Un gruppo di bambini di età diverse che partecipano con gioia a una sessione di attività fisica adattata in un ambiente ospedaliero colorato e accogliente, supervisionati da personale medico. Fotografia di gruppo, obiettivo zoom 24-35mm, profondità di campo per mettere a fuoco i bambini, luce brillante e calda.

Movimento e Speranza: Come l’Esercizio Fisico Può Riscrivere il Futuro dei Piccoli Guerrieri Contro il Cancro

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore e che, ne sono convinto, aprirà nuove strade nel supporto ai bambini che affrontano la battaglia contro il cancro. Parliamo di come un po’ di sano movimento, iniziato prestissimo, possa fare una differenza enorme non solo sul loro umore, ma anche sul loro metabolismo, spesso messo a dura prova dalle terapie. Immaginate questi piccoli eroi, già impegnati in una lotta titanica: e se potessimo dar loro uno strumento in più, semplice ma potente, per stare meglio, sia durante le cure che nel loro futuro? È proprio questa la scintilla che ha acceso lo studio APACIS (Adapted Physical Activity for children treated for Cancer and Insulin-Sensitivity).

Il Nemico Nascosto: La Sindrome Metabolica

Forse non tutti sanno che, anche quando un bambino sconfigge il cancro – e per fortuna oggi le percentuali di sopravvivenza a cinque anni superano l’80% nei paesi ad alto reddito – la strada può essere ancora in salita. Le terapie, pur salvavita, possono lasciare strascichi importanti. Pensate che circa la metà dei piccoli sopravvissuti si ritrova a fare i conti con almeno una malattia cronica da adulto. Tra queste, una delle più insidiose è la Sindrome Metabolica (MetS). Di cosa si tratta? È un “pacchetto” di problemi che include eccesso di grasso corporeo, difficoltà a gestire gli zuccheri nel sangue (ciao, insulino-resistenza!), colesterolo e trigliceridi sballati e pressione alta. A livello mondiale, ben il 33,6% degli adulti guariti da un tumore infantile presenta questa sindrome.

Il “cattivo” principale dietro la MetS sembra essere proprio l’insulino-resistenza. L’insulina è l’ormone che aiuta le nostre cellule a usare il glucosio, lo zucchero che ci dà energia. Se le cellule diventano “sorde” al suo richiamo (resistenti, appunto), lo zucchero si accumula nel sangue, e da lì possono nascere un sacco di problemi. Alcune chemioterapie, purtroppo, sembrano interferire proprio con questo delicato meccanismo. Aggiungiamoci che il cancro stesso e le cure possono creare uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che a sua volta peggiora la sensibilità all’insulina. Insomma, un circolo vizioso.

APACIS: La Nostra Scommessa per un Futuro più Sano

Ed eccoci al dunque: lo studio APACIS. Cosa stiamo facendo di preciso? Stiamo cercando di capire se iniziare un programma di attività fisica adattata, subito dopo la diagnosi di cancro pediatrico, possa migliorare il profilo metabolico e la salute fisica generale dei bambini. E non un tipo di attività qualsiasi, ma due livelli di intensità differenti, per vedere cosa funziona meglio.

Abbiamo arruolato 60 piccoli pazienti, tra i 5 e i 18 anni, al momento della diagnosi di qualsiasi tipo di tumore pediatrico. Questi bambini vengono assegnati a caso (in gergo si dice “randomizzati”) a uno dei due gruppi:

  • Il gruppo “Soft”: attività fisica a bassa intensità.
  • Il gruppo “Strong”: un mix di esercizi, inclusi quelli ad alta intensità.

Entrambi i programmi durano 6 mesi, con sessioni da 30 a 60 minuti (a seconda dell’età, 30 min per i 5-12 anni, 45-60 min per i 13-18 anni) almeno due volte a settimana. Ovviamente, tutto è super personalizzato e adattato allo stato di salute del bambino. Le sessioni si svolgono in ospedale durante i ricoveri (fino a 5 volte a settimana!) e tramite videoconferenza quando i bimbi sono a casa, con un kit di attrezzi fornito da noi (palle, elastici, birilli, persino un Twister!). E dopo i 6 mesi? Non li abbandoniamo! Li seguiremo per altri 18 mesi, per un totale di 24 mesi di osservazione.
Un bambino sorridente in una stanza d'ospedale luminosa e colorata, mentre esegue un semplice esercizio di stretching guidato da un fisioterapista attento e incoraggiante. L'ambiente trasmette positività. Fotografia di ritratto, obiettivo da 35mm, profondità di campo per sfocare leggermente lo sfondo, colori vivaci e naturali.

Cosa Misuriamo? Un Detective al Lavoro sul Metabolismo

L’obiettivo primario, la nostra “lente d’ingrandimento” principale, è vedere come cambia la sensibilità all’insulina. Per farlo, usiamo un indice chiamato HOMA-IR (Homeostasis Model Assessment of Insulin Resistance). È un modo semplice e validato per capire quanto le cellule siano “brave” a rispondere all’insulina, basandosi sui livelli di glucosio e insulina a digiuno. Lo misureremo all’inizio, a 3, 6, 12 e 24 mesi.

