Immagine fotorealistica di un veterinario che esamina una bovina da latte con un ecografo portatile in una stalla moderna e ben illuminata. Obiettivo prime 35mm, profondità di campo per mettere a fuoco il veterinario e la macchina, luce naturale soffusa proveniente da una finestra della stalla, mettendo in risalto l'interazione tra uomo e animale nel contesto della cura veterinaria.

Endometrite Nascosta nelle Bovine: E se l’Ecografia ci Svelasse Tutto?

Ciao a tutti! Oggi voglio parlarvi di un argomento che, lo so, magari non è sulla bocca di tutti i giorni, ma che ha un impatto enorme nel mondo della zootecnia e, credetemi, nasconde delle sfide scientifiche davvero affascinanti. Parliamo di endometrite subclinica nelle bovine da latte. “Subclinica” significa che è subdola, non dà segni evidenti, ma lavora nell’ombra minando la fertilità delle nostre mucche e, di conseguenza, la sostenibilità economica degli allevamenti.

Il Problema Silenzioso dell’Endometrite

Pensateci un attimo: dopo il parto, l’utero della bovina è un ambiente che, inevitabilmente, viene contaminato da batteri. Se a questo aggiungiamo fattori di stress metabolico, tipici delle vacche fresche ad alta produzione, ecco che l’endometrite, un’infiammazione dell’endometrio (il rivestimento interno dell’utero), diventa un problema diffusissimo. Molti studi hanno già dimostrato che un numero elevato di neutrofili polimorfonucleati (PMN), i nostri globuli bianchi “soldato”, nei campioni endometriali, anche in assenza di sintomi clinici, porta a una riduzione delle gravidanze per inseminazione artificiale. Questo si traduce in un allungamento dell’intervallo parto-concepimento, un bel grattacapo economico per gli allevatori.

La diagnosi “gold standard” è la citologia endometriale tramite biopsia. Immaginate: prelievo, preparazione del campione, microscopio, conteggio dei PMN… un processo lungo e non proprio “a bordo stalla”. Questa mancanza di un test rapido, preciso e pratico è uno dei motivi per cui la gestione dell’endometrite subclinica nelle grandi aziende è spesso un insuccesso. Recentemente sono emersi metodi alternativi, come la valutazione della densità ottica del campione di lavaggio uterino (ULSOD) o test con strisce urinarie per esterasi leucocitaria, proteine e pH. Ma c’è di più.

L’Ecografia Può Venirci in Aiuto?

Da tempo si cerca di capire se l’ecografia transrettale possa essere la chiave. I primi report indicavano che la presenza di fluidi intrauterini all’ecografia fosse associata a scarse performance riproduttive e a una maggiore probabilità di diagnosi citologica di endometrite. Tuttavia, ricerche successive hanno rivelato che, sebbene specifica, la sensibilità dell’ecografia basata solo sulla presenza di fluidi o sullo spessore endometriale è bassa rispetto alla citologia o all’istopatologia.

Ma ecco l’idea intrigante: durante l’endometrite si instaura un processo infiammatorio locale con conseguente iperemia (aumento del flusso sanguigno), edema e infiltrazione di PMN. Non potrebbe essere che valutando la perfusione vascolare endometriale e l’ecogenicità (come appaiono i tessuti all’ecografo) si possa aumentare la sensibilità dell’ecografia? È proprio questo che ci siamo chiesti in uno studio recente. L’obiettivo era valutare le alterazioni di questi due parametri dopo aver indotto sperimentalmente un’endometrite subclinica, utilizzando l’ecografia Power Doppler e quella B-mode in tempo reale.

Il Power Doppler, per chi non lo sapesse, è una figata: esprime il numero di globuli rossi che fluiscono attraverso i vasi per unità di tempo. A differenza del Doppler colore convenzionale, che mappa la frequenza media dello shift Doppler, il Power Doppler mostra la potenza integrata del segnale Doppler. Questo lo rende più sensibile nel rilevare vasi a basso flusso, vasi tortuosi o con angolazioni sfavorevoli al fascio ultrasonoro. Insomma, una marcia in più!

Un veterinario esegue un'ecografia transrettale su una bovina da latte frisone in una stalla luminosa e ben tenuta. Primo piano sull'ecografo portatile che mostra un'immagine dell'utero, obiettivo prime 35mm, profondità di campo per mettere a fuoco sia lo schermo dell'ecografo che le mani del veterinario, luce naturale.

Come Abbiamo Messo alla Prova la Nostra Idea

Per il nostro esperimento, condotto presso l’ospedale veterinario universitario di Teheran, abbiamo selezionato delle bovine Frisone clinicamente sane e cicliche. Dopo aver sincronizzato il loro ciclo estrale e aver fatto tutti i controlli del caso (citologia, batteriologia) per assicurarci che fossero “pulite”, abbiamo iniziato a monitorare il flusso sanguigno endometriale e l’ecogenicità a metà di ciascun corno uterino, due volte a settimana, fino all’estro successivo.

Poi, al terzo e quarto giorno del ciclo estrale successivo, abbiamo fatto una cosa un po’ “cattiva” ma necessaria per la scienza: abbiamo inoculato nell’utero una sospensione contenente una coltura pura di Truperella pyogenes, un batterio noto per causare endometrite. Dopodiché, abbiamo ripreso a monitorare flusso sanguigno ed ecogenicità con la stessa procedura del ciclo precedente. Alla fine dell’esperimento, un lavaggio uterino ci ha permesso di confermare, tramite citologia, l’induzione dell’endometrite subclinica (i PMN erano aumentati dal <1% al 5-7%).

Cosa Abbiamo Scoperto: Flusso Sanguigno ed Ecogenicità Sotto la Lente

I risultati sono stati davvero interessanti!

  • Nel ciclo estrale normale, abbiamo osservato che la perfusione vascolare (misurata con l’indice di flusso vascolare, VFI) e l’ecogenicità variavano significativamente nei diversi giorni. In particolare, il VFI era significativamente più alto nei giorni 7, 14 e 17 rispetto ai giorni 3 e 10. L’ecogenicità era più alta nei giorni 7, 14 e 17 rispetto al giorno 10.
  • Dopo l’induzione dell’endometrite, invece, queste differenze significative tra i vari giorni del ciclo infetto sono scomparse. Il pattern era alterato.

Ma il bello arriva confrontando i due cicli, quello normale e quello infetto:

  • La perfusione vascolare endometriale (VFI) nei giorni 3, 10 e 14 del ciclo normale era significativamente inferiore rispetto agli stessi giorni del ciclo infetto. L’infiammazione, insomma, aumentava il flusso sanguigno.
  • L’ecogenicità endometriale nei giorni 3 e 10 del ciclo normale era significativamente inferiore rispetto agli stessi giorni del ciclo infetto.

Quindi, l’induzione dell’endometrite ha modificato significativamente il pattern di perfusione vascolare e di ecogenicità del corno uterino durante specifici giorni del ciclo estrale.

Primo piano di una piastra di Petri contenente colonie batteriche di Truperella pyogenes, illuminate da una luce da laboratorio. Obiettivo macro 100mm, alta definizione, messa a fuoco precisa sulle colonie, sfondo leggermente sfocato per enfatizzare il soggetto.

Perché Queste Differenze? Il Ruolo degli Ormoni e dell’Infiammazione

Sappiamo che T. pyogenes è uno dei principali colpevoli dell’endometrite bovina. La sua presenza scatena effetti deleteri sull’endometrio, portando a subfertilità o infertilità. Abbiamo scelto di inoculare il batterio nei giorni 3 e 4 del ciclo, quando il progesterone inizia ad aumentare, per assicurarci che l’infezione si instaurasse, e così è stato.

L’ecografia Doppler è già usata in ginecologia umana per valutare l’involuzione uterina, monitorare la crescita fetale e il rischio di perdita di gravidanza. Nel bovino, sta emergendo per l’esame di ovaie e utero, diagnosi di gravidanza e nel post-partum. Ma, per quanto ne sappiamo, il Power Doppler non era ancora stato usato per studiare la perfusione endometriale in caso di endometrite bovina.

I nostri risultati sul VFI nel ciclo normale (più basso nei giorni 3 e 10) seguono un andamento simile a quanto riportato da altri studi sul flusso sanguigno delle arterie uterine, che è minimo dopo l’estro e al giorno 10. La causa? Probabilmente le variazioni del rapporto estradiolo/progesterone dovute alla dinamica ovarica. L’estradiolo ha effetti vasodilatatori, mentre il progesterone li sopprime. La diminuzione del VFI nei giorni 3 e 10 potrebbe essere una conseguenza del calo di estradiolo dopo l’ovulazione e l’atresia follicolare.

Con l’endometrite subclinica, si ha un aumento dell’espressione di geni pro-infiammatori (come interleuchine, TNFα) e di enzimi che producono prostaglandine e ossido nitrico, tutti con effetti vasodilatatori. Quindi, un aumento della perfusione vascolare è atteso, ed è quello che abbiamo visto! L’aumento del VFI nei giorni 3, 10 e 14 del ciclo infetto rispetto a quello normale potrebbe essere dovuto al fatto che in condizioni normali, in quei giorni, la perfusione è bassa a causa dei bassi livelli di estradiolo. L’infiammazione, quindi, “compensa” e fa la differenza.

Per quanto riguarda l’ecogenicità (MGL, mean gray level), anche questa cambia durante il ciclo normale, e i nostri dati sono simili a quelli di studi precedenti. Le fluttuazioni di estradiolo e il suo effetto sull’edema endometriale possono spiegare questi cambiamenti. Nel ciclo infetto, non abbiamo visto variazioni significative dell’ecogenicità tra i diversi giorni, forse perché l’endometrite ha impedito la normale riduzione dell’ecogenicità. Confrontando i due cicli, l’aumento significativo dell’MGL nei giorni 3 e 10 nel ciclo infetto potrebbe riflettere l’effetto dell’infiammazione che prevale sull’effetto dell’estradiolo.

Una bovina da latte di razza Frisona in un prato verde durante una giornata di sole, teleobiettivo zoom 150mm, messa a fuoco sull'animale con sfondo leggermente sfocato, luce naturale brillante, tracciamento del movimento mentre la mucca pascola.

Conclusioni e Prospettive Future

In conclusione, il pattern di VFI ed MGL endometriale è simile durante il ciclo estrale, con valori significativamente più bassi durante la fase luteale iniziale e media. Entrambi i parametri sono stati significativamente alterati dopo l’induzione dell’endometrite subclinica in questo periodo. Sembra che il flusso sanguigno endometriale (VFI) sia stato apparentemente più diagnostico dell’ecogenicità endometriale (MGL) nell’endometrite subclinica, mostrando cambiamenti significativi nei giorni 3, 10 e 14, mentre l’ecogenicità solo nei giorni 3 e 10.

Perché queste alterazioni sono state così evidenti in specifici giorni della fase luteale media? La nostra ipotesi, anche se non abbiamo fatto dosaggi ormonali, è che in quei giorni i livelli di estradiolo calano e il progesterone domina. Questo “smachererebbe” l’effetto dell’infiammazione, rendendo più evidenti le differenze tra ciclo normale e infetto. Quando poi l’estradiolo ricomincia a salire, nella tarda fase luteale, le differenze nella vascolarizzazione tra vacche sane e con endometrite potrebbero diventare meno marcate.

Certo, servono studi su scala più ampia, magari con un profilo ormonale dettagliato, per valutare la sensibilità e la specificità dell’ecografia Power Doppler nel diagnosticare l’endometrite subclinica nei vari giorni del ciclo. Ma i risultati sono promettenti e aprono la strada a strumenti diagnostici più rapidi e “cow-side” per una patologia così impattante. E questo, per chi come me si occupa di salute e benessere animale, è sempre una notizia entusiasmante!

Fonte: Springer

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