Ricostruzione 3D fotorealistica di un'ernia interna combinata nell'addome, che mostra anse intestinali bluastre (per indicare ischemia lieve) passare attraverso il legamento gastrocolico (visualizzato come una sottile membrana traslucida) e poi attraverso il forame di Winslow (un'apertura vicino al fegato). Il fegato è di colore rosso-marrone, lo stomaco rosa pallido e spostato. Macro lens, 80mm, high detail, controlled lighting, per illustrare la complessità anatomica e il percorso dell'ernia.

Un’Intricata Ragnatela nell’Addome: Viaggio al Centro di un’Ernia Interna Combinata Rara

Amici appassionati di misteri medici e avventure diagnostiche, allacciate le cinture! Oggi vi porto con me in un viaggio affascinante all’interno del corpo umano, alla scoperta di un caso clinico che definire “raro” è quasi un eufemismo. Parliamo di ernie interne, quegli intrusi subdoli che si fanno strada dove non dovrebbero, causando un bel po’ di scompiglio. Ma quella di cui vi racconto oggi è una vera e propria primadonna, un esemplare combinato che ha deciso di farsi un giretto turistico attraverso ben due “porte” anatomiche: il legamento gastrocolico e il forame di Winslow. Roba da far girare la testa, ve lo assicuro!

Le ernie interne, in generale, non sono proprio all’ordine del giorno. Pensate che rappresentano solo una piccola fetta, tra lo 0.6% e il 5.8%, di tutte le occlusioni intestinali. E se già queste sono poche, quelle che coinvolgono il sacco minore (una sorta di “retrobottega” della cavità addominale) sono ancora più elusive, meno dell’1% di tutte le ernie interne! Capite bene che trovarsi di fronte a una che fa un doppio passaggio, prima attraverso il legamento gastrocolico e poi sgusciando via dal forame di Winslow, è un evento più unico che raro. Infatti, prima di questo caso, nessuno aveva mai documentato le caratteristiche di una simile acrobazia anatomica tramite Tomografia Computerizzata (TC).

Un Inizio da Brivido: Il Caso Clinico

Immaginate la scena: una signora di 61 anni si presenta al pronto soccorso. Ha nausea, vomito, un dolore epigastrico che la fa piegare in due e la pancia gonfia come un pallone. Da 16 ore sta così, e da 4 non riesce nemmeno a liberare un po’ d’aria. Un quadro che fa subito suonare il campanello d’allarme per un’occlusione intestinale acuta. La cosa strana? Nessun trauma addominale pregresso, nessun intervento chirurgico alle spalle. Un vero mistero.

Gli esami del sangue mostrano qualche segnale di battaglia: globuli bianchi alti, proteina C-reattiva su, e qualche squilibrio elettrolitico che suggerisce disidratazione. La visita conferma la pancia tesa e dolente, ma senza segni particolari che indirizzino subito verso una diagnosi precisa. È qui che entra in gioco il nostro supereroe diagnostico: la TC con mezzo di contrasto.

L’Occhio Magico della TC: Svelato il Mistero

E ragazzi, che spettacolo (per noi medici, un po’ meno per la paziente, ovviamente!) ci ha regalato la TC! Le immagini hanno iniziato a dipingere un quadro complesso: anse dell’intestino tenue dilatate, piene di liquido, che facevano capolino nel sacco minore, posizionandosi davanti al corpo e alla coda del pancreas. Lo stomaco? Spostato, quasi a farsi da parte per lo scompiglio. Ma il clou è stato vedere un agglomerato di queste anse dilatate sulla destra del forame di Winslow, collegate a quelle nel sacco minore da due segmenti di intestino anch’essi dilatati, formando un’immagine caratteristica che i radiologi chiamano “segno del papillon” (bowtie sign). Avete presente il farfallino? Ecco, una cosa simile, ma fatta di intestino!

Non solo: la vena porta principale appariva stirata, spostata in avanti e notevolmente ristretta. La vena cava inferiore? Compressa e spinta indietro. Il colon trasverso? Pure lui, spostato posteriormente. C’era anche del liquido in addome (ascite) e i vasi mesenterici ci mettevano un po’ troppo a riempirsi di contrasto, segno che qualcosa non andava per il verso giusto. Le anse erniate mostravano una ridotta impregnazione di contrasto e, nella fase tardiva dell’esame, il mezzo di contrasto non si vedeva nemmeno nei reni. Tutti questi indizi puntavano dritti a una diagnosi: ernia interna combinata con strangolamento intestinale. Un’emergenza bella e buona!

Immagine TC addominale che mostra anse intestinali dilatate nel sacco minore, con il segno del 'papillon' evidente vicino al forame di Winslow. Macro lens, 100mm, high detail, precise focusing, controlled lighting, per evidenziare le strutture anatomiche e i segni patologici.

Un Ripasso di Anatomia: Il Sacco Minore e il Forame di Winslow

Per capire bene la faccenda, facciamo un mini ripasso di anatomia, ma tranquilli, sarò breve e indolore! Il sacco minore, o borsa omentale, è come una “tasca” o un recesso della cavità peritoneale. È uno spazio un po’ nascosto, delimitato anteriormente dallo stomaco e da altre strutture, inferiormente dal colon trasverso, superiormente dal fegato. Sul suo lato destro, comunica con la cavità peritoneale principale (il “grande sacco”) attraverso il forame di Winslow. Questo forame è un passaggio naturale, delimitato superiormente dal fegato, posteriormente dalla vena cava inferiore, inferiormente dal duodeno e anteriormente dal legamento epatoduodenale (che contiene strutture vitali come la vena porta, l’arteria epatica e il dotto biliare). Normalmente, la pressione intra-addominale tiene chiuso questo forame, impedendo che l’intestino ci si infili.

Le ernie del sacco minore possono avvenire attraverso diverse “porte”: il grande omento (legamento gastrocolico), il piccolo omento (legamento gastroepatico), il forame di Winslow stesso, o attraverso il mesocolon trasverso. L’ernia attraverso il forame di Winslow (FWH) è la più comune tra queste rarità. Ma nel nostro caso, l’intestino ha fatto un percorso ancora più bizzarro: è entrato nel sacco minore attraverso un difetto nel legamento gastrocolico per poi riuscire nella cavità peritoneale principale passando per il forame di Winslow. Una sorta di “doppia ernia omentale”, un evento eccezionale, e questo è il primo caso documentato con TC di un’ernia combinata che attraversa sia il legamento gastrocolico sia il forame di Winslow.

Sotto i Ferri: La Conferma e la Soluzione

Con una diagnosi così precisa fornita dalla TC, l’intervento chirurgico d’urgenza era inevitabile. E cosa hanno trovato i chirurghi? Esattamente quello che la TC aveva mostrato! Un difetto di circa 2 cm nel legamento gastrocolico, appena sotto il piloro. Un segmento di ileo lungo ben 80 cm si era infilato lì dentro, entrando nel sacco minore, per poi farsi strada e uscire nuovamente nella cavità peritoneale maggiore attraverso il forame di Winslow. C’erano circa 200 mL di liquido ascitico tinto di sangue, un segno non proprio rassicurante. Fortunatamente, il segmento intestinale coinvolto, sebbene congestionato ed edematoso, era ancora vitale una volta “liberato”. I chirurghi hanno richiuso il difetto nel legamento gastrocolico e, per fortuna, il decorso post-operatorio è stato liscio come l’olio. La paziente è stata dimessa dopo 8 giorni, sana e salva.

Ma perché si è formato quel buco nel legamento gastrocolico? In questo caso, non essendoci storia di traumi, infiammazioni o interventi precedenti, l’ipotesi più probabile è un’atrofia senile, un indebolimento dei tessuti legato all’età.

Il Ruolo Cruciale della TC e le Implicazioni Cliniche

Questo caso sottolinea in maniera lampante quanto sia fondamentale la TC nella diagnosi preoperatoria delle ernie del sacco minore. I segni chiave da cercare sono proprio quelli che abbiamo visto: anse intestinali raggruppate e dilatate nella parte alta dell’addome, livelli idro-aerei nel sacco minore, e lo spostamento dello stomaco o delle strutture adiacenti. Nel caso specifico delle ernie attraverso il forame di Winslow, si possono notare anche la vena porta ristretta e lo stiramento del mesentere attraverso il forame.

Il meccanismo proposto per questa “doppia ernia” è che l’aumento della pressione all’interno del sacco minore, causato dall’ostruzione, abbia spinto l’intestino erniato a trovare una via d’uscita attraverso il forame di Winslow, rientrando così nel grande sacco. È come se l’intestino, sentendosi intrappolato, avesse cercato la via di fuga più “facile”.

Riconoscere questi pattern radiologici è vitale, specialmente perché le ernie interne hanno un rischio maggiore di volvolo (attorcigliamento) e strangolamento rispetto alle ernie esterne. La TC non solo identifica il sito dell’ostruzione, ma può anche rilevare i segni di ischemia (mancanza di afflusso sanguigno), come la ridotta impregnazione della parete intestinale, l’edema mesenterico e la presenza di aria nella parete intestinale (pneumatosi). In questo caso, la ridotta impregnazione delle anse erniate e il ritardato riempimento delle vene mesenteriche erano campanelli d’allarme per l’ischemia, che fortunatamente si è risolta con il rapido intervento chirurgico. Anche la disidratazione, indicata dai valori di urea e creatinina elevati e dall’assenza di escrezione renale del contrasto, potrebbe aver peggiorato i cambiamenti ischemici.

Lezioni Apprese da un Caso Eccezionale

Insomma, questa storia ci insegna tanto. Primo, che l’addome può nascondere sorprese incredibilmente complesse. Secondo, che una lettura attenta e dettagliata della TC, basata su una solida conoscenza dell’anatomia e dei segni radiologici caratteristici, è la chiave per svelare anche i misteri più intricati. Il “segno del papillon” in questo contesto è stata una vera chicca diagnostica!

Casi come questo, seppur rari, arricchiscono la nostra comprensione e ci ricordano l’importanza della diagnosi precoce e dell’intervento chirurgico tempestivo per prevenire complicazioni che possono essere fatali. È un po’ come essere dei detective: ogni immagine, ogni segno, ogni sintomo è un indizio che, se interpretato correttamente, porta alla soluzione del caso e, soprattutto, al benessere del paziente.

Fonte: Springer

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