Ma non ci fermiamo qui! Vogliamo un quadro completo. Quindi, teniamo d’occhio anche:

  • I livelli di colesterolo (soprattutto quello “buono”, HDL), trigliceridi e cortisolo (l’ormone dello stress) nel sangue.
  • Lo stato di denutrizione.
  • La forma cardiorespiratoria, valutata con il “test del cammino dei 6 minuti” (quanto riescono a camminare in 6 minuti ci dice molto sulla loro capacità aerobica, il famoso VO2peak).
  • La flessibilità, con il test “sit and reach” (quanto riescono ad allungarsi in avanti da seduti).
  • La distribuzione del grasso corporeo, misurando il rapporto vita-fianchi (Waist-to-Hip Ratio).
  • Il livello di attività fisica generale, tramite questionari specifici.

E c’è di più! Stiamo conducendo degli studi ancillari super innovativi. Raccogliamo campioni biologici (plasma, saliva, placca dentale e feci) per analizzare il metaboloma (l’insieme di tutte le piccole molecole, i metaboliti, presenti) e il microbiota intestinale e orale. Vogliamo capire quali “firme metaboliche” cambiano con il cancro e con l’esercizio, e come l’attività fisica possa influenzare la disbiosi (l’alterazione dei nostri piccoli “inquilini” batterici) indotta dalle terapie. Un approccio a 360 gradi!

L’Innovazione di APACIS: Partire Subito!

Perché questa “fretta” di iniziare con l’attività fisica? Perché crediamo che agire precocemente sia la chiave. I bambini durante o dopo il cancro tendono ad essere meno attivi, un po’ per gli effetti collaterali delle cure, un po’ per la stanchezza e il disagio. Sappiamo che l’esercizio, anche durante le terapie, è sicuro e porta un sacco di benefici: migliora la forza muscolare, la capacità cardiorespiratoria, la composizione corporea, la qualità della vita e riduce la fatica.

Tuttavia, finora, nessuno studio aveva indagato se iniziare così presto, dalla diagnosi, potesse migliorare la tolleranza ai trattamenti e, soprattutto, la sensibilità all’insulina per prevenire la MetS. C’è stato uno studio che ha mostrato effetti positivi dell’esercizio misto sull’insulino-resistenza in bambini già in remissione, in media 8 anni dopo il trapianto di cellule staminali. Noi vogliamo anticipare i tempi!

Certo, far fare attività fisica a un bambino che sta affrontando il cancro è una sfida. Astania, dolore, ansia sono ostacoli reali. Ma i nostri programmi sono pensati proprio per essere adattabili, supervisionati da professionisti esperti, e svolti in un contesto che può essere individuale o di piccolo gruppo, per rafforzare anche i legami sociali. L’idea è di rendere l’esercizio una parte integrante e positiva della loro routine.
Primo piano macro di una piastra di Petri con colonie batteriche di diversi colori che crescono su un terreno di coltura, accanto a provette etichettate e un moderno microscopio in un laboratorio di ricerca pulito e ben illuminato. Illuminazione controllata, alta definizione, obiettivo macro da 100mm, focus preciso sulle colonie.

Sfide e Speranze: Verso una Prescrizione Personalizzata dell’Esercizio

Sappiamo che non esiste una “ricetta” unica per l’esercizio fisico in questi casi. Le raccomandazioni per i bambini sani possono essere un punto di partenza, ma vanno modellate sulle esigenze specifiche di chi lotta contro un tumore. Per questo, il nostro studio confronta due diverse intensità: vogliamo capire se “più intenso” sia sempre “meglio”, o se anche un’attività più dolce possa portare benefici significativi sul fronte metabolico.

L’attività fisica mista (MPA), che combina esercizi aerobici e di rafforzamento muscolare, è considerata il top per prevenire la MetS e l’insulino-resistenza. L’aerobica migliora il fitness cardiorespiratorio e il metabolismo di zuccheri e grassi. Il rafforzamento aumenta la massa muscolare, che a sua volta “mangia” più glucosio. Insieme, questi effetti hanno un impatto sistemico e prolungato sulla sensibilità all’insulina.

Noi di APACIS siamo convinti che questo studio ci darà, per la prima volta, dati preziosissimi sugli effetti dell’attività fisica adattata iniziata alla diagnosi di cancro pediatrico. Non solo sul metabolismo e sulla condizione fisica, ma anche sulla tolleranza alle tossicità dei trattamenti, sul profilo metabolomico, sulla diversità del microbiota e, in definitiva, sulla prevenzione delle sequele a medio termine.

L’obiettivo finale? Contribuire a personalizzare sempre di più la prescrizione dell’attività fisica durante le cure oncologiche pediatriche. Perché ogni bambino è unico, e merita un approccio su misura per affrontare la malattia con più forza e per costruire le basi di un futuro più sano e attivo. È una sfida complessa, ma la speranza e l’impegno non ci mancano! Incrociamo le dita e continuiamo a lavorare per questi piccoli, grandi campioni.

Fonte: Springer

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *