Emergenza Clima: Dichiarazioni dei Comuni al Banco di Prova – E Poi? Azione Vera o Solo Fumo negli Occhi?
Amici, parliamoci chiaro. Sentiamo sempre più spesso parlare di “emergenza climatica” dichiarata da città e comuni. Un po’ come un grido d’allarme, no? Ma la domanda che mi ronza in testa è: dopo la dichiarazione, che succede davvero? È solo un bel titolo sui giornali o scatta una vera e propria rivoluzione nelle politiche locali? Ve lo dico subito: la questione è più complessa di un semplice “sì” o “no”.
Pensateci: più di 2000 giurisdizioni in tutto il mondo hanno alzato la mano, dicendo “Sì, abbiamo un’emergenza climatica!”. È una delle prese di posizione più forti che un ente locale possa fare sul cambiamento climatico. Eppure, mi sembra che si sia indagato poco su cosa accade dopo questa solenne dichiarazione. Questi proclami si traducono in piani d’azione che puntano a una trasformazione reale, profonda, o restano un po’ in superficie?
Per capirci qualcosa di più, ho dato un’occhiata a uno studio interessante che si è concentrato sui governi locali dello Stato di Victoria, in Australia. Non un posto a caso, eh! Proprio lì, nella città di Darebin, un comune della cintura di Melbourne, è stata fatta la primissima dichiarazione di emergenza climatica il 5 dicembre 2016. Insomma, dei veri pionieri! E pare che i comuni di Victoria siano un po’ all’avanguardia in questa battaglia.
Cosa significa “Azione Trasformativa”? Non è mica pizza e fichi!
Prima di addentrarci nei risultati, capiamo cosa intendiamo per “azione trasformativa”. Non basta piantare due alberelli o mettere un paio di pannelli solari (con tutto il rispetto, sia chiaro!). Un’azione è davvero trasformativa se abbraccia un sacco di aspetti:
- Mitigazione e Adattamento: Non solo ridurre le emissioni (mitigazione), ma anche prepararci agli impatti del cambiamento climatico che già sentiamo e che sentiremo (adattamento).
- Collaborazione a tutto spiano: Bisogna lavorare insieme, sia all’interno dei singoli comuni, sia tra comuni diversi, e con tutti i livelli di governo.
- Biodiversità, questa sconosciuta (o quasi): Integrare la risposta all’emergenza climatica con quella per la crisi della biodiversità. Le due cose vanno a braccetto!
- La voce dei Primi Popoli: Riconoscere e valorizzare le conoscenze e le aspirazioni delle popolazioni indigene. In Australia, questo è un tema caldissimo e giustissimo.
- Giustizia ed Equità: Non dimentichiamoci che il cambiamento climatico colpisce di più i più vulnerabili. Le azioni devono essere eque e giuste.
Insomma, un bel programmino, no? Si tratta di andare oltre il “business as usual”, di cambiare davvero marcia.
I Comuni di Victoria: Tra Proclami e Piani Concreti
Lo studio ha analizzato le dichiarazioni di emergenza e i successivi piani d’azione di 39 consigli comunali di Victoria. E cosa è emerso? Beh, innanzitutto che queste dichiarazioni non nascono dal nulla. Spesso sono il frutto della pressione della società civile, oppure un modo per amplificare azioni ambientali già in corso. C’è chi teme che siano solo gesti simbolici, un po’ di “greenwashing” per capirci. Altri, invece, vedono in queste dichiarazioni un catalizzatore, una scintilla che può aprire la strada a cambiamenti veri.
Dei 79 governi locali di Victoria, ben 39 avevano dichiarato l’emergenza climatica entro la fine di novembre 2022. Il picco? Nel 2019, con 19 dichiarazioni. È interessante notare che quasi la metà di queste dichiarazioni (18 su 39) proveniva da comuni metropolitani. Le motivazioni? Diverse: rispondere ai negoziati globali sul clima, connettere la politica globale all’azione locale, ma anche reagire a impatti già visibili come l’innalzamento del livello del mare o incendi e ondate di calore più frequenti e severi. Dopo gli incendi devastanti del 2019-2020, molte dichiarazioni hanno sottolineato proprio questa urgenza.
E la pressione della comunità locale? Fondamentale! Così come le preoccupazioni per l’ingiustizia climatica, la volontà di essere leader ambiziosi o, al contrario, la paura di una “brutta figura” se non si dichiarava l’emergenza.
Ma veniamo al sodo: dopo la dichiarazione, si passa ai fatti? Dei 39 comuni “dichiaranti”, 34 avevano poi sviluppato un piano d’azione dedicato all’emergenza climatica. Gli altri erano in fase di elaborazione o avevano integrato l’azione per il clima nel loro piano generale. Sorprendentemente, tre piani d’azione non menzionavano esplicitamente l’emergenza climatica dichiarata. Un po’ strano, no?
Obiettivi dei Piani: Mitigazione e Adattamento in Pole Position, ma non solo
Gli obiettivi principali di questi piani rientravano per lo più in sei categorie. Molti puntavano a emissioni zero o a una forte riduzione delle emissioni (mitigazione) e alla resilienza della comunità e del territorio (adattamento). Ad esempio, obiettivi come “Ridurre le emissioni, costruire la resilienza della comunità contro gli impatti locali del cambiamento climatico e invertire il riscaldamento globale” erano comuni.
Tuttavia, è curioso notare che circa la metà dei piani non includeva un obiettivo specifico legato a questi temi, concentrandosi piuttosto su obiettivi più generali come comunità fiorenti, città vivibili e ambienti sostenibili. Altri temi ricorrenti erano la mobilitazione dell’azione del consiglio e della comunità, l’essere “guidati dalla scienza” o il “vivere entro i limiti planetari”.
L’Analisi “Trasformativa”: A che punto siamo?
E qui viene il bello. Analizzando il contenuto di 38 piani (quelli completati o in bozza), i ricercatori hanno cercato la frequenza relativa dei termini legati ai cinque elementi “trasformativi” che vi ho elencato prima. Risultato? Ben 30 piani includevano almeno un riferimento a tutte le dimensioni dell’azione climatica trasformativa. Questo suggerisce che i comuni che hanno dichiarato l’emergenza hanno sviluppato un approccio abbastanza completo e sofisticato alla pianificazione.
Per esempio, il piano di Hepburn include una dichiarazione di apertura sul “Prendersi cura e Guarire il Paese” da parte del CEO della Dja Dja Wurrung People Traditional Owners Corporation, che sottolinea il legame profondo tra il benessere del territorio e quello delle persone. Il piano della Città di Greater Geelong afferma che “Il cambiamento climatico non è solo una questione ambientale. Ha implicazioni per ogni aspetto della nostra vita… Dobbiamo agire rapidamente, con decisione e in modo collaborativo”.
Tuttavia, mitigazione e adattamento continuano a dominare la scena nella maggior parte dei piani. Per 36 piani su 38, la frequenza relativa di questi due temi superava quella degli altri. La collaborazione, la biodiversità, le prospettive dei Primi Popoli e le considerazioni di giustizia ed equità, pur presenti, avevano una copertura decisamente inferiore, spesso sotto il 20% della frequenza dei termini.
Questo ci dice che, sebbene ci sia una consapevolezza crescente della necessità di un approccio olistico, la pratica tende ancora a concentrarsi sugli aspetti più “tradizionali” dell’azione per il clima.
Il Ruolo Chiave delle Alleanze e delle Reti
Un aspetto che mi ha colpito molto è l’importanza delle alleanze e delle reti. Molti comuni di Victoria fanno parte di una delle 8 “Victorian Greenhouse Alliances”, dei raggruppamenti regionali che promuovono la condivisione di conoscenze, la collaborazione e lo sviluppo di progetti innovativi. Queste alleanze sembrano giocare un ruolo cruciale nello spingere l’ambizione e nell’informare lo sviluppo dei piani d’azione.
Immaginatevele un po’ come un “ecosistema di implementazione” o un ambiente abilitante, dove si impara dagli altri e si è stimolati a fare meglio, magari anche da una sana “competizione amichevole” tra membri. I comuni con meno risorse trovano supporto, mentre quelli più attivi e ben attrezzati vedono l’alleanza come un’ulteriore opportunità per dimostrare la loro leadership.
Questo mi fa pensare che la collaborazione sia davvero una delle chiavi per accelerare l’azione climatica. Non si tratta solo di dichiarare un’emergenza, ma di creare le condizioni perché quella dichiarazione si traduca in un cambiamento tangibile e diffuso.
Dalle Parole ai Fatti: La Sfida dei Finanziamenti e dell’Implementazione
Certo, avere piani ambiziosi che includono elementi trasformativi è un gran passo avanti. Ma, come dico sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo… il finanziare (e l’implementare!). Una delle sfide principali è assicurare che ci siano fondi e risorse adeguate per trasformare le belle intenzioni in azioni concrete. Questo aspetto andava oltre lo scopo dello studio che ho analizzato, ma è fondamentale.
Una dichiarazione di emergenza è un impegno pubblico forte. Per evitare che sia solo un gesto simbolico o, peggio, “greenwashing”, servono piani d’azione solidi, seguiti da un’implementazione efficace. E qui, amici, la strada è ancora lunga.
Cosa ci portiamo a casa?
Questa ricerca sui comuni di Victoria ci offre spunti preziosi. Primo, le dichiarazioni di emergenza climatica possono davvero stimolare la pianificazione di azioni più ambiziose. Secondo, c’è una crescente comprensione che l’azione climatica debba essere “trasformativa”, toccando aspetti come la giustizia sociale, la biodiversità e il coinvolgimento delle comunità indigene, oltre alla mitigazione e all’adattamento.
Tuttavia, c’è ancora da lavorare per far sì che tutti questi elementi siano integrati in modo equilibrato e profondo nei piani e, soprattutto, nella loro attuazione. Le alleanze tra comuni sembrano essere un motore potente per questo cambiamento.
In conclusione, la dichiarazione di emergenza climatica è un punto di partenza, non di arrivo. È un segnale importante, ma la vera sfida è ciò che viene dopo: la capacità di tradurre l’urgenza in un’azione che sia non solo efficace, ma anche equa e realmente trasformativa. E per questo, serve l’impegno di tutti: istituzioni, comunità, e anche noi, cittadini attenti e consapevoli.
Il futuro del nostro pianeta, e delle nostre comunità, dipende da quanto saremo bravi a passare dalle dichiarazioni d’intenti a una rivoluzione concreta nel nostro modo di vivere e di governare il territorio. E io, da inguaribile ottimista, spero che saremo all’altezza della sfida!
Fonte: Springer