche, la Gastroplastica Endoscopica (ESG) e la più conosciuta Sleeve Gastrectomy Laparoscopica (LSG). Se state pensando a un percorso bariatrico o siete semplicemente curiosi delle ultime novità mediche, mettetevi comodi, perché sto per raccontarvi i risultati di uno studio imponente che ha messo a confronto queste due procedure. Parliamo di dati freschi freschi, basati su oltre mezzo milione di pazienti!
Ma cosa sono esattamente ESG e LSG?
Prima di addentrarci nei numeri, facciamo un rapido ripasso.
- La LSG, o Sleeve Gastrectomy Laparoscopica, è un intervento chirurgico ormai consolidato. In pratica, si rimuove una buona parte dello stomaco (circa l’80%) trasformandolo in un tubo stretto, o “manica” (sleeve, appunto). Si fa in laparoscopia, quindi con piccole incisioni.
- L’ESG, o Gastroplastica Endoscopica, è una tecnica più recente e meno invasiva. Qui non ci sono tagli esterni! Si usa un endoscopio (un tubo flessibile con telecamera) che passa dalla bocca per raggiungere lo stomaco. Una volta dentro, si applicano delle suture interne per “pieghettare” e ridurre il volume dello stomaco, sempre fino all’80% circa. È una procedura approvata dalla FDA e sta guadagnando popolarità per la sua sicurezza ed efficacia.
Entrambe puntano a ridurre la quantità di cibo che si può ingerire e a limitare l’espansione dello stomaco, aiutando così a perdere peso. Ma quale delle due è più sicura nel breve termine? E come impattano sull’utilizzo delle risorse sanitarie, come le visite al pronto soccorso dopo l’intervento?
Uno Studio Colossale per Fare Chiarezza
Per rispondere a queste domande, un gruppo di ricercatori ha fatto qualcosa di straordinario: ha analizzato i dati del Metabolic and Bariatric Surgery Accreditation and Quality Improvement Program (MBSAQIP), un enorme database che raccoglie informazioni da quasi 1000 centri di chirurgia metabolica in Nord America. Hanno preso in esame i dati dal 2020 al 2023, un periodo in cui si è iniziato a tracciare meglio anche le procedure endoscopiche come l’ESG.
Pensate, hanno incluso nello studio ben 506.597 pazienti! Di questi, 2.285 avevano fatto l’ESG e 504.312 la LSG. Numeri impressionanti che permettono di fare confronti statisticamente molto robusti. L’obiettivo era proprio capire le differenze nei risultati a 30 giorni dall’intervento, incluse le complicazioni gravi, la mortalità, le riammissioni in ospedale e, appunto, le visite al pronto soccorso (ED).
Chi Sceglie Cosa? Identikit dei Pazienti
Una delle prime cose emerse dallo studio sono le differenze tra chi si sottopone a ESG e chi a LSG. Diciamocelo, non sono proprio lo stesso tipo di paziente, almeno stando ai dati:
- Età: I pazienti ESG tendono ad essere un po’ più giovani (età media 42,6 anni vs 45,1 per LSG).
- BMI: Chi fa l’ESG ha in media un Indice di Massa Corporea (BMI) più basso (39,5 kg/m² vs 44,9 kg/m² per LSG).
- Genere: L’ESG è scelta prevalentemente da donne (86,2% vs 81,5% per LSG).
- Comorbidità: Qui la differenza è notevole. I pazienti ESG presentano una minor prevalenza di condizioni associate all’obesità come apnea notturna, diabete (soprattutto quello insulino-dipendente), ipertensione e dislipidemia.
Questo è un punto cruciale da tenere a mente: il gruppo ESG sembra essere, in media, un po’ più “sano” o con un quadro metabolico meno compromesso rispetto a chi si sottopone a LSG. Questo potrebbe influenzare i risultati, no? Lo vedremo tra poco.
Ah, un’altra curiosità: l’ESG richiede un tempo operatorio leggermente più lungo (circa 81 minuti contro i 69 della LSG), ma la degenza ospedaliera è drasticamente più breve (in media 0,19 giorni per l’ESG contro 1,21 giorni per la LSG). Praticamente, con l’ESG si torna a casa quasi subito!
Sicurezza a 30 Giorni: Il Verdetto Sorprendente
E veniamo al dunque: la sicurezza. Qual è la procedura più rischiosa nel primo mese post-intervento? Tenetevi forte: analizzando le complicazioni gravi (perdite, sanguinamenti, problemi cardiaci, polmoniti, insufficienza renale acuta, embolia polmonare, sepsi, ecc.), lo studio non ha trovato differenze significative tra ESG e LSG! Anche i tassi di mortalità, re-intervento e re-operazione a 30 giorni sono risultati simili.
Questo è un risultato importantissimo! Significa che l’ESG, pur essendo più recente e tecnicamente diversa, non sembra comportare un rischio aggiuntivo di problemi seri rispetto alla LSG nel periodo immediatamente successivo all’intervento, una volta che si tiene conto delle caratteristiche dei pazienti.
Certo, qualche piccola differenza c’è stata: la LSG è risultata associata a un tasso leggermente più alto di infezioni superficiali del sito chirurgico (cosa ovvia, visto che l’ESG non ha incisioni esterne). D’altro canto, l’ESG ha mostrato un tasso di riammissione in ospedale a 30 giorni leggermente superiore (2,9% vs 2,2%), ma i ricercatori stessi suggeriscono che questa differenza, seppur statisticamente significativa, potrebbe non essere così rilevante dal punto di vista clinico, data la piccola entità.
La Vera Chicca: Meno Accessi al Pronto Soccorso con l’ESG!
Ma la scoperta forse più interessante riguarda l’utilizzo del Pronto Soccorso (ED). I pazienti che avevano fatto la LSG avevano una probabilità significativamente maggiore di dover ricorrere a visite ambulatoriali al pronto soccorso nei 30 giorni successivi (7,2% vs 4,6% per l’ESG).
Per capire meglio, i ricercatori hanno usato modelli statistici complessi (regressione logistica multivariata, per i più tecnici) per isolare l’effetto della procedura, tenendo conto di tutte le altre variabili (età, BMI, comorbidità, ecc.). E cosa è emerso?
- La scelta tra ESG e LSG non è risultata un fattore predittivo significativo per le complicazioni gravi a 30 giorni. I veri “cattivi” in questo senso sono risultati essere fattori come l’insufficienza renale preesistente, una storia di tromboembolismo venoso (VTE), uno stato funzionale non indipendente, un precedente infarto miocardico e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
- Ma per le visite al Pronto Soccorso, la storia cambia! Dopo aver aggiustato per tutti i fattori confondenti, l’ESG è risultata essere un fattore protettivo! Chi faceva l’ESG aveva circa il 34% in meno di probabilità (Odds Ratio 0.66) di finire al pronto soccorso rispetto a chi faceva la LSG.
Questo è un dato che fa riflettere. Meno accessi al PS significano meno stress per il paziente, meno interruzioni del percorso di recupero e, non da ultimo, un risparmio per il sistema sanitario.
Cosa Predice le Complicazioni e le Visite al PS?
Giusto per completezza, lo studio ha confermato alcuni fattori di rischio ben noti:
- Per le complicazioni gravi: Insufficienza renale, storia di VTE, stato funzionale parzialmente dipendente, precedente infarto, BPCO sono i principali “indiziati”. Essere donna o non appartenere ai gruppi razziali Bianco/Afroamericano è risultato leggermente protettivo.
- Per le visite al PS: Avere avuto complicazioni gravi è il predittore più forte (quasi 5 volte la probabilità!), seguito dall’essere donna, avere la BPCO, appartenere al gruppo razziale Nero e avere un diabete insulino-dipendente. Come detto, l’ESG e l’età più avanzata sono risultati protettivi.
Limiti dello Studio e Prospettive Future
Come ogni studio, anche questo ha i suoi limiti, ed è giusto esserne consapevoli.
Innanzitutto, è uno studio retrospettivo basato su un database. Sebbene i dati siano raccolti prospetticamente, l’analisi a posteriori non può stabilire rapporti di causa-effetto certi e non può controllare tutti i possibili fattori confondenti non registrati.
Abbiamo visto che i pazienti ESG e LSG sono diversi già in partenza. L’ESG potrebbe sembrare più sicura o portare a meno visite al PS semplicemente perché viene proposta a pazienti intrinsecamente a minor rischio? È una possibilità che non si può escludere del tutto, anche se i modelli statistici cercano di tenerne conto. Potrebbero esserci anche fattori socio-economici o legati all’accesso alle cure che influenzano la scelta della procedura e gli esiti.
Inoltre, lo studio si concentra solo sui 30 giorni post-intervento. Non ci dice nulla sugli esiti a lungo termine, come la perdita di peso mantenuta, la risoluzione delle comorbidità nel tempo, o eventuali complicazioni tardive. Sappiamo che la LSG ha dati solidi a lungo termine, mentre per l’ESG, essendo più recente, ne servono ancora.
Infine, i dati provengono solo dai centri accreditati MBSAQIP. Le ESG eseguite da gastroenterologi o endoscopisti bariatrici in altri centri non sono incluse, quindi la visione potrebbe non essere completa al 100%.
In Conclusione: ESG Promossa, Ma la Partita è Aperta
Cosa ci portiamo a casa da questo imponente studio? Sicuramente un messaggio rassicurante sulla sicurezza a breve termine dell’ESG: non sembra comportare rischi maggiori di complicazioni gravi rispetto alla consolidata LSG. Anzi, sembra associata a un minor utilizzo del pronto soccorso nel primo mese, il che è un vantaggio non da poco.
Questo non significa che l’ESG sia “meglio” della LSG in assoluto. La scelta della procedura bariatrica è complessa e va personalizzata in base alle caratteristiche del paziente, alle sue aspettative, alle comorbidità e anche all’esperienza del centro chirurgico.
Questi risultati, però, aggiungono un tassello importante alla nostra comprensione dell’ESG, supportandone il ruolo come opzione valida e sicura nell’arsenale contro l’obesità. Ora la palla passa a studi futuri, possibilmente prospettici e randomizzati, che confrontino le due tecniche anche sul lungo periodo, valutando non solo la sicurezza ma anche l’efficacia sulla perdita di peso, il miglioramento metabolico e i costi complessivi.
Insomma, la ricerca non si ferma e noi continueremo a seguire gli sviluppi!
Fonte: Springer